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Un blog creato da Jungleishere il 20/02/2008

Religioni e...

Discussioni, interviste, spiegazioni su religioni, filosofie di vita, ateismo e tutto ciò che vi gravita attorno

 
 

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Cattolicesimo & co.

Post n°13 pubblicato il 09 Maggio 2008 da Jungleishere

Salve a tutti e scusate per la cospicua assenza, ma devo portare avanti individualmente tante rubriche e tante corrispondenze, perciò rubriche come questa, che richiedono articoli preparatissimi e dalla strutturazione un pò complessa, finiscono un pò in coda alla lista delle priorità. Ho deciso di inaugurare il mese di maggio in questo spazio con una semplicissima preghiera edita dal defunto ma mai dimenticato Papa Giovanni Paolo II; vorrei che la leggeste tutti (anche s enon cattolici) e che vi rifletteste sopra. Un saluto affettuoso e un augurio di buon weekend.

Padre santo, guarda questa nostra umanità,
che muove i primi passi nel cammino del terzo millennio.
La sua vita è segnata ancora fortemente
dall'odio, dalla violenza, dall'oppressione,
ma la fame di giustizia, di verità e di grazia
trova ancora spazio nel cuore di tanti,
che attendono chi porti la salvezza,
operata da te per mezzo del tuo Figlio Gesù.
C'è bisogno di araldi coraggiosi del Vangelo,
di servi generosi dell'umanità sofferente.
Manda alla tua Chiesa, ti preghiamo,
presbiteri santi, che santifichino il tuo popolo
con gli strumenti della tua grazia.
Manda numerosi consacrati e consacrate,
che mostrino la tua santità in mezzo al mondo.
Manda nella tua vigna operai santi, che operino con l'ardore della
carità e, spinti dal tuo Santo Spirito,
portino la salvezza di Cristo
fino agli estremi confini della terra. Amen.

 
 
 

Intervista a Davide Romano

Post n°12 pubblicato il 02 Aprile 2008 da Jungleishere

Nell'articolo precedente vi ho parlato di un libro uscito da non molto, "La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo tradizionale". Dato che ho ritenuto, con approvazione di molti di voi a quanto sembra, che l'argomento trattato dal suo autore, Davide Romano, fosse tanto interessante da necessitare un approfondimento, ecco che ho proposto una intervista al giovane giornalista. Egli, con grandissima gentilezza e disponibilità, ci ha dedicato tempo e attenzione rispondendo a tutti i quesiti propostigli in modo davvero esaustivo. Ecco a voi perciò, preceduta da una breve biografia dell'autore, l'intervista a Davide Romano circa il suo ultimo libro.

Davide Romano (Palermo), giornalista, specializzato in informazione religiosa, si occupa di pubbliche relazioni e cura diversi uffici stampa. Ha scritto e scrive per numerose testate, tra le quali: Il Giornale di Sicilia, Il Mediterraneo, La Repubblica, Centonove, Antimafia2000, L'Ora, La Rinascita della Sinistra, Jesus, Avvenimenti, L'Inchiesta Sicilia,  Narcomafie e Riforma. E' stato anche fondatore e direttore responsabile del bimestrale di economia, politica e cultura Nuovo Mezzogiorno e del mensile della Funzione Pubblica Cgil Sicilia Forum 98.  (biografia tratta dal sito www.lazisa.it)

Ø      Dunque sig. Romano, per iniziare ci parli del suo ultimo libro, "La pagliuzza e la trave".
 
"E' una raccolta di pezzi giornalistici e di inchieste che hanno come tema, soprattutto, il rapporto chiesa-mafia, chiesa-politica (nelle sue degenerazioni xenofobe ed eversive di destra), chiesa-diritti umani... a partire dalla realtà siciliana e allargando di volta in volta lo sguardo fino a guardare alla realtà della Chiesa cattolica romana nella sua interezza. Il titolo, poi, è chiaramente una citazione del Vangelo 'Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? Come puoi dire a tuo fratello: Fratello, lascia che io tolga la pagliuzza che hai nell'occhio, mentre tu stesso non vedi la trave che è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dall'occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello". Un passo il cui significato penso sia chiaro a tutti..."

Ø      Come mai ha deciso di trattare il cattolicesimo italiano e perché lo ha fatto da una prospettiva laica?
 
"Semplicemente perché sono un giornalista che cerca la notizia e che cerca di raccontare i fatti con una certa oggettività. Per me è una questione di deontologia professionale: la notizia prima di tutto, sempre e comunque".
 
Ø      In un periodo in cui la stragrande maggioranza delle pubblicazioni sono intrise di polemica, lei ha scelto di "navigare contro corrente" offrendo al lettore una prospettiva di vista oggettiva, quasi scatti fotografici delle situazioni reali. Da cosa trae origine questa scelta?
 
"Mi è capitato d'inciampare in alcuni fatti-notizie. Ho sentito che era mio dovere raccontarli. In questo modo, è emerso un ritratto della Chiesa cattolica a più dimensioni, con le sue luci e le sue ombre..."

Ø      Lei dice che la situazione del cattolicesimo contemporaneo non è tutta omogenea: cosa intende per ciò e quali crede ne siano le cause?
 
"La Chiesa cattolica è diffusa quasi in tutto il mondo ed ha più di un miliardo di fedeli... Al di là della ricerca di una certa uniformità o omogeneità di dottrina e di prassi, la pluralità delle dottrine o dei modi di interpretare la propria fedeltà al dettato evangelico è quasi naturale, nonostante i diktat di Roma e della gerarchia vaticana".
 
Ø      Come di qualunque cosa la gente è abituata a vedere soltanto il meglio o viceversa esclusivamente il peggio, anche della Chiesa attualmente si tendono a vedere soltanto i difetti, mentre invece, come lei ha chiaramente mostrato, c'è anche una "Chiesa differente" ancora intrisa dei valori originari di amore, pace, tolleranza, fratellanza. Come mai la prima, in modo probabilmente inintenzionale, tende a schiacciare la seconda, nascondendola quasi agli occhi della maggioranza degli individui?
 
"Io penso che sia un dato positivo... Mi spiego meglio. Si dice che fa più notizia un albero che cade che una foresta che cresce. E allora, se il fatto che un prete celebri messa nel covo di un boss mafioso o che un suo collega abusi di un bambino fa ancora notizia, significa che la maggioranza del clero si comporto invece all'opposto. Quindi, paradossalmente, finché i media continueranno a dare grande risalto a fatti dal profilo criminoso, ciò paradossalmente significa che la gente comune fa esperienza di una Chiesa diversa... al di là di quello che scrivono i giornalisti. Io ho
cercato di raccontare entrambe le realtà: la Chiesa che fa notizia e quella che non la fa".
 
Ø      Se dovesse esprimere una sua opinione personale cosa ci direbbe circa l'attuale stato del cattolicesimo?
 
"E' un bella domanda che richiederebbe una risposta assai articolata che forse non è nemmeno mio compito dare. Ma stiamo ai dati forniti dall'Annuario pontificio e alla mia, seppur parziale e insufficiente, conoscenza dei fatti e della realtà della Chiesa cattolica. In occidente la Chiesa non gode di ottima salute: seminari semivuoti, abbandono delle pratiche religiose e poi l'effetto devastante nell'opinione pubblica dei continui scandali  legati all'abuso dei minori da parte di sacerdoti.
Diversa è la situazione della Chiesa in molte zone del cosiddetto Terzo mondo: lì la Chiesa cattolica, così come le altre Chiese protestanti, sta conoscendo una nuova primavera. Ed è proprio lì che continua a crescere a ritmi per noi inimmaginabili. Vedremo dove porterà, in termini di ripensamento della Chiesa di se stessa, questo spostamento dal Primo a Terzo mondo... "
 
Ø      La Chiesa è abituata ad intessere forti relazioni con politica e mafia: questo fenomeno, osservando la realtà dei fatti, è probabilmente sempre esistito da quando l'autorità religiosa, secoli e secoli or sono, giunse alla conquista del potere temporale. Come mai allora oggi questo fenomeno è visto con occhi differenti, più critici e carichi di disapprovazione, da parte dei fedeli?
 
"Gesù invita i suoi discepoli ad andare poveri e disarmati per il mondo ad annunziare soprattutto ai poveri la Buona novella. I cristiani hanno vissuto questa tensione fra la tentazione delle cose del mondo e le cose di Dio in maniera talvolta drammatica nel corso della storia. Il Vangelo è alla portata di tutti, ognuno giudichi nella sua piena libertà se questa fedeltà al dettato evangelico è presente nelle strutture che l'uomo si è dato nel tempo per diffondere l'annuncio del vangelo della grazia".
 

Ø      Nel suo libro cita un nome forse troppo poco conosciuto: don Vitaliano La Scala. Chi era costui?
 
"Don Vitaliano è un piccolo prete che, per vivere la fedeltà al Vangelo secondo coscienza, è entrato in aperto conflitto con i suoi superiori. Dovendo scegliere tra la fedeltà alla gerarchia e quella alla sua coscienza, ha scelto quest'ultima".
 
Ø      Cosa crede abbia rappresentato Papa Giovanni Paolo II per la Chiesa?
 
"Nel mio libro parlo, naturalmente, anche di lui e della sua magnifica omelia tenuta nella Valle dei Templi di Agrigento nel maggio del 1992. Pronunciò parole dure e accorate contro mafiosi e d'incoraggiamento e di consolazione per tutti quei cristiani e non che si battevano contro le organizzazioni criminali. Un monito che purtroppo i cristiani sembrano oggi aver già dimenticato. Concludendo, penso che Giovanni Paolo II sia stata una delle grandi personalità che ha attraversato il ventesimo secolo, capace di grandi gesti profetici ma anche di incomprensibili durezze e chiusure. ha senza dubbio uniformato maggiormente la Chiesa cattolica, ma l'ha a mio avviso anche svuotata dei suoi fermenti più genuini ed evangelici".
 

Ø      Non crede che forse, dopo la morte di quest'ultimo, la sua figura sia stata troppo mitificata e si sia tesi troppo a scordare le opposizioni e le difficoltà che il suo pontificato ha avuto?
 
"Purtroppo ha ragione lei. Questo è accaduto e molti avvoltoi hanno veleggiato sul suo cadavere anche per molto tempo. Gli stessi che del suo pontificato hanno preso solo le cose che gli servivano lasciando in ombra tutto il resto. Penso anche che Wojtyla abbia pagato il prezzo della sua sovraesposizione mediatica. Gli stessi media che lui ha utilizzato con ineguagliabile maestria lo hanno reso una sorta di personaggio alla stessa stregua di una rockstar o di una Lady D."

Ø      Quali differenze ci sono tra la Chiesa come l'ha lasciata Papa Giovanni Paolo II e quella che invece vede alla sua testa Benedetto XVI?

"Sono due personalità assai diverse fra loro. Nella ricerca di una certa continuità tra il primo e il secondo, Ratzinger sta dando alla Chiesa cattolica un'impronta più conservatrice-tradizionalista".
 
Ø      Lei nel suo libro ha cercato di non tralasciare nulla, evidenziando finanche le grandi differenze tra il messaggio predicato da Ratzinger cardinale (in particolare prende in considerazione la bellissima frase "Al di sopra del papa resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell'autorità ecclesiastica") e quello successivo da Papa che oggi tutti più o meno conosciamo. A cosa pensa sia dovuto tale mutamento di prospettiva?
 
"Al semplice fatto che le grandi personalità coltivano in se anche grandi contraddizioni e che un conto sia essere un giovane teologo, un latro ricoprire prestigiosi e importanti incarichi all'interno di una struttura di potere. E poi le persone e i loro pensieri cambiano nel tempo. Solo i morti non lo fanno, e gli stupidi".
 
Ø      Lei ha posto l'accento su argomento a mio parere davvero molto interessante: la "laicizzazione" del senso cattolico, ossia il fatto che quest'ultimo sia portato avanti, forse anche senza volerlo, dalle oneste persone comuni, lavoratori e instancabili nella lotta contro una società che tentano (probabilmente in modo utopistico) di cambiare; chi invece dovrebbe più di ogni altro farsi ambasciatore di certi valori finisce per saperli soltanto dire a parole, peraltro non sempre in modo giusto. Pensa che questa situazione, alla lunga, possa portare a qualche cambiamento? Magari ad una laicizzazione delle strutture clericali o allo sgretolamento della Chiesa?
 
"Il discorso sarebbe lungo, ma cercherò di dare una risposta concisa. La Chiesa è costituita dal Popolo di Dio all'interno del quale alcuni fratelli rivestono particolari incarichi ministeriali, cioè di servizio. La clericalizzazione della Chiesa, che ha precise cause storiche ma non dogmatiche, è a mio avviso un tradimento del dettato biblico e dello stesso Concilio vaticano II. La fossilizzazioni di questo sistema di potere 'sacro'
sta facendo pagare alla Chiesa un prezzo altissimo in termini di fedeltà al Vangelo".
 
Ø      Crede che dai primi del Novecento ad oggi i cambiamenti nella curia e più in genere ai livelli alti della Chiesa siano stati molti e determinanti?
 
"E' una domanda troppo complessa perché io le possa dare una risposta in poche battute. la Chiesa nel '900 ha attraversato fasi assai diverse dalla curia di Pio XII che accentrava tutto nelle sue mani alle apertura alla collegialità del Concilio... Oggi la Curia romana continua ad accentrare nelle sue mani ancora molto potere e la Chiesa appare come una struttura piramidale al cui vertice vi è il Romano pontefice".
 
Ø      A sua opinione, come mai l'interesse delle persone verso il cattolicesimo va sempre più scemando?
 
"Al di là degli effetti della secolarizzazione, credo che le gente percepisca la Chiesa gerarchia come lontana da sè e dai propri problemi.. penso che serpeggi una sorta di delusione che fa voltare a molta gente le spalle senza fare tanto rumore. Un fenomeno che uno studioso prestigioso e serio come Pietro Prini ha tempo fa definito come una sorta di 'scisma sommerso'".
 
Ø      Perché un cittadino italiano dovrebbe comprare il suo libro?
 
"Per capire meglio una realtà in cui in Italia si riconoscono, nel bene e nel male, circa il 90% dei cittadini. E' un libro scritto con rispetto ma senza timori... Penso che questo basti".
 
Ø      Quale messaggio vuole veicolare ai lettori?
 
"Il mio obiettivo era ed è quello di raccontare ciò che gli altri tacciono per ignoranza o per paura. E' un libro che apre alla speranza..."
 
Un grandissimo ringraziamento a Davide Romano
 
Laura Liguori

 

 
 
 

La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo contemporaneo

Post n°11 pubblicato il 30 Marzo 2008 da Jungleishere

Cari lettori, l'articolo che vi propongo oggi mi fu inviato per posta parecchi giorni fa da Davide Romano, giornalista e scrittore che ha pubblicato da poco il libro "La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo contemporaneo". Penso che su questa breve descrizione del testo ci sia parecchio da riflettere. Aspetto il vostro parere! 
 
"La pagliuzza e la trave" uno sguardo laico sulla Chiesa cattolica romana

 

Che cosa prova "un cittadino europeo, sbarcato in un'isola piena di misteri, di contraddizioni, di cupezza" come la Sicilia? Marcelle Padovani, nota per aver firmato con Falcone Cose di Cosa nostra, risponde: " il dilemma tragico, ma fecondo: essere un vigliacco o un eroe in tutti i gesti della quotidianità". La risposta, contenuta nella sua presentazione al libro di Davide Romano La pagliuzza e la trave (La Zisa), dà una delle due chiavi di lettura principali. Perché la raccolta di articoli e interviste e brevi del giornalista palermitano non è solo una rivisitazione di alcuni protagonisti cattolici del "laboratorio" siciliano: come annunzia già il sottotitolo (Indagine sul cattolicesimo contemporaneo), essa  intende presentarsi, più ambiziosamente, come un saggio di informazione laica sul cattolicesimo nazionale. E Dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno in una fase storica in cui del cattolicesimo o parlano (quasi sempre apologeticamente) i cattolici o  nessuno.

Ma che significa visitare il cattolicesimo con occhi laici? Leggendo queste pagine si intuisce che non si tratta di invertire il registro agiografico in prospettiva polemica: piuttosto di cercare di fotografare l'oggetto dello studio in maniera onesta, rispettando la varietà (talora persino contraddittoria) dei pezzi che costituiscono questo strano puzzle. Perché il cattolicesimo contemporaneo non è un blocco monolitico: è costituito da politici che in nome della religione tessono legami con i poteri forti (mafia non esclusa), ma anche da preti che in nome del vangelo denunziano quegli stessi poteri al punto da rimetterci la vita. E' costituito da monsignori che vivono, da diplomatici e da banchieri, tra diplomatici e banchieri; ma anche da uomini e donne, senza nessuna investitura ecclesiastica istituzionale, che per fedeltà al battesimo lavorano quotidianamente - in sincera solidarietà con uomini e  donne del proprio tempo che non si riconoscono in nessuna confessione religiosa - per costruire una società meno ingiusta e meno infelice.

Questa poliedricità del cattolicesimo è già, in qualche modo, esemplificata in due testi che introducono al libro. E' il cattolicesimo di chi, come Anna la Rosa, ritiene  appropriata l'espressione "Chiesa viva e giovane" per designare la chiesa, un po' azzoppata, che Giovanni Paolo II ha consegnato a Benedetto XVI dopo più di un ventennio di dura repressione del dissenso interno (anche a costo di perdere quasi tutte le firme più prestigiose della teologia del XX secolo); ed è il cattolicesimo di chi, come don Vitaliano La Scala, protesta accoratamente contro l'attuale gerarchia che "sa solo pronunciare i suoi eterni, anacronistici e indiscutibili 'no' di fronte a qualsiasi richiesta di apertura che viene dalla base", dando però l'impressione che per lui l'andazzo possa mutare anche senza rimettere in discussione il quadro teologico-dogmatico di fondo.  

Uno sguardo laico sul cattolicesimo non censura nessuno di questi aspetti e scopre che persino nella stessa persona possono registrarsi mutamenti sorprendenti. "Al di sopra del papa resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell'autorità ecclesiastica": chi attribuirebbe oggi questa frase del 1967 al suo vero autore, il perito conciliare tedesco Joseph Ratzinger?

 
 
 

L'appoccio "virtuale" con Don Franco

Post n°10 pubblicato il 30 Marzo 2008 da Jungleishere

Ciao a tutti!

Come promesso, vengo oggi a raccontarvi del mio "approccio virtuale" con Don Franco Barbero, il sacerdote attorno alle cui parole si è incentrato il post precedente.

Premetto che credo in Dio, credo davvero,ma non ho grande fiducia in tutto l'apparato clericale e, conoscendo il menefreghismo di molti (per fortuna non tutti) preti del mio paese, quando ho scritto a Don Franco non avevo molta fiducia in una sua risposta.

Dal momento in cui gli chiesi collaborazione passarono parechci giorni; il sacerdote non rispondeva e le mie teorie sembravano trovare - ancora una volta - una triste conferma.

Poi, all'improvviso, ecco la sua risposta. Devo confessarvi che sono rimasta allibita nel leggerla. Don Franco aveva visto il blog e il sito, si scusava per aver risposto in ritardo e mi spiegava che non dipendeva da sua volontà, ma dai tanti impegni parrocchiali: occuparsi dei fedeli richiede tempo e dedizione.

Ha elogiato la nostra bravura, la nostra voglia di fare, il nostro impegnarci in prima linea; mi ha spiegato come lui fosse soltanto un piccolo sacerdote senza troppo potere, che non aveva la presunzione di poter parlare a voi con un articolo da lui scritto, ma che potevamo fargli tutte le domande e interviste che volevamo e che il suo blog per noi era come un libro da cui poter prendere a nostro piacimento qualunque estratto.

Ne sono rimasta davvero allibita: una grande persona, con un grande cuore, non credete?

Allora ragazzi, vogliamo dimostrargli gratitudine con alcune domande pensate da voi appositamente per lui? Alcune già le avete proposte, e vi ringrazio infinitamente. Spero continuerete, in modo da poter formare una bella intervista che venga direttamente da voi, a cui il sacerdote sarà sicuramente lietissimo di rispondere.

Grazie a voi ragazzi, e grazie a Don Franco, gentilissimo e disponibile! 

 
 
 

Cattolicesimo & co.

Post n°9 pubblicato il 21 Marzo 2008 da Jungleishere

PASQUA: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Commento alla lettura biblica - domenica 23 marzo 2008

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti (Giovanni 20, 1-9).



Ho molto insistito negli anni e nelle settimane passate sul fatto che il messaggio della risurrezione è un invito a operare nella direzione della liberazione dalla violenza, dall’egoismo, dall’ingiustizia, dall’emarginazione.

Questa è la risurrezione di cui siamo incaricati; questa è la parte che tocca a noi oggi nel nostro vivere e operare quotidiano.

Ma non possiamo, celebrando questa Pasqua, dimenticare uno dei fondamenti della fede cristiana: Dio ha cambiato la morte di Gesù in vita. Gesù è vivo.

Non siamo noi che risuscitiamo Gesù e lo teniamo in vita con i nostri racconti, i nostri canti, il nostro ricordo, le nostre liturgie, ma è Dio che non ha abbandonato Gesù e gli ha dato una vita nuova. Gesù vive non perché noi crediamo, ma piuttosto noi crediamo perché Dio ha reso vivo quel Gesù sconfitto.

Il teologo Paolo Ricca scrive: “Gesù vive perché rivive la fede in lui…come incontro con una presenza”. Ciò che è avvenuto in lui e di lui, è ciò che anche noi, oltre il confine della morte, attendiamo dalle mani di Dio. Egli è il “primogenito” anche dei risorti, per dirla con il linguaggio biblico.

Noi, come discepoli del nazareno, non stiamo compiendo nella Pasqua la commemorazione di un personaggio del passato. Noi ricordiamo l’evento che Dio ha operato nella vita di questo profeta sconfitto e crocifisso.

La nostra lode sale a Dio che è il vero autore della risurrezione. La nostra vita, come quella di Gesù, non è consegnata al vuoto, al nulla, ma è raccolta dalle mani di Dio.

Non siamo in preda al delirio di onnipotenza di chi rifiuta la caducità tipica delle creature, ma siamo sollecitati a riporre la nostra fiducia radicale in Dio.

Solo la fede, solo gli occhi della fede (e non quelli della carne) condussero i discepoli a fidarsi delle parole che il nazareno aveva loro detto. La risurrezione non ha dimostrazioni. I linguaggi biblici delle apparizioni e della tomba vuota sono codici linguistici del tempo, non prose.

La realtà della risurrezione non ha prose empiriche. Come la stessa realtà di Dio, non è dimostrabile. Questo è il nostro cammino: un progressivo affidarci al Dio fedele di cui Gesù si è fidato e di cui ci ha dato testimonianza.

Questo è l’orizzonte da non archiviare mentre, come figli della risurrezione, siamo chiamati/e a vivere da risorti, a porre le opere della speranza e della liberazione umana con tutte le nostre forze.
(il precedente testo è stato tratto, per gentilissima concessione di Don Franco, dal sito http://donfrancobarbero.blogspot.com)
Nel prossimo articolo vi racconterò il mio bellissimo "approccio virtuale" con don Franco, e se vorrete potrete proporre domande da inviargli per una prossima intervista)

 
 
 

Cattolicesimo & co.

Post n°8 pubblicato il 29 Febbraio 2008 da Jungleishere

Si avvicina la Pasqua

Come ogni anno, con l'avvicendarsi della Pasqua, riparte tutto il grande business intorno a coniglio, colombe, pizze tradizionali, uova di cioccolato.

Ma in realtà la Pasqua dovrebbe semplicemente essere la festa più importante dell'anno per il grande significato che racchiude in sè. Si dovrebbe festeggiare la resurrezione di Dio, se non sbaglio. Chi non crede a che scopo festeggia? A che scopo organizza pasti sfarzosi, fa regali, vive l'atmosfera e spesso prende visione alle processioni?

E' vero che di feste atte al solo "festeggiamento" ce ne sono molte, però questa dovrebbe essere veramente importante solo per chi crede...

Cosa ne pensate?

Concludo con un breve passo evangelico, che credo stia davvero bene qui... non parla della risurrezione, ma siamo comunque in tema del periodo:

Dal Vangelo secondo Marco 14,12 - 16.22-26

Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: “Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?”. Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: “Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi”.
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza, versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo del regno di Dio”.
E dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

 
 
 

Cattolicesimo & co.

Post n°7 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da Jungleishere

Annullamento del matrimonio: perchè?

Sempre più spesso a vip, politici ma anche persone comuni abbastanza influenti in ambiti soltanto locali viene concesso il cosiddetto "annullamento del matrimonio", ossia una sorta di "controsacramento" volto a far scomparire di fronte a Dio l'unione tra due coniugi. In seguito all'annullamento è nuovamente possibile sposarsi in Chiesa e il matrimonio precedente è come se non fosse mai avvenuto. Ma è davvero giusto che la Sacra Rota accordi, in circostanze particolari, questa sorta di contro-sacramento? Possono davvero esistere motivi validi che consentano di sciogliere ciò che Dio ha unito?

Per rispondere a questa domanda ho deciso di proporvi un bellissimo passo tratto dal Vangelo Secondo Matteo (Mt 19, 3-6).

In quel tempo si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero:
«É lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi
».

Credo sia proprio questa la risposta: Quello che Dio ha congiunto, l'uomo non separi. Parola del Signore.

A cura di Laura Liguori

 
 
 

Uno sguardo su...

Post n°4 pubblicato il 20 Febbraio 2008 da Jungleishere

KALKI

Kalki, secondo la dottrina induista, è la decima e ultima incarnazione di Visnu. La sua venuta segnerà la fine dell’attuale epoca di corruzione e decadenza (Kali-Yuga).

Per capire meglio questa filosofia - che sta prendendo piede anche in occidente – e farla comprendere meglio anche a voi lettori, ho intervistato un uomo che vi presta fede e che ha potuto donarci ottime delucidazioni sull’argomento. 

 

INTERVISTA A PAOLO PIERI

(credente in detta filosofia di vita)

Cosa o chi è kalki avatara?
Nella religione induista Kalki è la decima incarnazione (Avatara) di Vishnu, che in sella ad un cavallo bianco porrà termine alla quarta era, il Kali-Yuga, era caratterizzata dalla corruzione dei valori degli antenati, dalla morte della spiritualità e dal materialismo. Sterminerà i corrotti e darà inizio alla rinascita, secondo la concezione ciclica del tempo tipica delle religioni indoeuropee.

Perchè il materialismo è qualcosa da eliminare? E perchè la spiritualità è invece qualcosa di buono, la cui mancanza viene a connotarsi come un fattore negativo?
Il materialismo porta all'infelicità, al desiderio, all'insoddisfazione, l'uomo ha bisogno di nutrire la propria mente oltre che soddisfare i bisogni primari legati alle funzioni corporali ed alla sessualità. Il male non è la materia in sè ma come essa viene vissuta. L’assenza di spiritualità porta al relativismo, all’assenza di valori fondanti e di riferimenti di cui l’uomo ha bisogno, anche se tenta di negarlo, cercando una libertà illusoria e inappagante.

Perciò l'epoca attuale è vicinissima al collasso?
Non credo siamo vicini al collasso definitivo, secondo la tradizione indù il kali-yuga ha una durata di 432000 anni, ma che ritengo tuttavia essere una cifra simbolica. In termini storici potremmo parlare di 50, 100, 200, 1000 anni, cifre che in confronto all'eternità non sono che un battito di ciglia.

Perchè l'uomo retto non deve fare nulla per salvare l'umanità? Non potrebbe cercare di ristabilire le cose?
L'uomo retto che ha i mezzi per comprendere la sua situazione storica, deve capire che si è giunti già da tempo ad un punto di non ritorno, di irreversibilità. E’ come lanciare una pietra da un grattacielo e poi cercare di farla tornare indietro perchè potrebbe fare del male a qualcuno: semplicemente non è possibile. Cercando di salvare il mondo non farebbe altro che prolungare un epoca di dolore, l'agonia di un pianeta, di un sistema desinato al collasso; farebbe del bene nell'immediato ma prolungherebbe le sofferenze di tutti

Come sei venuto a conoscenza di questo credo e cosa ti ha spinto ad abbracciarlo?
Non è un credo in senso religioso, come potrebbe essere una fede… è un insieme di conoscenze che derivano dalla Tradizione, tasselli di un puzzle che portano ad aprire gli occhi di fronte alla realtà manipolata da chi ha bisogno di avere non umani sotto di sè, ma sudditi, schiavi. 

Perchè diffondete la vostra "filosofia"? Se per assurdo tutti o comunque la maggior parte degli uomini capissero e aspettassero la venuta vivendo per sè da giusti ma non impedendo l'agir male degli altri, non si ritarderebbe il processo?
Io non credo nell'uguaglianza, io so che alcuni sono destinati al risveglio, ad agire rettamente, hanno solo bisogno di più o meno tempo; altri sono destinati a vivere nell'ignoranza, schiavi di valori illusori. Ttutte le buone ragioni del mondo non convinceranno un uomo del contrario di quello di cui è convinto

Molte volte e anche in anni recenti alcuni individui hanno affermato di essere loro stessi Kalki e di stare sulla Terra x concludere questo mondo e generarne uno nuovo dalle sue rovine. Cosa ci dici ci certe persone che, all’evidenza dei fatti, non sono il vero Kalki? 
Mitomani alla ricerca di un po' di fama! Kalki è un entità, non una persona fisica. Il mito è sempre metaforico, rappresenta una Verità ideale, non la sua forma fisica. Potrebbe manifestarsi sotto forma di epidemia, di carestia, di sconvolgimenti climatici… e  sopratutto non è un processo necessariamente definito in un arco di tempo breve; il mito di per se è atemporale e assoluto.

La tua filosofia di vita non incita assolutamente gli individui a condurre una esistenza per così dire “malefica”, eppure spesso religioni come la tua vengono giudicate male dai più, annoverate nel gran calderone delle credenze filo-sataniste. Cosa pensi di questa assurda mentalità comune a troppi? Cosa rispondi a certa gente? 
Nulla, non voglio cambiare l'opinione di nessuno con il ragionamento, è semplicemente inutile, la verità o la possiedi o no, non è una cosa che si insegna, non è un espressione matematica, è un intuizione metafisica non definibile in termini umani o con parole.

La filosofia di cui ci stai parlando ha qualche punto in comune con molte religioni abbastanza comuni, almeno qui in Europa. Ad esempio, massimizzando, dicono che bisogna vivere rettamente (parallelo dei "giusti" di cui parlate voi) e che quando il mondo sarà pervaso dal peccato ci sarà l'apocalisse (parallelo della fine del Kali-Yuga). Come Cristo verrà e inizierà un nuovo mondo, così verrà Kalki e genererà dalle rovine una nuova umanità. Perciò, nonostante poi le differenziazioni che distinguono la tua filosofia dalle varie religioni, sei d'accordo con l'idea che vi si possa scorgere una verità comune?
Certo, io sono convinto che la base comune di tutta la civiltà indoeuropea sia la stessa, a poco a poco diversificatesi nei dettagli ma non nella verità di fondo, anche se devo precisare una cosa: il cristianesimo ha due basi, una ellenizzante e una giudaica e paolina. La parte ellenizzante si esprime nei vangeli gnostici e nello gnosticismo, eliminati dalla tradizione ufficiale con i vari concili a favore di una parte giudaica, semita e non indoeuropea, rappresentata principalmente negli atti degli apostoli e nelle lettere paoline e in minima parte nel vangeli canonici, i 4 che tutti conoscono, i sinottici Matteo, Marco, Luca, oltre Giovanni, che si rifà in parte allo gnosticismo. Quello che viviamo non è cristianesimo ma una aberrazione che i padri della chiesa hanno messo insieme nei vari concili.

Il tuo ultimo Ep è incentrato sulla filosofia di vita di cui hai parlato, vero? Come mai hai deciso di conciliare la musica a questo insegnamento? 
L'ep Mantra For The End Of Times rappresenta il passaggio dal kali-yuga a un era di attesa di rinnovamento, lasciando il discorso in sospeso, in dubbio che tutto possa davvero rinascere. Credo sia stata una scelta obbligata, la musica era adatta per rappresentare stati d'animo ultraterreni e spirituali, lontano dalla propaganda materialistica di chi ci ha reso schiavi del capitale e dal pansessualismo imperante

Ma in che modo si può vivere da giusti nella società attuale? Il potere coercitivo della società a volte agisce anche senza che ce ne accorgiamo…
Forse essere giusti del tutto è impossibile, nemmeno i santi lo erano, tuttavia la forza sta nella consapevolezza, nell'essere "svegli", nel capire cosa tu sei e cosa un sistema vuole fare di te, nel capire perchè si è infelici e interrogandosi sul perchè si fanno certe scelte piuttosto che altre.

A cura di Laura Liguori


Link utili:

www.avatara.org – sito in inglese dove potrete trovare informazioni specifiche

http://it.wikipedia.org/wiki/Kalki - informazioni generali su Kalki

www.myspace.com/karlmoor - Pagina Myspace di Paolo Pieri

www.myspace.com/kalkiavatara - Pagina myspace del progetto musicale di Paolo Pieri

http://www.marcovasta.net/Trekking_in_India/hinduismo_iconografia01.html - iconografia induista vista dagli occhi di un viaggiatore

Si ringrazia per la gentile collaborazione Paolo Pieri

 
 
 
 

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