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« RANIERI APPLAUDE ALLA SUA JUVEGIOVINCO VEDE SOLO BIANCONERO »

DOMANI LA JUVE TORNA AL LAVORO

Post n°1591 pubblicato il 29 Dicembre 2008 da corsivo79

DA BUFFON A MAURO CAMORANESI: RANIERI RITROVA I SUOI FENOMENI!

Domani la Juve riprende gli allenamenti a Vinovo dopo otto giorni di vacanza. Il tecnico bianconero confida di avere subito a disposizione Buffon, Camoranesi, Iaquinta, Tiago e Poulsen, pronti già per essere testati nell'amichevole del 6 gennaio a Messina contro il Monaco. Più avanti sarà la volta di Trezeguet, Knezevic e Zebina. I bianconeri al gran completo si lanciano verso i grandi traguardi. Camoranesi e Sissoko sicuri: "E' una super Juventus. Siamo tornati grandi, abbiamo davvero una bella squadra. In spogliatoio e in campo c'è grande unità d'intenti". Cobolli tifa per la convocazione azzurra di Amauri: "Sarebbe utile anche alla Juve. Aiuterebbe la nazionale ma anche noi, evitando le trasvolate". Intervista all'ex fuoriclasse bianconero ed attuale presidente dell'Uefa Michel Platini, che spera in un successo bianconero in Champions League: "Sogno di consegnare la coppa alla Juventus. Il più bel gol del 2008? Ho visto Del Piero fulminare Casillas e sono scattato subito in piedi". Intanto il Chelsea, prossimo avversario europeo, perde altro terreno in Premier, pareggiando in casa del Fulham. Scolari a rischio esonero e Roberto Mancini potrebbe essere il suo successore. Mercato, c'è un caso Iaquinta: gioca poco e tutti lo vogliono. Vincenzo vuole restare bianconero, ma potrebbe cedere alle tentazioni e ai milioni di club ambiziosi come Zenit e Tottenham. E secondo Tuttosport la Juve sarebbe piombata su Milito, l'argentino del Genoa che piace a Moratti. Servono però 18-20 milioni. Secco e Blanc, sempre a caccia dell'erede di Nedved, puntano David Silva: il Valencia in crisi finanziaria ha bisogno di monetizzare e chiede 20 milioni. Le possibili alternative sono Malouda, Zhirkov, Malouda, Joaquin, Babel e Rafael Van Der Vaart.

DA BUFFON A CAMORANESI, DOMANI RANIERI FARA' IL PIENO - La Stampa - Scudetto e Champions, più eventualmente la Coppa Italia. La Juve è pronta a tuffarsi nel 2009 in piena corsa su tre fronti, come ai bei tempi. Dopo otto giorni di vacanza, la truppa di Ranieri (nella foto) si ritroverà domani a Vinovo per preparare la seconda parte della stagione.  Niente ritiro esotico, come l'Inter (ripresa il 2 ad Appiano), mentre il Milan parte oggi per Dubai dove resterà fino al 7 gennaio. Il tecnico bianconero si aspetta buone notizie dall'infermeria: a stretto giro di posta dovrebbero recuperare Buffon, Camoranesi, Iaquinta, Tiago e Poulsen, le cui condizioni saranno valutate nell'amichevole del 6 gennaio a Messina contro il Monaco, mentre più avanti sarà la volta di Trezeguet, Knezevic e Zebina. Saranno questi i «rinforzi» del mercato di gennaio, campioni bersagliati dagli infortuni («Mi auguro un 2009 con meno acciacchi», prega l'italo-argentino) che non vedono l'ora di dare il loro contributo nella rincorsa all'Inter.  La Juve ci crede, dall'alto di numeri importanti: i 36 punti incamerati da Ranieri in 17 partite costituiscono un bottino uguale o superiore a quello ottenuto da Lippi in quattro delle sue cinque campagne tricolori. Solo nel '97/98 (38) l'attuale ct azzurro seppe fare meglio, oltre che nel 2003/04 (39) quando però a trionfare fu il Milan. Per il resto, nel '94/95, l'anno del primo titolo, il cammino fu identico (36 punti, 11 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte), mentre nel '96/97 (33), 2001/02 (31) e 2002/03 (35) inferiore. Imbattibile, invece, l'armata di Capello dei due scudetti revocati: nel 2004/05 dopo 17 partite aveva 40 punti, nel 2005/06 addirittura 46.
CAMORANESI E SISSOKO: "E' UNA SUPER JUVE!" - Tuttosport - Un occhio al 2008 e uno all'anno prossimo. Fantasia e potenza, passato e futuro. Sissoko e Camoranesi, il mix vincente del centrocampo della Juventus. I due fanno il punto a Juventus Channel: «Sicuramente la partita più eccitante - dice Camoranesi - è stata la vittoria a Milano contro l'Inter», mentre per Momo «la partita più emozionante è stata quella contro il Real Madrid, una vittoria molto importante per tutti noi». Entrambi sono d'accordo sulla crescita della Juventus nell'ultima parte dell'anno: «Siamo migliorati grazie all'arrivo di cinque, sei giocatori nuovi, di livello internazionale. Quest'anno abbiamo davvero una bella squadra. In spogliatoio e in campo c'è grande unità d'intenti». Dal nuovo anno Camoranesi spera «di trovare continuità e di avere pochi infortuni», mentre Sissoko si augura «di vincere qualcosa, Champions o campionato. Sarebbe straordinario». Al di là del calcio, Camoranesi di quest'anno ricorderà soprattutto Pechino: «Nell'arco di un anno ci sono tanti avvenimenti. Sportivamente dico le Olimpiadi, un evento sempre bello da seguire». Momo invece è legato ad un'emozione più personale: «Ho aperto un orfanotrofio in Mali e questo mi ha toccato molto. È stata una grande emozione».
COBOLLI: "AMAURI AZZURRO UTILE ANCHE ALLA JUVE" - Tuttosport -  «Amauri azzurro utile all'Italia e alla Juve». E' il pensiero del presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli. Un Amauri 'italiano' rappresenterebbe, per Cobolli, un valore aggiunto per Lippi e la Nazionale, ma anche per Ranieri.
MEGLIO L'ITALIA - Se il giocatore dovesse scegliere il Brasile, infatti, rischierebbe di doversi sobbarcare diverse trasvolate per rispondere alle convocazioni di Dunga. «Amauri in azzurro sarebbe importante -ha detto Cobolli a Sky- perché darebbe una mano alla Nazionale, e aiuterebbe anche la Juve. In questo modo, infatti, resterebbe in un ambito europeo e non sarebbe costretto a fare queste lunghe e faticose trasferte per il Brasile».
PLATINI: "SOGNO DI CONSEGNARE LA CHAMPIONS ALLA JUVENTUS" - La Stampa - Presidente Platini, un aggettivo, uno solo, per definire il 2008.
«Bellissimo».
Addirittura?
«Con la finale di Champions non ci eravamo mai spinti fino a Mosca, ed è stato un trionfo. Idem con l’Europeo in Austria e Svizzera. Non che in passato facessero gol i dirigenti, ma i giocatori hanno recuperato spazio, carisma».
In che senso, scusi?
«Sul piano tecnico, e come immagine. Primi, i giocatori; secondi, gli allenatori; terzi, i dirigenti. Non sempre è stato così».
Lei venne eletto il 26 gennaio 2007, a Düsseldorf: bilancio di questo biennio?
«Credo di aver rispettato la parola data. Avevo promesso di essere presente e attivo: detto, fatto. Prenda la nuova Champions: Inghilterra, Italia e Spagna avranno tre posti sicuri, invece di due, ma il quarto uscirà da preliminari decisamente più impegnativi. Al vertice, è giusto che ci arrivino i migliori, e pazienza se son sempre quelli. Ciò che mi premeva, era la base: l’abbiamo allargata ai sogni di tutti».
Una riformina, più che una riforma vera e propria. Non avete toccato la formula ma, semplicemente, i criteri d’accesso.
«Un passo alla volta: non sono mica un dittatore».
Qualche errore lo avrà pur commesso?
«Vengo dal campo, non dalla burocrazia. Ho seguito l’istinto, la passione. È probabile che, quando accusai Arsène Wenger di parlare solo di business, fui troppo duro».
La lotta al razzismo?
«Procede. Sa come la penso. In casi estremi, interrompere le partite e penalizzare i club».
La violenza?
«C’è stata, purtroppo, e sempre ci sarà. A maggior ragione, non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia».
Le scommesse?
«Sono un cancro, e per colpa della diffusione via Internet potranno avere conseguenze bestiali. Ho pregato i governi di darci una mano. Comperare un avversario, un arbitro, una partita, significa uccidere lo spirito del calcio».
Gli Europei 2012 si faranno in Polonia e Ucraina?
«Si faranno».
D’accordo, ma si faranno proprio lì?
«Si faranno... Battute a parte, polacchi e ucraini sanno cosa vogliamo. Un nuovo stadio a Varsavia, e uno a Kiev».
In caso contrario?
«Niente Europei».
Se non in Polonia e Ucraina, dove?
«Decideremmo sul momento».
Ottimista o pessimista?
«Ottimista».
Non sono troppe 24 finaliste per gli Europei del 2016? In fin dei conti, le nazioni affiliate all’Uefa sono «solo» 53.
«E perché? L’idea mi è sempre piaciuta».
Ma non aveva preso di mira, proprio lei, i calendari intasati?
«Appunto. Via le amichevoli insulse e largo alle cose serie, alla qualità della quantità. Domanda a bruciapelo: meglio una sfida di qualificazione così così o un’amichevole?».
Dipende: Italia-Brasile del 10 febbraio ha un gran fascino.
«Sì, ma è la classica eccezione. Mi dia retta. Abolire certe amichevoli e sopportare cristianamente certe eliminatorie: anche perché non passeranno più soltanto le prime due di ogni gruppo».
Brasile o Italia: Amauri la sta menando da mesi. Favorevole o contrario ai cacciatori di Nazionali?
«Capisco il dilemma, non il mercato. Mi spiego meglio: non siamo più nell’età della pietra dove gli Alfredo Di Stefano potevano servire tre padroni, Argentina, Colombia, Spagna. Oggi, bisogna sceglierne uno. Liberissimo, Amauri, di pensarci su e, magari, di esternare i suoi dubbi. Sono ben altre le cose che mi scandalizzano».
Quali, per esempio?
«Il doping dei bilanci e il mercato dei minori».
Due carichi da undici...
«Finora, come presidente mi sono divertito. Era facile, di più: facilissimo, non tradire la fiducia degli elettori. Il bello comincia adesso».
Il bello e il difficile...
«Proprio così. Il fair play finanziario è uno degli obiettivi. Basta con i budget gonfiati o, peggio, taroccati. Chi è oppresso dai debiti, deve dimostrare di poterli ripianare. Altrimenti, arrivederci e grazie. Non si tratta di ficcare il naso nelle varie Covisoc di Italia, Spagna, Inghilterra eccetera. Cosa che non mi permetterei mai. Quello a cui punto è una task force gestita dall’Uefa che vigili sulle domande di ammissione e le relative licenze».
A Biarritz, però, i politici si sono opposti.
«Al tempo: si sono opposti a interventi invasivi e lesivi delle rispettive autonomie ma, se permette, in ambito Uefa decidiamo noi, non loro».
E sui giovani, ci sono novità?
«Mi auguro che ce ne siano presto. Così non si può andare avanti. Sono per il blocco dei trasferimenti da Paese a Paese al di sotto dei 18 anni (tetto minimo). L’Unione Europea da questo orecchio non ci sente, peggio per lei. A furia di guardare sempre e soltanto la vetrina, stiamo perdendo di vista il traffico che infuria nei retrobottega. Siamo arrivati a una vera e propria sorta di schiavismo intercontinentale. In ballo, bambini dai nove ai dodici-tredici anni. Una vergogna».
Allargando il tiro: l’operazione Beckham?
«Lui mi piace, l’operazione no. Che senso ha un prestito di due-tre mesi? Boh».
Ancelotti sogna di schierare, tutti insieme, Beckham, Pirlo, Seedorf, Kakà, Pato e Ronaldinho. Pura follia o che cosa?
«E lo chiede proprio al sottoscritto? È un disegno che sembra folle, ma folle non è. Dipende dallo spirito di sacrificio dei Kakà, dei Ronaldinho e compagnia cantante. Tutti, a turno, dovranno inventarsi Gattuso. Nel calcio l’impossibile non esiste. E poi, come insegnava Liedholm, più una squadra tiene palla meno rischi corre».
Il più bel gol del 2008 che ha visto dal vivo?
«Tanti. Ero a Torino quando Del Piero fulminò Iker Casillas dal limite. Mi alzai in piedi: e non solo per la mia juventinità».
La squadra più divertente?
«Tutti indicano il Barcellona, ed è vero. Occhio, però, a non trascurare il Manchester United. A Yokohama mi ha entusiasmato. D’accordo, di fronte aveva degli ecuadoriani e non dei mostri, ma ha dominato anche in dieci, dopo il rosso a Vidic».
Italia-Inghilterra in Champions: pronostico?
«Noto un soffuso equilibrio, Chelsea e Juventus si somigliano, Arsenal-Roma senza Fabregas e Totti perde molto, Mourinho voleva proprio lo United, che... sedere».
Gli inglesi, la stagione scorsa, ci massacrarono.
«Vero. Però il vostro campionato è cresciuto. Piano piano, sta tornando ai livelli di quando c’ero io... Mi ha impressionato il Napoli e, più in generale, la penuria di squadre materasso».
Tornerà a esserci spazio per un miracolo tipo Verona 1985?
«Da voi non credo proprio. E nemmeno in Spagna o in Premier. Sono campionati economicamente troppo sbilanciati. Forse in Germania, dove sono più rigorosi».
Ibrahimovic?
«Mi sarebbe piaciuto giocargli a fianco. Mi sa che non mi sarei proprio annoiato. E, tiro a indovinare, neppure lui».
Il problema arbitrale?
«Per risolverlo, ce ne vogliono due in più. I giudici di porta, quelli che abbiamo provato, con successo, in Slovenia, Ungheria e Cipro».
Blatter non ha gradito.
«Uffa».
Roma e la finale di Champions: le ultime?
«Ma quali ultime. Roma avrà la sua finale, la città è splendida, lo stadio ok. Mi aspetto solo più cura nel presidio delle zone adiacenti. Di solito, i tafferugli scoppiano proprio lì».
Senza barriere?
«Senza barriere: una promessa, non un sogno».
La recessione rischia di spolpare il calcio.
«Il calcio possiamo ucciderlo solo noi, diretti interessati. Il momento è grave, lo so, ma non sarà un (eventuale) taglio agli stipendi a rompere il giocattolo».
Resta valido il desiderio di consegnare la Champions alla Juventus?
«Come no. La Champions alla Juve e l’Uefa al Saint-Etienne. Le mie squadre. Manca il Nancy, ma non si può avere tutto. Fra settembre e dicembre sono diventato nonno di due splendidi nipotini, Eva e Tom. Un anno bellissimo, il 2008: sul serio».
HODGSON INGUAIA IL CHELSEA, SCOLARI TRABALLA - Corsera - Chissà se Roy Hodgson, senza volerlo, è riuscito a dare la spinta decisiva per trascinare Roberto Mancini sulla panchina del Chelsea. L'uomo di Croydon, che aveva allenato l'Inter dal '96 al '97, ha festeggiato il primo anniversario alla guida del Fulham (lo aveva preso il 29 dicembre 2007, quando era penultimo in Premier League, portandolo ad una prodigiosa salvezza), fermando i Blues sul 2-2 e consolidando una classifica già rassicurante. Subito in vantaggio con Dempsey (difesa del Chelsea al cinema), il Fulham è stato raggiunto e superato da una doppietta di Lampard nella ripresa, prima di pareggiare al 45' ancora con Dempsey (testa, con difesa immobile). Conclusione: Hodgson ha migliorato il suo rendimento (l'1 gennaio 2008 aveva esordito perdendo 2-1 contro il Chelsea); Scolari ha visto salire il vantaggio del Liverpool (5-1 in casa del Newcastle) a 3 punti, dopo 20 giornate di campionato, nella domenica in cui è tornato a vincere anche l'Arsenal (1-0 al Portsmouth) e in attesa del Manchester Utd impegnato stasera con il Middlesbrough. Il 2-2 nel sentitissimo derby londinese con il Fulham apre una crisi profonda nel Chelsea, perché la squadra ha collezionato 10 punti nelle ultime 7 partite (su un totale di 21 disponibi-li), un ritmo da squadra di centroclassifica. I rapporti fra Scolari, ingaggiato a giugno (l'annuncio ad Europeo in corso), per sostituire Avram Grant e i giocatori sono tutt'altro che distesi, come si è visto anche dalle urla del tecnico brasiliano alla squadra, soprattutto sul 2-1, e da un pubblico litigio con il portoghese Bosingwa, che dovrebbe essere uno dei suoi fedelissimi. I rapporti di Scolari con Abramovich sono al minino storico e la tentazione di arrivare ad un esonero clamoroso (e costoso) è molto forte in queste ore, visto che ci sono ancora margini per un'inversione di tendenza. Roberto Mancini, al di là delle sue qualità tecniche, messe in vetrina non solo nel suo quadriennio interista (sette trofei), potrebbe essere la soluzione giusta perché non a termine. Per Luiz Felipe Scolari il 2008 non è stato il miglior anno della sua carriera. Da c.t. del Portogallo sembrava destinato a vincere il titolo europeo: nel girone A, la squadra aveva giocato un gran calcio, battendo Turchia e Repubblica Ceca, salvo perdere con la Svizzera a qualificazione raggiunta; nei quarti, pur essendo favorito, il Portogallo era riuscito a farsi battere dalla Germania (2-3, 19 giugno): una partita giocata in maniera scriteriata, sempre in balia del contropiede tedesco, che aveva portato ad un'eliminazione inattesa e mal digerita dai portoghesi, convinti che l'annuncio da parte del Chelsea dell'ingaggio di Scolari (10 giugno) avesse contribuito a rovinare tutto. Abramovich considerava Scolari come l'uomo giusto per fondere nel Chelsea l'esigenza di vincere con la necessità di offrire un grande spettacolo. All'inizio della stagione, tutto sembrava girare bene, poi la sconfitta in casa della Roma in Champions League ha rotto il filo dell'equilibrio; adesso Scolari trema.
JUVE ALLE PRESE COL CASO IAQUINTA - Tuttosport -  Vincenzo Iaquinta sta vivendo una situazione paradossale. Gioca sempre meno nella Juve, complici anche gli infortuni, ma piace sempre di più. Per lui arrivano offerte un po’ da tutta Europa - dallo Zenit San Pietroburgo al Tottenham, senza dimenticare che in estate la Roma gli ha dato una caccia serrata - ma al momento il giocatore non sembra intenzionato a chiedere di cambiare aria. Né la dirigenza ha finora preso seriamente in considerazione l’idea di privarsene. Ma la situazione potrebbe cambiare. In questi casi, la volontà del giocatore conta molto. E Iaquinta, che è un idolo dei tifosi bianconeri, desidera rimanere a Torino per dimostrare di essere uno da Juve. Il suo problema, finora, oltre agli infortuni, è stato il rendimento molto al di sopra delle aspettative della coppia Del Piero-Amauri. Vincenzo è stato titolare solo tre volte da ottobre in poi su sedici partite della squadra. E in tutti e tre i casi si è trattato di match di scarsa importanza. Ma fare la riserva di lusso al duo d’attacco migliore del campionato ci può anche stare. Meno comprensibile è il trattamento da debuttante che Ranieri gli ha in troppe occasioni riservato, facendolo entrare nei minuti finali delle gare. I rapporti tra i due si sono dunque deteriorati, come ha dimostrato l’esultanza polemica dell’attaccante quando è andato a segno con il Genoa pochi secondi dopo il suo ingresso in campo. Insomma, le condizioni perché tra Iaquinta e Juve si arrivi al divorzio ci sono tutte. Finora il centravanti calabrese ha continuato a coltivare il sogno bianconero, ma bisogna considerare che con il rientro di Trezeguet lo spazio a sua disposizione diminuirà ulteriormente. Quale sarà a quel punto il suo atteggiamento?
JUVE, PAZZA IDEA MILITO - Tuttosport - Diego Milito sta incantando la Genova rossoblù. E a suon di gol ha conquistato le attenzioni dei maggiori club europei, dal Real Madrid all’Inter. Adesso, però, sul fenomenale attaccante argentino del Genoa piomba anche la Juventus. In silenzio, come è d’obbligo in operazioni del genere, ma con decisione.
SECCO NO - Milito non si muoverà dalla Liguria fino al prossimo giugno. Su questo punto il patron rossoblù Preziosi è stato chiaro. E, a quanto pare, ha già detto no all’Inter, che avrebbe voluto assicurarsi i servigi dell’ex giocatore del Saragozza già a gennaio. Moratti come d’abitudine aveva offerto mari e monti - soldi e uno tra Burdisso, Dacourt, Obinna e Jimenez - ma il Genoa ha risposto con un secco niet. Talmente secco che qualcuno ha ipotizzato che l’argentino fosse già stato promesso a qualche altro club. Ed è spuntato fuori il nome della Juve.
PRIME MOSSE - Da tempo dalle parti di corso Galileo Ferraris si guarda con interesse a Milito. Che sarebbe un’alternativa perfetta a Trezeguet, nel caso il francese, dopo la doppia operazione alle ginocchia, stentasse a tornare alla forma di un tempo. In più, rispetto al francese, il giocatore sudamericano non avrebbe problemi a fare la seconda punta e si integrerebbe alla perfezione con Amauri. Partendo da queste considerazioni, i dirigenti della Juve, forti degli ottimi rapporti col Genoa, hanno cominciato a muoversi per assestare il colpo decisivo a primavera.
LA VALUTAZIONE - In casa bianconera sono tutti consapevoli del fatto che non sarà un’operazione indolore dal punto di vista economico, perché con ai tifosi genoani Preziosi potrà giustificare la vendita del Principe solo se incasserà una valanga di soldi. La valutazione dell’argentino si aggira oggi tra i 16 e i 18 milioni di euro, ma potrebbe salire fino a 20 se continuerà a segnare con l’impressionante continuità messa in mostra finora.
MALOUDA O SILVA PER IL DOPO NEDVED - Corriere dello Sport - Tre grandi acquisti ha messo in preventivo Jean Claude Blanc per il prossimo anno: un esterno sinistro di centrocampo, un regista, un difensore duttile in grado di essere impiegato al centro oppure a destra. Il mercato della Juve sarà poi completato con altre operazioni. Per esempio se Iaquinta manifesterà l’intenzione di andare via, arriverà un altro attaccante. Stesso discorso nel caso in cui qualche altro giocatore fosse ceduto.
GIOVANI DA RIPORTARE A CASA - Il resto delle operazioni sarà completato con il ritorno a Torino di alcuni giovani bianconeri che stanno giocando altrove e con l’acquisto di uno o due giovani di grande avvenire che la società ha già individuato soprattutto all’estero.
IL GRANDE PROGETTO - Il progetto Juve ha una piccola variante: Blanc ha già detto che uno dei tre grandi investimenti previsti per l’estate prossima potrebbe essere chiuso a gennaio (se ci sarà una buona occasione) e Secco ha aggiunto che in ogni caso la priorità del mercato bianconero è l’acquisto di un esterno sinistro di centrocampo in grado di sostituire nei prossimi anni Nedved. In casa bianconera si fanno i nomi di Diego e D’Agostino per il centrocampo, di Zapata e Ivanovic per la difesa, ma il primo obiettivo non è il centrale di centrocampo oppure il difensore, ma quello dell’esterno sinistro: il francese Malouda (Chelsea) e lo spagnolo Silva (Valencia) hanno guadagnato molto terreno in queste ultime settimane.
GLI ALTRI NOMI - Sono i due giocatori sui quali Blanc e Secco hanno manifestato il maggiore interesse, quelli per i quali la società è disposta a fare un qualcosa i più. Non mancano altre candidature: quelle di Babel, Zhirkov, Joaquin e Van der Vaart. Non a caso i sei centrocampisti accostati recentemente alla Juventus sono acquistabili a gennaio perché, come vedremo, per una ragione o per l’altra tutti si trovano al centro di situazioni particolari: problemi economici dei rispettivi club di appartenenza da una parte e situazioni tecniche non proprio chiare dall’altra.
SILVA ALLA JUVE, TUTTI LO VOGLIONO - Corriere dello Sport - David Silva alla Juve si può fare. La crisi finanziaria globale sta per rendere insostenibile la situazione del Valencia che probabilmente sarà costretto a cedere in bre­ve tempo non solo David Sil­va, che piace molto a Ranieri e alla Juve, ma anche gli altri giocatori più importanti tra i quali Joaquin, Morientes, Vi­cente Rodriguez, Albiol, Mi­guel, Manuel Fernandes e Hugo Viana. Tra i cedibili, al­meno per il momento, non fi­gurerebbe il nome di David Villa che il presidente valenciano Soriano ha bloccato per non sollevare la piazza.
IL PREFERITO DAI TIFOSI - David Silva risulta tra l’altro anche il gio­catore più votato nel nostro sito come rinfor­zo preferito dai tifosi per la Juve ( guarda il sondaggio ), davanti a Van der Vaart e Zirkov. La società bianconera da un paio di mesi sta seguendo da vicino l’evolversi della situa­zione in cui è pesantemente invischiato il club levantino. Il presidente Soriano in au­tunno ha preparato un piano di risanamento che sta scricchiolando perchè diversi istituti bancari a cui il Valencia si era rivolto sono in difficoltà nell’erogare nuovi finanziamenti al­la società. Sono oltre 150 milioni i debiti del Valencia che oltretutto si è impegnato anche nella costruzione del nuovo stadio per altri 200 milioni. Secondo fonti spagnole già a gennaio il Valencia sarà co­stretto a cedere alcuni gioca­tori.

 
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MUGHINI SHOW
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GIU' LE MANI DALLA JUVENTUS



IL 5 MAGGIO BIANCONERO


DEL PIERO MAGIA SCUDETTO


MILAN-JUVE 1-6 !!!
 
 

DEL PIERO LIVE IN SAN SIRO


TREZEGOL INCORNA IL MILAN


SAN GIGI BUFFON: I MIRACOLI


IL MIO CANTO LIBERO


INNI JUVENTUS


L'EUROGOL DI DEL PIERO ALLA GERMANIA


TOKIO, 8 DICEMBRE 1985: JUVENTUS CAMPIONE DEL MONDO
 

JUVENTUS CAMPIONE D'EUROPA

 

DECALOGO DI FARSOPOLI


LA VERA STORIA



PROCESSO FARSA


QUESTO E' MORATTI!
Beppe Grillo svela i loschi affari del presidente dell'Inter e della sua azienda.

 

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