Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Agosto 2016

PREVENZIONE, TUTTI LA INVOCANO... A POSTERIORI

Post n°1730 pubblicato il 25 Agosto 2016 da kayfakayfa

Come sempre accade in Italia all'indomani di una catastrofe naturale – terremoti, inondazioni, smottamenti idrogeologici, frane, slavine – si sprecano le discussioni sui mancati interventi preventivi messi in atto per evitare il peggio.

Ogniqualvolta un simile disastro lista a lutto il paese, in televisione e sui giornali sentiamo e leggiamo onerosi impegni da parte dei rappresentati delle istituzioni a garanzia che “il governo stanzierà dei fondi per la ricerca e la prevenzione al fine che non si verifichino più simili tragedie!”.

Una volta smorta l'ondata di emotività, gli “onerosi impegni” istituzionali vanno a farsi benedire nel dimenticatoio.

La ricostruzione delle zone colpite dalla catastrofe viene affidata, non si sa con quale criterio, a ditte che costruiscono new town inabitabili dopo pochi anni dalla loro costruzione – emblematico è il caso dell'Aquila – o rafforzano gli argini di un fiume con il polistirolo rendendoli più deboli di prima, senza che nessono vigili seriamente sul loro operato a agaranzia della pubblica incolumità.

Eppure, nonostante gli episodi succitati si verifichino quasi puntualmente a ogni intervento post calamità naturale che colpisce il paese, la politica, sempre pronta a fare passerella sulle zone disastrate, sembra dimenticarsi delle promesse fatte e degli impegni presi quando recava conforto ai sopravvissuti e cordoglio alle famiglie delle vittime, lasciando che tutto continui a “scorrere” come se nulla fosse successo, per poi ripetersi con gli stessi gesti e le stesse frasi di circostanza al prossimo evento catastrofico.

Se per curiosità entrate in un emeroteca online o andate in una redazione di giornale per consultarla dal vivo, sfogliando le pagine degli articoli inerenti le svariate catastrofi naturali che negli anni hanno scosso il paese, leggendo, vi renderete che cambiano i nomi ma le parole pronunciate dalle autorità e dai politici dell'epoca sono le stesse pronunciate oggi, punteggiatura inclusa: solenni assicurazioni agli sfollati che non verranno lasciati da soli; massimo impegno per una ricostruzione rapida con tutti crismi della prevenzione.

Tuttavia, non si capisce perché dopo più di trent'anni dal terremoto dell'Irpinia nulla o poco è stato fatto a livello di prevenzione antisismica in un paese come il nostro a alto tasso di criticità geofisica. Diversamente non si spiegherebbe perché ogni volta che un terremoto di media entità come quello di ieri notte, per molti versi fotocopia di quello che distrusse nel 2009 l'Aquila e comuni limitrofi, arrechi morte e distruzione.

Tralasciando i presunti costruttori sciacalli di cui ho parlato ieri, vi è un aspetto su cui vorrei soffermarmi: riguardo al terremoto di ieri notte l'Ingv, l'Istituto di Geofisica e Vulcanologia, ha fatto sapere di non aver registrato “alcun segnale, non aver registrato scosse, neppure piccole. La prima è stata quella più forte”.

Da questa nota si dedurrebbe che se il terremoto fosse stato preceduto da uno sciame sismico, come quello che precedette il terremoto dell'Aquila, i responsabili dell'Ingv avrebbero diramato un allarme per avvertire le popolazioni interessate dell'arrivo di un probabile sisma!?

All'epoca del terremoto dell'Aquila la commissione grandi rischi fu rinviata a giudizio, e successivamente assolta, per aver rassicurato la popolazione che, nonostante le continue scosse che si succedevano da mesi, non c'erano segnali che lasciavano presagire l'imminenza di un sisma e dunque non c'era motivo di abbandonare le abitazioni.

Secondo gli esperti i terremoti non si posso prevedere.

Eppure lo studioso Giampaolo Giugliani sostiene il contrario. Egli avrebbe messo a punto un sistema di ricerca che si basa sul monitoraggio del territorio attraverso l'analisi di emissioni massicce di gas radon dal sottosuolo in prossimità di un terremoto, sbagliando di poco la data di quello dell'Aquila.

Tanto per chiarire Giugliani, nemo profeta in patria, è stato chiamato in california per monitorare la faglia di Sant'Andrea e a Taiwan. I suoi studi suscitano interesse in America e in Cina.

Non sarebbe il caso che anche l'Italia gli desse un minimo di credibilità, sostenendo le sue ricerche in nome della tanto sbandierata prevenzione di cui si parla in questi giorni?

Sorge il dubbio che faccia comodo a qualcuno che una remota possibilità che i terremoti si possano prevenire resti pura utopia, almeno in Italia!

 
 
 

TERREMOTO NEL CENTRO ITALIA, È FESTA PER GLI SCIACALLI

Post n°1729 pubblicato il 24 Agosto 2016 da kayfakayfa

Questa mattina, appena ho saputo del terremoto che questa notte ha devastato il centro Italia, in particolare l'alto Lazio radendo al suolo il comune di Amatrice e zone limitrofe, non ho potuto fare a meno di chiedermi “chissà quanti sciacalli, saputo del terremoto, come fu per quello dell'Aquila, si saranno telefonati ridendo per festeggiare gli affari che ne trarranno dalla ricostruzione!”

Dispiace dirlo ma, abituati come siamo al malaffare dilagante in Italia frutto del cinismo di molti politici e costruttori che non si fanno scrupoli di stringere affari con la malavita per speculare sulle altrui disgrazie pur di arricchirsi – l'inchiesta mafia capitale è uno degli ultimi esempi più eclatanti di questa commistione politico/affaristico/mafiosa – e allo spettro della città de L'Aquila e di altri paesi colpiti dal terremoto del 2009 che, a tutt'oggi, malgrado gli impegni dell'allora Premier Berlusconi e dei suoi successori, Monti/Letta/Renzi, per una ricostruzione rapida, sono ridotte a un ammasso di macerie o poco meno, riesce impossibile non immaginare che anche il terremoto di questa notte non diventi motivo di festa per molti imprenditori del settore edile in combutta con la politica.

Speriamo che la triste esperienza aquilana, unitamente a quella delle alluvioni dove in alcuni casi gli argini dei fiumi furono rinforzati con il polistirolo per risparmiare sul materiale di costruzione e quindi andati in frantumi con una nuova ondata di maltempo facendo sì che l'acqua tornasse a inondare case e strade, apra la mente e gli occhi ai nostri governanti affinché anche questa ennesima catastrofe non si trasformi in un banchetto per i soliti “amici” e per “gli amici degli amici”!

Speriamo che i promotori per il Sì al referendum costituzionale non sfruttino il terremoto di quersta notte sostenendo che votando Sì si garantirà una rapida ricostruzione post terremoto.

In molti casi i nostri politici ci hanno talmente abituati al peggio del peggio che è impossibile non pensare che in vista del referendum di novembre, madre di tutte le battaglie per Renzi e il suo governoi, a qualcuno non venga in mente di sparare una simile affermazione strumentale dopo quella del Ministro Boschi che votando sì al referendum si sconfigge il terrorismo.

Per rispetto delle vittime del terremoto e dei superstiti che hanno perso tutto, speriamo che i nostri governanti e politicanti ci risparmino l'ennesimo teatrino di affermazioni  eclatanti e le solite passarelle sul luogo del disastro.

Alle parole e alle immagine ad effetto facciano i seguire i fatti e poi ne riparliamo! 

 
 
 

TRA LONDRA E NAPOLI LA METROPOLITANA FA LA DIFFERENZA

Post n°1728 pubblicato il 21 Agosto 2016 da kayfakayfa

Quando ieri mattina ho appreso dal telegiornale che a partire da questo week end la metropolitana di Londra per i fine settimana resterà aperta 24 h su 24 - al momento il servizio è in fase sperimentale solo su 2 delle 11 linee, ma entro il prossimo autunno dovrebbe estendersi a tutte le tratte  – pensando alla metropolitana di Napoli, non ho potuto trattenere un amaro sorriso.

Come sa bene chi ha la sventura di doversi spostare con la Metropolitana di Napoli  - Linea 1 o, soprattutto, la Linea 2 gestita da Trenitalia che va da Pozzuoli a San Giovanni Barra, non fa differenza – il servizio lascia molto a desiderare, sia per la periodicità con cui i convogli si susseguono – contravvenendo in maniera spudorata agli orari ufficiali che prevedono mediamente un passaggio di ogni convoglio tra gli 8 e i 20 minuti per la Linea 1 e tra i 7 e 10 minuti per la Linea 2 -, sia per la lentezza con cui viaggiano su alcuni tratti  - in questo caso i convogli della Linea 2 sono imbattibili per quanto concerne i minuti di ritardo che accumulano coprendo l’intera tratta, annunciati con enfasi dall’altoparlante del convoglio ogni qualvolta si giunge al terminal chiedendo scusa ai passegeri.

Mai una volta che un treno della Linea2  per completare l’intero percorso non accumuli mediamente, se va  bene, 20/25 minuti di ritardo, rendendo una vera e propria odissea  il viaggio ai passeggeri.

Senza contare, sempre per la Linea 2, le numerose corse che vengono quotidianamente soppresse, costringendo  i viaggiatori sulle banchine a snervanti attese.

Tutto ciò riguarda i giorni feriali. Per quanto concerne invece i week end e i festivi la situazione diventa drammatica, ancora una volta soprattutto per la Linea 2. Se, sulla carta,per i week end la Linea 1 prevede un prolungamento di orario con l’ultima corsa il sabato notte da Piscinola alle 0:48 e da Piazza Garibaldi alle 1:32, mentre nei festivi  gli orari di apertura e chiusura sono pressoché simili a quelli dei feriali con un leggero aumento, sempre sulla carta, di un paio di minuto in più per passaggio tra una corsa e l’altra, epico diventa il travaglio di chi decide di spostarsi nei fine settimana o durante le feste con la Linea 2.

Stando agli orari ufficiali nei fine settimana e ne i giorni festivi  i treni dovrebbero partire da Pozzuoli e da San Giovanni  mediamente ogni 15/16 minuti.

Come purtroppo sa bene chi è costretto a spostarsi i questi giorni con la Linea 2, spesso i tempi di attesa tra un treno e l’altro rasentano anche l’ora di attesa, non esagero.

Ecco perché ieri, ascoltando l’annuncio del sindaco di Londra sull’orario continuo della metropolitana nei fine settimana non ho potuto trattenere un sorriso di rabbia.

A Napoli già saremmo felici se i treni si attenessero scrupolosamente agli orari indicati dai rispettivi tabelloni informativi consultabili su internet o appesi nelle stazioni.

Per carità, negli ultimi tempi l’integrazione sulla Linea 2 di nuovi convogli di generazione Jazz dotati di tutto i comfort, perfino di un sistema di aria condizionata che costringe molti viaggiatori a dotarsi di cardigan quando viaggiano perché negli scompartimenti si ghiaccia talmente l’aria è fredda, ha un tantino alleggerito la situazione dal profilo squisitamente confortevole per i passeggeri.

Purtroppo i disagi dovuti alle lungaggini di attesa tra una corsa e l’altra, o l’improvvisa soppressione di alcune corse, continua a rendere un vero e proprio inferno lo spostamento dei pendolari, degli studenti e di quanti decidono di servirsi della metropolitana, in particolare della Linea 2, per muoversi da un punto all’altro della città.

Credo che molti viaggiatori, pur apprezzando la bellezza architettonica della stazione della Linea 1 di Toledo, considerata la più bella stazione metropolitana d'Europa , preferirebbero alla bellezza stilistica della struttura l’efficienza del trasporto.

Un’ultima considerazione merita la disuguaglianza del costo del biglietto della Linea 2: per chi viaggia da Bagnoli a San Giovanni è di euro 1,20 mentre per chi parte dal terminal di Pozzuoli, stazione successiva a Bagnoli, è di euro 2!

Tale disparità sembra derivi dal fatto che Pozzuoli è considerato territorio extra urbano.

Se così fosse – aspetto conferma o smentita con chiarimenti - una simile giustificazione poteva valere esserlo prima dell’avvento delle Città Metropolitane. Da quando esse sono in vigore, rientrando Pozzuoli nella città Metropolitana di Napoli, tale disparità ci sembra una vera e proprio abuso nei confronti dei Puteolani e di quanti da Napoli devono trasferirsi a Pozzuoli o viceversa.

Per i napoletani, intesi come cittadini della Città Metropolitana di Napoli, già sarebbe una conquista se la metropolitana -Linea1 e la Linea 2 – funzionasse regolarmente, rispettando gli orari di partenza e di passaggio tra un convoglio e l’altro – tempi di attesa che comunque, paragonati con quelli delle metropolitane di altre città italiane e internazionali, sono molto lunghi.

Come i londinesi hanno accolto con gioia l’annuncio del servizio ininterrotto nei week end della loro metropolitana, i napoletani accoglierebbero con la stessa gioia la efficiente funzionalità della loro metropolitana e dell’intero servizio di trasporti pubblici urbano che, bisogna dirlo, sia su rotaie che su gomma, a Napoli e in provincia è vergognoso! 

 
 
 

IN MEMORIA DI SIHAM, RUNNER SIAMO PRUDENTI

Post n°1727 pubblicato il 17 Agosto 2016 da kayfakayfa
 
Tag: RUNNER

Il mondo del podismo campano è sotto shock per la tragica scomparsa della runner marocchina Siham Laaraichi, tesserata con la società podistica Il Laghetto di San Giovanni a Teduccio, travolta a ferragosto da un treno nel casertano mentre correva tra i binari, come riferisce il Corriere del Mezzogiorno; o, oltrepassato il passaggio a livello, si stava incamminando a piedi “verso la vicina stazione di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)”, come invece riferisce Il Messaggero. Il quale smentisce pure la prima versione dei fatti secondo la cui l’atleta non s’era accorta del sopraggiungere dei treni perché aveva le cuffiette nelle orecchie: al momento sul luogo della tragedia gli inquirenti non hanno trovato alcun elemento a sostegno di questa ipotesi.

In attesa di conoscere dagli sviluppi delle indagini la verità sulla morte di Siham, come sempre accade quando si verifica una tragedia determinata, molto probabilmente, dall’imprudenza umana, anche in questo caso essa deve fungere da monito per tutti noi runner che, in preda alla foga di continuare a correre per non raffreddarci, quando ci troviamo al cospetto di un passaggio livello chiuso, abbiamo la pessima abitudine di affacciarci oltre le sbarre per verificare se il convoglio sta sopraggiungendo:  non intravedendone l’ombra, non ci facciamo scrupoli di attraversarlo comunque senza aspettare il levarsi delle sbarre, fregandocene del casellante che ci invita a pazientare.

Così come, quando corriamo sul ciglio della strada, non abbiamo il buon senso di correre contromano rispetto al senso di marcia delle auto in modo da tenerne sotto controllo il sopraggiungere per schivarle se, malauguratamente, una di esse ci venisse addosso. Cosa impossibile da farsi correndo dando loro le spalle, non avvedendoci se qualcuna, perso il controllo, sta per travolgerci al fine di evitarla.

Allo stesso tempo in molti, quando corriamo  immersi nelle tenebre la sera o al mattino presto, non abbiamo l’avvedutezza di indossare né tessuti fosforescenti né una luce sulla fronte al fine di segnalare la nostra presenza sulla strada agli autoveicoli in transito.

Sono questi tanti piccoli accorgimenti che, se applicati con puntualità, malgrado l’imprevedibilità del fato, possono ridurre di parecchio i rischi di una tragedia.

Forse non sapremo mai se Siham stesse correndo o semplicemente camminando sui binari per accorciare il percorso che doveva compiere per rientrare a casa. 

Quel che è certo è che, purtroppo, non doveva trovarsi lì.

Che il suo sacrificio sia da monito per quanti di noi non esitano ad infrangere le più banali regole di sicurezza pur di non fermarsi mai per avitare di raffreddarsi o, peggio, per fare il tempo.

In data 18 agosto apprendo che chi ha effettuato il riconoscimento della salma ha potuto riscontrare che Siham indossava maglietta e jeans da cui si deduce che non stesse correndo sui binari.
Tale rettifica era necessaria visto che l'accavallarsi di notizie sulla tregedia, anziché chairirla, la rendono ulteriormente fosca.

 
 
 

POLITICA E LE COSCE DELLA BOSCHI, QUANTA IPOCRISIA

Post n°1726 pubblicato il 13 Agosto 2016 da kayfakayfa

La polemica in scena da due giorni negli ambienti della politica e del giornalismo italiano scatenata dalla presunta vignetta sessista di Mannelli apparsa due giorni fa su Il Fatto Quotidiano in cui si ritraeva il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi seduta e scosciata intenta a parlare a microfono; e la didascalia soprastante “riforme - lo stato delle cos(c)e”, a significare che la Boschi dice più cose con il corpo che non con la mente, appare ridicola e patetica.

Ridicola se si considera l'unanime indignazione che colse il mondo della politica nostrana quando, poco meno di due anni fa, precisamente agli inizi di gennaio del 2015, a Parigi un commando terrorista fece irruzione nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo uccidendo dodici tra vignettisti e redattori rei di aver pubblicato vignette offensive nei confronti dell'Islam.

Da destra a sinistra passando per il centro non ci fu un solo politico italiano che non si schierò in difesa della libertà di stampa e di satira.

Addirittura Daniela Santanché, la stessa che durante un programma televisivo aveva abbandonata lo studio risentita per alcune vignette di Vairo su Berlusconi e su di lei, si disse pronta a pubblicare in Italia il settimanale francese perché “la satira va difesa.”

Intanto il premier Renzi sfilò sui campi elisi nella manifestazione pro Charlie insieme a tanti altri capi di Stato e di governo per esprimere solidarietà alla Francia, al giornale satirico e alla libertà di stampa. Fa niente se poi in molti di quei paesi i cui rappresentati si tenevano a braccetto sfilando per Parigi la libertà di espressione era, ed è tuttora punita quanto meno con l'arresto.

Patetica in quanto non si capisce perché molti di quei politici che oggi si indignano per la vignetta di Mannelli – che, per inciso, non fa altro che riproporre l'immagine della Boschi esattamente com'era nella realtà nel momento in cui parlava dal palco – non si indignavano quando Vauro o altri vignettisti, all'epoca degli scandali sessuali in cui era coinvolto l'allora Premier e leader del centrodestra Silvio Berlusconi, non si facevano scrupoli di raffigurare l'ex cavaliere circondato da un nugolo di donne nude in atteggiamento inequivocabile, alcune con le chiare fattezze di note rappresentanti del centrodestra, una su tutte Nicole Minetti.

Quale differenza passa tra le inequivocabili vignette di Vauro e quella “casta” di Mannelli? Qualcuno me lo sa spiegare?

La satira è consentita quando irride al mondo politico di centrodestra ed è invece sessista, e dunque censurabile, quando tocca il centrosinistra?

La sensazione è che quest'ennesima farsa tutta italiana sia stata alimentata ad arte per tentare di mettere in cattiva luce forse l'unico giornale, IL FATTO QUOTIDIANO, apertamente schierato per il No al referendum costituzionale di autunno per l'approvazione della riforma costituzionale che, guarda caso, porta proprio il nome del Ministro oggetto della satira incriminata di Mannelli, Maria Elena Boschi.

Per carità, indignarsi per una vignetta è legittimo. Ma a questo punto sarebbe opportuno che i nostri politici in futuro ci risparmiassero il loro affranto cordoglio, schierandosi a difesa della libertà di parola, se un giornale, un giornalista, un vignettista o un comico dovessero subire degli attentanti per il proprio lavoro in assoluta libertà.

È da ipocriti dichiararsi “Je Suis Charlie” se poi ci si indigna per un paio di cosce!

 
 
 

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