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attualità, politica, cultura

 

 
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Felpe, selfie e twitting: l'Italia dei cialtroni

Post n°1101 pubblicato il 09 Giugno 2015 da r.capodimonte2009
 

Che il teorema di Matteo Salvini, basato soprattutto sull’idiosincrasia di un popolo maltrattato e impoverito dalle istituzioni, nei confronti di un’immigrazione coatta e senza alcuna effettiva programmazione e limitazione, avesse alcune giuste argomentazioni, non è un segreto. Che poi lui la trasformasse nella base “iconoclasta, con forti accenti razzisti”, atta a reggere un intero programma elettorale, questo è un altro paio di maniche, visto che il Paese non ha certo questo problema come principale fonte delle sue magagne, in cima c’è la forte caratterizzazione trasformista e lassista (per non dire corruttiva) di un Governo, retto da un branco di improvvisatori, di cui il principale è Matteo Renzi. E non è un caso che il regime, che sa bene quanto il discorso immigrati ( e “rom”) sia positivamente incernierato nello sviluppo letale e criminale del sottogoverno economico del sistema cooperativo di ogni colore, abbia voluto applicare, durante la campagna elettorale e anche da prima, la massima di Sun Tzu, sull’ “arte della guerra”: il nemico del mio nemico è mio amico. Il “regime”, poiché è tale ormai, non teme l’aggregazione “neo-nazista” di un popolo che per metà ha sangue ebreo nelle vene, né reazioni troppo violente contro gli zingari, che da mille anni percorrono il Paese facendo da sempre i propri comodi, mescolati  a bella posta, ai diseredati: se avesse voluto ricorrere alla discriminazione più aggressiva la gente lo avrebbe già fatto da tempo, perché di “perle” di comportamento rom ne son piene le cronache. In realtà il nemico pubblico numero uno è il M5S, che, nonostante la discriminazione e le menzogne mediatiche, non si scolla dal suo 20-22%, e se dei voti ha perduto non li ha ceduti certo a Salvini, ma al partito dell’astensione. Ecco spiegata, allora, la fitta, soffocante presenza delle “felpe” in ogni spigolo salottiero delle Tv, in ogni ambito ristretto dei talk-show di colore rosso o bianco; ma anche il “seppuko” compiuto dalla destra italiana, accorsa con tutte le sue schiere “nazionali” tra le fila di chi il concetto di nazione neppure la concepisce, disintegrandosi definitivamente a caccia di rom! Perché la speranza era che gli “scontenti”, i “diseredati”, disoccupati, esodati, pensionati, le vittime dell’usura bancaria e fiscale, tutti si precipitassero addosso agli immigrati o si mettessero alla guida delle ruspe, pur di tagliare il consenso a Grillo! E Renzi, per primo, che segretamente fa il tipo per le felpe, è caduto nell’inganno: l’abisso in cui il Paese ormai è precipitato è la corruzione, la quale in gran parte dipende proprio dalle leggi che la Lega ha formalizzato in anni di potere centrale e locale, a cominciare dalla Bossi-Fini, che ha poi sviluppato il reato di “immigrazione clandestina”, che i giudici non solo non hanno rispettato, ma ha contribuito ad intasare i tribunali senza alcuno scopo, che ulteriori danni al cittadino. E se oggi Maroni  si gonfia come un tacchino, ricordando la breve stagione degli “sbarchi-zero”, fa finta di dimenticare che il merito va tutto a Berlusconi, che convinse Gheddafi, a suon di miliardi, che i due Paesi avrebbero cooperato sul serio, con reciproci vantaggi; e infatti, la “trimurti democratico-guerrafondaia” di Usa-Francia e Inghilterra, preoccupata che l’Italia potesse trarne troppi di questi vantaggi (e rialzasse la testa!), buttò tutto all’aria, e oggi tutti ne paghiamo le conseguenze con il “grande esodo biblico”! Non solo, ma la Lega, e molti amministratori del centro-destra, sono stati quelli che hanno speso miliardi (falsificando decine di gare d’appalto!), per inaugurare nuovi campi rom o grandi centri di smistamento

dell’immigrazione (invece di ripartirla in settorialità più controllabili), dove la corruzione ha trovato libero sfogo!

Perciò anziché sbraitare dalle piazze, dove i centri sociali hanno fatto a gara di chiacchiere con Salvini, solo per contestare un “razzismo ad uso elettorale” (ma chiedere ai “centro sociali”, altra nicchia su cui si perdono milioni di finanziamenti occulti, di rappresentare il disagio sociale, è come chiedere alle rape di dare sangue!), il problema era ed è a monte: ad esempio, quello di disdire gli accordi di Dublino (in base ai quali l’immigrato sbarcato resta dove sbarca!); di mettere con le spalle al muro questa Europa da “baraccone” che è “unita” solo quando c’è da impoverire i popoli e arricchire la speculazione bancaria, dove ognuno va per conto suo, specialmente quando c’è bisogno di “solidarietà” non solo umana, ma politica: come? Non volete le quote di immigrazione che vi spettano? Bene, e noi non tiriamo più fuori un centesimo per il “fondo di solidarietà”, che ci costa 12 miliardi l’anno, solo 40 quelli versati alla Grecia! Non siete d’accordo? E allora noi ce ne andiamo, armi e bagagli, da questo caravanserraglio di cialtroni venduti all’alta finanza! Di pretendere, anche dagli Usa, cui si deve principalmente la situazione di caos generata dai suoi ex-alleati dell’Isis, una task-force, che costringa la Libia a bloccare gli sbarchi:  non è possibile perché i libici non vogliono? Ma come, signori della “trimurti” ci avete messo quattro mesi a far fuori Gheddafi (e l’accordo italo-libico), e non ce la fata a far fuori venti tribù che si dividono il paese in tre parti, ognuna in  guerra con l’altra? Nessuno qui parla di corazzate che bombardano le coste, ma di presidi armati sulle spiagge a bloccare gli imbarchi, questo è certo! Una volta eliminata la criminalità, si potranno aprire là i centri di smistamento: li vuole gestire l’Onu? E’ sconsigliabile, perché i “caschi blu”, a volte, sono molto più corrotti degli italiani. Facciamoli gestire dai russi e dagli americani assieme, che ne dite? In questo modo, innanzi tutto, si bloccherebbe l’immigrazione clandestina a favore dei rifugiati, un’immigrazione che, a parte un’eventuale regolarizzazione in base alle esperienze di lavoro, di lingua (almeno l’inglese parlato), il nucleo familiare, l’età, non potrebbero accedere senza espresse necessità territoriali.

Questo è un programma serio, che però implica persone serie, compreso un premier che non sia un buffone, che fa suonare, ad un vertice internazionale, una canzonetta di Celentano, al posto dell’inno di Mameli, mentre tutti ridacchiano, come ridacchiavano con Berlusconi. Mentre lui si prostra fino a terra, a baciare la polvere, come il peggiore dei ruffiani!

Berlusconi ha avuto la buona idea di andarsene, adesso però ci troviamo di fronte un nuove “mercato delle vacche”: il vaccaro Maroni, che vuole togliere i contributi regionali ai comuni lombardi che accolgono i migranti; il vaccaro Renzi che invece li premia. E poi ci lamentiamo delle risate della Merkel?

Tra felpe, selfie e tweeting non si sa chi fa di più l’imbecille, mentre gli italiani non arrivano più a fine mese, e molti rovistano nelle immondizie per mangiare; le banche bloccano i mutui, Equitalia sequestra aziende e macchinari. E la “mafia politica” cresce. (R.S.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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