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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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I giovani italiani sono stati ingannati, ma non se ne accorgono

Post n°1600 pubblicato il 20 Giugno 2017 da r.capodimonte2009
 

Mentre il Paese campicchia, tra una “sgridatina” di Moscovici, qualche altra bugia di Renzi, Padoan e Gentiloni, tutti e tre come le famose “scimmiette” manichee, un’altra decina di sindaci PD-NCD in galera con varie imputazioni, alcuni addirittura appena eletti, e gli sproloqui moralisti di un Papa, e del suo omologo della Cei, che pensano a fare solo politica spicciola, mentre gli immigrati “ricchi” sbarcano a milioni in Europa, e quelli “poveri” continuano a morire di fame in Africa; i giovani italiani, tutto smartphone e birre, si stanno scervellando, come fossero davanti all’esame di Economia Politica o di Anatomia, per i destini di Annarumma o il contratto stellare di Max Allegri; sono stufi (qui hanno quasi ragione!) di cercarsi un lavoro che sia all’altezza delle loro qualità intellettive; e magari bussano a nonno e nonna per farsi una bella moto nuova, o a papà professionista per sfilarsi dal conformismo dell’Italietta, e viaggiare per l’Europa con le èlite dell’Erasmus.

Oggi i giovanotti ci perdoneranno se parliamo un po’ di quelli calcio-tossici, molti dei quali, fortunatamente, se la sono cavata con tagli ai piedi  e al corpo, dopo la vicenda di Piazza San Carlo a Torino, e nessuno, neppure un cane, ha avuto il coraggio di incolparli di essersi riempiti, al solito, di birra e vino, in ore e ore di attesa spasmodica di assistere alla figuraccia della Juve, attraverso mescite abusive in bottigliette di vetro. La colpa ovviamente è della sindaca grillina, non di queste masse amorfe di ubriaconi, che addormentano le loro tensioni, fumando o sbrodando; e poi, alla prima pernacchia, si svegliano di botto, e scappano come conigli!

Né, immaginiamo, si siano accorti, presi dallo sventolio bianco-giallo-rosso-azzurro-nero (gli altri colori sportivi contano come il due a briscola!), che è in corso una maxi-inchiesta sui “diritti televisivi”, l’unico vero interesse a cui oggi è legato il calcio, grazie a milioni di beoni, plagiati e, appunto, avvinazzati, che non distinguono neppure più cos’è il gioco del calcio rispetto ad un lurido businness finanziario. Non che ci si possa aspettare giustizia dentro questo calderone di mazzettari e faccendieri, disposti a tenere a libro paga anche la magistratura: pur tuttavia le accuse sono molto forti e sorrette da intercettazioni telefoniche esplicite. Insomma INFRONT ITALY, che detiene il monopolio dei diritti Tv ha distribuito un po’ a tutti, tramite il lobbista Marco Bogarelli & soci, 3 miliardi in più, con contratti fasulli e sponsorizzazioni al nero. Dentro ci sono tutti, da Galliani a Lotito, da De Laurentis, al solito Preziosi, tutti coalizzati contro Roma e Juve, accusate di “arroganza”, per la parte del leone esercitata nella distribuzione del businness. Se Roma, però, piange, Cartagine non ride: guarda caso, si sono da poco conclude le “assegnazioni” dei diritti internazionali del calcio, e indovinate chi se li è assicurati? L’altra faccia del doblone, la Tv lobbista per definizione, quella di Murdoch, il tycoon “imparentato” con Soros, Buffet, Gulen, ecc., che, oltretutto, è il padrone di un network a pagamento, e quanto costa! Niente paura: oggi abbiamo il whatsapp, e si possono tranquillamente seguire le partite dalla spiaggia o dai luoghi di sbraco: quel che poi costa tutto questo, conta poco: pagano paparino o mammina!

Ecco la situazione: questo è il calcio in Italia, ma non solo. Basti pensare al contratto di Ronaldo, che da solo manterrebbe una piccola città di operai, o personaggi come Mino Raiola, il procuratore sportivo più ricco d’Europa, e meno controllato dal fisco (sic!).

Tuttavia per i nostri ragazzi quel che accade conta molto poco, perchè quel che urge è la passione, l’entusiasmo, gli argomenti di conversazione, gli sballi!

E, in realtà, siamo un po’ tutti stanchi delle solite tiritere psicologiche, secondo cui, i soloni delle scienze sociali attribuiscono ad altre cause questo stato di “torpore mediatico” delle generazioni. Ed insistono nell’attribuire le responsabilità primarie di una generazione infettata dall’ignoranza culturale, dalla codardia intellettuale, dalla superficialità sociale, dal sesso scontato e generalizzato, alla famiglia e alla scuola.

La famiglia ha, indubbiamente, delle gravi responsabilità, che sono quelle “educative” ormai del tutto assenti, sostituite dal permissivismo, dall’elargizione senza limiti (il limite se c’è, è solo finanziario, e quindi, chi non riesce a parificarlo con gli altri del gruppo, entra in crisi!), da un egualitarismo forzoso e inattuabile verso l’alto, che le ideologie di sinistra hanno trasformato in un boomerang, nel momento stesso che si sono fatte lobby, cacciando via i poveri! Da un menefreghismo e una incapacità etica di dare l’esempio ai propri figli, che, spesso, diventa proprio il volano degli eccessi.

La scuola è ormai dispersa, sia nell’insegnamento che nelle finalità: in essa domina la viltà di insegnanti e dirigenti, ridotti ai minimi termini dallo Stato, che si comportano come quei poliziotti che desistono dall’intervenire quando la pelle è a rischio. Le famiglie, da parte loro, ne contribuiscono a fare, un obbiettivo del proprio sadismo piscologico, quando, raramente l’insegnante tenta di riprendere un minimo controllo sulla massa amorfa. L’anarchia generale (ma con il movimento anarchico la definizione non c’entra nulla!) coesiste con quanto dicevano prima: mentre l’interesse per la conoscenza, per il cameratismo, per l’acquisizione delle nozioni in senso socio-pedagogico, non esistono più, in quanto non esistono più i “VALORI”, relegati a vani traguardi.

Perché il 50% dei giovani, con una situazione così grave, non reagisce come fecero le generazioni passate, che pure non vivevano in uno stato di disagio permanente come quello ingeneratasi dagli anni Duemila? Perché non si sono dati alla politica, anzi la disprezzano a tal punto, da rifiutarla in toto, prima di tutto astenendosi dal voto?

Qui la responsabilità primaria è dello Stato, che tutto fa e predispone perché questo allontanamento dei giovani dalla consapevolezza civile diventi lo scopo precipuo: uno Stato gestito dalle vecchie generazioni può vivere di corruzione (il bisogno di procacciarsi sempre più ossigeno!), può fare a meno di legiferare per le future generazioni (le quali non controllano che ciò avvenga!), è libero di distribuire, tramite la malavita organizzata e la sua incapacità organizzativa, di cui si serve abbondantemente, i mezzi per disintegrare la forza antagonista del giovane, che fa parte della sua stessa natura. E lo fa sapientemente, con lo spaccio delle droghe, con la distribuzione libera degli alcoolici, con la prostituzione “professionale o indotta”, maschile e femminile; con l’edonismo e la corsa spasmodica al successo, trasmesso dai media obbedienti alle lobby di potere; con una magistratura che lascia correre in modo svergognato sui reati giovanili, anche di minorenni, costruendo così  banditismo di quartiere, giorno dopo giorno!

A questo punto, sarebbe anche logico che un giovane ci chiedesse: ma voi, al posto mio, cosa fareste?

A voglia a dire, “noi reagiremmo, ci ribelleremmo, sbraiteremmo, scenderemmo in piazza”! C’è chi lo fa, e lo Stato lo aggredisce senza remore. C’è chi, raramente, fa politica: ma se lo fa non cerca lo scontro diretto, casomai si rifugia nei partiti che contano (per fare carriera, magari con la spintina di un familiare compromesso col regime!), oppure nelle opposizioni, che, tuttavia, si guardano bene dal pronunciare la fatidica parola “rivoluzione”. C’è, infine, chi va all’estero, tagliando la testa al toro, e rinuncia ad una patria così amara.

Alla fine manca il quid, l’innesco della polveriera: quella figura che riesca a ridurre in cenere lo smartphone e la Juve, la birra permanente e la corsa mortale del sabato sera; che trasformi le speranza assopite, le nostalgie pronunciate a mezza bocca, e le rabbie contenute, in RIBELLIONE. A quel punto non ci sarà Stato che tenga...

Forse, ragazzi, forse quella figura è già tra noi, e ancora non lo sappiamo. Oppure è solo un sogno, una chimera, e allora non ci resta che gettare la spugna, VOI, GIOVANI DI PLASTICA, e NOI, VECCHI DI MARMO. (C. Codreanu)

 

 
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