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BONUCCI: "Rinnovo è l'inizio di un nuovo ciclo. Rugani difensore del futuro.

Post n°7895 pubblicato il 28 Luglio 2015 da nadir63l
 

Nainggolan? Noi parliamo sul campo, io ho goduto tanto". AGNELLI: "Con Leo ho condiviso cinque anni di presidenza"

© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
LIVE TJ - BONUCCI: "Rinnovo è l'inizio di un nuovo ciclo. Rugani difensore del futuro. Nainggolan? Noi parliamo sul campo, io ho goduto tanto". AGNELLI: "Con Leo ho condiviso cinque anni di presidenza"

Tuttojuve.com vi trasmetterà tra poco la diretta testuale della conferenza stampa di Andrea Agnelli e Leonardo Bonucci in diretta da Vinovo. A Media Center di Vinovo sarà annunciato il rinnovo di contratto del difensore bianconero fino al 2020. 

AGNELLI: "Signori buongiorno. Da parte mia sta diventando una piacevole abitudine con alcuni di questi ragazzi. Il direttore e Paratici mi stanno concedendo queste conferenze stampa di presentazione di facce nuove. Con Leo il discorso è un po' diverso dalle ultime conferenze che ho fatto: abbiamo condiviso in tutto e per tutto questi cinque anni della mia presidenza alla Juventus. Il primo anno estremamente difficile, poi quattro anni che i risultati raccontano da loro. Credo che aver visto crescere Leo in questi cinque anni sia stato un piacere, per i risultati, ma anche per la crescita che uno ha avuto l'uomo e due ha avuto il giocatore. Una crescita che possiamo dire si concluda nella finale di Champions League che abbiamo giocato l'anno scorso. Una finale di Champions che a me personalmente, ma credo anche ai ragazzi, se da un lato ha dato una certa soddisfazione perchè ci ha riportato nella dimensione internazionale che spetta alla Juve, dall'altro ha lasciato sicuramente l'amaro in bocca per il risultato della partita. Ma questo è semplicemente per dire che chi fa parte di questo gruppo oggi ha una visibilità internazionale molto superiore e delle aspettative internazionali molto superiori, che non significano automaticamente la conferma del risultato, ma la conferma della prestazione e la conferma della personalità con la quale questa prestazione viene fatta. Questo ci porta alla fine di quinquennio con Leo e all'inizio di un nuovo quinquennio. Quindi vuol dire che quando completeremo questo ciclo ci saranno dieci anni di Juventus sulle spalle di Leo e dieci anni sono sicuramente tanti. Manca ancora qualcosina, ma credo che anche lui, prima dei 30 anni, avrà l'opportunità di finire al Museo, quindi vuol dire che queste prestazioni se l'è guadagnate sul campo. Discorso analogo che vale anche per Leo, in questo momento in cui c'è una profonda rivisitazione della squadra; e se è stato un piacere vedere la crescita di Leo in questi cinque anni, adesso credo sia importante per noi, ma importante anche per lui, un piacere sapere come saprà far crescere i nuovi, questo significa avere la responsabilità non solo della sua prestazione ma avere anche maggiore responsabilità sulla prestazione della squadra tutta, sia nei momenti di gioia, perchè ci saranno sicuramente dei momenti di gioia quest'anno, come potrà essere il caso anche di momenti di difficoltà. Leo sarà una persona a cui i ragazzi nuovi guarderanno per sapere qual è il modo migliore per rialzarsi e continuare il percorso che ci vuole a fine stagione competitivi in tutti i fronti per cercare come al solito di portare a casa un risultato. Leo fa seguito al capitano, a Chiellini, a Marchisio, però non posso che pensare a Barzagli. Questa è la conferma di quella che è una linea della Juventus da sempre, di quelli che sono i blocchi Juventus e i blocchi azzurri. Rivado indietro con la memoria e penso ai Zoff, Gentile Cabrini, Scirea, Tardelli, Rossi un po' meno anche se è stato determinante in un mondiale per quanto ha vissuto alla Juventus. Penso al ciclo successivo, a Peruzzi, a Ferrara, Pessotto, Conte, Del Piero. E oggi penso appunto a Buffon, Chiellini, Bonucci, Marchisio e Barzagli. E' un orgoglio da parte nostra avere questi blocchi italiani che sono efficaci alla Juventus, ma sono anche funzionali al gioco della Nazionale, e per noi questo è motivo di orgoglio. Sugli italiani che sono determinanti per noi, vale anche la pena ricordare che stiamo già guardando oltre, perchè pensiamo Zaza, Rugani e Sturaro, una prossima generazione di italiani che dovranno essere in grado tra 3-4-5 anni di prendere loro in mano la Juventus. Questo è veramente un riconoscimento, un attestato di consapevolezza per Leo, di quello che lui rappresenta per la Juventus e per l'Italia. Quindi il passaggio successivo deve essere quello della maturità definitiva, nel sapere prendere la squadra per mano e portarla ai risultati per i quali tutti noi lavoriamo quotidianamente. Il piacere è doppio perchè Leo è stato, se non il primo - che credo fosse Marco, che ci ha lasciato, a cui va un saluto affettuoso, un in bocca al lupo di un pronto ritorno in serie A -, il secondo acquisto di questa gestione, quindi il fatto di essere seduto accanto a lui oggi è per me un motivo speciale, perchè abbiamo vissuto assieme quasi ogni minuto di questi splendidi cinque anni e adesso ci apprestiamo a viverne altrettanti cinque con la stessa passione e la stessa dedizione".

BONUCCI: "Buongiorno a tutti. L'inizio è scontato, parto dai ringraziamenti verso il presidente, il direttore Marotta, Paratici e tutto lo staff Juventus, arrivando fino ai tifosi, perchè questo rinnovo è l'inizio di un nuovo ciclo, ma sicuramente gratifica per quello che ho fatto in questi cinque anni. Da qui mettiamo un punto che chiude questo ciclo, come ha detto il presidente, pieno di vittorie e iniziato in salita, con un anno difficile, perchè alla fine era una squadra nuova, un ambiente nuovo per tanti, quindi è stato un anno di transizione. Poi la Juventus è ritornata ad occupare i posti in Italia e in Europa che le competono. Sono contento di aver fatto questo percorso parallelo insieme alla storia della società. Questo rinnovo è un motivo di gratificazione, ma allo stesso tempo di responsabilità. Mi metto a disposizione della squadra, perchè il ciclo vecchio è chiuso, se ne inizia uno nuovo e con i nuovi giocatori io mi metto alla pari dei giovani, mettendo a disposizione loro un'esperienza che ho maturato in questi cinque anni di Juventus, perchè per onorare questa maglia non basta soltanto  sudare e lottare, per onorare la maglia della Juventus devi vincere, e questo è l'obiettivo di questa nuova Juventus. C'è stato un ricambio generazionale, ma come ha detto il pres, abbiamo mantenuto lo zoccolo duro e credo che quello sia fondamentale per costruire nuove ed esaltanti vittorie".

Come  siete cambiati in questi anni, dall'anno di Delneri alla finale di Champions?
BONUCCI:
 "Credo sia stato un percorso parallelo. Io e il pres siamo arrivati nello stesso anno e sicuramente io ero giovane, con la Juventus iniziavo un nuovo percorso con un nuovo direttore, un nuovo direttore tecnico come Paratici che venivano da dimensioni diverse. La Juventus comunque è un mondo a parte rispetto a tutto il resto. Quindi è stato un anno dove abbiamo imparato tutti cosa significa vestire e portare in giro i colori bianconeri. Poi con il primo Scudetto è cominciata la vera maturazione, la vera voglia da parte di tutti quanti di continuare a vincere, perchè è nel dna della Juventus".

Come giudichi il ritorno di Rugani e come procede il suo inserimento nel gruppo e negli schemi?
BONUCCI:
 "Come ha detto il presidente, alla Juventus c'è una programmazione lungimirante e come c'è stato l'acquisto di Bonucci nel 2010 perchè comunque in quegli anni serviva ripartire dai giovani italiani come Marchisio che faceva già parte della rosa della Juve, adesso c'è stato questo ricambio generazionale che ha portato a far arrivare in questa casa bianconera giocatori come Zaza, Rugani, che sono giocatori di grandissima qualità, giovani, che sicuramente sapranno sfruttare le loro chance con la maglia della Juventus. E Daniele rappresenta il difensore del futuro per quanto riguarda la Juventus e la Nazionale italiana".

Il ricordo più brutto del tuo primo anno alla Juve e il ricordo più bello di questa ultima stagione.
BONUCCI
: "Quello più brutto sicuramente i fischi all'Olimpico dopo il 2-2 con il Catania. Quello più bello... ce ne sono stati tanti, perchè sono stati quattro anni di grandissime soddisfazioni. Ma se devo dirne uno, quello più bello è il gol alla Roma per quello che ha significato, è stato un momento credo importantissimo per tutta la stagione".

La tua impressione sul campionato di quest'anno. Potrebbe essere un po' meno a senso unico?
BONUCCI:
 "Sicuramente le nostre avversarie si sono rinforzate, si stanno rinforzando. Sicuramente alcune di loro continueranno nell'acquisto di giocatori per alzare il livello del campionato. Però credo che la prima avversaria siamo noi stessi, perchè come ho detto prima per onorare questa maglia devi vincere, vincere quattro anni di fila non è mai facile, farlo per il quinto anno sarà ancora più difficile, però questo cambio che ha voluto la società e che era quasi scontato dopo anni di vittorie, mette dentro ad ognuno di noi quegli stimoli che servono per continuare a vincere".

I forti investimenti sul mercato italiano sono un segno del risveglio del nostro calcio o un paravento di un nuovo dissesto finanziario che verrà?
AGNELLI:
 "Ogni società è responsabile del proprio conto economico e del proprio stato patrimoniale. Da parte nostra gli investimenti sono sempre sviluppati in base a quella che è la potenzialità che offre il conto economico e lo stato patrimoniale. Il senso di responsabilità dovrebbe portare ogni società ad agire in questo modo, riconoscendo che una quantità di indebitamento è salutare per qualsiasi azienda, il problema è che bisogna saper tenere sotto controllo il livello di indebitamento  per non rischiare di incorrere in difficoltà che possono portare a situazioni come quelle che abbiamo visto l'anno scorso e che sicuramente non danno una buona immagine del nostro calcio. Un conto è valutare quelli che sono i risultati sportivi, un conto è andare a valutare lo stato di salute del calcio. Dal punto di vista dei risultati sportivi, credo che una squadra in finale di Champions League e due squadre in semifinale di Europa League, siano un buon risultato dal quale partire e che ha premiato la programmazione di due società. Per avere dei risultati concreti bisognerebbe che questi risultati sportivi da un lato vengano ripetuti anno su anno per almeno cinque anni, in modo da dare la possibilità all'Italia di recuperare quella famosa posizione nel ranking Uefa e salire dal quarto al terzo posto, andando a riacciuffare quel famoso quarto posto in Champions che manca e che si sente e che pesa, sia a livello finanziario per la società che non può partecipare, sia a livello numerico e statistico per la possibilità di ottenere dei risultati, perchè minori squadre significa minori probabilità. Non vanno confusi i risultati sportivi con lo stato di salute del calcio italiano. Lo stato di salute del calcio italiano ha ancora bisogno di una serie di interventi per poter essere al pari degli altri, primo fra tutti quello infrastrutturale: se non abbiamo degli stadi, dei teatri che sono all'altezza del calcio che vogliamo proporre, sarà difficile attrarre i veri talenti nel nostro calcio. Questo è sicuramente il primo obiettivo. Il secondo - e da questo punto di vista il direttore ne parla da molto tempo - per la crescita di alcuni ragazzi potrebbe essere funzionale a quello che è lo sviluppo  di talenti italiani che oggi leggo continuamente mancano attaccanti, mancano giovani, mancano italiani, sarebbe veramente quello di andare a valutare l'introduzione delle seconde squadre per un vero progetto sportivo. Pensiamo solo all'anno scorso quando ci siamo trovati verso la metà di ottobre in difficoltà, il Rugani di turno avrebbe potuto già esordire in Champions League e avere una serie di presenze in prima squadra. Mi ha fatto riflettere molto questo: quando uno va a vedere lo score di Morata, tra il Castilla e il Real Madrid. E' vero che lui ha fatto solo l'ultimo anno in prima squadra, ma ha girato gli ultimi anni con 20 presenze da una e 20 presenze dall'altra, quersto ha portato il ragazzo a 22 anni ad avere due finali di Champions League sulle spalle, però questa esperienza va data ai ragazzi se si ha la possibilità a 18-19-20 anni di giocare in un campionato minore, ma essere continuamente aggregato in prima squadra". 

Quest'anno avete ottenuto ottimi risultati economici. C'è spazio ancora per un acquisto importante? Un numero 10?
AGNELLI: "Il bilancio non l'abbiamo ancora approvato quindi non so a che risultati fa riferimento. Quest'anno è stato un anno dal punto di vista societario che ha visto nell'evoluzione prevedibile della gestione, un continuo monito agli investitori che il risultato sarebbe stato previsto in perdita fino alla fine, ma comunque ogni sforzo del management sarebbe stato volto a migliorare il risultato dell'anno precedente. Il risultato dell'anno precedente è stato di circa 200 mila euro di utile pre-imposte e poi una perdita di 6 milioni per colpa di questa tassa tutta particolare italiana che è l'Irap, che ha visto precipitare il risultato netto a meno 6 milioni. E' stato un anno difficile e vedrà il Consiglio di settembre approvare il progetto di bilancio che verrà poi presentato all'assemblea degli azionisti.Per quanto riguarda gli investimenti, credo abbia parlato ieri sera alle 9.30 il direttore e non credo che, avendo avuto modo  di confrontarci in mattinata, la situazione sia cambiata da ieri sera ad oggi".

Nainggolan ha iniziato a mandare frecciate: 'Meglio uno Scudetto a Roma, che 10 alla Juventus". Cosa pensi di questo Leo? Al presidente: cosa pensa di questo campionato? E' più equilibrato o sarà una sfida tra voi e la Roma?
BONUCCI:
 "Per quanto riguarda le parole di Nainggolan, massimo rispetto per quello che ha detto. Noi siamo stati abituati a parlare con il campo e negli ultimi anni abbiamo risposto con quattro vittorie Scudetto. Sicuramente in quei quattro festeggiamenti io ho goduto tanto".
AGNELLI: "Il punto di maggior equilibrio  di qualsiasi campionato credo non possa che essere prima della prima giornata, dove abbiamo tutti zero punti. Da questo punto di vista, oggi, vista la consapevolezza acquisita dalla squadra, ha ragione Leo che il primo vero avversario della Juventus è la Juventus stessa. Starà a noi saper compiere quel passaggio di consapevolezza con questa squadra nuova. Per quanto riguarda l'analisi delle altre, le parole del direttore sono solo il pensiero comune, quindi non c'è nulla da aggiungere".

Ricordi il giorno in cui hai firmato l'altro contratto? Ti aspettavi dopo cinque anni di trovarti con quattro Scudetti e gli altri titoli vinti?
BONUCCI
: "Il ricordo mi fa sorridere perchè quando mi arrivò la chiamata che era stato trovato l'accordo, eravamo appena usciti dal Mondiale 2010, quindi è stato un po' un contrasto di emozioni. Prò sicuramente a livello personale ero felicissimo, come lo sono oggi a seguito di questo rinnovo perchè si mette un punto su un ciclo vincente . Adesso sta a me, a noi e a tutta quanta la Juventus iniziarne uno ancora più vincente di quello chiuso".

Tra i nuovi acquisti c'è qualcuno che la stuzzica in maniera particolare?
AGNELLI
: "Sicuramente Bonucci. Il processo di maturazione. Mi aspetto qualcosa dai vecchi, perchè sono veramente loro quelli che devono saper fare la differenza in questo nuovo percorso. Si chiude un ciclo e sono veramente i vecchi, tra virgolette - sono giovani, ma l'età è relativa - quelli da cui mi aspetto di più".(redazione Tuttojuve.com)

 
 
 
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