FERNANDO ZORZELLA

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Creato da FernandoIR il 14/04/2011

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REVOLUTION – IL ROMANZO : 1° PUNTATA

Post n°6504 pubblicato il 05 Gennaio 2021 da FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Buon giorno a tutti!

In questa fantastica storia, ci troviamo esattamente in aperta campagna, tra Isola Rizza e Bonavicina in provincia di Verona, e sto passeggiando in mezzo a questa tendopoli, creata per soccorrere le persone disperse.

Oggi è il 21 Marzo 2013, primo giorno di primavera. Meno di anno fa, il 25 Giugno 2012, la terra fu colpita da una potentissima onda solare, chiamata in gergo tecnico flash solare, che provocò devastanti cataclismi e immani cambiamenti del mondo. La pianura veronese fu anch’essa devastata paurosamente, molti morirono, i paesi furono praticamente rasi al suolo, fino a ridursi ad un’immane cumulo di macerie.

Delle poche persone rimaste vive si sapeva poco. Pochi erano quelli che erano riusciti a riunirsi in comunità organizzate e tra di loro le comunità non dialogavano o addirittura non sapevano neanche di esistere. Il mondo appare come se si fosse resettato, niente è più come prima. Avete presente come in un videogioco dove di punto in bianco si finisce la partita e si rimettono dentro i soldi per cominciarne un’altra? Bene qui sembra che qualcuno abbiamo staccato la spina al mondo, lo abbia riacceso inserendoci una nuova moneta per fare un’altra partita.

Lo stato non esisteva più tutto si era dissolto, ogni uno doveva fare per se.

Da subito, tutte le persone avevano capito che non si poteva contare sull’aiuto di un’autorità superiore, ma che ogni uno doveva cercare di sopravvivere.

Tutte le forme di comunicazione erano fuori uso completamente, gli unici strumenti che funzionavano erano i walki tolki.

Nella bassa veronese, la gente, di Isola Rizza, Bovolone, Oppeano, San Pietro di Morubio, Roverchiara, Ronco All'Adige e Salizzole riuscì però ad organizzarsi, e ad alzare con fierezza la testa, creando in pochi mesi una vera e propria comunità, divenendo velocemente un faro per tutta la gente della zona.

Alla comunità venne dato il nome di GENESI, come il primo libro della bibbia. L’idea del nome fu di un sacerdote e piacque subito a tutti.

Esattamente in 1150 riuscirono ad organizzarsi, e con una sorta di elezioni, si dotarono anche di un Consiglio di Comunità, formato da 12 persone.

La voglia, il desiderio, di ritornare alla normalità era spaventosa, e queste persone non si fermavano per niente e per nessuno.

Tutti erano organizzati ed avevano i loro compiti, che via via potevano essere anche cambiati in base alle esigenze.

Con le così dette, Missioni di ricerca, si usciva ogni giorno con auto, pulmini, camion, ruspe per raccogliere tutto ciò che poteva servire, ricercare i dispersi e convincere chi voleva rimanere vicino alla propria casa ad unirsi a Genesi per cercare di ricominciare tutti insieme.

Convincere la gente era uno dei lavori più duri, perché la gente era molto attaccata alla propria casa anche se in definitiva della propria casa esisteva solo un cumulo di macerie da spianare con una ruspa.

I raggi del sole, filtrano dai teli semichiusi della tenda, colpendo il corpo di Jenny, riscaldandolo e trasformando il sonno veglia in un dolce tepore.

Il rompo del convoglio che ritornava al campo con un nuovo carico, la fece svegliare di soprassalto.

Alfred da fuori la tenda la chiamò: “Jenny sono tornati e sembra che abbiano trovato armi”.

Jenny si alzò, e in tutta fretta si vestì, inguainando il suo dolce corpo con la divisa simile a quella dei meccanici che ormai era diventata l’abito comune per tutti.

Era una ragazza dolce, bella, occhi castani e capelli lunghi castani di buono c’era che il fardello del peso che portava non intaccava minimamente la sua bellezza.

Uscita dalla tenda, insieme ad Alfred, e seguita dagli altri 10 del consiglio si diresse alla zona denominata “Missioni”.

Jenny, era il Sindaco della Comunità.

Le persone stavano già scaricando la merce e dividendosi le armi litigando.

“Basta ……… Basta ho detto branco di stolti, non vi ricordate più cosa è stato deciso?” urlò Jenny, e rincarando la dose proseguì “Abbiamo deciso che tutte le armi vengono stipate in un magazzino fino a che non ci saremo organizzati meglio ……….. Speriamo invece di non averne mai di bisogno ……… Speriamo di riuscire a vivere sempre in pace.”

Alberto, un ragazzo che aveva partecipato a quest’ultima missione disse: “Dovremo essere armati, Jenny, ho sentito che c’è un gruppo di criminali, che si aggirano nelle campagne e fanno guai.”

Alfred, ovvero il vicesindaco rispose: “Ogni giorno usciamo a raccogliere materiale, lo sai benissimo anche tu Alberto, perché ci partecipi, e mai sono stati visti criminali o problemi in giro …….. sono solo chiacchiere.”

Jenny chiuse il discorso: “Se ce ne sarà bisogno istituiremo un vero esercito, ma per ora non ce n’è di bisogno ………..  Avete raccolto altra rete e altri pali?”

Il capo missione risposte: “Si molti, ora possiamo, volendo, cominciare la costruzione del recinto di protezione.”  

Alfred : “Allora organizziamo una squadra, da domani si inizia la costruzione del recinto. Dovrà essere alto 6 metri e dovrà fare il giro 2 volte intorno al campo, e avrà un’entrata sola. Ci servono ancora rete e ancora pali, quindi continuate ad uscire ogni giorno.”

Il capo squadra rispose affermativamente.

Tutti si ritirarono alle loro faccende e ai loro compiti.

Il problema è che la voce carpita sulla possibile esistenza di bande di criminali vicino a Genesi, era vera, e si sapeva anche il nome di questa gente, anche se non si aveva mai avuto nessun contatto con loro.

La voce diceva che si facevano chiamare "Orsi Neri".

Jenny prese la parola: “Effettivamente ci sono i sentori che dei criminali si stiano avvicinando a noi, occorre fare qualcosa …………. Domani faremo partire sei Missioni di Ricerca con lo scopo di raccogliere materiale, ma soprattutto di ricercare notizie ancora più approfondite. Al rientro di tutti raccoglieremo le notizie e faremo un comunicato ufficiale a tutti. Abbiamo pronti dei validi Capo Squadra a cui dare il comando delle Misssioni?"

Alfred: "Si abbiamo della gente valida e preparata."

Jenny: “Allora domani stesso, ogni uno di loro si prenderà 50 uomini per squadra, si prenderanno tutti i mezzi di cui hanno bisogno, si partirà alle 8,00 e si ritorna alle 20,00 pieni il più possibile di materiale di ogni genere utile alla comunità e di notizie!”

Tutti i consiglieri votarono affermativamente.

Jenny proseguì: “Io domani mi voglio rendere conto di come sono messi i lavori per la recinzione con te Alfred.”

La riunione proseguì fino a tarda notte e poi tutta la comunità potè dirsi spenta.

300 persone, divise in 6 squadre, molte pensava Jenny, ma occorreva fare il punto della situazione veramente; occorreva decidere se dotarsi veramente di un esercito.

C’è anche da dire, che la costruzione della recinzione richiedeva moltissimo materiale, doveva recintare in modo sicuro tutta la comunità e comunque doveva contenere nel suo interno lo spazio per ampliare ancora la comunità.

I pensieri sfinirono completamente Jenny che piombò in un sonno profondo.

Breve fu il sonno per tutti, presto arrivò il sole e presto tutti si misero al lavoro. Era l’unica cosa che dava veramente forza ai sopravvissuti, ovvero il sole, che ogni mattina risorgeva. Ciò che aveva distrutto tutto, ogni giorno gli riconcedeva una seconda possibilità e la comunità di Genesi la sfruttava tutta questa possibilità.

Il Consiglio organizzò la grande missione, 300 persone tra uomini e donne parteciparono e alle 9,30, con 1 ora e mezzo di ritardo partirono.

Era un  grande giorno di lavoro per tutti, tra le missioni di ricerca, la costruzione del recinto, tenere a bada i bambini e i ragazzi, tutti erano occupati!

L’unica nota dolente era la mancanza di tracce sugli Orsi Neri, sembravano essere invisibili.

Se le loro voci esistevano vuol dire che veramente esistevano ed erano pericolosi.

Una missione, quella comandata da Erik, si addentrò nella Val D’Illasi, verso Giazza, tutti i partecipanti erano contenti avevano raccolto un bottino impensabile ed incalcolabile. Tra l’altro Erik aveva convinto 60 persone a lasciare le proprie case diroccate per ritirarsi a Genesi.

Erik era un buon diplomatico, ci sapeva fare!

Si addentrarono nella valle, sistemando alla meno peggio le strade, per poter far passare il convoglio, ma arrivati a 4 Km da Selva di Progno …………………..

Un fragore tuonò, un grande boato, il terreno tremò, in modo apocalittico e una grande frana si riversò nella vallata bloccando completamente il convoglio.

Tutti rimasero bloccati, ma nessuno si perse d’animo e cominciarono a lavorare per liberare la strada del ritorno.

La frana era stata veramente imponente ed il gruppo capì subito che avrebbe dovuto accamparsi per la notte.

Nel frattempo tra i boschi circostanti, il gruppo era osservato da qualcuno che non aveva nessuna intenzione di farsi trovare.

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