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PRESENTAZIONE SAGGIO SULLA STORIA DELLE RELIGIONI

Post n°1868 pubblicato il 21 Gennaio 2018 da kayfakayfa
 

 

Ieri sera a Pozzuoli presso l'ARTGARAGE, nell'ambito della rassegna culturale ArtinGarage diretta da Giovanni Biccari, si è presentato il saggio PROFEZIE-MIRACOLI-INCANTESIMI del professore Vincenzo Di bonito. Relatori la sociologa Alma D'Onofrio, il professore Nicola Magliulo e il sottoscritto.

Di seguito pubblico le riflessioni che mi ha suscitato la lettura del libro.

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Chi ha la fortuna di conoscere Enzo Di Bonito sa benissimo che coltiva svariati interessi, tutti con la massima serietà e abnegazione: corsa, viaggi, produzione di vini, studio di argomenti storici e politici; non tralasciando di trasporre su carta le proprie impressioni al fine di condividerle tra gli amici o finanche inviarle via e-mail a personaggi pubblici di livello locale e nazionale per manifestare loro quali, a suo parere, sarebbero le loro mancanze rispetto ai cittadini verso cui avevano assunto impegni e responsabilità.

Coltivando a mia volta sia la passione per la corsa sia quella per lo studio di argomenti storici e filosofici, nonché quella per la scrittura, è stato naturale, quando abbiamo avuto modo di conoscerci, che tra di noi si instaurasse un'intesa intellettuale che spesso ci ha indotti a correre insieme per lunghi tratti non solo per preparare una maratona, ma come semplice pretesto per discutere di argomenti di interesse comune come appunto la storia delle religioni.

Più volte, correndo insieme, Enzo mi palesava l'intenzione di scrivere un saggio sulle religioni. Puntualmente, dopo averlo ascoltato, non mi stancavo di ripetergli che si trattava di un progetto ambizioso che sicuramente lo avrebbe impegnato in un lungo e approfondito lavoro di ricerca. E inoltre avrebbe richiesto un'attenzione particolare nella scelta del "linguaggio" tenendo conto del pubblico cui si voleva rivolgere.

Con l'umiltà che lo contraddistingue Enzo ha sempre ammesso che mai avrebbe avuto la pretesa di scrivere un trattato universitario; che prevedeva la realizzazione di un libro alla portata di chiunque volesse approcciarsi all'argomento pur non avendo fatto studi specifici. Un manuale che spiegasse sommariamente, senza entrare nel merito, perché nacquero le religioni, cosa le contraddistingue e cosa hanno in comune tra di loro. Una sorta di Bignami che sintetizzasse un argomento complesso, spesso origine sia di conflitti bellici, sia causa della sottomissione della condizione femminile, malgrado in apparenza tutte le religioni condannino la violenza contro la donna considerandola un fiore da coltivare, amare e proteggere perché nel proprio grembo si sviluppa la vita.

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L'inizio del nostro viaggio - la lettura di un libro è sempre un viaggio, e non a caso nelle riflessioni finali Enzo scrive: "avventurarsi nello studio delle fedi, dei culti e delle credenze che sin dalla loro origine a tutt'oggi hanno sempre condizionato l'esistenza umana, è stato come intraprendere un viaggio nell'indefinito oceano della conoscenza" - incomincia con il narrare l'origine delle religioni partendo dalla preistoria e finendo ai Sumeri e agli ebrei, passando per gli egizi, i greci e i romani. Non trascurando le confessioni dell'estremo oriente e quelle cosiddette minori.

Mediante un linguaggio semplice e lineare, senza mai incorrere nella retorica, né perdersi in aggettivazioni superflue che avrebbero reso il testo "indigesto", come se stesse parlando a un amico mentre corrono insieme, Enzo ci spiega che la prima forma di religione nacque allorché l'uomo primitivo, ritenendosi figlio di quella stessa natura da cui traeva ogni forma di sostentamento, non solo per nutrirsi ma per tutto ciò che fosse utile all'esistenza, istintivamente fu portato a divinizzarla - stiamo parlando di quella figura divina che in alcune culture veniva identificata con l'appellativo di Grande Madre - dando vita a tutta una serie di culti per celebrarla e onorarla. Culti che non escludevano i sacrifici umani le cui vittime sacrificali, in alcuni casi, erano gli stessi sacerdoti o sovrani le cui funzioni anticamente contemplavano non solo quelle politiche ma anche quelle sacerdotali. In epoche successive le vittime di questi sacrifici vennero scelte tra i prigionieri di guerra, o tra fanciulli e fanciulle vergini la cui integrità fisica era ritenuta condizione imprescindibile perché la divinità apprezzasse il sacrificio, e in cambio intercedesse positivamente nella realizzazione delle vicende umane per cui era stata invocata: abbondanza del raccolto e della caccia, successo in una guerra e quant'altro. La castità non era condizione indispensabile solo per chi doveva essere sacrificato alla divinità ma anche per chi doveva mettervisi in contatto e fungere da tramite con gli uomini. È il caso delle cosiddette "pupille" di cui anticamente i sacerdoti si servivano per conoscere il responso della divinità. Le pupille, termine che appunto richiama l'occhio, erano fanciulle vergini dotate di una spiccata sensibilitàper cui riuscivano a "vedere" la volontà di dio e la comunicavano agli uomini direttamente o mediante i sacerdoti che le interpellavano. La castità dei sacrificati, delle pupille e delle sacerdotesse era un marchio di qualità che ne affermava, almeno avrebbe dovuto affermarne, la purezza morale e dunque lo splendore dell'anima, condizione indispensabile per garantirsi l'intercessione della divinità, o quanto meno di alcune divinità. Tuttora tale condizione è imposta a quanti decidono di farsi preti e suore. Che poi venga rispettata, attenendoci ai fatti di cronaca, qualche dubbio è legittimo ...

È innegabile che religione e questione morale sono interconnesse, seppure potrebbero tranquillamente camminare separate.

Parlando del totemismo, una pratica religiosa basata sull'adorazione di un oggetto di forte valore simbolico, a un certo punto Enzo scrive: "in molte culture totemiche lo sciamano, ossia lo stregone, officiava un rito di "comunione", dove il totem veniva fatto a pezzi e dato in pasto all'assemblea.[...] Questo rito può essere considerato come una disseminazione ierofanica del tutto simile alla moltiplicazione dei pani e dei pesci del rito Cristiano di cui si narra nei vangeli."

Questa similitudine tra il cibo offerto dallo sciamano e il pane spezzato e offerto da Gesù ai discepoli durante l'ultima cena istituendo l'eucarestia, formalmente si chiama sincretismo religioso - ossia una convergenza di aspetti ideologici originariamente inconciliabili tra loro. Studiando la storia delle religioni, tale sincretismo lo ritroveremo ripetutamente. Ad esempio tra la religione greca e quella romana nel cui pantheon, ossia tempio sacro, rinveniamo che le divinità adorate dai romani in realtà avevano tutte le caratteristiche di quelle adorate dai greci ma con nomi latinizzati.

Sempre riguardo al sincretismo religioso, è interessate che molti aspetti della religione sumera si riscontrino in quella ebraica a conferma che, come sostengono gli studiosi e avallano i tanti ritrovamenti archeologici effettuati nell'area della Mesopotamia, la religione ebraica trarrebbe origine da quella sumera se non ne fosse addirittura un prolungamento.

Inoltre, a testimonianza dello stretto legame religioso tra queste due culture vi sarebbe la somiglianza dei fatti narrati nel Libro di Enki, il libro sacro dei sumeri, con quelli raccontati in alcuni libri della bibbia, in particolare il libro della Genesi che narra della creazione del mondo.

Per quanto concerne Pozzuoli tale sincretismo lo scorgiamo nell'edificazione del duomo sui resti del Tempio di Augusto. Così come molti altri importanti luoghi di culto cristiano vennero edificati sulle vestigia di siti pagani. Ufficialmente ciò avveniva per affermare la potenza del culto cristiano su quello pagano. Tuttavia non si può escludere che la scelta non tenesse a sua volta anche conto della natura tellurica del luogo, ovvero delle energie geofisiche che vi si sprigionavano - come ad esempio a Delfi dove il famoso tempio dell'oracolo, s'è poi scoperto, fu edificato su un'area da cui si sprigionavano gas che avevano la capacità di alterare lo stato di coscienza degli individui che li respiravano, inducendo a credere che fossero invasati dalla divinità - inducendo gli antichi a identificarvi il punto esatto in cui la Madre Terra manifestava la propria forza, edificando in quel luogo un tempio per celebrarla. In ambito iconografico, un'immagine che sincreticamente richiama alla memoria la Madonna con il bambino Gesù è quella della dea egiziana Iside con in grembo suo figlio Horus. Se vi divertite a sovrapporre le due immagine, vedrete che in molti casi combaceranno perfettamente!

Il passaggio da un tipo di religione animista, dove la natura è divinizzata, a una mitizzata, dove figure divine antropomorfe, ossia dalle fattezze umane, esterne all'ambiente in cui l'uomo vive, impongono il proprio ascendete sull'esistenza umana e alle quali l'uomo si rivolge in preghiera per trarne benefici o chiedere perdono per i propri peccati, sarebbe l'anticamera dell'avvento delle religioni rivelate - ebraismo, cristianesimo e islam - le quali individuano la propria origine nel patto stilato tra Abramo e Dio il cui nome Jehova per assonanza ricorda quello romano di Giove.

Stando a quanto afferma Vincenzo parlando dell'islam fondato da Maometto dopo una visione dell'arcangelo Gabriele, contrariamente a quanto sembrerebbe da quello che apprendiamo dai media allorché raccontano della condizione di schiavitù in cui versano le donne islamiche, esso imporrebbe di onorare e rispettare la donna. Scrive Vincenzo: "La diffusione del Corano introdusse in Arabia anche un diritto islamico che regolamentò i forti squilibri sociali che c'erano e, in modo significativo, concesse alla donna una serie di diritti sino allora considerati inimmaginabili in una società tribale maschilista. Nella cultura araba preislamica la nascita di una femmina era considerata una vera e propria disgrazia per la famiglia tanto da indurla a liberarsene immediatamente, fino a seppellirla viva subito dopo il parto."

Per quanto riguarda il cristianesimo esso sarebbe una derivazione edulcorata dell'ebraismo. Infatti mentre in molti libri del Vecchio Testamento si dà un'immagine di Dio furioso, vendicativo, che punisce chi non obbedisce alla sua volontà, il Dio professato da Gesù e dai suoi discepoli nel Nuovo Testamento è un Dio d'amore che giunge a farsi carne e a morire per poi resuscitare per salvare l'umanità dai propri peccati. Che nel Vecchio Testamento -il termine testamento intende Alleanza tra Dio e l'uomo - vi siano molti aspetti controversi è innegabile. Uno di questi segnalato da Vincenzo è il fatto che tra gli ebrei fosse consentita la schiavitù malgrado la bontà divina.

Dopo le religioni rivelate, Vincenzo discute di quelle tibetane, in particolare di quella induista e buddista, evidenziandone la differenza con quelle rivelate: mentre queste ultime si rivolgono a un Dio esterno all'ambiente in cui l'uomo vive, quelle induiste potremmo definirle intimiste in quanto il loro dio albergherebbe nell'animo umano e solo mediante un'accurata meditazione, tesa a isolare l'individuo dall'ambiente esterno, unitamente a una condotta di vita morigerata, può consentirgli di mettersi in contatto con la divinità racchiusa nel proprio sé.

In pratica se per le religioni rivelate l'uomo e la divinità sono entità distinte, e l'uomo per assurgere a Dio deve condurre un'esistenza in assoluta osservanza con i dogma religiosi, per quelle orientali l'uomo sarebbe potenzialmente una particella della stessa divinità che, lasciatosi ammaliare dalla materia, avrebbe perso la cognizione della propria identità divina. E per riconquistarla dovrà sottostare al ciclo delle rinascite, samsara, fino a quando, iniziando a vivere in sintonia con le leggi divine, non si sarà liberato dal soma dell'esistenza materiale regolato dal karma, vera e propria legge di compensazione per cui, in rapporto a come l'uomo agì nelle precedenti vite, se ne determineranno lo stato sociale, le gioie o le sofferenze in quelle successive. Alimentando un circito di ripetute esistenze, reincarnazione, che potrà interrompersi solo quando allineandosi al volere di dio e praticando tutta una serie di esercizi spirituali fondati sulla meditazione per realizzare il contatto con il proprio Sé interiore, l'uomo raggiungerà il nirvana, ossia il distacco assoluto dalla materia con conseguente "assorbimento" nella divinità, scopo finale dell'esistenza umana secondo le religioni orientali.

Essendo ogni religione il riflesso della società che la professa non sbaglieremmo ad affermare che, anziché l'oppio dei popoli, la religione potrebbe considerarsi lo specchio dei popoli. Ossia lo strumento, o quanto meno uno degli strumenti che ci consentirebbe di comprendere esattamente, attraverso lo studio dei diversi culti sviluppatisi nel corso della storia umana, come si siano evoluti nel tempo i nostri avi.

Non a caso nelle riflessioni finali a margine del libro, a un certo punto Enzo scrive, "In natura niente è statico e tutto muta. Come tutte le cose che appartengono alla natura anche la religione sin dalla sua remota comparsa è stata soggetta a continui mutamenti, che nel corso dei secoli l'hanno vista adeguarsi e adattarsi alle nuove scoperte scientifiche e ai nuovi modelli comportamentali in cui si era evoluta la società".

Essendo a sua volta l'uomo inalienabile dalla natura, seppure mai come oggi agisce come se ne fosse il padrone, scavando a ritroso nel tempo, ci renderemmo conto che anche le religioni, volente o nolente, si sono dovuto adeguare ai tempi.

La necessità di tale adattamento impose alla chiesa dei primordi di indire nel 325 d.c. un concilio nella città turca di Nicea cui parteciparono i vescovi di tutte le regioni in cui stanziassero comunità cristiane per stabilire quali dovevano essere, tra tutti i tomi che fino allora componevano la letteratura cristiana, i testi che avrebbero continuato a regolamentarla canonicamente, e quelli che invece dovevano essere banditi come apocrifi perché gli insegnamenti in essi contenuti non erano in sintonia con le esigenze di potere, spirituale e temporale, della chiesa dell'epoca.

Laddove la religione non si conforma ai tempi, ma pretende che leggi redatte anticamente vadano bene anche in epoca moderna, si pongono le basi per la nascita dei fondamentalismi religiosi che, rinnegando in maniera ottusa la modernità ritenendola opera di Satana, in virtù di un'inadeguata capacità interpretativa o per malafede di chi ha il compito di spiegare tali testi, esigere che l'uomo viva alla lettera gli insegnamenti divini come se la società si fosse mummificata a un remoto passato, alimenta l'arretratezza culturale e sociale.

La crisi del cristianesimo, registrata dal calo di fedeli degli ultimi anni, sarebbe imputabile non solo a un agire contraddittorio da parte delle autorità ecclesiastiche che, pur predicandola, spesso disattendono alla volontà divina agendo in maniere del tutto opposta rispetto a quanto essa impone - vedi la triste vicenda dei preti pedofili o gli scandali finanziari in cui sono coinvolti importanti prelati - alimentando confusione e rabbia nei fedeli; ma proprio a un non voler accettare che i tempi sono cambiati e che le regole imposte ai propri fedeli, seppure sacre, furono istituite per uomini di epoche remote, i quali versavano in condizioni di tale ignoranza e bestialità che, per tenerne a freno la barbarie, erano necessari rigidi precetti.

Questo sembra averlo ampiamente compreso Papa Francesco che, non a caso per la propria visione liberale aperta agli omosessuali e ai divorziati, è oggetto di attacco da parte delle frange ortodosse del cattolicesimo.

Concludo questa mia esposizione con una provocazione, sperando che Enzo la colga e magari l'affronti in un prossimo volume o in una nuova edizione riveduta e aggiornata dell'attuale: nell'odierno panorama editoriale si sta facendo strada il nome di Mauro Biglino. Per anni traduttore dei testi biblici per conto delle Edizioni Paoline, Biglino sta scalando i vertici delle classifiche letterarie pubblicando saggi che in breve sono diventati bestseller in cui si dimostrerebbe che la Bibbia e il Vangelo non sarebbero affatto libri sacri bensì testi di storia malamente tradotti dall'ebraico antico - vuoi per incompetenza dei traduttori, vuoi per slealtà da parte delle autorità religiose del passato -; in cui, stando a Biglino, Dio e le sue schiere di angeli non sarebbero entità ultraterrene bensì colonizzatori provenienti da altri pianeti i quali avrebbero creato l'uomo operando tutta una serie di manipolazioni genetiche sull'animale terrestre che per caratteristiche fisiologiche era più affine a se stessi, modificandone il DNA, fino ad ottenere l'uomo. Sarebbe proprio questo ipotetico "passaggio" l'anello di congiunzione mancante tra la scimmia e l'uomo che fa traballare la teoria evoluzionistica di Darwin. Nello stesso tempo sarebbe anche uno dei cardini della teoria creazionista che sta prendendo piedi negli ultimi dieci anni secondo cui la creazione sarebbe avvenuta per intercessione di una "mano" esterna al mondo: alcuni ritengono che essa fosse un meteorite schiantatosi sulla terra, altri ipotizzano l'intervento di una civiltà extraterrestre. Ciò però non escluderebbe l'esistenza di dio inteso come creatore del tutto in quanto qualcuno avrebbe a sua volta dovuto creare questi ipotetici alieni e i mondi da cui proverrebbero ...

A prescindere da come si sarebbero svolti i fatti, è indiscutibile che la religione ha svolto e tuttora svolge una funzione prioritaria nello sviluppo sociale degli uomini. Che poi essa sia stata presa a pretesto da alcuni per sottomettere le masse inermi allo scopo di affermare il proprio dominio su di esse è altrettanto indiscutibile.

Con il suo libro Enzo Di Bonito ci munisce di uno strumento prezioso per iniziare un cammino di riflessione sulla storia dell'umanità e su noi stessi. Sta a noi decidere se approfondirlo o fermarci a questa stazione.

 
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kayfakayfa
kayfakayfa il 22/01/18 alle 16:49 via WEB
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