LA VOCE DI KAYFA

RENZI SCRICCHIOLA

Oramai è evidente a tutti, innanzitutto a Renzi, che ogniqualvolta si andrà a votare con voto segreto su un provvedimento varato dal governo, i franchi tiratori faranno lo scherzetto di votargli contro o astenersi mandando sotto la maggioranza. È successo ieri per due volte, una volta nell’aula del senato e un’altra in Commissione giustizia. Ed è inutile che il Premier gonfi il petto per mostrare sicurezza, scaricando su FI i sospetti di tradimento. Indifferentemente se i franchi tiratori - o vili traditori, fate voi - sono del PD o di FI , la realtà è che il governo poggia su di un piedistallo pericolosamente traballante visto che gli oppositori più pericolosi sono al proprio interno.

Anche in questo caso il primo a esserne consapevole è  Renzi il quale non a caso sta iniziando a mettere in discussioni le condizioni su cui poggerebbe il Patto del Nazareno con Berlusconi dicendosi disposto a modificare l’Italicum, la nuova legge elettorale che per ora rimane un progetto sulla carta, introducendo le preferenze e dunque allontanando il probabile  il rischio che anche questa venga “abolita” dalla Corte Costituzionale perché non rispecchia il mandato costituzionale che prevede siano i cittadini a votare i loro rappresentanti in Parlamento e non le segreterie dei partiti.

L’unica certezza di Renzi è che il suo governo durerà quanto meno fino alla fine dell’anno, ossia quando scadrà la presidenza italiana in Europa. Fino a quella data, seppure tra mille difficoltà dovute soprattutto alla intricata situazione economica che lascia prevedere un autunno caldo in cui il governo verosimilmente sarà costretto a varare una manovra correttiva non inferiore a 20 miliardi che, stando a voci autorevoli e insistenti, verranno "presi" praticando un prelievo forzato sui c.c. bancari, Renzi risiederà a Palazzo Chigi.

Se ciò accadesse, ovverro davvero il governo praticherà il prelievo forzato dai c.c. degli italiani,   Renzi sa bene di mettere a rischio la propria credibilità politica, e dunque la vittoria elettorale alle prossime politiche, in quanto, così come la maggioranza degli italiani che lo hanno votato alle europee lo ha fatto per ripagarlo degli 80 euro ricevuti in busta paga a partire da fine maggio, (manovra non strutturale visto che al momento i fondi ci sono solo per la copertura del 2014 mentre al mancano quelli per confermare l’aumento nel 2015 e estenderlo a altre categorie), altrettanto non gli perdonerebbe di aver attinto ai propri risparmi in maniera forzosa per sanare una situazione economica figlia di oltre un ventennio di cattiva amministrazione delle cosa pubblica da parte della politica macchiatasi nell'arco di  questi anni di scandali che hanno messo a nudo quanto il potere politico miri alla esclusiva salvaguardia dei  propri interessi a scapito di quelli della comunità che dovrebbe servire.

Non è escluso che agendo così Renzi porrebbe le condizioni per iniziare finalmente il risanamento economico del paese ma poi alle elezioni quanti lo voterebbero? Al momento anche i sondaggi, da sempre favorevoli all’ex sindaco di Firenze, stanno invertendo la tendenza segnando un calo di preferenze e di credibilità del Premier nei confronti dell’opinione pubblica la quale inizia a vederlo come l’ennesimo venditore di fumo.

In attesa di conoscere gli sviluppi di questa farsa italiana, c’è da dire che ancora una volta il primo vero sconfitto di quanto sta avvenendo è l’architetto di questa situazione, Giorgio Napolitano.

Nell’arco degli ultimi tre anni, da quando cadde il governo Berlusconi, l’ultimo esecutivo democraticamente eletto dai cittadini, si sono succeduti ben tre governi del Presidente – Monti, Letta e Renzi – avallati da Napolitano senza il passaggio elettorale dimostrandosi l’uno peggiore dell’altro.

 Se si considera che, seppure dopo ben sette anni dalla sua approvazione, la Corte Costituzionale ha bocciato per incostituzionalità il Porcellum – l’attuale legge elettorale in vigore nel nostro paese in attesa che se ne faccia un'altra con credenziali di costituzionalità -  per cui l’attuale Parlamento eletto con quel sistema elettorale è, di fatto, incostituzionale, come può un Parlamento “fuorilegge” emendare leggi dello Stato pretendendo addirittura di modificare la Costituzione?

Tutte queste cose una grossa fetta di italiani inizia a chiedersele.

Ma soprattutto inizia chiedersi dove sono le tante ventilate riforme renziane che si sarebbero dovute susseguire mensilmente per rilanciare il paese visto che finora, a parte gli 80 euro di “voto di scambio” che, contrariamente alle speranze del Premier, non hanno affatto rilanciato l’economia anche se per molte famiglie rappresentano una boccata di ossigeno, di esse non v’è traccia se non nelle reteirate logorroche chiacchiere di Renzi e dei suoi?

La sensazione che il feeling tra Renzi e gli italiani, almeno una parte di quelli che lo avevano votato, si sta spezzando è molto forte. Se a ciò aggiungiamo che anche il sodalizio con i grandi giornali pare si stia lentamente disgregando, ci domandiamo come farà Renzi, una volta che si andrà alle elezioni anticipate, a risalire su di un palco o a presentarsi in televisione con la baldanza che lo contraddistingue per convincere gli italiani a credere in lui e a votarlo?!.

Addebiterà a terzi il fallimento del suo primo governo?

Magari a Grillo, accusandolo di non aver voluto collaborare per fare le riforme insieme, confidando nuovamente nell’appoggio indiretto di Berlusconi con cui pare vada d’amore e d’accordo?

In questo caso accetteranno gli elettori del PD un’altra alleanza con il pregiudicato di Arcore, anche perché è votato da milioni di italiani come affermò la Boschi?

In un recente passato ci fu chi sconsigliava Renzi di puntare a Palazzo Chigi in una situazione così disastrata del paese eprché rischiava di bruciarsi. Addirittura lo stesso Renzi sembrava pensarla allo stesso modo tanto da affermare che non era sua intenzione guidare il paese senza prima passare dalle elezioni.

Tutti sappiamo come sono poi andate le cose.

Ora che la poltrona inizia a scricchiolare, chissà se Renzi non si sia pentito di aver "trombato" Letta, dopo averlo rassicurato via twitter di stare sereno.

Sarà sereno il Premier ora che è evidente che i "nemici" li ha in casa?