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IL LIBRO DI CARLO AMATO SULLA STORIA DEL TIRO
Sebbene il compito delle opere storiche sia principalmente quello di offrire ailettori una sintesi dei risultati raggiunti dalla storiografia monografica se non, in certi casi, di fornire un’ ampia riesposizione,come suol dirsi, organica di cose e fatti già noti o addirittura esibire al lettore sotto altra forma quello che egli, con un piccolo sforzo, potrebbe procurarsi presso libri già esistenti, nel caso della stesura di questo mio libro, per il fatto che a tutt’ oggi non esisteva né una cronaca né una raccolta documentaria riguardante l’ argomento trattato, ho dovuto effettuare ricerche a largo raggio, ricerche in un campo mai esplorato prima d’ ora e che si sono protratte per oltre tre anni. Se leggendo si noterà che la cronaca si è aperta più o meno surrettiziamente il varco nella storia siamo sicuri del vantaggio per coloro che chiameranno antico il nostro tempo. Iscritto alla nostra Società di tiro cittadina da oltre trent’ anni, ho voluto,nelle pagine che ho scritto, rinnovare la memoria per vivere meglio il futuro. Area personale- Login
DOL..ORI OLIMPICI
Dalla prima Olimpiade di Atene del 1896 a quella di Londra del 2012 i nostri ori sono soltanto 3…..Non vi sembrano un po’ pochini? Il tiro a segno, sport che fino a qualche anno addietro, era il culto e l’ amore di pochi, venne poi conquistando le masse col fascino passionale delle sue gare. Ma gli organi dirigenti non dettero mai al tiro lo sviluppo e l’ importanza, cosa che accade invece in altre nazioni, che esso veniva continuamente assumendo per il crescente favore dei nostri giovani. Nel tiro manca l’ approccio che il nostro sport dovrebbe avere con i giovani, approccio che dovrebbe avvenire soprattutto nelle scuole di stato e non.
“LO SPORT DEL TIRO” NELLA SCUOLA
Specialmente nella scuola mancò, e manca tuttora, quell’ “indirizzo” alla pratica del tiro che potrebbe richiamare i giovani a quelle prove che danno saldezza di nervi e alta capacità di concentrazione, doti che , come l’ educazione spirituale ed intellettuale, salvo lievi modificazioni, rimarranno inalterate per la vita. I campioni del domani verranno scovati solo facendo divulgazione nelle scuole: non basta che il figlio del tiratore che ha tanto entusiasmo da rubare dal suo tempo libero una fetta per allenarsi, emulando il padre, si affacci all’ agonismo cercando disperatamente di mettersi in luce magari per qualche posticino in squadra nel nostro campionato nazionale. Peccato, pensate quanto è vasta la platea di ragazzi su cui operare. Si dovrebbero vincere molte difficoltà, è vero; si dovrebbe soprattutto urtare contro le ostili prevenzioni di vecchi o giovani invecchiati innanzi tempo. Direte: molte Sezioni svolgono attività esplorative già da molto tempo. E’ vero, ma spesso queste belle iniziative lasciano il tempo che trovano. Mi spiego. Molte sezioni organizzano leve di tiro ma, inevitabilmente, qualche ragazzino che mostra un qualche talento, brucia questa capacità miseramente nel giro di qualche anno.
“LA SCUOLA” NELLO SPORT DEL TIROVenendo a proposte concrete, bisognerebbe organizzare una vera scuola nello sport del tiro dove le sezioni “cittadine” rappresenterebbero, sotto ceri aspetti, il percorso ” elementari-medie” mentre la fase “liceo” dovrebbe essere affidata ad un team “regionale “maggiormente specializzato di istruttori. E “università”? Direte voi. Questa è la nota dolente… Mancando personale altamente specializzato, perché non affidarsi a docenti stranieri che però dovrebbero lavorare su elementi già “maturi” per il tiro. Solo così, a mio avviso, crescerebbero tra noi generazioni di tiratori meravigliosi che potrebbero portare i colori italiani alla vittoria nelle competizioni che contano. Ho cercato di essere il più sintetico possibile ma l’ argomento suggerisce tante problematiche tra cui l’ argomento “tiratore di stato” sul quale mi ripropongo di scrivere in seguito. Menu |
QUESTO BLOG E' DEDICATO AL TIRO A SEGNO SPORT NOBILE Il tiro a segno non è affatto uno sport facile. Servono una grande capacità di concentrazione e soprattutto una grande passione. Bisogna assistere ad una gara di tiro a segno per capire, attraverso l’espressione di un tiratore, quanto sia grande lo sforzo che compie per concentrarsi. Andate in qualche poligono di tiro per capire, solo per capire……
LINKS UTILI150° DEL T.S.N. NAPOLI
Perché il "tiro a segno" e perché a "Napoli"? Il "tiro" perché è una delle attività più antiche e la sua evoluzione è andata di pari passo con quella dell’ uomo e quindi con i mezzi che egli ha usato per tirare. Il "tiro" perché fa parte, e con esso le armi, della cultura e della storia dell’ uomo: le armi non sono nate per offendere, ma per essere usate per la caccia e quindi per la sopravvivenza dell’ uomo stesso. Il "tiro a segno" perché è uno sport di antichissime tradizioni che piace perché è rimasto fedele ai suo principi ispiratori: la sfida con se stessi per conoscere i propri limiti e la continua ricerca di dominare le proprie emozioni. Il "Tiro a segno a Napoli" poi, perché la nostra città, sempre presente sulla scena del tiro in Italia fin dalla sua istituzione avvenuta nel lontano 1861, è stata sempre legata a questa disciplina scrivendo pagine di storia gioiosa ed a volte tormentata. Il Tiro a segno a Napoli ha dato assai di rado argomenti a discussione: quel poco che è stato scritto nelle riviste, nei giornali, in pubblicazioni specializzate e che poche volte è stato riportato dai mass media, è passato quasi sempre fra l’ indifferenza dei più. Eppure l’ istituzione, fin dal 1861, ebbe affezionati e devoti cultori che consacrarono intelligenza e tempo negli uffici sociali, né si arresero alle molteplici difficoltà che incontravano per via e non mancò, l’ iniziativa privata. NOTIZIE TRATTE DAL LIBRO DI CARLO AMATO: IL TIRO A SEGNO A NAPOLI Storia,cronaca, luci ed ombre info: karlamato@libero.it
PRESENTAZIONE DEL LIBRO AVVENUTA NEL MAGGIO 2006 NELLA SEDE DELLA SOCIETA' 21 MAGGIO 1862: ISTITUZIONE DEL TIRO A NAPOLILe prime elezioni si ebbero il 30 novembre 1864: il presidente era di autorità, come prevedeva la legge, il comandante della Guardia Nazionale di Napoli nella persona del Comm.Gen. Francesco Gargano mentre l’ organico del Consiglio Direttivo era così composto: Vice presidenti: Cav. Tommaso Lucarelli Barone Tommaso Pallante
Consiglieri: Cav. Giuseppe Coppola - segretario Cav. Giuseppe Melchiorre Cav. Pietro Papa Cav. Giuseppe Ciliberti Cav. Francesco Ferrara Comm. Gioacchino Colonna Luigi Settembrini Francesco Giura Luigi Amato Giovanni Di Napoli Luigi Sarnelli Nei primi tempi le esercitazioni si svolgevano in un campo di tiro privato che esisteva già dal 1861 e che era situato al Corso Vittorio Emanuele sotto il costone tufaceo che tuttora incombe sulla stazione ferroviaria di Mergellina. In seguito anche il poligono militare dei Bagnoli, nato in epoca Borbonica come poligono di artiglieria e che si estendeva dal mare fino alla collina di Posillipo sviluppandosi per oltre 2 chilometri, ospitò i tiratori della Società come pure li ospitò il poligono del tiro Provinciale, sorto nel 1871 nei pressi di Piazza Carlo III, a beneficio soprattutto dei militi della Guardia Nazionale. Purtroppo lo scioglimento della Guardia Nazionale, avvenuto nel 1876, provocò una profonda crisi nel Tiro a Segno Nazionale, crisi che si protasse fino al 1880: la mancanza dell’ organico della Guardia Nazionale, intorno al quale ruotava tutta l’organizzazione, aveva portato ad un quasi completo abbandono dell’istituzione.
Con la legge del 2 luglio 1882 n. 883 si risolse la crisi e la Direzione Provinciale del Tiro di Napoli, presieduta dal Cav. Francesco Petrelli, rappresentante del Prefetto, nella seduta del 7 gennaio 1884 autorizzava la costituzione della “Società del Tiro a Segno Nazionale del mandamento di Napoli”. Il 21 gennaio il sindaco Nicola Amore,già questore della città ed insigne uomo politico che sarebbe poi stato anche senatore del Regno, indiceva le elezioni dei cinque membri del consiglio di presidenza che comprendeva per legge il sindaco ed un rappresentante dell’esercito.
Il 28 gennaio presso il gabinetto del sindaco a palazzo S. Giacomo si riunivano i consiglieri per procedere all’ elezione del presidente della Società: all’ unanimità venne eletto Nicola Amore. Con la chiusura del poligono del Tiro Provinciale, sorse la necessità di realizzare un campo di tiro adatto alle esigenze dei tiratori della Società che aveva visto incrementare notevolmente il numero degli iscritti sino a raggiungere nel 1891 quota 3200.
Sempre nel 1891 l’ allorapresidente ing. Eduardo De Siena, insieme ai consiglieri ing. Pasquale Attanasio ed ing. Tommaso Sorgente, aveva redatto un progetto di un poligono da affiancare a quello militare dei Bagnoli. Il Genio Militare, bocciando l’ idea di un nuovo poligono, si limitò a ristrutturare il poligono militare esistente adeguandolo alle norme di sicurezza che erano state imposte dal Ministero della Guerra ed attuando in parte le proposte fatte nel progetto dei tecnici della Società.
Il 12 dicembre 1897 avvenne l' inaugurazione del nuovo poligono con la gara di onore alla presenza di S.A.R. il principe di Napoli Vittorio Emanuele che tirava il primo colpo. Nel giugno 1909 si ebbe a Napoli il V Congresso del Tiro a Segno Nazionale fortemente voluto dall’ allora presidente marchese Di Campolattaro per celebrare il venticinquesimo anniversario della fondazione della Società e per festeggiare il titolo mondiale del napoletano Raffaele Frasca nell’ arma libera conquistato a Vienna il 3 luglio 1908 (Frasca è stato il più forte tiratore che abbia avuto Napoli). La prima guerra mondiale purtroppo aveva fatto ristagnare l’ attività del tiro e solo nel 1919, mentre la vita nazionale si riportava al suo andamento normale, si ebbe una certa ripresa. Nel 1920 si parlava di“nazione armata”, superando inconsideratamente tutte le premesse di trasformazione del tiro a segno da organismo militare a quello civile per l’esercizio di uno sport a carattere popolare. E si arriva al secondoconflitto mondiale Nonostante il delicato periodo di emergenza bellica l’ Unione organizzava nel 1944 un incontro a squadre su quattro armi fra tiratori italiani e tedeschi. La importante competizione ebbe luogo sul campo di tiro dei Bagnoli dal 23 al 26 maggio e l’ Italia si aggiudicò due vittorie di squadra e tre primi posti nelle classifiche individuali. Precedentemente nell’ aprile 1941 Napoli vinceva i Littoriali Femminili di Tiro, svoltisi a Firenze, con moschetto Beretta cal. 22 sia in campo individuale che a squadra. Alla gara presero parte 63 tiratrici appartenenti a 25 G.U.F. (Giovantù Universitaria Fascista) e Tina Scapagnini di Napoli precedette in classifica Magda Ceriati di Parma e Nada Minghetti pure di Napoli. Sempre Napoli vinceva a squadre davanti a Milano e a Parma. Nello stesso anno a Torino nel mese di settembre, ai campionati femminili della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) Napoli si ripeteva vincendo il titolo a squadre davanti a Brescia e Milano Nel 1943 il poligono deiBagnoli venne saccheggiato e quasi interamente distrutto indi restò requisitodai Comandi alleati fino al 1947 e, successivamente, occupato dai senza tetto. Se ciò nonostante la Sezione napoletana, dopo la derequisizione del poligono da parte dei Comandi Alleati, continuò a svolgere una certa attività di tiro, sia pure limitata, lo si dovette unicamente alla buona volontà ed allo spirito sportivo dei dirigenti e del personale. Il perfetto affiatamentoesistente fra i dirigenti e i tiratori, la cordialità che univa i giovani socia quelli anziani nel solo desiderio di far rivivere questo sport, erano lasicura premessa per la realizzazione di un programma a lungo termine cheavrebbe portato la Sezione di Napoli a rinascere dalle sue ceneri come l’ ArabaFenice. La ricostruzione del poligono iniziata nella seconda metà degli anni ’60 del 1900 e, passando per varie fasi evolutive di ampliamenti, conclusasi alla fine degli anni ’80,ha fatto sì che Napoli avesse una moderna struttura di tiro tanto da poter istituire una mirabile organizzazione sportiva che ha portato la Sezione a vincere il Campionato Nazionale per ben dodici anni consecutivi dal 1996 al 2008. E la storia continua……… Carlo Amato IL CONI PREMIA LA SEZIONE TSN DI NAPOLIIl CONI premia la Sezione di Tiro a Segno di Napoli con il COLLARE d' ORO SONO MOLTO CONTENTO DI AVER SCAMBIATO CON MARINA GIANNINI, PLURIDECORATA TIRATRICE, IL MIO LIBRO SUL TIRO A NAPOLI CON QUELLO SULLA STORIA DEL TIRO A BONDENO.
A MILANO PIACE VINCERE FACILE!
Proprio così, Milano vince il CIS grazie ad un "illecito sportivo" ovvero facendo gareggiare tra le sue fila Lukas Grunder, un valente tiratore svizzero già campione europeo iunior 2008, ma pur sempre svizzero e che certamente non poteva difendere i colori meneghini gareggiando nelle gare federali. Non solo, a Padova ai Campionati Giovanili 2010 vinceva ma ovviamente era costretto a lasciare dopo le proteste di alcune Sezioni! Ma stiamo scherzando? Pertanto, un doppio "illecito sportivo". In altri sport ciò sarebbe costato caro, molto caro. Non voglio polemizzare, la giustizia sportiva è stata assente, Milano ha vinto, Napoli si trova al secondo posto con merito ma chi ha perso è lo sport. Allego i links dei siti che riguardano Lukas Grunder solo per far capire... http://www.mattinonline.ch/2031/tiro-ottimo-risultato-svizzero-ai-mondiali A NAPOLI PIACE PERDERE FACILE.....
MA DOVE VA IL TIRO A SEGNO?
Ci rendiamo conto che il nostro sport è in agonia? Ci rendiamo conto che lo sport del tiro non assurgerà mai a sport largamente diffuso e soprattutto conosciuto fino a quando non si deciderà a scindere l' attività sportiva da quella istituzionale? E ci sarebbe tanto altro da dire. Fondamentalmente il nostro non è un sport cosiddetto"povero" ma purtroppo impoverito da uomini "poveri di idee". Scusate lo sfogo, ma dopo 45 anni di militanza nel tiro mi sento in diritto di esprimere le mie scontentezze. Il Tiro a segno Nazionale fin dalla sua istituzione avvenuta nel 1861, ha ristagnato nell' immobilismo impaludandosi in miriadi di leggi, asfissiato da pressioni puramente demolitrici, trovandosi con una doppia anima, quella sportiva e quella istituzionale; come si fa a sperare in un cambiamento che non verrà, a mio avviso, mai? Più che un cambiamento ci vorrebbe una "mutazione". Anche in campo sportivo ci sarebbe tanto da dire. Vogliamo parlare del C.I.S.? Per me è una "cosa" nata senza nessun supporto intellettuale Eppure Napoli ha tratto vantaggio da questa formula del C.I.S. di oggi vincendo per 12 anni consecutivi, record molto difficile da battere. Da qualche parte è venuta una critica: Napoli vince per quantità e non per qualità. Vinciamo, si può obiettare, con poca (ed è cosa discutibile) qualità di risultati, va bene, ma vinciamo per la qualità della nostra formidabile organizzazione sportiva. Si vuole negarlo? E poi le regole non le ha stabilite Napoli. Perché altre Società importanti non riescono a fare altrettanto?Siamo noi i più bravi! E poi quanti nostri giovani tiratori vengono puntualmente ammessi ai Campionati Italiani! E vinciamo anche il Gran Premio giovani......E se mi è concesso, il sottoscritto che cura il settore iunior umini di pistola, in tredici anni, dal 1997 al 2010, ha avuto parecchie soddisfazioni: 61 ammissioni individuali - 4 ammissioni alla Coppa Italia - due titoli italiani in PA dallo stesso tiratore che ha ottenuto anche un secondo posto - un titolo italiano in PL assoluto e di gruppo A nello stesso anno, un secondo posto in Psp di gruppo B - qualche secondo e terzo posto a squadre (quando c' erano) e parecchi primi posti nelle classifiche per specialità. Le "grandi sezioni" sono le sole ad aspirare a grandi vittorie? Non dimentichiamo che qualche anno fa Castellammare di Stabia, piccola sezione, piccolo poligono, piccole risorse economiche, tutto piccolo ma con un grande presidente, Carlo Passerini (Carlo non c'è più ma io lo ricorderò sempre con tanto rispetto), grazie ad uno stuolo di giovani tiratori riuscì a vincere il CSN! E non dimentichiamo che Pierluigi Ussorio a quell' epoca era un giovane tiratore di Castellammare.
Le società facciano un passo indietro e si dedichino soprattutto ai giovani. Un esempio: Benevento, senza ambizioni di alta classifica, ha dedicato tutte le proprie risorse ad un giovane tiratore (Mauro Bevilacqua) che si sta facendo strada meritatamente. Un bravo al presidente Vittorio Cavalluzzo. A mio avviso bisognerebbe fare molto di più per i giovani tiratori ma poi che si dà loro in cambio? Una medaglia, una coppa o un diploma e l' anonimato di uno sport tenuto nell' ombra da una ipocrisia senza fine. A me, come a tanti, questo non sta bene.. Vogliamo continuare col C.I.S.? O.K . ma solo nelle specialità olimpiche. Torniamo alle squadre di tre tiratori (sarebbe un vantaggio per le piccole Sezioni), torniamo alle Serie (A_B_C) di una volta, e soprattutto torniamo ai vecchi "punteggi di sbarramento" tra una gara federale e la seguente e vedrete che i punteggi saliranno.....Se non si "muta' il tiro a segno, quello sportivo morirà lentamente; resterà vivo solo quello istituzionale. Evviva!
Ho appena creato il mio blog. Presto inserirò i messaggi. Torna in un altro momento. Ciao |