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« SLITTA A OGGI BORUSSIA-JUVENTUSSTASERA A TORINO IL TROFEO TIM »

LA JUVE UMILIA IL BORUSSIA: 1-3!

Post n°1472 pubblicato il 28 Luglio 2008 da corsivo79

GOL E SPETTACOLO A DORTMUND: AMAURI E IAQUINTA DEVASTANTI

I bianconeri dominano il Borussia in trasferta, trascinati dai bomber d'estate Amauri e Iaquinta. Il brasiliano porta subito avanti la Juve, poi nella ripresa si scatena Vincenzo "il carrarmato", che sigla una doppietta. Nel finale i tedeschi accorciano su rigore e la gara termina 1-3. Bene i nuovi acquisti: Mellberg e Knezevic sicuri. Ottimo Poulsen, che ha servito la palla del 3° gol con un grandissimo lancio di 60 metri! Nedved e Sissoko soliti leoni. Progressi per Trezeguet. Unica nota stonata l'infortunio al ginocchio di Zanettino, che potrebbe fargli saltare il preliminare di Champions. Ranieri: "Sono contento per come abbiamo giocato, anche se faceva troppo caldo e i ritmi erano troppo bassi. Amauri l'abbiamo voluto perché sa fare reparto da solo, ma anche giocare in coppia con chiunque, compreso me. Questo significa che lui e David possono coesistere perfettamente". Ma si torna a parlare di uno scambio Eto'o-Trezegol. Domani la squadra di nuovo in campo contro Inter e Milan per il Trofeo Tim. Intanto la società cambia look. Cobolli Gigli: "Lo stile Juve non è più quello di 30 anni fa, abbiamo scelto una griffe aggressiva, che solleva scandali. Chiellini è il nostro simbolo".




3-1 IN GERMANIA. E' LA JUVE DI AMAURI - Repubblica - In cima a una squadra che già funzione come un orologio di precisione, al punto di permettersi di strapazzare 3-1 a domicilio il Borussia Dortmund (che appena mercoledì scorso aveva vinto la Supercoppa tedesca battendo il Bayern), Amauri e Trezeguet si sono scambiati la palla solamente dopo 42 minuti e otto secondi: colpo di tacco del primo verso il secondo, ma era soltanto un innocuo alleggerimento a centrocampo e non certo il segno di un progresso o il frutto del lavoro. E´ probabile che Trezeguet non sia davvero così arrabbiato come sembra, ma intanto finora è stato l´unico a trattare con freddezza l´argomento Amauri, che invece appassiona compagni e allenatore, per non dire dei tifosi, e soprattutto il solo a non riuscire ancora a dialogare tecnicamente con il brasiliano, che dal canto suo sembra esplodere di voglia ed energia, si spolmona come un dannato pure nelle amichevoli e, per gradire, non smette di segnare: con quella di ieri (un piatto sinistro da opportunista al 5´ dopo un cross da destra di Grygera, sganciato da Camoranesi), fanno già sette reti in quattro partite mentre il collega francese è ancora a secco. Se è un problema, e potrebbe anche esserlo, è indubbiamente meglio che si presenti a fine luglio perché ci sono mesi per affrontrarlo e casomai risolverlo, a meno che il Barcellona non lo rimuova di netto presentandosi alla porta della Juventus con un bel rotolo di euro (non meno di una quindicina di milioni) in mano. «Se questo è un problema, mi auguro di averlo» ha detto Ranieri, senza dire nulla. «Amauri può fare reparto da solo e l´ho avuto per questo ma può anche giocare con chiunque, me compreso. Non ho proprio nulla di cui preoccuparmi». Quel che succede, in questo momento, è che Amauri segna e gioca meravigliosamente, soprattutto quando viene accoppiato a Iaquinta (e deve ancora assaggiare Del Piero), mentre Trezeguet è l´attaccante juventino più smorto, più statico, meno lucido. Con il brasiliano aveva già giocato 45´ contro il Piacenza e lì i due avevano spesso cozzato uno contro l´altro in area di rigore, togliendosi spazi e palloni. Ieri, almeno, si sono divisi il prato, ma soprattutto perché l´iniziativa l´ha quasi sempre mantenuta il Borussia e dunque la Juve non ha mai attaccato in corridoi ingolfati e le due punte hanno potuto spartirsi tutto il fronte del gioco, pur se entrambi prediligono chiaramente una posizione più centrale anche se è Amauri, quando in campo c´è Trezeguet, a doversi smazzare il lavoro sporco di copertura, a retrocedere sui calci piazzati e a partire in una posizione più defilata. Però alla lunga il brasiliano finisce inevitabilmente per fare la cosa che preferisce: difendere il pallone spalle alla porta e suggerire gli inserimenti dei centrocampisti, se non può girarsi e tentare la percussione personale, movimenti tipici di chi è abituato da anni a giocare da punta unica, al massimo affiancata da due ali o da un seconda attaccante molto defilato. In tutto questo, tra Amauri e Trezeguet non c´è, o non c´è ancora, omogeneità, mentre gli altri attaccanti juventini già scoppiano di salute: nella ripresa di Dortmund, Ranieri ha proposto Iaquinta-Del Piero e l´ex udinese, tirato a lucido come ai tempi di Mondiali, ha firmato il 2-0 con un colpo di testa su assist di Nedved e il 3-0 con un dolcissimo pallonetto dopo un lancio al bacio di sessanta metri del debuttante Poulsen (poi arriverà la rete tedesca, segnata da Kruska su rigore ancora una volta provocato da Legrottaglie) mentre il capitano, naturalmente in ritardo di preparazione, ha comunque seminato più d´una giocata di genio, anche se poi il più bravo in assoluto è stato pure stavolta Cristiano Zanetti, tuttavia azzoppato da una brutta ginocchiata al quadricipite che lo obbligherà a fermarsi, ancora non si sa per quanto. Ma pure Sissoko e Nedved hanno solidamente contribuito alla bella vittoria della Juventus, squadra dove funziona già tutto anzi quasi, però quel quasi si chiama Trezeguet.
JUVE TURBO CON IAQUINTA E AMAURI - Il Giorno - Camaleontica, solida e di qualità. E’ già Euro-Juve. Al Signal Iduna Park di Dortmund, davanti a 55 mila spettatori, nella seconda amichevole del tour internazionale, la Vecchia Signora supera in scioltezza il Borussia (1-3), fresco vincitore della supercoppa di Germania contro il Bayern Monaco di Luca Toni, e guarda al futuro prossimo – i preliminari di Champions League – con rinnovato ottimismo. Come a Copenaghen contro il Brondby, anche in terra tedesca la musica non cambia: apre le danze in avvio (5’) il solito Amauri (tocco sottomisura su assist di Grygera), per lui settimo gol in 4 partite, una vera macchina da guerra. Nella ripresa chiude i conti Iaquinta con una doppietta: prima impatta di testa su assist di Nedved (51’), poi supera il portiere avversario con un delizioso pallonetto (75’) su assist millimetrico di Poulsen, alla prima uscita ufficiale. Di Kruska su rigore (78’), la rete della bandiera per i gialloverdi. Ma questo francamente è un dettaglio. Perché per 75 minuti la Juventus ha asfaltato gli avversari, più avanti nella preparazione e già in forma campionato, dimostrando di essere una squadra tosta, compatta, ma anche di qualità, impreziosita da alcune individualità, capaci di fare la differenza. Se in Danimarca, la difesa aveva zoppicato, ieri, Mellberg e Knezevic, gli ultimi arrivati hanno fatto vedere cose egregie, collezionando zero sbavature. Indicazioni positive anche dal centrocampo. Sissoko corre e ringhia come ai vecchi tempi, Ekdal 19 anni oggi continua a stupire tutti per la personalità da veterano, mentre Poulsen ha dimostrato di avere anche i piedi buoni come in occasione della verticalizzazione sul terzo gol di Iaquinta: «L’assist? Fa piacere mettere un compagno in condizione di segnare. Sono contento perché non ho sentito fastidio agli adduttori». A proposito dell’attacco. Quei quattro là davanti fanno davvero paura. Se queste sono le premesse sia in campionato che in Champions League, ne vedremo delle belle. Del Piero (ancora in ritardo di condizione) e Trezeguet (di nuovo a secco e in ombra), i bomber più prolifici dell’ultima serie A dovranno guardarsi le spalle proprio in casa. Perché Amauri e Iaquinta scalpitano e continuano a metterla dentro con una regolarità quasi imbarazzante. E già domani sera, a Torino in occasione del Trofeo Tim contro Inter e Milan, sarà interessante osservare il gioco delle coppie proprio in attacco. Soddisfatto mister Ranieri: «Sono contento per come abbiamo giocato. L’importante è che tutti hanno potuto mettere minuti nelle gambe». Il tecnico romano sgonfia per il momento il caso Trezeguet: «David l’ho visto bene. In questa squadra non ci sono 11 titolari fissi e visti gli impegni ci sarà spazio per tutti. Ci attende subito un difficile avvio di campionato e, speriamo, la Champions League. Quindi avrò bisogno di ognuno di loro». Al settimo cielo, Vincenzo Iaquinta: «Quando si gioca con dei compagni così diventa tutto più facile. Siamo sulla strada giusta, ci toglieremo delle belle soddisfazioni». Gli avversari sono avvisati.
VINCENZO IL CARROARMATO SI ALLONTANA DALLA ROMA - La Stampa - Sull’aereo di ritorno da Torino, Vincenzo Iaquinta sta seduto in penultima fila, Amauri è subito dietro di lui, avvitati ai sedili di coda dopo aver letto che statisticamente sono quelli dove si muore meno quando c’è un incidente. Le cuffie dell’I-pod all’orecchio, i due non si parlano tuttavia il dettaglio è ininfluente: per chi ha seguito le prime amichevoli della Juve, loro sono la coppia sulla quale puntare per l’inizio del campionato. Del Piero è ancora in ritardo dopo appena dieci giorni di allenamento, Trezeguet si perde in un ombroso malessere. Quei due invece sembrano vivi. «A fianco di Amauri potremmo giocare anche io e lei», ridacchia Ranieri. Magari. Ma, per alzare un pochino il livello, Iaquinta sembra una soluzione migliore. L’uomo che al primo apparire in serie A finì in testa alla classifica dei sudamericani con il rendimento più alto, perché c’era chi lo chiamava «Giaquinta», alla brasiliana, e non sapeva che era un calabrese cresciuto a Reggiolo, è arrivato tardi al successo e lo deve ancora radicare. C’è sempre qualcosa che gli si mette di traverso. Vinse il Mondiale in cui segnò un gol nella prima partita, al Ghana, e tornò nell’Udinese più problematizzata degli ultimi anni. Passò alla Juve e al momento buono si strappò. Addio Nazionale, addio Europei, addio posto in una squadra dove Del Piero e Trezeguet, non «due pirla», come direbbe Mourinho, piombavano da leader sulla classifica dei cannonieri. L’estate lo ha risucchiato pure quest’anno nelle voci di mercato. A Dortmund c’erano tifosi bianconeri convinti che andrà alla Roma. Lui scuote la testa, si sente juventino e si gode il momento. «Due gol in amichevole non vogliono dire nulla però danno morale - ammette -. Sono stato bravo soprattutto sul secondo. Il lancio di Poulsen è stata una prodezza, il modo in cui ho controllato il pallone e l’ho messo in porta lo è stato altrettanto». Dice di sentirsi «fisicamente molto bene», anche perché per rimettersi dall’infortunio non ha mai smesso di lavorare. E sulla riva del fiume attende di vedere cosa succede. Non sarà facile scalzare i due che nella passata stagione hanno segnato più di tutti in serie A eppure con l’arrivo di Amauri si sono scompaginati i giochi. Abbiamo l’impressione che Ranieri non veda benissimo Alex, basta cucire insieme le mezze frasi per capirlo. Invece coltiva l’idea di costruire una Juve con due centravanti, tenendo Trezeguet (che difende a spada tratta) al fianco del brasiliano, come fa il Bayern con Toni e Klose. È un progetto ambizioso e controcorrente. «Amauri è davvero un giocatore che fa reparto da solo - ha spiegato Ranieri a Dortmund - infatti i suoi allenatori precedenti l’hanno utilizzato sempre come punta unica». Allora lei vuole essere il primo a metterne due? «Può darsi». Nei fatti la coppia sta funzionando con impaccio. Trezegol è giù di corda, si sta imponendo di giocare di più per la squadra, lo vedi ripiegare spesso a difendere ma non è il suo mestiere e per quanto Amauri rimbalzi in più punti dell’attacco è chiaro che sotto porta gli leva spazio. «Fosse solo questo il problema», filosofeggia il tecnico ma dalla filosofia bisognerà passare presto alla storia, concreta e maestra. Amauri è bravo ad aprire gli spazi, Iaquinta è abile a fiondarcisi dentro. «È il nostro carrarmato», lo definisce Ranieri e vediamo nell’immediato futuro un’accoppiata frequente. Gli effetti sull’umore di Trezeguet e di Del Piero li potete immaginare. Ma questo è un altro discorso.
ZANETTI KO, PRELIMINARE A RISCHIO. OGGI GLI ESAMI - Tuttosport - A Dortmund Cristiano Zanetti è uscito nell'intervallo per una botta ricevuta al quadricipide della gamba destra. Oggi gli esami. Secondo una prima diagnosi lo stop potrebbe essere di qualche settimana. Fosse cosi' il mediano salterebbe il primo importante impegno stagionale: la gara d'andata dei preliminari di Champions.
RANIERI: "BRAVI NONOSTANTE IL CALDO" - Corriere dello Sport web - «Sono contento per come abbiamo giocato, un po’ meno per il clima. Onestamente mi aspettavo molto meno caldo e i ragazzi hanno speso davvero tanto». Il netto successo nell'amichevole contro il Borussia Dortmund ha regalato ottime indicazioni al tecnico della Juventus, Claudio Ranieri.
IL TECNICO SODDISFATTO - I bianconeri in Germania si sono imposti per 3-1, mettendo in evidenza uno stato di forma invidiabile. Il caldo ha creato qualche preoccupazione a Ranieri  che, comunque, si è potuto 'consolare' con la doppietta di Iaquinta, un Amauri ancora in gol e un Poulsen autore di una prova estremamente positiva, sugellata dallo strepitoso lancio per il gol di Iaquinta. «L’importante è che tutti hanno potuto mettere minuti nelle gambe -ha commentato il tecnico a fine partita-. In questo momento non tutti possono essere allo stesso livello, ma ci sarà modo di crescere».
NON CI SONO TITOLARI FISSI - Ranieri vuole una squadra intercambiabile, dove tutti i giocatori devono essere pronti a scendere in campo e dare il massimo. «In questa squadra non ci sono 11 titolari fissi e visti gli impegni ci sarà spazio per tutti -ha concluso l'allenatore-. Ci attende subito un difficile avvio di campionato e, speriamo, la Champions League. Quindi avrò bisogno di ognuno dei miei ragazzi».
RANIERI NON CI STA: "TREZEGUET E' OK" - Corriere dello Sport - Sissoko, alla sua prima partita dal primo minuto, è sembrato in grande forma...
«Avrei voluto farlo giocare di meno, ma l’infortunio di Zanetti mi ha costretto a lasciarlo in campo più tempo. Momo è uno di quelli che debbo frenare perchè è molto esuberante. Era reduce da infortunio, ha giocato molti minuti è andata bene».
Meno bene invece l’intesa fra Amauri e Trezeguet che stenta a decollare
«Se il problema è questo, allora sono davvero tranquillo perchè io li ho visti bene. Trezeguet ha lavorato addirittura più di Amauri».
Un giudizio su Amauri
 «L’ho voluto io perchè è un giocatore straordinario e me lo dimostra ogni giorno. Corre, si sposta, difende la palla, fa salire la squadra, fa gol. Un fenomeno».
Però chi ha allenato Amauri l’ha quasi sempre messo in campo come unica punta
«Infatti uno che fa reparto da solo può farlo».
Lei sarà allora l’unico che metterà un altro attaccante al fianco del brasiliano
«Vero anche questo. Ma se il discorso è finalizzato a sostenere che ci sono problemi tra Amauri e Trezeguet dico subito che non è vero. Anche Del Piero non è al top, ma si mette sempre in evidenza la scarsa intesa tra Amauri e Trezeguet».
IAQUINTA: "GRAZIE AI COMPAGNI" - juventus.com - Un gol a Copenaghen, due a Dortmund: è un Vincenzo Iaquinta formato Europa. L’ex udinese si conferma tra i più in forma in questa prima fase della stagione, ma anche uomo in grado di poter giocare con tutti. Dopo le belle cose fatte vedere in coppia con Amauri, in Germania sono arrivati 45 minuti di grande intensità, cercando di sfruttare gli ottimi servizi dei compagni.  «Devo ringraziare Nedved e Poulsen per gli assist sul gol e Del Piero per il tocco smarcante su cui non sono riuscito a segnare. Per un attaccante diventa tutto più facile quando si gioca con compagni così. Fino ad ora sta andando tutto bene, la squadra cresce di partita in partita, sono sicuro che potremmo toglierci delle belle soddisfazioni».
SISSOKO, EKDAL, POULSEN: PAROLA AL CENTROCAMPO ESTERO - juventus.com - A Dortmund non è stata la solita grande giornata dell’attacco e di una difesa sempre più solida (ancora una volta battuta solo su rigore). Anche il centrocampo ha fatto il suo. Se Zanetti non fa più notizia, continua la crescita di maturità del giovane Ekdal - che solo domani compirà 19 anni -, così come la condizione fisica di Sissoko. Senza dimenticare Poulsen, il cui esordio farà parlare a lungo, soprattutto per il fantastico assist per il terzo gol di Iaquinta. A fine gara, questi i commenti del maliano, dello svedese e del danese.
Momo Sissoko: «Stiamo migliorando ogni partita e questa è la cosa più importante. Anche oggi siamo andati molto bene nonostante il grande caldo. Sono contento di come cresce l’intesa con Zanetti».
Albin Ekdal: «Abbiamo tenuto bene contro un ottimo avversario come il Borussia. Poulsen? E’ un grande professionista e lo dimostra ad ogni allenamento. Per il mio compleanno non mi aspetto niente di speciale, sicuramente qualche telefonata dalla Svezia».
Christian Poulsen: «Sono soddisfatto per l’assist a Vincenzo. Fa sempre piacere poter mettere un compagno in condizione di segnare. Ma la cosa che mi ha reso più felice è il fatto che non ho sentito fastidi all’adduttore, ora sto bene e conto di crescere ancora di condizione».
DOMANI A TORINO IL TROFEO TIM CON INTER E MILAN - Repubblica Torino - La Juventus è rientrata a Torino ieri sera all´ora di cena, completando la tormentata trasferta tedesca senza ulteriori complicazioni. Oggi la squadra sarà di nuovo in campo in mattinata per preparare il debutto casalingo di domani: per la prima volta, infatti, il Trofeo Tim, un classico dell´estate, si giocherà a Torino, dove i bianconeri ospiteranno Inter e Milan in un triangolare di tre partite da 45´ ciascuna, una formula che pochissimo piace agli allenatori (molto ai palinsesti televisivi, invece) i quali infatti non considerano il test attendibile, perché non lo è, sul piano tecnico, ma serve soltanto ad alleggerire i giorni duri della preparazione e a rifinire il ritmo partita che non ancora è in rodaggio. Contro le due milanesi, Ranieri ruoterà tutti i giocatori a sua disposizione ed è probabile che vari per la prima volta la coppia Amauri-Del Piero, l´unico incastro ancora non tentato. Mancherà invece Cristiano Zanetti, che ieri ha ricevuto una violentissima botta alla coscia la quale gli ha procurato un vasto ematoma: oggi gli esami clinici misureranno l´entità del danno, ma intanto il regista (e il miglior juventino di questo periodo) dovrà stare fermo per alcuni giorni.
JUVE, PAZZA IDEA: ETO'O PER TREZEGUET - Tuttosport - E se di due problemi ci fosse un’unica soluzione? Devono averlo pensato nella sede del Barcellona, dove in queste settimane la coppia di problemi succitati è rappresentata dal trovare una sistemazione per Eto’o, che non fa parte del progetto del nuovo tecnico Guardiola e dal pescare sul mercato un centravanti che metta d’accordo allenatore e dirigenti. Da qui l’ipotesi, clamorosa, di provare la strada di uno scambio con la Juventus: dateci Trezeguet e noi vi diamo Eto’o. Scambio non alla pari, perché nell’ottica catalana, il camerunese vale più del francese, se non altro per una questione anagrafica e quindi ai bianconeri toccherebbe pagare un conguaglio di almeno una decina di milioni. A meno che, con un pizzico di creatività negoziale, i due club non trovino una formula diversa e meno onerosa per la Juventus. Al momento, tuttavia, la trattativa è in fase embrionale: c’è un’idea che, secondo fonti spagnoli, sta circolando negli ambienti blaugrana. Una specie di piano B, qualora tutte le altre scelte dovessero arenarsi e il club trovarsi nella condizione di bussare disperatamente alla porta bianconera. Da Torino sono sempre stati chiari: Trezeguet può essere messo in vendita a due condizioni. La prima è che lui stesso sia d’accordo e esprima desiderio di andarsene. La seconda che l’offerta sia sufficientemente alta ( venti milioni la base) per acquistare una valida alternativa.
COBOLLI: "JUVE STILE AGGRESSIVO. CHIELLINI IL SIMBOLO" - La Stampa - Mai come in questi mesi i calciatori sono diventati icone di stile da copiare in ogni sfumatura. Non più in versione «bauscia» stracarichi di donne e macchinoni, ma piuttosto umanizzati, a portata di mano, come li descrive con semplicità il libro dell’estate «Averti incontrato ora» (ed. Mondadori), scritto dal giornalista sportivo de Il Corriere della Sera, Roberto Perrone. Gente comune, che schifa il Billionaire di Briatore e pensa al futuro con i piedi per terra, oltrechè sul campo. Una chiave di lettura per capire questo bizzarro trend in ascesa ce la può dare il guardaroba. Anche la scelta di una tenuta comunica - attraverso un linguaggio non parlato ma potentissimo - il cambiamento di rotta delle star del pallone. L’esempio più eclatante di una svolta a 360 gradi la fornisce la Juve che ha chiesto - non a caso - di farsi realizzare le divise da DSquadred2, marchio capace di rompere gli schemi fotografando il mondo dei giovani nel bene e nel male, con tutte le aggressività del caso, dilatate in passerella attraverso una serie di trasgressioni: fumo, sesso, anti-razzismo, religione spettacolarizzata... Perché la scelta è caduta su questo brand lo spiega il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli.
Come mai dopo le divise sartoriali di Carlo Pignatelli una squadra blasè come la Vecchia Signora ha virato su una filosofia estetica coraggiosa e super trendy come quella di DSquared2?
«Perché ci rappresenta in pieno. La Juve di oggi vuol essere di tendenza internazionale, investe sui giovani, soprattutto italiani, presi dal vivaio - patrimonio del futuro - ed è quindi in sintonia con lo spirito della griffe. I nostri ragazzi hanno voglia di emergere, la rabbia per arrivare... questo non significa esagerare, ma lottare sì. Ben vengano le sfumature dirompenti dei gemelli Dean e Dan che cercano di portare oltre i confini un’immagine determinata. I due stilisti sollevando scandali sono riusciti ad affermare il loro brand. Un po’ come fecero ai tempi Dolce e Gabbana accattivandosi la simpatia dei teen ager».
Insomma, come dice il vostro allenatore Claudio Ranieri «rompere le scatole con tutti i mezzi è la forza del gruppo», e lo fate anche attraverso l’abito?
«Diciamo che le cose cambiano. Lo stile Juve non è più quello di 30 anni fa quando c’era Boniperti, è diventato più aggressivo, si cala nei tempi attuali. Ma attenzione, non ha perso un briciolo di signorilità. Quella è rimasta nella testa, nel Dna della squadra. Tutti i nuovi calciatori che arrivano qui se ne accorgono, anche soltanto frequentando i massaggiatori e i magazzinieri che negli anni hanno garantito la continuità di una grande classe, nata e cresciuta con l’educazione e il rispetto di certe regole».
Una classe che è sopravvissuta nonostante lo scandalo che due anni fa ha coinvolto la vostra squadra?
«Sì perché questa disgrazia ha lasciato una patina schiumosa in superficie, come quella delle onde marine. Sotto, fortunatamente, c’è un substrato di tradizione che è lo zoccolo duro di 111 anni di Juve, una matrice incredibile, costruita dai dirigenti nel tempo. Più robusta del cemento».
Si diceva che i calciatori mai come oggi sono star super imitate, ma che stanno cambiando, come ci spiega Perrone nel suo romanzo raccontando la storia d'amore fra un giocatore ventiseienne e un’insegnate quarantenne. Quali sono i nomi in ascesa che corrispondono al nuovo clichè «bello, bravo e possibile» che piacciono al pubblico? Forse il danese Poulsen che sradica i palloni a centrocampo?
«Senz'altro lui è uno di quelli, ma il più tosto e battagliero è Chiellini, grintosissimo, sembra quasi un giocatore di rugby degli All Blacks, fra qualche anno potrebbe diventare capitano della squadra e già adesso cattura l’attenzione dei giovani fidelizzandoli. Non è nè bello e nè brutto, fa una vita normale, senza eccessi consumistici, ha una bella famiglia. Insomma è il giocatore del futuro».
Poi ci sono altri eroi..
«Certo, come Buffon che rappresenta la leggerezza e la simpatia alla Fiorello, mentre Del Piero è un concentrato di serietà e volontà. Nel Milan spicca Gattuso, altro normale, simpatico e spiritoso come solo i meridionali sanno esserlo, ma anche molto disciplinato. Sono figure positive, di successo che hanno fatto un percorso fitto di sacrifici. Scomparsi ormai i calciatori divi-sperperoni come 30 anni fa (modello inglese). Oggi tutti sanno che hanno 10 anni di tempo per accumulare la loro fortuna e farla fruttare, dopo, al meglio. Sono ottimi amministratori dei loro beni».

 
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