Creato da jo_march1979 il 28/01/2007

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Di zaini, treni e maschilismi

Post n°91 pubblicato il 04 Novembre 2007 da jo_march1979
 

SALERNO-  Sfiorata la tragedia nella stazione FS di Salerno alcuni giorni fa: un’avvenente giovane donna ha rischiato di perdere i suoi beni.

La vittima del terribile evento preferisce restare anonima, pertanto verrà indicata con le sole iniziali.

 J. M., meravigliosa bionda naturale dall’apparente età di 25 anni, si trova a bordo dell’ultimo gioiello tecnologico di Trenitalia: il regionale Napoli -Sapri (che in realtà arriva fino a Cosenza, ma su questa incongruenza vige il più assoluto riserbo da parte dei servizi segreti).

Racconta J. M., ancora sconvolta dal pericolo corso:

“Ero immersa nei miei pensieri: lavorando sia come fisica nucleare che come top-model, i viaggi in treno sono gli unici momenti liberi per dedicarmi al mio hobby di scrittrice di best-seller. Stavo concependo il mio ultimo romanzo, quando mi sono resa conto di essere arrivata a Salerno e, in compagnia di un mio fan,  sono scesa di corsa. Solo arrivata a casa ho realizzato di aver lasciato in treno il mio zaino.”

Acoompagnata dal fido fan della prima ora, che preferisce essere chiamato con lo pseudonimo Colui, J. M. sfida la pioggia e si precipita in stazione per tentare di recuperare lo zaino griffato e il suo prezioso contenuto.

L’ufficio di Assistenza ai Clienti di Trenitalia a Salerno è strategicamente nascosto: al suo interno si celano un grosso impiegato e un vecchietto, probabilmente un ferroviere in pensione in odor di santità.

J. M. espone il suo caso. L’impiegato la guarda e tuona: “E io che ci posso fare?”

J. M. colta dal dubbio, chiede: “Ma questo non è l’ufficio assistenza?”

- “Sì ma mica per voi (sottinteso “per voi poveri”, ndr). E’ solo per Eurostar e TAV”.

- “Ma la TAV non passa per Salerno”.

- “Passerà presto”.

J. M.  trattiene le mille cose che potrebbe dire, visualizzando l’obiettivo supremo del recupero della zaino, al momento in viaggio verso Cosenza.

Dopo dieci minuti di predica sul fatto che a lui non competono queste faccende, l’impiegato si attacca al telefono per rintracciare il capotreno del regionale su cui è rimasto lo zaino.

J. M. ascolta dalla boccuccia tonante dell’uomo queste frasi:

- “Prrrronto buonasera cerco il capotreno”

- “Ma tu chi sei, stai al centralino?”

-“AH.”

-“ Vabbuò, mo’ chiamo al capotreno”.

L’impiegato chiude la comunicazione, guarda il vecchietto e dice con lo stesso tono di sommo spregio della regina Elisabetta a cena con un punk:

“Era NA FEMMENA MACCHINISTA!!!!”

Scuotono entrambi la testa. Ci manca poco che sputino a terra.

J.M. si trattiene di nuovo. Guarda il Colui: gli scappa terribilmente da ridere. In realtà scappa da ridere anche a lei.

L’impiegato fa qualche altra telefonata. Riesce a contattare il capotreno.

La conversazione è questa:

- “Eh, qui mi viene una ragazza che mi ha perso una borsa”.

J. M. e il Colui intervengono: “Non una borsa, uno zaino!”

- “Sì, capotrè, ha lasciato la borsa sul treno...”

-  “Non una borsa, uno zaino!!!”

- “Eh, signorina, come avete detto? uno zaino? Allora capotrè, ‘sta ragazza ha lasciato una borsa...”

Chiude di nuovo la comunicazione, si gira verso J.M. e tuona:

- “Ma come si fa, dico io,  a lasciare un bagaglio in treno...e la testa, eh, quando ce la lasciate?”

J.M. risponde con un sorrisone:

- “Beh, c’è chi in treno ci dimentica i BAMBINI, che sarà mai uno zaino?”

L’uomo è interdetto. Una femmina che risponde: specie nuova e sconosciuta.

Dopo qualche altra telefonata, arriva la lieta novella: lo zaino sta per ripartire verso Salerno, arriverà in un paio d’ore.

J. M. è così contenta che nel ringraziare il capotreno gli tende la mano. Lui la guarda come se gli stesse offrendo una bomba a mano; dopo qualche istante di esitazione le sfiora appena le dita.

J. M. realizza che nel piccolo mondo del corpulento impiegato  le donne non  fanno cose da uomini, tipo guidare il treno, o stringere la mano. Rimpiange di non indossare una gonna lunga per inchinarsi come si deve.

Dopo due ore, J. M. riabbraccia finalmente il suo zaino. Può riappropriarsi dei preziosi beni che contiene, e cioè:

- n. 4 sandali (2 destri e 2 sinistri).

- n.2 scarpe da cerimonia (numero 44) del Colui

- n. 1 canotta viola Benetton

- n.1 maglia di lana infeltrita Benetton.

E un biglietto del cinema del 2004.

 
 
 
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