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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 12/10/2017

 

Donne in carriera

Post n°1641 pubblicato il 12 Ottobre 2017 da r.capodimonte2009

Lo scandalo hollywoodiano che ha travolto la major Miramax e il suo tycoon Harvey Wienstein, ha aperto gli occhi sul sordido mondo del successo femminile, che spesso viene confuso con capacità e bravura. In realtà, era da tempo che questo potente ebreo, produttore cinematografico multi miliardario, finanziatore del partito democratico (aveva regalato milioni sia a Obama che alla Clinton!) era sotto le lenti d’ingrandimento della giustizia, ma se l’era sempre cavata, in quanto s’era sempre difeso dicendo che lui non aveva mai obbligato a fare sesso nessuna delle starlette giunte nel suo studio in cerca di soldi e fama,  ma quelle che l’avevano accontentato erano poi state ricambiate con una rapida carriera: i nomi sono altisonanti, si va dalla Jolie fino alla nostra “modesta” Argento. Anche stavolta, ma la vendetta è scattata da parte di chi, evidentemente, ha dato, ma non ha ricevuto in proporzione (non vogliamo commentare vita e vicende di queste donnette, perché ci si rizzano i capelli in testa al solo pensarlo!), Wienstein si difende al solito modo: è vero, lui è un infatuato di certi giochi erotici, ma è falso che abbia mai stuprato nessuno!

Secondo noi, dice la verità: così, come nel mondo della celluloide, la maggior parte delle carriere “fulminanti” vengono suscitate in base a certi favori, restiamo convinti che il cinema non è che uno dei tanti trampolini dove questa generazione di ragazzotte, imbombita dai concorsi aperti dalle TV nelle “isole dei famosi” nei “grandi fratelli”, negli “X-Factor”, per non parlare delle allucinanti e infinite gare di bellezza; ubriacata da certi personaggi da caravanserraglio, come l’ex-cavaliere, che prima gettano l’esca della Tv commerciale, poi se le sbattono in separata sede; ha deciso di tagliare tempi e modi che altre migliaia di coetanee si sudano per ottenere uno straccio di lavoro, magari pagato a salario precariale. E poi vanno a lamentarsi perché cedono il loro corpo, ma poi ottengono il minimo indispensabile “contrattuale”, niente di più di una marchetta!

Siamo oltremodo convinti che lo stesso accada anche in politica, nel giornalismo, nelle lettere, nel mondo accademico, ecc., anzi forse questi sono gli ambiti che più si avvicinano al cinema, visto che, in realtà sono realtà basate soprattutto su sceneggiate e sceneggiature: basta guardarsi attorno e paragonare tante giovani leve che si guadagnano il pane con sacrifici inenarrabili, mantenendosi oneste e pulite, e quelle che invece sfondano, e poi, quando ci intrattengono, nelle riunioni politiche o nelle decisioni ministeriali; o quando “troneggiano” dai talk-show di regime, o si pavoneggiano dai seggi parlamentari; o vincono concorsi letterari o cattedre universitarie: tutti i nodi vengono al pettine. E comprendiamo immediatamente che dietro costoro c’è sempre un “Wienstein” che ci ha messo il cappello! (ITALIADOC)

 

 

 

 

 

 
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