Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Ottobre 2016

TERREMOTO: ESPERTI FATEVI UN BAGNO DI UMILTA'

Post n°1747 pubblicato il 31 Ottobre 2016 da kayfakayfa
 

Dopo la violenta scossa di terremoto che alle 7:40 di ieri mattina ha letteralmente sconvolto il centro Italia, Roma inclusa, radendo al suolo Castelluccio di Norcia, distruggendo la Basilica di Norcia, cancellando dalla cartina geografica quel che restava di Amatrice, Arquata e tanti altri comuni già gravemente feriti dal terremoto del 24 agosto scorso, mettendo al tappeto tanti paesi delle Marche, credo sia necessario che la comunità scientifica nazionale faccia un bagno di umiltà e decida di dare ascolto a Giampaolo Giuliani, ex tecnico dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario distaccato presso i laboratori nazionali del Gran Sasso, il quale sostiene di essere in grado di prevedere i terremoti grazie a uno studio sull’emanazioni dal sottosuolo di gas Randon che aumenterebbero sensibilmente in prossimità di un evento sismico.

Il nome di Giuliani venne alla ribalta all’indomani del terremoto dell’Aquila del 2009: nei giorni che precedettero il disastroso evento - la cui magnitudo fu inferiore a quella della scossa di ieri mattina che è la più forte registrata in Italia da dopo il terremoto dell’Irpinia – uno sciame sismico per mesi interessò il territorio dell’Aquila tanto che un pool di esperti (?), quegli stessi che da sempre sostengono con assoluta certezza che i terremoti non si possono prevedere,  tenne una conferenza stampa per rassicurare la popolazione che le continue scosse che si avvertivano non preludevano a un violento terremoto per cui ogni allarmismo era ingiustificato e non era necessario abbandonare le case.

Purtroppo, cinque  giorni dopo si verificò il terremoto che causò 309 morti e costò ai cosiddetti esperti l’accusa di omicidio e lesioni colpose, il rinvio a giudizio con condanna in primo grado a sei anni di reclusione e successiva assoluzione da parte della corte di appello.

Il nome di Giuliani divenne noto in quanto pare che il tecnico avesse previsto il terribile evento e lanciato l’allarme, indicando una data per il suo manifestarsi antecedente di alcuni giorni a quella effettiva. Quel ritardo ne mise in discussione la credibilità e gli procurò una denuncia per procurato allarme. E quando, nei giorni successivi, le registrazioni dei suoi strumenti indicarono un improvviso picco di emissione di Randon, lasciando intendere che fosse in arrivo il terremoto, Giuliani non potette avvertire la popolazione.

All’indomani del terremoto Giuliani fu invitato a Porta a Porta a confrontarsi con quegli stessi esperti che avevano rassicurato la popolazione sull’improbabilità di un evento sismico nell’immediato e lo avevano denunciato, mettendo a loro disposizione i suoi studi affinché li valutassero.

Ad oggi  in Italia Giuliani continua a restare inascoltato mentre all’estero i suoi studi suscitano sempre più interesse.

Visto che i cosiddetti esperti, pur affermando che i terremoti non si possono prevedere, non lesinano di tranquillizzare la popolazione anche quando i fatti lascerebbero presagire il peggio, perché quegli stessi esperti non fanno un bagno di umiltà e iniziano a approfondire le teorie  di Giuliani con spirito costruttivo?

Negli USA gli studi di Giuliani stanno suscitando notevole interesse tanto che lo studioso è stato chiamato a collaborare con la Chapman University.

Possibile che solo in Italia, paese ad alto rischio sismico, non solo non si costruisca con criteri antisismici se non dopo l’avvento di un terremoto, tanto che un sisma di media intensità semini distruzione e morte, ma, addirittura, non si ha nemmeno il buonsenso di prestare attenzione a chi sostiene con dati alla mano che i terremoti si possono prevedere?

Se consideriamo che tuttora per le zone vesuviane, dove l’abusivismo edilizio è arrivato quasi a ridosso del cratere del Vesuvio senza che nessuno “vedesse”e intervenisse per fermare quello scempio edilizio che mette a rischio centinaia di migliaia di persone le quali vivono su una bomba a orologeria,  e per quelle della zona dei campi flegrei ritenuta dalla comunità scientifica internazionale a alto rischio eruttivo più del Vesuvio, tanto che i rispettivi territori sono monitorati 24 ore su 24, ancora non si conoscono esattamente quali saranno i piani di evacuazione in prossimità di un evento, non stupisce che, malgrado la terra mandi segnali indicativi, la comunità scientifica si mostri a sua volta restia nel prevenire, ascoltando chi sostiene di avere la cura per salvare almeno le vite umane.

In Italia, si sa, la prevenzione è un optional poco utilizzato.

Siamo stanchi di chi pontifica a disastro avvenuto e di chi fa promesse che mai saranno mantenute mentre piangiamo i nostri morti.

Come purtroppo insegna la storia di questo disastrato paese, dopo un evento distruttivo, gli unici a trarne benefici sono le mafie e quanti vi sono collusi, imdustriali e politici, che si arricchiscono mettendo le mani sui fondi destinati alla ricostruzione.

Se, almeno in questo caso, la politica volesse davvero servire i cittadini, inizi a aprire le porte del palazzo per ascoltare Giampaolo Giuliani.

All'estero lo stanno facendo! 

 
 
 

PER RENZI E PER IL Sì UNA SETTIMANA DIFFICILE

Post n°1746 pubblicato il 29 Ottobre 2016 da kayfakayfa

È probabile che la settimana che sta per concludersi sarà ricordata dai sostenitori del Sì al referendum costituzionale come tra le peggiori per la propria propaganda. Nel giro di tre giorni quattro eventi, apparentemente distinti l’uno dall’altro, hanno riempito le pagine dei giornali e dei telegiornali, mettendo a rischio il martellante lavoro di propaganda per il Sì di Renzi e dei suoi: operazione Arka di Noè, terremoto nel centro Italia, crollo del viadotto sulla statale Milano-Lecco tra i comuni di Cesana Brianza e Arnone, ritiro della patente a Roberto Benigni perché sorpassava nel traffico contromano.

L’operazione Arka di Noè è un’indagine sulla corruzione in ambito grandi opere - quelle che secondo Renzi e il Ministro delle Infrastrutture Del Rio devono essere avviate, ad esempio il Ponte sullo stretto, per rilanciare il paese - quali una tratta della TAV Milano-Genova, del 6° Macrolotto della A3 Salerno-Reggio Calabria, e la People Mover di Pisa in cui sono coinvolti e a vario titolo 21 persone accusate di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione. Tra queste spiccano Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere dello Stato Andrea, per il quale s’è provveduto all’arresto e Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, indagato a piede libero.

Mercoledì 26 ottobre alle 19:11 una scossa di terremoto di magnitudo  5,4 ha colpito il centro Italia più o meno nelle stessa area interessata dal terremoto del 24 agosto scorso che distrusse Amatrice e comuni limitrofi seminando morte e distruzione. Successivamente, alle 21:18, una nuova scossa di magnitudo 5,9 e un’altra di magnitudo 4,6 poco prima della mezzanotte hanno completato l’opera distruttiva avviata dal terremoto di agosto radendo al suolo il resto delle case. Fortunatamente senza mietere vittime. Costringendo il Premier a una nuova passerella tra le gente arrabbiata che, alle sue promesse di una ricostruzione in breve tempo, chiedevano di non essere prese per i fondelli.

Venerdì 28 ottobre,  al passaggio di un tir, è crollato un cavalcavia sulla statale 36 del lago di Como e dello Spluga, lungo la Provinciale 49 causando un morto e tre feriti. La tragedia si poteva evitare se si fosse prontamente intervenuti al blocco dell’arteria come chiesto dal cantoniere addetto alla manutenzione il quale, notando nel primo pomeriggio il distacco di alcuni calcinacci, ne aveva chiesto la chiusura agli addetto alla mobilità  della Provincia di Lecco – ma le province non sono state abolite?...- i quali, anziché intervenire prontamente, hanno a loro volta chiesto un’ordinanza formale all’ANAS. Implicando tale ordinanza l’ispezione visiva e diretta del capocentro Anas, mentre si completavano le pratiche perché si procedesse, il cavalcavia è venuto giù!

Sempre venerdì 28 ottobre il comico Roberto Benigni è stato sorpreso a Roma da una pattuglia della polizia municipale del gruppo Parioli  a sorpassare una serie di auto incolonnate invadendo la corsia opposta. Benigni è stato fermato, multato e incorso nel ritiro della patente. È presumibile che il comico toscano fosse ancora preda dell’esuberanza conseguente alla cena alla Casa Bianca da Obama cui era stato invitato a partecipare da Renzi insieme a altre eccellenze italiane. In molti hanno malignato che la presenza di Benigni al seguito di Renzi negli USA fosse un atto di riconoscenza del premier verso il comico per essersi speso a favore del Sì al referendum, dopo che inizialmente era orientato a votare No.

Il comune denominatore che unisce tra loro questi eventi del tutto distinti, se non si fosse ancora compreso, è il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. In particolare il sostegno al Sì la cui vittoria sancirebbe un rafforzamento di Renzi e del suo governo.

Purtroppo per il premier e per i sostenitori del Sì i quattro eventi di cui sopra evidenziano come spesso può risultare vano spendersi in promesse e spot elettorali, come quello del Premier ai 110 anni del Gruppo Salini-Impregilo dove rilanciò il progetto del Ponte sullo stretto; alimentando polemiche non solo tra le opposizioni che vedevano in quella mossa lo Stato tendere involontariamente la mano alla mafia che, c'è da scommetterci, se il progetto fosse avviato, non resterebbe sicuramente a guardare lasciandosi estromettere da un simile affare.

In un paese come il nostro - dove oltre la metà del territorio è a rischio sismico; dove la corruzione si annida nelle maglie della pubblica amministrazione laddove nemmeno te lo immagineresti e con una tale facilità e continuità che solo un ingenuo potrebbe immaginare che su un’opera come il ponte sullo stretto, che prevede l’investimento di miliardi di soldi pubblici e privati, le mafie mai arriverebbero a mettere le mani; dove non si riesce a garantire la sicurezza di un cavalcavia di pochi metri, figurarsi quella di un ponte lungo chilometri, i cui piloni, per giunta, dovrebbero essere interrati in zone a alto rischio sismico quali Calabria e Sicilia, terre di mafie con elevato tasso di corruzione nella pubblica amministrazione e di collusione tra politica e criminalità; dove un comico, forse perché si sente garantito dell’impunità per via del suo appoggio politico al Premier, si comporta alla stregua di un pirata della strada mettendo a rischio la propria vita e quella degli altri e, così facendo, mette in discussione la propria credibilità e anche quella di chi sponsorizza, alias Renzi, rendendo ridicolo e inutile il proprio endorsement al Sì - parlare di sostegno alla riforma costituzionale per il rilancio del paese, includendovi quello delle grandi opere, è davvero fuori luogo, da respingere. Meglio votare NO!

Questo particolare sicuramente non sfuggirà a milioni di italiani quando, il 4 dicembre, si recheranno alle urne.

In meno di una settimana prima la magistratura poi la natura, la beghe burocratiche e gli amici hanno dato un enorme schiaffo a Renzi e al Sì.

 
 
 

TUMORE ALLA PROSTATA: IL PSA SAREBBE INATTENDIBILE

Post n°1745 pubblicato il 24 Ottobre 2016 da kayfakayfa

Domenica 16 ottobre Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo per presentare la pubblicazione nel nostro paese del libro IL GRANDE INGANNO SULLA PROSTATA, di Richard Ablin, edito da Raffaello Cortina Editore.

Pubblicato per la prima volta in America nel 2014, il volume è una denuncia da parte dello scopritore del PSA, utilizzato nella diagnosi per il tumore alla prostata, di come il test abbia cambiato in negativo la vita di milioni di uomini in quanto molti dei tumori diagnosticabili non sarebbero aggressivi e dunque non necessiterebbero di terapie traumatiche quali l'asportazione della prostata con conseguenze umilianti per chi la subisce, tipo l'incontinenza o l'impotenza.

Leggendo l'articolo, secondo Ablin il test sarebbe diventato uno strumento di arricchimento per le case farmaceutiche produttrici di medicinali antitumorali o che combattono l'impotenza e per le industrie di pannoloni e quant'altro necessita, a chi ha subito questo tipo di intervento, per arginare le conseguenze post-operatorie.

Facendo una ricerca in rete, sull'argomento risultano articoli scientifici risalenti addirittura al 2010, a conferma che da tempo è nota nell'ambiente sanitario l'inaffidabilità del PSA.

Perché, nonostante la recente pubblicazione in Italia del libro di Ablin, sulla vicenda persiste un silenzio di tomba? Perché, malgrado lo stesso scopritore lo abbia da tempo rinnegato, il test PSA, almeno in Italia, continua a essere preso come punto di riferimento per oncologi e urologi nella diagnosi del tumore alla prostata?

Domande retoriche visto che la risposta la darebbe lo stesso Ablin nel suo libro giustificando, si fa per dire, l'abuso indiscriminato del test a fini esclusivamente di marketing.

Che io sappia, a parte Il Fatto, in Italia nessun altro giornale o telegiornale ha dato risalto alla notizia della pubblicazione del libro di Ablin.

Un silenzio che dà adito a infinità di dubbi sull'onestà di quanti continuano a utilizzare il PSA per diagnosticare il tumore alla prostata, malgrado lo stesso scopritore lo abbia rinnegato da tempo e la stessa comunità scientifica da anni sia a conoscenza dell'alto margine di errore del test!

Per l'ennesima volta sorge il dubbio che, in nome del dio denaro, c'è chi non si fa scrupoli di speculare sulla salute dei poveri pazienti pur di arricchirsi!  

 
 
 

POZZUOLI: COMMERCIANTI VITTIME DELLA CRIMINALITA'

Post n°1744 pubblicato il 20 Ottobre 2016 da kayfakayfa
 

Malgrado le ripetute denunce da parte dei cittadini alle autorità competenti e agli organi di stampa locali e nazionali, ancora una volta dobbiamo segnalare gli ennesimi furti con scasso compiuti in nottata dai “soliti ignoti” a danno di due esercizi commerciali nel centro storico di Pozzuoli. In particolare uno dei due negozi, una rivendita di telefonini situata in una traversa a poche decine di metri dal commissariato di polizia, è stato completamente devastato dalla furia vandalica dei malviventi che, non contenti di aver divelto la saracinesca per entrare nel locale e impossessarsi della merce, hanno completamente strappato dalle pareti alcune vetrinette accrescendo il danno ai gestori del locali, due giovani poco più che ventenni che con questa attività stanno cercando di costruirsi onestamente uno scampolo di futuro in barba a quanti si lamentano dei giovani bamboccioni che a trent'anni vivono ancore sulle spalle di mammà e papà.

Dall'inizio dell'anno a oggi, inclusi gli ultimi due furti di questa notte, solo a Pozzuoli pare siano 52 i negozi che hanno subito furti o di tentativi di furto con scasso.

Se a questi numeri aggiungiamo le svariate rapine subite da cittadini inermi che rientravano a casa dopo una giornata di lavoro - come fu ad aprile per mia moglie - o dalla spesa in luoghi isolati, poco illuminati – alcune rapine sono state compiute addirittura in pieno giorno - e senza un minimo di controllo nemmeno con videosorveglianza, sorge il dubbio che per quanto concerne la tutela del territorio, malgrado l'impegno profuso dalle forze dell'ordine per arginare questa spaventosa recrudescenza criminale con l'ausilio di svariate telecamere da qualche mese posizionate in diverse zone del capoluogo flegreo, forte è il dubbio che a Pozzuoli qualcosa non funziona nella tutela della pubblica sicurezza.

Tale avvilente considerazione non è frutto di un disfattismo preconcetto e a orologeria, che si ravviva ogni qualvolta a Pozzuoli accade un fatto criminoso, al fine di screditare politicamente agli occhi dell'opinione pubblica chi dovrebbe adoperarsi per garantire la sicurezza dei propri cittadini. Bensì la tristezza delle statistiche che dall'inizio dell'anno, quotidianamente, registrano il costante avvento di eventi criminosi, testimoniando come a Pozzuoli la microcriminalità spadroneggia in barba a posti di blocco e alla videosorveglianza distruggendola.

I cittadini pagano le tasse per riceverne in cambio tutta una serie di servizi tra cui anche la tutela della propria incolumità, inclusa quella delle proprie attività commerciali.

Essere ostaggi di bande di balordi non rientra tra questi servizi.

 
 
 

MONTI OFFENDE NAPOLITANO, VOTA NO!

Post n°1743 pubblicato il 19 Ottobre 2016 da kayfakayfa

Come tutti sanno, compreso chi se ne infischia, il 4 dicembre prossimo in Italia si svolgerà il referendum per l'approvazione della riforma costituzionale varata dal governo Renzi, ribattezzata riforma Boschi. Tale riforma porta l'impronta del Presidente emerito Giorgio Napolitano, il quale in un'intervista non ha esitato di affermare di aver dato egli stesso l'incarico a Renzi di formare l'attuale governo con l'auspicio “di portare avanti queste riforme, come anche quella del mercato del lavoro e degli incentivi alle imprese”. Aggiungendo, “chi vota no offende anche me!”.

Sulla scia di quest'ultima dichiarazione dobbiamo fare un passo indietro e andare al 9 novembre 2011. In Europa l'Italia era considerata malato a rischio per via dell'apparente incapacità dell'allora governo Berlusconi di varare le necessarie riforme economiche, come richiesto dalla Troika, per evitare il default del paese che, se si fosse verificato, avrebbe sortito un effetto domino sull'intera eurozona. In virtù di questa situazione di instabilità, l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nominò senatore a vita l'economista Mario Monti in previsione di nominarlo successivamente Presidente del Consiglio il cui compito sarebbe stato quello di trascinare l'Italia fuori dalla palude in cui l'aveva impantanata l'allora governo Berlusconi.

Molti ricorderanno la famosa lettera inviata il 5 agosto del 2011 dai vertici della BCE al governo italiano in cui si indicavano le urgenti misure economiche che bisognava adottare per evitare che l'Italia fallisse. Una vera e propria umiliazione per l'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il quale, guarda caso, alcuni mesi dopo, precisamente il 12 novembre del 2011, tre giorni dopo la nomina di Monti a Senatore a vita, fu costretto a dimettersi, subendo l'onta dei festeggiamenti inscenati su piazzale del Quirinale da tanti cittadini accorsi in massa sul Colle per ringraziare Napolitano e brinDare alla fine di un'era, il berlusconismo, che sembrava intramontabile.

Il giorno successivo, il 13 novembre del 2011, il senatore a vita Mario Monti ricevette da Napolitano l'incarico di formare il nuovo governo.

Quel governo, che avrebbe dovuto risollevare le sorti economiche del paese attraverso il decreto Salva Italia, sarà ricordato dagli italiani unicamente per la famigerata riforma Fornero, varata in meno di venti giorni, che tanti danni ha arrecato a un numero imprecisato di lavoratori i quali, dall'oggi al domani, videro infrangersi i propri sogni di una vecchiaia tranquilla da una riforma pensionistica che spostava traumaticamente il sistema pensionistico da quello retributivo a quello contributivo, innalzando gli anni per andare in pensione; abolendo la pensione di anzianità, sostituendola con quella anticipata. Partorendo la figura degli esodati, lavoratori che, avendo concordato con le aziende di lasciare il lavoro prima del previsto, sfruttando i vantaggi della vecchia legge, si sono visti di colpo privati di lavoro e pensione con l'entrata in vigore della riforma Fornero.

Chiedo scusa per essermi dilungato più del dovuto su vicende che, bene o male, dovrebbero essere note un po' a tutti.

Ciò era necessario in quanto il Senatore a Vita Mario Monti si è schierato apertamente per il No al referendum costituzionale tanto voluto da Napolitano; quello stesso Napolitano che nel 2011 lo chiamò direttamente a Palazzo Chigi perché salvasse l'Italia.

Avendo il Presidente Emerito dichiarato pubblicamente che chi vota No gli reca un'offesa personale, il fatto che il suo pupillo Monti si schieri per il No deve considerarsi un'implicita offesa di Monti all'ex Presidente della Repubblica o cosa?

Che io sappia finora nessuno ha posto a Monti questo quesito. Nemmeno ieri sera a Otto E Mezzo dove il Senatore a vita ha partecipato per spiegare i motivi del proprio dissenso alla riforma Boschi.

E quindi a Napolitano!  

 
 
 

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