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Un blog creato da pileggi il 18/03/2008

Ambiente&Risorse

DATI SULLA SPECIFICITA' DEL TERRITORIO ...........per favorire la valorizzazione delle ingenti disponibilità di risorse naturali (falde e sorgenti di acqua potabile e termale, suoli, giacimenti minerari, spiagge,montagne, geositi, forme di vita vegetali e animali terresti ed acquatici, ecc); -e ......... per stimolare interventi urgenti finalizzati alla Difesa delle popolazioni e ad ATTENUARE I DANNI DAI RISCHI IDROGEOLOGICI FRANE ALLUVIONI TERREMOTI TSUNAMI da inevitabili fenomeni naturali (precipitazioni, sismicità, vulcanesimo, ecc)

 
 

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GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA http://www.geologopileggi.it/

Post n°12 pubblicato il 09 Aprile 2008 da pileggi
 

22 MARZO

GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA

http://www.geologopileggi.it/

Nella regione più ricca di risorse idriche, con 716 Km di coste bagnate da due mari e con il più diffuso e grave degrado idrogeologico del Belpaese, nessuna iniziativa dei responsabili della gestione e tutela dell’oro blu per la Giornata mondiale dell’acqua promossa dalle Nazioni Unite per il 22 marzo. A differenza di quanto si è verificato nelle altre regioni e in tanti altri luoghi del  Pianeta, in Calabria si è persa un’altra occasione per ..... 

leggi su alcuni LINKhttp:

//www.facebook.com/ext/share.php?sid=90810361280&h=Vzciq&u=B8uuX&ref=mf

http://www.associazioneilcampo.com/Calabria/testo.asp?NumberSearch=304

http://www.lameziaweb.biz/new_stampa.asp?

http://www.calabresi.net/20080422421/Risorse-Calabresi/2008-anno-internazionale-del-pianeta-terra.html

id=9195 http://www.arealocale.com/default.asp?ID=1412&action=article

http://www.soveratoweb.com/modules.php?name=News&file=article&sid=4395

 

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pileggi
pileggi il 24/03/09 alle 10:45 via WEB
Nella regione più ricca di risorse idriche, con 716 Km di coste bagnate da due mari e con il più diffuso e grave degrado idrogeologico del Belpaese, nessuna iniziativa dei responsabili della gestione e tutela dell’oro blu per la Giornata mondiale dell’acqua promossa dalle Nazioni Unite per il 22 marzo. A differenza di quanto si è verificato nelle altre regioni e in tanti altri luoghi del Pianeta, in Calabria si è persa un’altra occasione per: - informare e educare tutti i cittadini affinché diventino soggetti attivi nel processo di gestione delle risorse idriche e di tutela dell'ambiente da cui l'acqua trae origine; - assicurare il riconoscimento generale dell'acqua come elemento prezioso e vitale da rispettare attraverso un uso sostenibile; - promuovere la conoscenza dell'acqua come fattore essenziale per l'agricoltura e per una sana alimentazione. La grande disponibilità d’oro blu nella regione è ben documentata nello Studio Organico Delle Risorse Idriche della Calabria, “Progetto Speciale 26”, Studio che, tra l’altro, conferma quanto già rilevato negli anni trenta del secolo scorso quando furono individuate e descritte trenta mila sorgenti. E precisamente: 4.598 sorgenti con portate superiore a un litro al secondo e 14.744 sorgenti con portata superiore a 60 litri al minuto, con disponibilità complessiva di 43.243 litri al secondo. A queste sono da aggiungere altre 10.442 sorgenti con portata inferiore a sei litri al minuto e le falde freatiche ed artesiane delle tre pianure della regione. Sulla rilevanza di questo prezioso patrimonio è inoltre da considerare che tra le sorgenti con portata superiore ad un litro al secondo ben 211 sono caratterizzate da acque calde e 5 termali con temperatura superiore a 30 gradi centigradi. E, non è per caso che, nella stessa Calabria ricchissima d’acqua, la Direttiva dell’Unione europea e le norme “in materia di valorizzazione e razionale utilizzazione delle risorse idriche e di tutela delle acque dall'inquinamento” restano ampiamente non applicate. La mancata raccolta e l’irrazionale utilizzo delle preziose sorgenti collinari e montane, oltre a limitare lo sviluppo ed a creare disagi nelle popolazioni, accentuano i ben noti processi di degrado e dissesto idrogeologico del territorio. Nelle zone di pianura costiera l’irrazionale emungimento operato attraverso migliaia di trivellazioni, non essendo compatibile con i tempi di ricarica sta riducendo le falde idriche con conseguente ed irreversibile avanzamento delle acque salmastre ed il costipamento delle rocce serbatoio, con il ben noto abbassamento del suolo al quale sono connessi i fenomeni di deperimento della copertura vegetale e l’arretramento dei litorali con l’invasione del mare. In pratica invece di sviluppo e ricchezza, la troppa acqua disponibile provoca: movimenti franosi sui rilevi collinari e montani, alluvioni in pianura con l’allagamento ed il convogliamento anche di rifiuti e, quindi, l’inquinamento delle falde idriche e delle acque marine. Oltre all’irrazionale utilizzo, in Calabria, si continua a trascurare che l’acqua disponibile oltre ad essere abbondante è d’ottima qualità e tra le migliori d’Italia e d’Europa. Per le caratteristiche geolitologiche delle rocce serbatoio e per la composizione dell’aria attraversata dalla pioggia prima d’infiltrarsi nel sottosuolo, l’acqua delle sorgenti calabresi presenta composizione chimica, biologica e temperatura ottimali dal punto di vista della potabilità. Grazie ai preziosi accumuli di minerali presenti nelle antichissime rocce costituite prevalentemente da Graniti, Scisti, Gneiss che non si trovano in nessuna regione della catena appenninica la mineralizzazione delle acque calabresi, è particolarissima. La diffusione di queste rocce, i processi geodinamici e la piovosità molto elevata (la Calabria è una delle regioni più piovose d’Italia) rendono il territorio calabrese ricco di suoli fertilissimi e di numerose sorgenti e falde d’acqua potabile ed anche termale di rilevante importanza. Sui processi di formazione, in generale, va considerato che una prima mineralizzazione avviene durante l’infiltrazione nei suoli che forniscono sali minerali e ioni derivanti dall’alterazione delle argille. Più in profondità, gli ammassi rocciosi entro cui circolano le acque possono essere schematicamente distinti in: rocce a composizione prevalentemente silicea chimicamente poco o pochissimo solubili, caratterizzati da permeabilità decrescente e fessure che tendono ad occludersi per il deposito di caolino ed argilla originati dall’alterazione dei feldespati; e rocce a composizione calcarea con elevata solubilità che aumenta con il grado d’acidità delle acque meteoriche e permeabilità crescente. In particolare, il tipo di fessurazione e la localizzazione di Graniti, Scisti, Gneiss, Porfidi a composizione silicea della Sila, della Catena Costiera, delle Serre e dell’Aspromonte favoriscono sistemi di filtrazione e adsorbimento con formazione di sorgenti di buona ed ottima qualità riguardo anche l’assenza d’inquinamenti chimici e microbici. D’altra parte, nei terreni sedimentari presenti in corrispondenza delle tre grandi pianure di Sibari, S.Eufemia e Gioia Tauro e nelle fasce costiere della Calabria si alternano strati permeabili di ghiaie e sabbie a strati impermeabili all’acqua, come argille e limi, con più falde idriche di qualità e quantità variabile secondo i terreni attraversati e dal tempo di circolazione. Va anche considerato che la pioggia che alimenta le falde non è acqua distillata, ma può contenere una gran varietà di sostanze come:ioni e composti azotati derivanti, ad esempio da polveri portati dal vento, spray marini, gas e sublimazioni di solidi della crosta terrestre ed emesse da attività vulcaniche, prodotti metabolici immessi nell’atmosfera da organismi viventi, ecc. Oltre che dalla qualità dell’aria, l’identità chimico-fisica delle acque sotterranee dipende principalmente dalla composizione della roccia serbatoio e da altri fattori quali la permanenza nel sottosuolo, l’interazione fra acqua e roccia e l’eventuale mescolamento fra acque con diverse caratteristiche. In base alla quantità di sali minerali contenuta ed alla legislazione vigente le acque sono classificate in minimamente mineralizzate, oligominerali, minerali e ricche di sali minerali. Secondo il tipo di sostanza prevalente sono dette solfate, fluorate, calciche, bicarbonatiche, magnesiache, ecc. Evidentemente gli effetti sulle persone possono variare moltissimo secondo le particolari condizioni fisiologiche di ogni individuo: il fluoro, ad esempio, utile per combattere la carie e l’osteoporosi se in eccesso può provocare intossicazioni, anche il sodio che è fondamentale nel biochimismo generale se presente in quantità elevate determina ritenzione idrica con conseguenze sull’apparato circolatorio. I diversi effetti prodotti dalle acque calabresi sui viventi sono noti e descritti fin dai tempi più remoti. In proposito è significativo quanto descritto da Gaio Plinio Secondo nella Storia Naturale. Riferendosi alla diversa proprietà delle acque di due corsi d’acqua della Piana di Sibari ed in modo suggestivo, Plinio riferisce che:“A Turii, secondo Teofrasto, il Crati conferisce biancore a buoi e pecore, il Sibari color nero; perfino le persone risentono di tale differenza di effetti: quelli che bevono dal Sibari, infatti, sono più scuri, più duri e di capelli ricci, quelli che bevono dal Crati chiari di carnagione, più molli e con la chioma lunga”. Paradossalmente, nella regione che può vantare le fonti più esclusive e le migliori qualità, si continua ad ignorare o a sottovalutare anche la tendenza in atto e sempre più diffusa nei locali di ristoro di presentare con la carta dei vini anche la Carta delle Acque. I gravissimi danni provocati dall’acqua negli ultimi mesi ed il loro progressivo aumento ad ogni nuovo evento piovoso impongono una vera svolta nell’utilizzo del prezioso patrimonio idrico della regione. Svolta che richiede una concreta politica d’investimento e difesa del suolo ed i vari strumenti normativi, attuativi e di programmazione indicati nella Direttiva 2000/60 dell’Unione europea; politica e strumenti mirati a proteggere la risorsa acqua, promuovere un suo utilizzo sostenibile in tutti i settori e allo stesso tempo garantire la sua conservazione per le generazioni future.
 
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