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attualità, politica, cultura

 

 
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La catastrofe dei voucher: un'altra mazzata per Matteo Renzi!

Post n°1545 pubblicato il 28 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

La vicenda dell’eliminazione dei voucher è l’ennesima dimostrazione di una politica sempre più distaccata dalla realtà, e che è esclusivamente legata al mantenimento del potere a qualunque costo, anche quello, ormai lapalissiano, contro lavoratori ed imprese. Il decreto-legge approvato il 17 marzo e subito pubblicato in G.U. ha il sapore della beffa per oltre 800.000 lavoratori, i quali, in buona parte, già pensavano di correre alle urne per il referendum abrogativo, promosso dalla CGIL, convinti che la disciplina di questo strumento prezioso per l’abolizione del lavoro a "ristretto" tempo determinato e a costo zero, sarebbe potuta essere riallineata all’uso che il legislatore aveva stabilito; e non allargata ad ogni tipo di mansione e durata, come si era trasformata, senza un minimo di controllo. Errore di valutazione, che non ha tenuto conto del momento politico, in cui il sindacato sta facendo concorrenza a ciò che resta del rigurgito partitico, visto il tentativo di de-stabilizzare il governo (e Renzi) con un nuovo plebiscito referendario.

In realtà, alla CGIL, dei voucher e dell’uso che se ne faceva fregava meno di niente, anche perché i sindacati erano tra coloro che lo utilizzavano a go-gò: alla signora Camusso, ormai apertamente schierata con la “sinistra scissionista” interessava mettere una gran paura all’ex re delle Coop, ora ministro del Lavoro Precario, Giuliano Poletti; il quale, puntualmente, essendo uno sciocco, ha abboccato.

Infatti, il testo del decreto la dice lunga sul grado di “capacità intellettiva” di questo “capitalista rosso”: la legge ha buttato via l’acqua sporca, col bambino dentro! L’articolo che dava al voucher la possibilità di sopravvivere fino al 31 dicembre 2017, per quei soggetti che già li avevano acquistati (ad esempio i ristoratori, i bagnini, le famiglie con le colf, i comuni per i lavori socialmente utili, ecc.), era elisa per definizione, in quanto, la “furia” iconoclasta del legislatore idiota, cancellava anche le norme di attuazione! Poletti, allora, come un pachiderma stronato, ha tentato di mettere una inutile pezza, con il solito “comunicato-legge”, una nuova forma giuridica inventata dai Governi-Renzi, per ovviare alle varie imbecillità dei propri Ministeri (quelli che dovrebbero essere esperti!): cioè un comunicato-stampa che correggeva questa frittata, e che, ovviamente, ha gettato nelle più fosca disperazione, per tanta idiozia, accademici, avvocati, consulenti del lavoro e assessorati! 

Per la fifa matta di poter essere travolte da un voto popolare, ancora peggiore di quello del 4 dicembre, infatti, le marionette renziane hanno creato un vuoto legislativo da far accapponare la pelle, e che adesso darà fiato a varie eventualità, a seconda che il “datore di lavoro” sia pubblico o privato, e nel caso sia privato, sia pronto a scaricare altri lavoratori precari, oppure a salvarli, ma senza eccessivi costi, o a mantenerli con difficoltà con le leggi che offre il mercato.

Intanto i sondaggi inchiodano la politica, colpevole, per l’ennesima volta, di aver fatto tabula rasa, senza pensare al popolo: il 52% degli intervistati conferma questa tesi, il 16% addirittura che metterà in forse molte attività; c’è poi un 64% che chiede all’esecutivo, con la stessa velocità dell’abrogazione, la creazione di un’alternativa: ma dalle stanze di Poletti, dopo dieci giorni, non esce una parola; un altro 18%, più pragmatico, chiede, giustamente, che il nostro emetta un decreto per rendere almeno validi i voucher fino al 31 dicembre.

In realtà è tutta una paralisi: la CGIL, che era partita con il vento in poppa, adesso riceve lo sberleffo di migliaia di lavoratori condannati a morte, da quello che ancora si definisce “sindacato”, e invece non è altro che un potentato che gestisce il potere parallelamente al PD, e che adesso adopera il lavoro come grimaldello; quel che c’è di peggio per un’associazione che, in barba all’art. 39 della Costituzione, mantiene pedissequamente la sua natura “privatistica”, tranne quando si siede a rappresentare i lavoratori, allora si fa “pubblica”! Il Governo dei “pupazzi renziani”, che va a ricevere ordini tutti i giorni in casa Renzi, e a volte neppure li recepisce nel modo giusto, come in questo caso, ne esce da capo, con le ossa rotte!

Non è un segreto che nei fallimenti di Matteo, annoveriamo anche quest’ultima catastrofe, e i sondaggi sul PD parlano chiaro: -5% dal M5S!

Aldilà del ritorno immediato al lavoro nero, a questo punto, poche speranze si aprono alla fetta di lavoratori che campava coi voucher. Nuovi “rapporti di lavoro", sono utilizzabili nelle dita di una mano: il “lavoro a chiamata”, che però comprende lavoratori fino a 25 anni o non più di 55, e può durare 400 giorni in tre anni; “il lavoro a t.d.”, che ha bisogno del consulente per le buste paga e per tutte le varie pastoie burocratiche e costose: ma si tratta sempre di un max del 20% della forza lavoro a t.i.; “il lavoro interinale”, costosissimo e poco ortodosso; “lavoro a partita Iva” che uccide il lavoratore già il giorno dopo che lo si applica!

Alla fine è chiaro che il Governo ha creato un problema molto maggiore rispetto all’anomalia che si doveva sanare: il che dimostra, anche se non ce n’era più alcun bisogno, che tutta questa marmaglia politica e sindacale deve essere cacciata via dal Paese! (ITALIADOC)

 

 

 
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