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il Giappone e il suo modo di mangiare, ricette per i vostri bento ^^

 

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CIAO A TUTTI ^^

Mi chiamo Koko Kawaii e sono amica di Offalcon ^^
D'accordo con lei ho creato un blog di ricette per i bento e anche ricette generali di squisitezze come quelle a base di the verde per le quasi tutti i giapponesi e Offy vanno pazzi.

La coppia di kanji che vedete qui sotto formano la parola OCHA che nel vostro italiano si traduce in "thè"



 

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IL THE: CHA NO YU 

Post n°22 pubblicato il 02 Luglio 2007 da koko_kawaii
 



Il tè non è nient'altro che questo: far scaldare l'acqua, preparare il tè e berlo convenientemente.







Come tutte le cose in Giappone sembra qualcosa di estrema semplicità ma il rito del thè in realtà nasconde molto ma molto di più di una semplice tazza di acqua calda.

Sono parole di Sen Rikyu, in più grande Maestro del Tè esistito, vissuto nel XVI secolo, colui che codificò la Cerimonia del té facendone una vera e propria Via e da cui discendono i Maestri del Tè della scuola Urasenke... parole semplici, eppure la vera semplicità è così difficile da raggiungere, da scoprire o riscoprire in noi stessi, nei nostri gesti impacciati, nei nostri pensieri che si affollano... per tutto questo e per molto di più i giapponesi crearono la Cerimonia del Tè, che non è, come molti credono, un complicato esercizio estetico ed estetizzante, nonostante la sobria bellezza che da essa emana sia innegabile... ma una vera e propria via spirituale, forse la più peculiare della tradizione Zen. L'espressione stessa che indica la cerimonia del tè in giapponese, Cha no Yu, tradotta letteralmente significa... acqua calda del tè!!

 

LE PAROLE

WA : Armonia, Pace, Calma... colui che prepara il tè prepara il luogo in cui si svolgerà, curandone l'arredo e la disposizione in maniera che trasmettano pace ed armonia, e prepara anche sè stesso, attraverso anni di studio, disciplina ed applicazione, affinchè ogni suo gesto sia armonioso, affinchè il suo animo sia armonioso e tutto ciò contribuisca a creare vibrazioni armoniose tra gli invitati alla cerimonia, e tra loro e la realtà al di fuori della capanna del Tè. Soshitsu Sen, XV Maestro del Tè della scuola Urasenke, dice della Cerimonia del Té: "Se prendere la tazza del Tè verde fra le vostre mani e lo bevete, sentirete di diventare tutt'uno con la natura, e là si trova la pace. Se offrite la tazza di Tè a qualcuno, potrete diffondere la pace"
KEI : Rispetto. Rispetto non solo per gli ospiti e fra gli ospiti, ma per ogni singolo oggetto che userete nella cerimonia... dal piccolo cucchiaio di bambù, dalla linea perfetta, che usate per prendere la polvere di tè verde e metterla nella tazza al braciere che servirà a scaldare l'acqua al punto giusto. Rispetto per l'anima degli oggetti, rispetto che arriva al punto di girare leggermente la tazza del tè prima di bere per non poggiare le labbra sulla sua "faccia", cioè sul lato migliore. Questo esercizio di rispetto, così utile e così difficile, significa lasciare l'ego fuori della porta della capanna del tè... non a caso la capanna del tè ha un ingresso che obbliga tutti coloro che vi entrano a chinarsi... così l'ego, che notoriamente non è capace di piegarsi, è costretto a rimanerne fuori!
SEI: Buddha disse ad un suo discepolo: "Purifica il tuo cuore, togline tutta la polvere del mondo, ogni giorno spazza e pulisci" Per purificare il proprio cuore, l'allievo impara prima di tutto a purificare il luogo dove si svolge la Cerimonia del Tè, ed ogni oggetto che viene utilizzato, utilizzando principalmente il fukusa ed il chayin.
YAKU detto anche mushin (si potrebbe tentare di tradurre come anima o mente o cuore vuoto o cuore del vuoto "...corrisponde allo stato d'animo in cui l'anima rimane aperta, senza il me, costretta da nulla... Certuni considerano questo stato come uno stato passivo in cui si è abbandonata la propria volontà e non si pensa a niente; al contrario, è uno stato ad un tempo lucidissimo e pieno d'energia, in cui l'anima si estende su ogni cosa" Nojiri Sensei
O CHA: il tè in Giappone è, come molte altre cose, "onorevole" ed onorato... il tè che si usa per la cerimonia non è il tè verde in foglie usato tutti i giorni, ma una finissima polvere verde brillante, da sciogliere in acqua. C'è un tipo di tè più sottile, l'usucha, ed un tipo più forte, il koicha.
O KIAKU (SAMA): La o è prefisso onorifico, sama è la forma onorifica di san, che si potrebbe tradurre con Signore o Signora... quindi il vostro "onorevole signor ospite"... tra gli ospiti, uno è il principale, di solito il più anziano o quello cui sono riconosciute esperienza e virtù, che si desidera onorare in particolare: lo shokiaku. Colui o colei che prepara il tè non deve assolutamente concentrarsi solo sulla cerimonia e dimenticarsi degli ospiti: essi non vengono per ammirare la vostra destrezza e abilità.. vengono per bere il tè, il miglior tè possibile... o forse no? Forse "gli invitati non vengono soltanto per bere una tazza di tè: questo è quasi secondario. Gli invitati vengono soprattutto per passare un momento fuori dal tempo, fuori dal secolo, per fare un incontro con il cuore profondo della vita, mettersi in armonia con se stessi, con gli altri, con le cose, con la natura, con il cosmo intero. Essi vengono a prendere un bagno di pace..." Rikyu diceva: "Si deve avere la più grande cura per soddisfare il vostro invitato, ma occorre che egli non se ne accorga"
WABI: sobria bellezza... domina nella capanna del tè, negli oggetti usati per la cerimonia, nei gesti del Maestro che prepara il tè
O MI MAE NI: si traduce in italiano con "Bevo per primo", formula  cortese con cui l'ospite principale si rivolge agli altri invitati, quasi scusandosi di bere per primo...
CHAKAI: parola formata da cha = tè e kai = incontro, riunione. Indica appunto la riunione (e l'unione) di persone per e attraverso la Cerimonia del Tè

GLI ELEMENTI
Acqua, terra, fuoco, legno, metallo
Nella cosmogonia dell'estremo oriente sono gli elementi fondamentali che costituiscono ogni cosa, e sono presenti nella Cerimonia del Tè.
L'Acqua, purificatrice e apportatrice di vita. Nella Cerimonia è presente sia acqua fredda, che calda, cioè sia lo Yin che lo Yang
Terra: è presente comel vasellame di terracotta o porcellana. Alcune ceramiche, ad esempio le ceramiche Raku, hanno un'aria volutamente "terrestre", con colori presi dalla natura
Fuoco: il braciere
Legno: molti degli oggetti usati sono di legno
Metallo: il bollitore in ghisa

GLI OGGETTI DEL THE
"Come siete con gli oggetti, così siete - in modo più o meno visibile - con gli altri"

Durante la cerimonia del tè molti oggetti partecipano... e sottolineo partecipano, non "vengono usati"... colui o colei che prepara il tè deve abbandonare qualsiasi idea di dominio o uso nei confronti anche degli oggetti, disporsi a farsi tutt'uno con loro nella preparazione del miglior tè possibile.
Gli oggetti sono sempre di squisita fattura, opera d'artista. Le linee sono essenziali, eleganti senza nulla togliere alla funzionalità degli oggetti stessi. Le ceramiche raku possono forse apparire rozze e poco rifinite all'occhio occidentale, ma in realtà l'apparente rozzezza è espressione della ricerca di semplicità e spontaneità.

 

chabana
Cha è il tè, hana il fiore. Si tratta di una composizione floreale che viene posta nel tokonoma, e differisce dall'ikebana per essere composta generalmente di un solo fiore posto in un vaso con un poco di fogliame e per essere preparata specificatamente per la Cerimonia del Tè.
chaire
Scatola di porcellana o ceramica che contiene la polvere di tè forte
chakin
Piccolo fazzoletto di lino usato per asciugare la tazza da tè dopo averla sciacquata con acqua, prima di prepararvi il tè. Si tratta di un cerimoniale di purificazione.
chasen 
Piccola frusta in bambù (che a noi occidentali ricorda un pennello da barba...) usata per "frullare" o meglio sbattere il tè, sciogliendo la polvere nell'acqua bollente e formando una schiuma compatta (si, o empi, come nel cappuccino..). Un'immagine poetica paragona il tè così preparato a "spuma di giada fluida"
chashaku 
Piccolo cucchiaio di bambù di forma allungata che si usa per prelevare l'esatta dose di polvere di tè sottile dal natsume e depositarla nella tazza.
chawan 
E' la tazza in cui viene preparato e bevuto il tè. Alcuni Maestri del Tè sono stati maestri anche nell'arte della ceramica, e le loro tazze sono considerate delle vere e proprie opere d'arte, preziosissime. Come tutti gli oggetti della Cerimonia, la tazza ha un'anima: un famoso Maestro ceramista diceva, per spiegare la bellezza e l'originalità delle sue opere: io chiedo semplicemente alla tazza come vorrebbe essere decorata. Ogni tazza ha un "volto", cioè la parte dove la decorazione è "migliore". Colui o colei che prepara il tè offre la tazza all'ospite dalla parte del "volto". Quando l'ospite riceve la tazza di tè si inchina al tè, prende rispettosamente la tazza con entrambe le mani e ne ammira il "volto", poi prima di bere gira di 180' la tazza in modo da evitare di bere su quel lato, cosa che sarebbe irrispettosa.
daisu 
Scaffale in legno laccato, che si usa per appoggiare gli oggetti durante la cerimonia. Il kokodama è uno scaffale a due ripiani.
dogu 
Gli utensili, in generale.
fukusa 
Si tratta di un pezzo di pesante seta, dimensioni circa 26 x 27,5 cm. Viene usato per pulire e "purificare" i vari oggetti, tra cui il natsume ed il chashaku. Esistono molti modi di piegarlo per ciascun uso, e l'allievo ovviamente deve via via impararli tutti. Piegare correttamente il fukusa sembra semplice.. e lo è, ma come tutte le cose davvero semplici.. non è facile. Il fukusa viene portato infilato nella cintura, da dove viene preso con movimenti codificati per essere, appunto, piegato nel modo prescritto.
furo 
Focolare portatile utilizzato per le Cerimonie del Tè in estate: viene tolto il focolare centrale posto al centro del chashitsu e si usa il focolare portatile che può essere sistemato in un angolo, in modo che il calore non disturbi gli ospiti.
futaoki 
E' un supporto, in genere in legno di bambù, su cui vengono appoggiati il coperchio del bollitore quando si prende l'acqua e che serve soprattutto da supporto per l'hishaku... proprio il futaoki e l'hishaku sono stati protagonisti per me di una illuminante esperienza a proposito di Via del Tè...
hishaku 
Mestolo di legno (vagamente somigliante ad un lunga pipa agli occhi di un profano) con il quale si prende l'acqua dal kama per versarla nella tazza.
kaishi 
Salvietta di carta robusta sulla quale l'invitato posa il suo dolcetto.
kakemono 
Rotolo di carta di riso che riporta degli ideogrammi tracciati in stile artistico, talvolta una pittura, e viene appeso nel tokonoma. L'arte della calligrafia o Shodo è anch'essa una via spirituale in Giappone.
kama 
Grosso bollitore di ghisa utilizzato per scaldare l'acqua per il tè. Il suono dell'acqua che "canta" nel bollitore è uno degli elementi che contribuiscono a creare la giusta armonia durante la Cerimonia.
o kashi 
(la o è prefisso onorifico) Sono i dolcetti che vengono offerti agli invitati, da mangiare prima di bere il tè. Possono essere dolci secchi - higashi - per il tè leggero o dolci morbidi - omogashi - per il tè più forte. I dolcetti vengono serviti in un vassoio laccato, disposti in maniera graziosa. Ogni invitato a cominciare dal principale ne riceve uno, ed uno solo (non sono lì per abbuffarsi!) e lo depone davanti a sè sul kaishi. Il sapore molto dolce contrasta piacevolmente con quello leggermente amaro del tè. Poichè il gusto per gli accostamenti dei giapponesi differisce nettamente dal nostro (per esempio negli accostamenti di colore dei kimono e degli obi) è persino possibile che vi offrano dei dolcetti al caffè assieme al tè.
kensui 
Recipiente usato per raccogliere l'acqua di risciacquo quando ad esempio si lava la tazza con acqua calda, prima di preparare il tè. Colui o colei che prepara il tè la riporta nel mizuya alla fine della Cerimonia, prendendolo da sotto con la mano. Nella prima ed unica preparazione completa del tè che feci per le mie insegnanti del Centro Urasenke usai acqua troppo calda, ed il kensui di bronzo alla fine era ancora così arroventato che non sapevo come cavarmela... non si può interrompere per nessun motivo una preparazione del tè, perchè si guasterebbe l'atmosfera armoniosa che si vuol creare; dovetti improvvisare prendendolo da sopra, con una "presa" a ragno che scandalizzò e divertì non poco Michiko Sensei...
o ko 
la o è prefisso onorifico. Incenso. Viene posto sui carboni ardenti all'interno del focolare, ed usato per purificare e rasserenare l'atmosfera. In Giappone anche l'incenso è diventato veicolo di elevazione, con il Kodo, la Via dell'incenso, in cui le persone si riuniscono per sentire gli incensi preparati da ognuno secondo antiche ricette. Nell'antico Giappone era uso profumare le vesti, soprattutto le maniche, passandovi dentro dei bracieri in cui si trovava incenso, ed una ricetta molto popolare era quella del cosiddetto "Incenso dei Cento Passi" perchè il suo aroma si diffondeva fino a tale distanza.
kogo 
Scatolina per l'incenso
kobugusa 
Piccola borsa di seta ricamata, che contiene il natsume.
kuromoji 
Bacchettine usate per prendere i dolci
mizusashi 
Mizu in giapponese è l'acqua, il mizusashi è il recipiente per l'acqua fredda.
natsume 
Scatola di lacca, spesso finemente decorata, usata per l'usucha o tè sottile,
ro 
Focolare invernale, incastrato nel pavimento del chashitsu, in cui si pone il carbone per riscaldare l'acqua posta nel kama. La disposizione stessa dei pezzetti di carbone in modo che generino il calore sufficiente a portare a temperatura ideale l'acqua per il tè e nel tempo giusto è anch'essa oggetto di studio da parte dell'allievo. Si usano bacchettine di metallo per spostare i tizzoni ed una piuma per dosare la cenere. Nel focolare vengono posti anche dei grani d'incenso per purificare e profumare l'aria.
tabi 
calzini giapponesi bianchi, di cotone, allacciati su un lato e con "l'alluce" per poterli usare con i sandali giapponesi infradito (geta)
tatami 
Stuoia di bambù intrecciato bordata di spessa tela nera, che misura circa un metro per due. E' il tradizionale pavimento delle case giapponesi, ed ancora oggi in Giappone le stanze non si misurano in metri quadrati, ma in tatami. Nella chashitsu il pavimento è composto di tatami accostati secondo schemi diversi (in maniera che il risultato non sia "statico") su cui si cammina senza scarpe, con i tabi.
 
I GESTI
Sen Rikyu disse un giorno a chi gli chiedeva l'essenza della Via del Tè che non si trattava di null'altro che di osservare   sette regole: preparare una buona tazza di tè; disporre il carbone in modo che l'acqua bollisse in maniera efficiente; dare un senso di calore in inverno e frescura d'estate; disporre i fiori come se fossero nel campo; essere pronti in anticipo; essere pronti in caso piovesse; comportarsi con la massima considerazione verso i propri ospiti; E a chi osservava che si trattava tutto sommato di cosa semplice, rispondeva che sarebbe diventato immediatamente discepolo di chi avesse saputo osservare davvero tutte queste regole...  

 

PREPARARE
: uno dei primi compiti che viene affidato all'allievo è quello di pulire il chashitsu... con una scopa di saggina deve spazzare i tatami "per togliere tutta la polvere del mondo". Colui o colei che prepareranno il tè deve preoccuparsi che tutto sia in ordine e pronto per la cerimonia: dispone il chabana ed il kakemono nel tokonoma, si preoccupa che la capanna del tè sia pulita ed in ordine, che il fuoco sia pronto e l'acqua si scaldi al punto giusto, che i dolci o il pasto da offrire siano convenientemente disposti e di tutti i piccoli particolari... mette insomma la massima cura nel soddisfare i suoi ospiti.
ENTRARE, CAMMINARE: Sia l'ospite che gli invitati seguono un cerimoniale per entrare nella stanza del tè.
ALZARSI, SEDERSI: alzarsi e sedersi dalla posizione di swatte, mantenendo il busto verticale e senza oscillazioni o movimenti bruschi non è una cosa di acquisizione immediata, occorrono una buona muscolatura del tronco e delle gambe, e bisogna d'altra parte essere forti sì ma non rigidi, quindi avere anche eleganza e scioltezza nei movimenti. Nell'alzarsi e nel sedersi è a volte necessario trasportare degli oggetti, per esempio lo scaffale, senza oscillazioni e senza "incidenti".
INCHINARSI: la cerimonia del tè è piena di inchini: si inchina l'ospite ai suoi invitati, questi tra loro, ci si inchina al tokonoma e persino alla tazza di tè...
RESPIRARE
PURIFICARE
: ogni oggetto che fa parte della cerimonia viene purificato, in pratica pulito usando di solito il fukusa.
FRULLARE: il tè viene frullato utilizzando il chasen, e questo piccolo gesto viene compiuto tenendo la mano raccolta, senza piegature forzate del braccio o del polso... in realtà , dovreste frullare il tè non con il braccio ma con il vostro hara, cioè il punto fittizio dove si trova il baricentro energetico dell'individuo, tra ombelico ed osso pubico: in pratica, il movimento deve partire dalla sorgente, dal centro del vostro essere. Confesso che all'epoca non ho capito come si frulla correttamente il tè: il mio movimento somigliava più ad un tremore parkinsoniano grave, ed il risultato non era la cupoletta di schiuma verde e fine che otteneva la mia Sensei, ma una rara schiumetta diseguale e frustrante... come in tutti i gesti della cerimonia del Tè, anche nel frullare il tè si rivela impietosamente il grado di padronanza (o non padronanza) raggiunto dall'allievo... non solo, ma se non fate il tè con tutto il vostro cuore, ma solo con la tecnica, vi assicurò che sarà un tè dal gusto piatto ed i vostri ospiti se ne accorgeranno.. mettete quindi il vostro cuore nel tè, e  la tecnica un giorno verrà quasi da sè...
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