Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Maggio 2014

AL POPOLO NON BASTA UN MALOX PER DIGERIRE CERTE DELUSIONI

Post n°1541 pubblicato il 28 Maggio 2014 da kayfakayfa

 

A distanza di 48 ore dal voto europeo che ha sancito la stravittoria di Renzi e del PD sul M5S di Beppe Grillo con uno scarto di oltre venti punti, - 41% PD, 21% M5S – ,smaltita la sbornia emozionale per una “sconfitta” inattesa, soprattutto nelle proporzioni in cui è maturata, a freddo la valutazione più ragionevole che mi sovviene è che gli elettori hanno punito Grillo per la sua “inefficacia” politica dimostrata a livello nazionale, malgrado gli oltre 8 milioni di voti raccolti alle politiche di un anno e mezzo fa.

Grillo ha sempre denunciato che le oltre 300 mila firme raccolte all'epoca del primo V-DAY “PER UN PARLAMENTO PULITO” marciscono negli scantinati del Palazzo a testimonianza della totale mancanza di considerazione che la politica ha della volontà popolare.

Rifiutandosi di collaborare prima con Bersani e poi con Renzi, i quali si erano dimostrati disponibili al dialogo con il M5S, non si può escludere che molti elettori del M5S si siano sentiti delusi - in molti ,votando M5S, speravano di poter liberare finalmente il paese dall'egida politica di Berlusconi - e alle europee hanno preferito dirottare il proprio voto su un'altra lista oppure non votare affatto per non bruciare nuovamente il voto?!

Se io ti voto perché voglio cambiare il sistema e tu, pur avendone apparentemente la possibilità, ti irrigidisci su posizioni intransigenti, contravvenendo dunque al mio mandato, perché poi dovrei nuovamente ridarti la mia fiducia?

Non si può escludere che gli oltre tre milioni di elettori che hanno deciso di non votare ancora per il M5S abbiano ragionato così!

Beppe e i suoi ripensassero a quelle oltre 300 mila firme che raccolsero e che da tempo denunciano “marcire” negli scantinati del palazzo; le paragonassero agli 8 milioni e passa di voti che ottennero un anno e mezzo fa: con la loro inflessibilità a non volersi schierare né di qua né di là per non sporcarsi le mani, a loro volta non si sono comportati come coloro che continuano a fregarsene di quelle tante “firme” che a suo tempo raccolsero per ridare dignità alla politica italiana?

Al popolo non basta certo un malox per digerire certe delusioni, alla prima occasione ti punisce!

 
 
 

ANDREI MIRINOV RICORDATO DA NICOLA DRAGOTTO

Post n°1540 pubblicato il 27 Maggio 2014 da kayfakayfa

Ricevo e pubblico volentieri dal musicista/cantante Nicola Dragotto un ricordo di Andrei Mirinov, ucciso in Ucraina insieme al giornalista italiano Andy Rocchelli, presentanto dalla stampa come "interprete". In realtà Mirinov era un ex dissidente sovietico e un attivista per i diritti umani. Dragotto ebbe il privilegio di conoscerlo, e ce lo racconta attraverso un'intervista fatta al dissidente dal giornalita Bruno Russo.
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Caro Enzo, quello che le TV hanno liquidato semplicemente come il traduttore del fotoreporter italiano ucciso in Ucraina, era tutt'altro.
Io ho avuto il privilegio di condividere momenti bellissimi ed umani con Andrey Mironov nel suo soggiorno a Napoli durante la tre giorni al teatro Elicantropo in occasione del suo intervento ante spettacoli su Anna Politkovskaja.
Gradirei se anche tu potessi "spendere e propagandare" due semplici righe affinchè la luce di questo intellettuale possa anche solo per un attimo brillare.
Nicola Andrey Mironov, 55 anni, nativo di Irkutsk vicino al lago di Baikal; la sua vocazione quella di dissidente, sin dall’età di 20 anni, perfezionata con l’arresto da parte del KGB nel 1985 e la successiva condanna a 4 anni e 3 di esilio. L’accusa è la diffusione di libri proibiti dalla censura: le sue parole, raccolte da Bruno Russo dopo un dibattito al teatro Elicantropo sulla sua amica e giornalista Anna Politkovskaja, assassinata in un ascensore; forniscono un quadro più completo della Russia di Putin, e inducono a migliore analisi della recente cultura politica .
B: La galera per quale motivo e quali sentimenti adesso nutre per la madrepatria?
A: Aver parlato dell’assenza di democrazia, dalla Cecoslovacchia all’Afganistan. Solo nel 1987, grazie ad accordi con il mondo occidentale sono ritornato libero: una delle condizioni era la liberazione di 140 detenuti politici. Resto ancora un cittadino russo per cattiveria, per non dargliela vinta. Dopo la liberazione mi volevano dare il visto per Israele, pur non essendo io ebreo. Che ci facevo io là? Ma capii bene che da molti altri Paesi , per regole diplomatiche, sarei potuto ritornare, ma da Israele no. Io resto in Russia, a difendere i perseguitati; ho avuto esperienze in Cecenia, nel 2000 ho avuto la fortuna di conoscere Anna, estremamente indaffarata e disponibile per chi ne avesse bisogno.
B: Perché Anna? Un regime forte ha bisogno di esporsi pur di eliminare un tale personaggio?
A: Di Anna ce ne una, altre non ne esistono. Eliminarla ha significato esaurire un problema che aveva la caratteristica di non essere riproducibile proprio per la singolarità di Anna. Inoltre gli schemi del KGB non sono mai stati logici o lineari; la decisione e le conseguenze non dovevano avere ritorno; ciò giustifica la reazione di fastidio di Putin, ad ogni intervista sull’argomento.
B: Da cosa è avvelenata principalmente la Russia di Putin?
A: Da due caratteristiche. La “demofobia” e la “politica del tubo”. La prima è l’impossibilità di accelerare la democratizzazione del Paese: è un processo lento, che tra molti anni darà i suoi risultati, ma ce ne vogliono ancora, tanti. La “politica del tubo” è invece l’elemento economico chiave e unico, che può ledere la roccaforte del Cremlino: il passaggio del greggio nei tubi, l’Ucraina, l’oscillazione del prezzo del Petrolio. L’ultimo elemento, può mettere in ginocchio la Russia o renderla più malleabile.
B: In un programma radiofonico sentii parlare di Gorbaciov: criticava l’occidente proprio per l’incapacità di comprendere la lentezza del processo di democratizzazione, ma nel contempo distingueva Putin dagli altri, come il predecessore Eltzin. Il primo era per lui maggiore garanzia per il Paese.
A: Odiare Eltzin significava anche amarne i nemici. Gorbaciov invece è un’icona occidentale del tutto fasulla. E’ stato lui a firmare il mio arresto. Per l’occidente è l’eroe dell’utopia della socialdemocrazia vincente, leader del socialismo e del comunismo degli ultimi anni che in Italia si doveva riferire ad un leader diverso e apparentemente più democratico.
B: E adesso?
A: Viaggiare, conoscere, organizzare incontri tra politici per la pace; con l’aiuto del vice direttore del quotidiano della Politkovskaia, la “Novaya Gazeta”, Yuri Shachekochikhin.
Mironov ha subito minacce e percosse che lo hanno costretto alla lunga degenza in un ospetale tedesco. Nonostante tutto ciò, alla domanda su che mondo e quali divisioni viviamo, risponde: Io credo a quello che ha scritto un napoletano, De Crescenzo, "il mondo è solo distinguibile in uomini di cuore e non".


 
 
 

IN EUROPA RENZI FA IL CAPPOTTO A GRILLO

Post n°1539 pubblicato il 26 Maggio 2014 da kayfakayfa

 

L'inatteso esito delle elezioni europee in Italia dove, a sorpresa, il PD ha praticamente doppiato il M5S, conquistando il 41% dei consensi rispetto a poco più del 20% dei grillini, lascia pochi spazi di discussione. È evidente che in campo comunicativo Renzi, ma non solo lui, è molto più convincente di Grillo e dei suoi rappresentanti se, malgrado Beppe sia apparso ripetutamente in televisione, concedendosi perfino al salotto di Vespa, il risultato è quello che è.

Tralasciando la debacle di Berluisconi - FI è poco al di sopra del 16% di preferenze – è indiscutibile che a perdere le europee sia stato il M5S, che pure ha ottenuto quasi sei milioni di voti. Ma circa due in meno rispetto alle passate politiche.

Che fine abbia fatto questo paio di milioni di voti, - circa il 4% - non è dato saperlo. Forse è converso verso Renzi o verso la lista di Tsipras che con poco più del 4% di voti, superando la soglia di sbarramento, è entrata in Europa.

Sta di fatto che il M5S è andato male. Certo non si tratta di una bocciatura radicale, ma comunque il risultato va al di sotto delle aspettative.

Si potrebbe azzardare che l'effetto 80 euro in più in busta paga abbia ripagato Renzi. Ma sarebbe riduttivo. Un aspetto che invece bisognerebbe prendere in seria considerazione è se la “sconfitta” del M5S, perché di sconfitta si tratta!, non debba attribuirsi al suo cronico arroccarsi su posizioni estreme pur di non perdere la “verginità” morale che lo contraddistingue rispetto agli altri partiti. Rifiutando di fare prima il governo con Bersani e poi di collaborare con Renzi. Alimentando in una parte del proprio elettorato la cocente delusione di aver sprecato il voto, costringendolo a dirottare la propria preferenza su altri lidi nella speranza che chi lo ricevesse lo sfruttasse al meglio.

Evidentemente in Italia non basta mostrarsi intonsi, spacciarsi per paladini della legalità e della morale politica e sociale, dimezzarsi lo stipendio da parlamentari devolvendo la parte rifiutata in fondi per le piccole imprese e ai terremotati.

Gli italiani hanno bisogno di qualcosa di più sostanzioso per votare chi auspica il cambiamento. Gli italiani hanno bisogno di ritrovarsi con qualcosa di più concreto in tasca, tipo 80 euro. E soprattutto di chi non urli ai quattro venti di voler sfasciare tutto, seppure solo per fare “spettacolo”. Bensì si metta lì con calma a spiegare loro cosa esattamente farà carte alla mano, magari con l'ausilio delle slide.

Forse offendere l'avversario non rende. Del resto per anni la sinistra ha demonizzato Berlusconi, spianandogli, a detta degli esperti di comunicazione, la strada per Palazzo Chigi perché l'accusare l'altro d'essere il peggio che esiste può suscitare nell'elettorato una reazione contraria a quella auspicata.

È giusto che Renzi e suoi gioiscano. Ma stiano attenti, non è escluso che tale successo possa risolversi in una vittoria di Pirro se dal 2015 non ci saranno le coperture per gli 80 euro e se ci sarà il taglio del coniuge a carico che ridurrebbe da 80 a 15 gli euro in busta.

Per ora Grillo si lecca le ferite. Ma lui e i suoi non devono mollare per rispetto di quei circa sei milioni di italiani che gli hanno garantito il consenso.

Acquisendo la consapevolezza che riempire le piazze di gente non sempre prelude a un successo. La gente può venire a sentirti solo per curiosità o per assistere a uno show gratuitamente. Il popolo lo si "coccola" garantendogli pane (gli 80 euro di Renzi) e circens (i comizi/show di Grillo). Anche se poi, alla fine, essendo la massa propensa a ragionare con la "pancia", soprattutto in periodo di crisi economica come l'attuale, il pane ha la meglio sullo spettacolo!

 
 
 

QUEL REAGENTE CHIMICO/POLITICO CHIAMATO M5S

Post n°1538 pubblicato il 22 Maggio 2014 da kayfakayfa

 

 

In chimica il reagente è “una sostanza che prende parte a una reazione chimica. Essi subiscono una trasformazione della loro struttura e della loro composizione originando nuove sostanze dette prodotti”.

Traslando la definizione in campo politico, possiamo dire che oggi in Italia la funzione di reagente è rappresentata dal M5S la cui presenza in Parlamento, che piaccia o meno, sta imponendo ai partiti di vecchio stampo – PD e FI – e a quelli scissi da loro come NCO di Alfano comportamenti morali più in linea con il ruolo che ricoprono.

Per intenderci, c'è da giurare che senza il M5S la votazione per la decadenza da Senatore di Berlusconi si sarebbe probabilmente svolta a scrutino segreto, consentendo a chi non fosse del PDL di votare contro la decadenza dell'avversario politico di sempre. Viceversa il voto palese ha imposto a tutti i rappresentato del centrosinistra, primo tra tutti il PD, di votare a favore della decadenza per non rischiare di alimentare ulteriori malumori nella base già messa a dura prova, dopo le elezioni politiche perse pur avendole vinte, prima per aver fatto un governo di larghe intese con Berlusconi, contravvenendo a quanto promesso in campagna elettorale, e poi alla trombatura di Prodi al Quirinale ad opera di 100 e più franchi tiratori del PD. Così come la recente autorizzazione all'arresto del deputato PD Genovese, accusato di essersi appropriato di fondi europei per la formazione destinati alla Sicilia, può sempre attribuirsi alla presenza in Parlamento del M5S che ha costretto il Premier e Segretario del partito Renzi a intervenire e a decidere che la votazione si svolgesse prima delle europee e con voto palese, così come chiedeva il M5S, evidentemente per non dare un “arma” in più a Grillo per la campagna elettorale.

Senza contare ai tanti “discorsi” e impegni assunti dai partiti di vecchio stampo sui tagli alla politica, incluso il finanziamento pubblico ai partiti, che vengono proclamati da più parti seppure al momento restano solo parole...

Nello stesso tempo per controbattere agli attacchi unilaterali della politica e di una notevole parte dell'informazione, a suo dire assoldata ai partiti di vecchio stampo e quindi tendenzialmente portata a screditare il movimento, il M5S ha cambiato strategia comunicativa e, dopo aver demonizzato il mezzo televisivo, espellendo alcuni suoi rappresentanti che prima e dopo le elezioni politiche del 2013 si erano presentati in video contravvenendo al veto di Grillo, da quando è in Parlamento, e soprattutto in questa campagna elettorale per le europee, in televisione non solo compaiono sempre più spesso parlamentari del M5S ma ultimamente si sono offerti alle telecamere perfino i suoi leader Grillo e Casaleggio, a testimonianza del cambio di strategia comunicativa adottata dal movimento per rivolgersi anche a quel pubblico avulso dal web, tipo pensionati e casalinghe, che sanno del M5S solo attraverso i giornali e i telegiornali “nemici giurati” del M5S, adattandosi a loro volta al modo di comunicare della politica classica.

Se anche fosse che il M5S è solo “capace di urlare e fare casino”, come accusano i suoi avversari politici e i suoi detrattori, è altresì vero che la sua presenza in Parlamento sta obbligando i partiti una radicale pulizia d'immagine, mostrandosi agli elettori alla stregua di un prodotto nuovo più attento alla legalità e alle esigenza della povera gente nel tentativo di scrollarsi di dosso l'immagine di casta privilegiata che si arricchisce sulle spalle dei cittadini.

Se questo cambiamento di passo morale nella nostra politica avvenisse realmente, vincesse o no le europee, il merito sarebbe del M5S la cui presenza nel Palazzo sta fungendo da reagente chimico in grado di obbligare la classe politica italiana a darsi una “regolata” di decenza.

Se avvenisse, ciò sarebbe già una grossa vittoria per la nostra malandata democrazia!

 
 
 

GRILLO FA IL BOTTO A PORTA A PORTA

Post n°1537 pubblicato il 20 Maggio 2014 da kayfakayfa

 

A molti può essere apparso dimesso, ridimensionato, deludente, sotto tono eppure la sensazione è che ieri sera a Porta a Porta Beppe Grillo abbia sbancato.

Non lo dico per partito preso ma perché, nella sua foga logorroica, Grillo è stato moderato quanto basta – soprattutto non ha detto parolacce, deludendo i suoi detrattori – dissertando dei vari argomenti cari agli italiani e dando un quadro politico dell'Europa simile a quello che danno un po' tutti, sia a destra che a sinistra: siamo schiavi della Germania e così non va.

Per quanto poi riguarda l'euro, impossibile non dirsi d'accordo con l'ex comico genovese quando afferma, come del resto fa Salvini della Lega, che l'entrata in vigore della moneta unica è stata la causa di tutti i mali economici degli italiani. Solo che a differenza di Salvini il quale è leader di un partito che governava con Berlusconi all'epoca in cui l'euro entrò in vigore ed è dunque corresponsabile dell'inerzia di quel governo nell'arginare gli abusi di molti commercianti all'atto del cambio tra le vecchia e la nuova moneta, denunciati da privati cittadini e associazioni dei consumatori - anziché convertire i prezzi da lira in euro in rapporto ½ lo equiparavano a 1/1 levando gli zeri, aggiungendo la virgola e facendo pagare ciò che costava 100.000 lire non circa 50 euro bensì 100 euro, praticamente il doppio rispetto al prezzo in lire - Grillo è leader di un movimento politico fatto da cittadini per cui è molto sensibile alle esigenze economiche delle famiglie che con l'euro hanno visto dimezzato il proprio potere di acquisto anziché a quelle dell'alta finanza che specula sulla pelle  della povera gente pur di arricchirisi.

Nel suo faccia a faccia con Vespa, Grillo ha trattenuto le unghie, estraendole solo quando ha parlato con evidente sdegno delle 350 mila firme raccolte con il primo V day per un parlamento pulito - incandidabilità di chi ha procedimenti penali in corso, elezione della stessa persona massimo per due mandati, voto di preferenza consentendo ai cittadini di scegliere il candidato non solo la lista - “buttate nel cesso” perché quelle firme marciscono negli scantinati del palazzo a conferma di quanto la politica se ne freghi della volontà popolare! (del resto che dire dell'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, cancellato con un referendum popolare con oltre il 90% di assenso nell'aprile del 1993 e ripristinato dai partiti con la voce “rimborsi elettorali” entro la fine di quello stesso anno?)

Efficace l'essersi presentato in studio con la gigantografia dell'assegno di 5 milioni di euro destinati al fondo delle Pmi raccolti con il dimezzamento dello stipendio da parlamentari dei grillini.

Nella sua performance televisiva Grillo non ha trascurato nulla, nemmeno la battuta nei confronti di un Vespa quanto mai gongolante, consapevole di aver fatto bingo: oltre 3 milioni di spettatori per un programma in onda in seconda serata sono un successone. Anche per Grillo!

 

 
 
 

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