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E l'acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi Song di Pierangelo Bertoli rifatta da Ligabue |
Il Wwf ha messo una taglia di 10mila euro sui responsabili dell'uccisione dei tre orsi marsicani, due femmine e un maschio, nel Parco nazionale d'Abruzzo. "Si tratta di un atto criminale gravissimo", ha detto il presidente onorario dell'associazione Fulco Pratesi. "Un Paese civile non può permettersi questi scempi", ha aggiunto. La somma verrà versata a chi consegnerà i responsabili alla giustizia. Stando alla denuncia del Wwf, in Abruzzo si sta compiendo una vera e propria mattanza della fauna. Un fenomeno che colpisce non solo gli orsi, ma anche i lupi. Per risolvere il problema, l'associazione ha chiesto la creazione di una speciale task-force, una sorta di Ris, per la tutela dell'orso marsicano. "Serve una squadra investigativa in grado di condurre indagini puntuali e rintracciare i responsabili di un reato gravissimo che distrugge la nostra fauna", ha spiegato un portavoce del Wwf, il cui sito Internet ora è listato a lutto. "La perdita di un maschio, una femmina in età riproduttiva e un giovane su una popolazione di 30-50 orsi può costituire un colpo mortale alla specie Nelle ultime ore scoperti anche due lupi uccisi nella stessa maniera'', sostiene l'associazione. "Sempre nella Marsica l'anno scorso sono stati ritrovati più di 10 grifoni avvelenati e tanti altri animali - ha precisato Pratesi - è chiaro che si tratta di un'area ad alto rischio. Ma tutta l' Italia lo è. Stiamo distruggendo una delle ricchezze attorno a cui è nata e fiorita l'economia di intere regioni. Consentire che si perda un orso o un lupo alla volta è come lasciar sfregiare un'opera d'arte, è un atto insano come prendere a martellate la Pietà di Michelangelo". L'orso Bernardo, uno dei tre uccisi nel parco, era diventato famoso grazie alle incursioni nei paesi del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. A proteggerlo era nata anche l'Associazione Amici di Bernardo, che risarciva i proprietari delle galline di cui sembra che l'animale fosse ghiotto. VERGOGNA!!!! |
Splendida impresa delle azzurre, che in finale travolgono 3-0 la Serbia e chiudono imbattute un torneo dominato: primo titolo continentale per l'Italia femminile. GrAnDi AzZuRrE!!! |
Nazione: Italia Regione: Lombardia Partenza: Da Parabiago , direzione Como. Passato il casello a destra per Como La Camerrata - 2° semaforo a destra direzione Bergamo- Lecco fino a Tavernerio, quindi a sinistra in direzione Albese con Cassano. Percorrere alcuni km. sino al cartello turistico che indica Alpe Viceré - Buco Del Piombo. Salire al parcheggio dell'alpe del Viceré. Quota max: 1320 m Quota partenza: 907 m Periodo consigliato: tutte le stagioni escluso l'inverno Tempo complessivo: 2h 40' Tempo salita: 1h 10' Difficoltà: E(escursionisti) Tipologia sentiero: mulattiera Presenza di acqua potabile: no Intinerario: Al alpe Vicerè (907 m), proseguiamo oltre il parcheggio, sulla sterrata e dopo un centinaio di metri troviamo un sentiero sulla sinistra. Su di un albero è appeso un cartello che indica il rifugio. Poco dopo ignoriamo la deviazione sulla sinistra per la Baita Patrizi e saliamo nel bosco di robinie. Il percorso è abbastanza ripido essendo questa la via più diretta di accesso al rifugio. Il sentiero è ampio e, in alcuni punti, ricoperto di sassi cementati. Più avanti le robinie lasciano il posto a pini e betulle. Presso un tornante (cartello rifugio e monte Bolettone a ore 0.30) si stacca sulla sinistra un sentiero. Oltre il bosco, ad un tornante, appare sulla destra, in lontananza, il bianco edificio della Capanna Mara. Altri due tornanti e a sinistra già si vede il rifugio. Nell'ultimo tratto dove la pendenza è più lieve percorriamo un traversone poco sotto il crinale del monte e arriviamo alla meta. Oltre il rifugio, pochi metri ci separano dalla grande croce sulla cima del monte (m. 1320). |
Ci troviamo nella valle di Cogne, escursione non troppo impegnativa, ottimi panorami del ghiacciaio del Gran Paradiso e Grivola e del vallone arbolle e catena del Monte Bianco. Il percorso non richiede nessuna difficoltà ma un buon allenamento. Regione: Valle d'Aosta Partenza: Raggiunta l'uscita dell'autostrada A5 di Aosta Ovest si gira a destra sulla strada regionale 47 per la valle di Cogne. Raggiunto la località Cogne seguire ora le indicazioni per la frazione di Gimillan, raggiungibile dopo alcuni tornanti. A Gimillan proseguire fino ad un parcheggio, da li partono le indicazione per il sentiero. Dislivello: 1001 m Quota max: 2815 m Quota partenza: 1814 m Periodo consigliato: fine di maggio a fine ottobre Tempo complessivo: 5h Tempo salita: 3h Difficoltà: E(escursionisti) Tipologia di sentiero: sentiero marcato e ben visibile Presenza di acqua potabile: si (alpe arpisson) Intinerario: Dal parcheggio superiore di Gimillan (1814 m) seguire la strada asfaltata, segnavia 3, per il Col Garin. Al primo tornante si passa accanto ad una cappelletta, si continua sotto i tralicci dell'alta tensione e si risale alle case di Plan de Teppe. Seguire la strada di destra e, prima del torrente di Gimillian, risalire a sinistra il sentiero nel bosco fino ad incrociare la traccia, segnavia 3B, per Tsaplana. Si continua nel bosco, via via più rado, si esce sui pendii erbosi che discendono dalla Pointe Arpisson e, dopo una lunga diagonale, si aggira un dosso panoramico su Plan Bessey. In leggera discesa si va ad attraversa alcune passerelle e si risale all'alpeggio di Arpisson (2328 m, 1h30'). Si prosegue per i prati fino all'incrocio col segnavia 2A per il Col Tsa Sétse. Continuando a destra si entra nel Plan Bessey. Un ultimo tratto e si giunge al terrazzo detritico dove sorge il Bivacco Nebbia (2741 m, 2h45').
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