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La fine indecorosa del Monte Paschi Siena

Post n°1485 pubblicato il 23 Dicembre 2016 da r.capodimonte2009
 

Erano i tempi del “governo tecnico”, cioè del “colpo di Stato” che Giorgio Napolitano effettuò su input della Casa Bianca e dell’U.E. per cacciare via Silvio Berlusconi, ormai travolto dagli scandali, euroscettico per induzione di Tremonti, ma ancora con la sua brava maggioranza; e non ci nascondiamo che la magistratura per venti anni l’aveva arrostito a fuoco lento. Ci si chiese se Mario Monti, questo grande economista, che derivava le sue capacità di burocrate dalla Goldman & Sachs e dal Bilderberg, oltre che dal superdecantato dottorato della Bocconi, fosse l’uomo giusto al momento giusto, visto che aveva servito con eccessiva blandizie i palazzi di Bruxelles, e ne rispettava pienamente le regole, anche quelle più nefaste. La più nefasta di tutte, inventata a tavolino dalla banda guidata da Romano Prodi, d’accordo con l’alta finanza tedesca, era lo “spread” che commisurava, in senso stretto e artificiosamente, le emissioni di titoli tedeschi a confronto con quelli di tutti gli altri Stati europei, compresi i nostri, dopo che nel 2001 il concambio lira-euro aveva già visto una perdita secca a favore del marco del 30%. L’aumento vertiginoso e improvviso di questo “indice”, in realtà utilizzato come grimaldello contro il nostro Paese, si disse, dimostrava che l’Italia era alla frutta: e oggi, dopo cinque lunghi anni di “frutta e verdura” ci accorgiamo che questo stesso spread si è rimpicciolito anziché crescere, di fronte a condizioni economiche di gran lunga peggiori di allora!

La gente, impaurita come al solito dai media asserviti al potere, abboccò: Berlusconi fu cacciato, il Parlamento detronizzato da una paccottiglia politica e ruffianesca di moderati di F.I. e catto-comunisti del PD, e potè passare così il metodo Monti, che ancora ci sta martoriando.

Tra le subitanee iniziative di questo “squalo” e dei piragna al suo servizio, come Elsa Fornero, si ebbe il soccorso al MPS, allora considerata “banca debole”, ma non fallita e corrotta, come si rivelò in seguito. In realtà Monti sapeva da un pezzo che i suoi confratelli di loggia, la banda Mussari, d’accordo con la Fondazione, controllata per settant’anni dalla peggiore sinistra avventuriera e corrotta, avevano depredato la banca, e per favorirli, dopo aver constatato che l’aiuto del suo predecessore, Giulio Tremonti, altro personaggio coinvolto a tutelare i fidi del suo “alleato” di Arcore, erano andati insoluti, procedette ad un ulteriore regalino natalizio di 5 miliardi; mentre tutti sapevano che il buco reale era di oltre 20, e non certo e solo perché Beppe Grillo l’avesse dimostrato in assemblea dei soci (e il popolo senese, che adesso piange perché ha perso i privilegi che il Monte gli concedeva da anni, allora lo ignorò!), e magari il nostro direttore l’aveva rivelato, con prove, alla Procura di Roma. Si trattava di un regalino a due facce: la prima diretta a Bersani, perché gli sostenesse il governo, turandosi il naso; la seconda diretta a Berlusconi, perché si acquietasse, assicurandogli (falsamente) che lo avrebbe protetto dalla magistratura!

Non stiamo a dilungarci sui cinque anni di vicende scandalose di questa fetta di Toscana, che, insieme a Roma e Palermo, sta ormai facendo a gara ad ospitare i poteri mafiosi, ma oggi constatiamo che la nazionalizzazione dei resti di questo istituto sbrindellato e rapinato, è costata, alla fine, il doppio esatto di quanto sarebbe costato allora, 40 miliardi, tutti sulle spalle del popolo italiano, e non solo dei senesi (che avrebbero meritato non solo di pagarlo loro, ma di rimetterci tutti i loro investimenti, visto che il barracuda Padoan assicura chi ha votato SI al referendum, che non perderà un centesimo da questa operazione!).

Quel che continua ad essere strana è la “bonomia” della Commissione Europea, la quale, ha sempre detto, in tutti questi anni, che ogni tipo di intervento statale era proibito! In realtà la Commissione, da tempo, conosce l’inevitabile soluzione che sarebbe arrivata, dopo  lo spreco di denaro e gli imbrogli perpetrati a danno di azionisti, obbligazionisti e clienti, senza che una sole voce si levasse dai sindacati o dai dipendenti dell’istituto, in un’omertà tutta bancaria. Che cosa si sia imbrogliato là dentro, non lo sapremo mai: intanto perché i magistrati ci stanno andando col piede di velluto, in genere in tutti gli scandali finanziari, perché molti di loro sono “coinvolti”, e condannare i manager alla galera, costringerebbe questi ultimi a “quaquaraquare”... Poi, appunto, perché il Governo Gentiloni, adesso, mette una bella pietra sopra i 20 miliardi, dopo il fallimento del Fondo Atlante, con l’aiutino silenzioso di Bruxelles, la quale non ignora certo che la crisi bancaria italiana è molto peggio di quella greca, almeno in termini di grandezza. E che anche le banche tedesche e francesi, indubbiamente più furbe di quelle italiane, se il MPS fosse fallito, sarebbero state trascinate nel gorgo, esposte, specie la Deutsche Bank, di decine di miliardi, anche in derivati!

La cosa più grave resta il trattamento che riceveranno i 40.000 obbligazionisti “subordinati”, cioè che si sono fatti convincere con titoli tossici: Padoan dichiara che non perderanno un centesimo! Sarebbe un ulteriore scandalo nei confronti dei 130.000 investitori delle 4 banche fallite, a cui sono stati truffati circa 2,8 miliardi, non ancora restituiti neppure in parte. In tal caso il Governo rischia la piazza, e gravi implicazioni costituzionali, per una palese difformità di trattamento. Se, invece, quella di Padoan è un’altra menzogna, allora 20 miliardi sono una bazzecola, perché dentro MPS cova un cancro di oltre 30 miliardi di crediti in sofferenza: i quali, sommando, appunto, il rimborso dei titoli tossici, supera i 40 miliardi.

Infine, il piano industriale di salvataggio, recita che ci sono da sistemate oltre 150 dirigenti e funzionari e oltre 5.000 dipendenti, e già immaginiamo che il sindacato, finora silente, proporrà anticipi pensionistici e cig a gogò, e i costi saliranno di altri 10 miliardi.

Che il popolo dei 17 milioni di famiglie disagiate, e dei 4 milioni di famiglie diseredate, sappia allora che fine hanno fatto i soldi del “reddito di cittadinanza” che avrebbe migliorato, e di tanto, le loro condizioni; lo stesso sappiano quelli degli “80 €”, che finalmente, visto che non li meritavano, dovranno restituirli tutti.

Ma soprattutto il popolo si svegli, a constatare, se ce n’era ancoa bisogno, di che pasta ammuffita e velenosa è composta l’Unione Europea! (David Ricardo)

 

 

 

 

 
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