Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Dicembre 2016

LA RAGGI UN PRECEDENTE PER I PROSSIMI SINDACI DI ROMA

Post n°1767 pubblicato il 29 Dicembre 2016 da kayfakayfa

È proprio il caso di dire che alla Raggi non gliene va bene una: dopo le iniziali difficoltà a comporre la giunta; quindi le dimissioni della Muraro, l'arresto di Marra e la bocciatura del bilancio comunale da parte dell'Oref, ieri il TAR del Lazio ha bocciata l'ordinanza della sindaca che vietava i botti di fine anno nella Capitale a tutela dei cittadini e degli animali .

Manna caduta dal cielo per le opposizioni, verrebbe da dire. In primis per il Pd, che, da quando la Raggi si è insediata al Campidoglio, non hanno smesso un solo secondo, con l'ausilio dei media amici, a stigmatizzare, giustamente, le tante carenze della giunta capitolina targata M5S.

Tuttavia, preda dell'euforia per le evidenti incompetenze della Sindaca, per lo più dovute all'inesperienza ma anche a un pizzico di presunzione - diversamente non spiega perché si fosse ostinata a tenere al proprio posto la Muraro, quando apprese che era indagata, seppure l'assessora non avesse ancora ricevuto l'avviso di garanzia; né perché si ostinò a volere al proprio fianco Marra, malgrado diversi membri del M5S, Grillo incluso, lo ritenevano un elemento di disturbo, la cui presenza poteva danneggiare il M5S, cosa puntualmente avvenuta – le opposizione non si rendono conto che la vicenda Raggi rischia di rappresentare un precedente pericoloso per chiunque governerà Roma dopo di lei.

La certosina, ma giustissima, attenzione con cui gli organi di controllo stanno vagliando al “microscopio” ogni minima mossa della Raggi, dovrà per forza di cose estendersi anche alle successive amministrazioni.

Come invece non è avvenuto in passato. Diversamente non si spiegherebbe il buco di oltre 16 miliardi nelle casse comunali ereditato dalla Raggi.

Addobbare in maniera sobria l'albero di Natale a Piazza Venezia, attirandosi su di sé le critiche di molti cittadini che lo ritenevano brutto, non è certo il modo migliore per spegnere le polemiche sul proprio modo di agire.

Soprattutto se non ti chiami Mario Monti, il cui premierato fu da tutti i media esaltato per lo stile sobrio dell'allora Premier, al quale nessuno si permise di obiettare quando disse no alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020, vista la disastrata situazione economica del paese.

Mentre alla Raggi ne hanno dette di cotte e di crude per aver ritirato la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024 a causa del dissesto economico del comune.

Chi oggi esulta per le difficoltà della giunta Raggi, sappia che, chiunque le succederà, a sua volta sarà sotto la lente d'ingrandimento.

Non tanto dei giornali i quali, c'è da giurarci, così come oggi stanno con i riflettori puntati sulla Raggi, se domani al campidoglio siederà un sindaco che non fosse del M5S, sposteranno l'attenzione su altro.

Ma dell'opinione pubblica, in particolare di quella romana, che vorrà vedere se la stessa, giusta, attenzione riservata oggi dai media alla sindaca M5S sarà riservata anche agli altri per il bene della città.

Della giunta Raggi si potrà dire tutto il male di questo mondo, ma non che avrà lasciato un buco nelle casse comunali di oltre 16 miliardi di euro.

 
 
 

SAN PAOLO SPORT DAY: SI VINCE ANCHE ARRIVANDO ULTIMI

Post n°1766 pubblicato il 27 Dicembre 2016 da kayfakayfa
 
Tag: RUNNER

Durante una competizione sportiva, per quanto fosse a livello amatoriale, difficilmente lo spirito di squadra e di amicizia prevalgono sull'agonismo. Come è giusto che sia, ognuno in gara cerca di dare il massimo per dimostrare, prima di tutto a se stesso, che i duri allenamenti e i sacrifici cui si sottopone quotidianamente, o poco meno, ripagano a livello di prestazione.

Migliorarsi, seppure di pochi secondi, è una soddisfazione che ripaga ma forte è il rischio di porre in secondo piano valori fondamentali quali la famiglia.

Inoltre, quando si gareggia, forte è il rischio che molte amicizie vadano in frantumi perché molti runner giungono a identificare perfino nel proprio compagno di squadra l'avversario da battere solo per potersi poi pavoneggiare per averlo lasciato dietro.

Credo di non sbagliare sostenendo che queste condizioni di agonismo, per quanto esasperanti, aleggiano in ogni team.

Quanti runner di medio livello sognano di poter arrivare una volta tutti assieme al traguardo, veloci e lenti? Che i più veloci, una tantum, antepongano il risultato cronometrico per aiutare gli altri a non restare distanziati sostenendoli fino all'arrivo?.

Sarà dipeso dal clima natalizio che si respirava ancora nell'aria, o forse più realisticamente dalla pesantezza accumulata nelle gambe a causa dei pantagruelici pranzi natalizi, fatto sta che ieri alla San Paolo Sport Day la Pozzuoli Marathon, squadra per cui mi onoro di indossare la maglia, è arrivata non solo compatta all'arrivo ma la collaborazione tra i vari “top” e gli altri runner ha consentito che Teresa, una delle signore che corrono con noi, realizzasse il personale sui 10 km.

Confesso che, se prima del via, mi avessero prospettato una situazione simile, poco ci avrei creduto. Non perché non mi fidassi dei miei compagni di squadra. Ma perché so bene che, per quanto possano essere alti gli ideali alberganti nell'animo di un runner, pochi sono coloro che poi, una volta partiti, riescono a resistere alla tentazione di tenere il passo del gruppo o non farsi sorpassare da chi è meno forte o al proprio livello.

È difficilissimo tenere a bada la foga agonistica. Pochi ci riescono. E quando succede, chi li conosce, presume che quell'improvvisa filantropia altro non fosse che il risultato di qualche leggero problemino fisico che li condizionava impedendogli di tirare.

Ieri davvero i “top” runner della PM – Pasquale in testa – hanno riposto l'ascia di guerra per aiutare gli altri affinché si arrivasse tutti insieme al traguardo mano nella mano.

Consapevole che più di tutti Teresa avrebbe faticato a tenere il passo del gruppo, Pasquale le si è affiancato dal primo chilometro e per tutta la gara le ha dato suggerimenti perché riducesse al minimo la fatica.

Per non lasciare nessuno dietro, Gianni, il segretario della società, in alcuni tratti, quando era evidente che alcuni si attardavano, ha suggerito che camminassimo veloci in maniera da aspettarli senza raffreddarci.

Ascoltare gli unanimi commenti di soddisfazione e apprezzamento che ci facevano i rappresentanti degli altri team mentre ci superavano, alcuni addirittura riprendendoci o fotografandoci, mi ha fatto sentire orgoglioso di fare parte di questa società.

E quando, a meno di 700 metri dall'arrivo, sono stato costretto a fermarmi per un improvviso risentimento alla coscia, il dolore maggiore non era quello fisico ma il pensiero di non poter arrivare al traguardo insieme agli altri.

Per fortuna su suggerimento di Pasquale, il quale, avvertito di quanto mi fosse successo, era tornato indietro per sostenermi e spronarmi perché non mollassi a pochi metri dalla meta, ho stretto i denti e ho raggiunto gli altri che simpaticamente avevano rallentato per aspettarmi.

A cento metri dall'arrivo ci siamo presi tutti per mano, formando una lunga corda rossa che tagliava di traverso la pista di atletica, e abbiamo aumentato per far sì che Teresa realizzasse il proprio sogno di fare il personale sulla 10 km. L'urlo liberatorio che ha lanciato al cielo, appena ha tagliato il traguardo, e l'abbraccio commosso con cui ha ringraziato Pasquale per averla sostenuta per tutta la corsa, la dicono lunga su quanto ci tenesse a migliorarsi.

Non so se in futuro rivivremo una situazione del genere. Tuttavia credo che quello che è successo ieri al San Paolo abbia lasciato in chi lo ha vissuto un piacevole ricordo che difficilmente il tempo potrà cancellare.

A volte si può vincere anche arrivando ultimi!

Per vedere tutte le foto cliccare qui

 
 
 

ALLORA RENZI DEVE DAVVERO CACARSI SOTTO!?

Post n°1765 pubblicato il 23 Dicembre 2016 da kayfakayfa

Era il 9 maggio 2016 quando un infervorato Luigi De Magistris, inaugurando la campagna elettorale per la propria ricandidatura a Sindaco di Napoli, dal palco del Palapartenope lanciò un forte ammonimento all’allora Premier Matteo Renzi, urlando, “Renzi vattene a casa, devi avere paura, ti devi cacare sotto”.

Parole che suscitarono non soltanto l’indignazione trasversale del mondo della politica italiana, ma alimentarono in molti il sospetto che quella frase fosse una sorta di messaggio in codice che il Sindaco lanciava al capo del governo in riferimento a chissà quali vicende di cui solo lui e Renzi fossero a conoscenza.

Tanto che il giorno dopo, dagli studi di Otto e Mezzo, perfino un giornalista serio e equilibrato come Paolo Mieli non potette fare a meno di chiedersi perché Renzi se la doveva fare sotto, auspicando che qualcuno ne chiedesse conto a De Magistris per vederci chiaro  (video a partire dal minuto 20:50 fino al minuto 21:54).

In risposta De Magistris gettò acqua sul fuoco affermando “in un comizio si possono usare toni forti”.

E tutto vissero felici e contenti. O quasi.

A distanzi di più di sette mesi, è di ieri la notizia riportata da Il Fatto Quotidiano di un ‘inchiesta della Procura di Napoli secondo cui il capo dei Carabinieri ha svelato le indagini e le microspie per la corruzione nella commessa cui punta l'imprenditore Romeo: Il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette è indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto istruttorio nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip che lambisce il cosiddetto ‘Giglio Magico’ e il padre del leader del Pd, Tiziano Renzi, che non è indagato ma il cui nome è tirato in ballo nelle carte. L’accelerazione dell’inchiesta dei pm di Napoli Henry John Woodcock, Enrica Parascandolo e Celeste Carrano c’è stata nella notte di martedì 20 dicembre.

Sempre Il Fatto Quotidiano questa mattina rivela che nella stessa inchiesta sarebbe indagato il Ministro dello Sport Luca Lotti, braccio destro di Renzi, ex vice segretario alla Presidenza del Consiglio: Luca Lotti è indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura di Napoli sulla corruzione in Consip. Il fascicolo contenente le ipotesi di reato sulle fughe di notizie è stato stralciato dal filone principale sulla corruzione (che vede indagati Alfredo Romeo e il dirigente della Consip Marco Gasparri) ed è finito a Roma per competenza territoriale. A decidere il destino dell’uomo più vicino al segretario del Pd ora sarà il procuratore Giuseppe Pignatone.

Ora il cittadino medio che, oltre cercare di tenersi informato, ha anche la cattiva abitudine di ragionare con la propria testa e, contrariamente alla maggioranza dei proprio concittadini, di non avere la memoria tanto corta non può fare a meno di chiedersi se all’epoca in cui De Magistris intimò Renzi di cacarsi sotto non si riferisse proprio ai fatti relativi all’inchiesta in essere che, se fossero confermati, rischierebbero di annientare le cocuzze con tutto il cocuzzaro, incluso il padre del cocuzzaro?

A scanso di equivoci, diamo per scontato che le parole di De Magistris non avessero alcun riferimento ai fatti relativi all'inchiesta napoletana sopraccitata; sicuramente tra le due vicende non c’è alcuna assonanza.

Però, messe a confronto tra di loro, nemmeno stonano.

Sicuramente mere coincidenze, nient’altro.

Buon Natale!

 
 
 

SE ROMA PIANGE MILANO NON RIDE

Post n°1764 pubblicato il 21 Dicembre 2016 da kayfakayfa

Facciamocene una ragione, fino a quando non andremo a votare per il rinnovo del Parlamento, continueremo a leggere e sentire di tutto e di più, ovviamente in peggio, sul M5S.

Questo perché la stragrande maggioranza dei media è filogovernativa - o perché riceve sovvenzioni dallo Stato, o perché il gruppo dirigente è nominato dal governo.

Tuttavia non sarebbe né giusto né serio se il M5S si trincerasse dietro questa palese realtà per non ammettere le proprie responsabilità in merito a quanto sta avvenendo al Comune di Roma dove, prima le dimissioni dell'assessore alla nettezza urbana Paola Muraro indagata in vicende inerenti la gestione dei rifiuti a Roma quando collaborava con le passate amministrazioni, poi l'arresto del capo del personale Marra per una presunta vicenda di corruzione di cui sarebbe stato protagonista nel 2013, epoca in cui la capitale era amministrata dal centrodestra con Alemanno, il seggio della sindaca Raggi sarebbe quanto mai traballante.

È vero che a Milano a essere indagato per vicende legate alla cattiva gestione dell'Expo è direttamente il sindaco Sala in quota PD, per cui i fatti meneghini sarebbero più gravi di quelli capitolini dove, per ora, la sindaca non risulterebbe in alcun modo coinvolta.

Ma questo non giustifica la pessima gestione di quanto è accaduto a Roma, soprattutto nella scelta di alcuni assessori e dirigenti, come appunto la Muraro e Marra, sgraditi a diversi membri del M5S perché legati con le precedenti amministrazioni ma imposti dalla sindaca ritendoli adeguati al ruolo per esperienze acquisite in passato.

Puntare il dito contro Milano, come stanno facendo diversi membri e simpatizzanti del M5S, pur di deviare l'attenzione da sé, pone il movimento fondato da Grillo alla stregua degli altri partiti, PD in testa, sempre pronti ad amplificare, con l'ausilio dei media, gli scandali in cui sarebbe coinvolto il M5S per dimostrare che, contrariamente a quanto vanno dichiarando i grillini, in fatto di opaca onestà il M5S non sarebbe diverso dagli altri partiti.

Personalmente ritengo questo aspetto il punto cruciale di tutta la vicenda. È come se un pluricriminale con orgoglio equiparasse a sé un incensurato coinvolto per la prima volta in eventi poco chiari ancora da chiarirsi e, soprattutto, molto meno rilevanti rispetto ai propri crimini.

Se i partiti di vecchio stampo si preoccupassero di varare una legge anticorruzione seria che fungesse da deterrente per tutti quei politici che hanno il vizio di servirsi della propria carica per arricchirsi alle spalle del contribuente, anziché evidenziare con ogni mezzo quanto i grillini non siano diversi da sé, rischiano di fare un enorme autogol: alcune sere fa nella libreria di un amico simpatizzante del M5S, mentre discutevamo di Roma, entrò un signore anziano il quale, ascoltandoci, disse testuale: io preferisco essere governato da una persona inesperta ma onesta invece che da un ladro conclamato seppure competente!

Ecco, credo che questa risposta sia la sintesi del perché, malgrado il caos di Roma, tuttora i sondaggi indicano il M5S quale primo partito italiano.

La gente è stanca dei vecchi politici che, dopo aver affossato l'Italia in oltre vent'anni di governo, hanno la presunzione e la sfacciataggine di mostrarsi in pubblico dichiarando di possedere la ricetta per guarire il paese.

Come già scrissi in passato: nessun ammalato sarebbe così folle da affidare la propria guarigione allo stesso medico che ne causò il male!

 
 
 

COAST TO COAST, A VINCERE SONO I SELFIE

Post n°1763 pubblicato il 19 Dicembre 2016 da kayfakayfa
 
Tag: RUNNER

La sveglia è alle 5 del mattino. Nulla di anomalo per chi come me da anni si alza all'alba per iniziare la giornata correndo prima di andare a lavoro. Solo che oggi è domenica, giorno in cui solitamente non mi sveglio prima delle 6,30. Sempre per andare a  correre con gli amici per fare un lungo di una ventina di chilometri.

Ma questa domenica a Sorrento si corre la Coast to Coast, sia la mezza maratona che la maratona, una tra le gare in assoluto più dure del calendario podistico campano e nazionale.

Con Ciro e Michele l'appuntamento è alle 6,15 all'ingresso del viale di casa. Ciro correrà con me la mezza, quindi viene a prendermi con la prorpia auto; Michele viaggerà da solo dato che sarà l'unico della Pozzuoli Marathon a fare la maratona.

A Sorrento ci aspettano Teresa, Bruno, Giovanni e Alfonso.

Quando arriviamo, il freddo pungente è mitigato dalla splendida giornata di sole e dall'adrenalina che, man mano che si approssima la partenza, rende il sangue sempre più incandescente.

Le partenze diversificate – partirà prima la mezza e poi la maratona - rendono meno caotico il flusso degli atleti al via. Peccato che, rispetto allo scorso anno, questa volta fin dai primi metri il percorso è in parte occupato dalle auto che sopraggiungono in senso opposto. Addirittura un pullman parcheggiato ai bordi della strada restringe pericolosamente la strada costringendo gli atleti a riversarsi sul marciapiede opposto per evitare di ammassarsi l'uno sull'altro.

Dopo circa 2 chilometri di rettilineo inizia la lunga salita di circa 9 km che ci porterà fin su Sant'Agata dei Due Golfi.

Con Ciro e Giovanni ci inerpichiamo sulla strada volgendo ripetutamente gli sguardiall'orizzonte per ammirare il magnifico scenario della penisola sorrentina.

Visto la splendida giornata, Ciro mi ha letteralemente  “obbligato” a portare con me lo smartphone per farci qualche selfie correndo.

Mentre gli altri membri del nostro team affrontano la dura e lunga salita a passetti per evitare di sprecare energie, rischiando di non farcela poi a chiuderla, noi tre li precediamo speditamente scambiandoci commenti sul percorso e sul panorama.

Ciro, che funge da “regista”, ritiene che non è ancora giunto il momento di fermarci per scattare qualche foto. Vuole uno spaccato di panorama da dove si ammiri distintamente lo scenario del golfo di Sorrento. A meno di un chilometro dal punto più alto e critico della gara, individua una terrazza panoramica. Ci fermiamo e iniziamo a scattarci dei selfie nemmeno fossimo dei ragazzini.

Eppure lo spirito goliardico con cui stiamo affrontando la gara fa invidia a dei diciottenni.

Trepidanti ci avviciniamo alla ringhiera che affaccia su uno scenario di incanto; sfilo lo smartphone dalla custodia allacciata al braccio e, su indicazioni del regista, inizio a scattare dei selfie.

Previdente qual è, Ciro ha messo in pausa il cronometro per farlo ripartire non appena riprenderemo a correre in maniera da sottrarre dal tempo finale quello che abbiamo perso per appagare la nostra vanità e ottenere il responso effettivo: due minuti esatti!

Finito il “servizio fotografico”, ricominciamo a salire verso Sant'Agata dei Due Golfi. Quando giungiamo in prossimità del cartello stradale che indica l'approssimarsi di una salita con il 10% di pendenza comprendiamo che sta per iniziare il momento più difficile. Dismettiamo lo spirito goliardico e ci concentriamo sullo sforzo fisico necessario per completare quel terribile strappo in salita.

Dopo circa 700 metri di fatica infinita, finalmente inizia la discesa a Sorrento.

Sapendo che da tempo soffro un leggero risentimento al nervo sciatico, per cui in discesa non ho alcuna intenzione di forzare, Ciro e Giovanni mi fanno cenno che mi precederanno. Li saluto, dicendo loro di non preoccuparsi che ci vedremo al traguardo.

Fortunatamente la gamba va meglio di quanto sperassi per cui riesco a scendere in scioltezza senza grossi patemi.

Quando finalmente giungo sul vialone d'arrivo riesco ad allungare senza problemi.

Taglio il traguardo in 2:07:19. Levando i due minuti spesi per le foto, il tempo di 2:05:19 è più che dignitoso per una gara tosta come la Coast To Coast.

Soddisfatto mi avvio incontro a una delle soldatesse che fungono da miss per farmi mettere la medaglia al collo; quindi mi incammino al ristoro dove incrocio Ciro e Giovanni con il figlioletto in braccio.

Stanchi ma felici, ci facciamo scattare qualche altra foto ricordo.

Anche questa è andata.

Mentre raggiungiamo il parcheggio, intravediamo Alfonso tagliare il traguardo. Bruno e Teresa ci telefonano poco prima che partiamo. Anche loro sono felicissimi per averla chiusa. Teresa è contentissima: soffrendo particolarmente le salite, essere riuscita a completarla per lei è un'impresa non da poco.

Ci dispiace non poter aspettare Michele: sappiamo che prima di chiudere la propria gara non passeranno non meno di altre due ore.

A regalarci l'ulteriore emozione sarà il suo messaggio sulla chat di whatsapp della squadra, quando ormai già siamo a casa: tutto bene l'ho chiusa in 4h:26'.

Buone feste a tutti!

 
 
 

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