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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 12/06/2017

 

La debacle del M5S implica un brusco cambiamento di strategie

Post n°1594 pubblicato il 12 Giugno 2017 da r.capodimonte2009
 

Mezzo chilo di Malox per Beppe Grillo, dopo i primi risultati delle amministrative! Nonostante gli sforzi di Di Battista e Di Maio e di pochi altri (ma lo si era compreso dall’isolamento in cui le liste grilline si trovavano  nelle grandi città, dove si sono improvvisamente ridestate le lobby del centro-destra), il M5S cade dappertutto, specie dove ha vissuto intollerabili divisioni (Parma, Palermo e Genova), e dove non riesce a convincere sulla sua capacità amministrativa, grazie al bombardamento mediatico a tappeto che ha subito per mesi a Roma, e recentemente, a Torino. Non sappiamo ancora cosa accadrà nei rarissimi ballottaggi, ma se l’andazzo è questo, ci troviamo di fronte ad una vera e propria debacle.

E’ indubbio che sul risultato pesano altre gravi ipoteche: la sensazione che il grillismo non sia ancora “maturo” per governare localmente i cittadini, ha spinto almeno un 10-15% in più di astensionisti ad andarsene al mare, perché, giustamente, si rifiuta, di consegnarsi, mani e piedi, al centro-destra, e, tanto meno, al centro-sinistra, il quale ultimo esce anch’esso con le ossa rotte dal confronto.

Diversamente dalla Francia, gli italiani hanno preferito le dinamiche anti-immigrazione ai programmi concreti per salvare il Paese e aiutare il popolo, ormai vedovo di una classe media e piccolo borghese ridotta sul lastrico.

Quindi è la Lega la vera trionfatrice di queste elezioni, mentre, vergognosamente, come a Taranto, a Palermo, a Trapani, a Padova e a Verona, la gente si riaffida ai “padrini” (si pensi ai vari D’Alì, Cito, Tosi, Bitonci. Orlando), perché gli italiani, ormai, pongono le loro speranze sulle ultime elemosine che questi distribuiranno, da qui al 2018.

Si tratta di un popolo di elemosinieri e di “rivoluzionari da caffè”, come li avrebbe definiti Lenin, che, mentre allungano la mano per ricevere le poche briciole da Berlusconi, poi, quando sentono i morsi della fame invocano Grillo!

Queste amministrative scuoteranno anche Matteo Renzi. Se è vero che Matteo Salvini (almeno a parole) non intende sottostare ad alcun accordo pre o post elettorale con lui, il segretario del PD adesso sa di non poter aspettare un anno per andare a nuove elezioni politiche, perché sarà spazzato via, preso tra il M5S e la Lega. I dati scorporati dimostrano, infatti, che il partito che ha aumentato i consensi di oltre il 10% è stato il Carroccio, mentre minimalmente F.I. e FdI, collegati ma non dappertutto, alle liste salviniane, hanno aumentato i consensi.

Il M5S paga sonoramente anche le divisioni interne e i vari errori madornali, come quelli fatti sulle liste a Palermo, comuni a molte altre città, ma sottolineati dai media di regime, e da certa magistratura, come nefasti (mentre quelli degli altri, che rasentano le collusioni mafiose, sono perdonati!). Ma paga anche una certa stanchezza, che ormai è palese, anche e soprattutto, in fase strategica: addio 40% alle politiche, addio questa guerra “mondiale” contro il PD, addio a questo volere a tutti i costi un “talebanismo” ormai fallimentare, perché è estraneo alla natura stessa del popolo italiano, e si è visto ieri; questa “intoccabilità” continua a mostrare una classe dirigente che non vuole “contatti infetti” con nessuna forza politica (ma poi si siede a condividere una riforma elettorale da quattro soldi, e poi la fa saltare –e in pochi hanno compreso e capito le colpe dei franchi tiratori e le colpe dei deputati pantastellati sull’emendamento alto-atesino!); e comincia a mostrare limiti non indifferenti, per quanto riguarda, appunto la pianificazione del futuro.

Ormai la guerra dell’“onestà”, dopo queste elezioni che vedono confermate vere e proprie caste di potere, appoggiate da manovalanze e faccendieri da brivido (si pensi a Palermo, Trapani e Taranto!), è miseramente fallita: alla gente, che i deputati cinquestelle versino 2/3 dei loro stipendi per aiutare chi ha bisogno, non frega più niente. L’ordine del giorno che impazza tra le folle dei “piagnoni” e dei “diseredati” d’Italia è: si salvi chi può. E per questo, tutti i rottami che galleggiano sul mare tenebroso che sta per inghiottirci, sono utili per aggrapparsi e suggere un’altra boccata di ossigeno.

E’ il tracollo del buon senso, ma soprattutto il tracollo della dignità, che questo popolo, forse non ha né ha mai avuto. E forse non si merita neppure un movimento che si era illuso di sollevarlo dalla melma fetida della corruzione e dalla mistificazione, che in cui  partiti hanno ridotto perfino delle proprie ideologie!

Forse, ma si tratta di una nostra mera opinione, la strategia dell’”attacco parolaio” non serve più, come non servono più i talk-show dove i grillini sembrano, a volte, vittime sacrificali: la forza delle Tv di regime e dei giornalucoli ruffiani non si può che combattere con armi alla pari: il blog non basta più. Forse, sarebbe bene, che si uscisse da questa “invocazione perpetua” alla rivoluzione, e la si cominciasse ad applicare, unendosi alla base più perseguitata del Paese, inaugurando una stagione di proteste “molto più fisiche” nei confronti di chi sta schiacciando ogni mossa grillina con un apparato che è sempre più “militare” più che “politico”. Mentre la difesa ad oltranza di una magistratura che è stata la colpevole numero uno degli strascichi giudiziari, non tanto di quelli di Roma o di Quarto o di Palermo (che sono mosche bianche nel panorama corruttivo del Paese); ma soprattutto di come sta conducendo mille indagini e mille processi, che siano quelli di mafia o di banche, di corrotti o di corruttori a tutti i livelli, in modo congeniale per salvare dalla galera la peggiore risma, o addirittura, con la prescrizione, per rimetterli in carreggiata. Questa difesa, sinceramente, è stolida, né serve ormai più a dimostrare che il movimento è inossidabile.

A questo punto c’è da sperare veramente che le elezioni politiche siano lontane, ma crediamo che Renzi non sia uno stupido, e ne approfitterà.

E che Grillo possa, nel frattempo,  portare il movimento su posizioni più antagoniste, e soprattutto lo inserisca attivamente, non lo isoli più, in questo contesto politico: perché rischia di farne una “torre d’avorio”, bella, lucida, preziosa, ma che non può essere scalata, e quindi nasconda quel c’è in cima. (ITALIADOC)

 
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