LA VOCE DI KAYFA

IN DIFESA DEL BABBO, RENZI FA POPULISMO

Come era prevedibile, questa mattina le prime pagine dei principali quotidiani nazionali e quelle dei telegiornali  aprono dando ampio spazio all’inchiesta Consip che vede tra gli indagati Tiziano Renzi, padre dell’ex Premier e ex segretario del Pd Matteo Renzi , interrogato ieri a Roma. In particolare si dà ampio risalto alla frase pronunciata ieri sera dall’ex Premier a Otto e Mezzo, “se mio padre è colpevole , per lui pena doppia”, senza aggiungere alcun commento.

Una frase sicuramente ad effetto. Ma dal tipico stampo populista, tanto che Tommaso Cerno, direttore de L’Espresso, presente in studio insieme alla conduttrice Lilli Gruber, è intervenuto facendo presente a Renzi che “le pene sono contemplate dal codice penale, non dai singoli individui”.

È difficile non chiedersi cosa sarebbe accaduto se quella stessa frase l’avesse pronunciata un rappresentante del M5S, da tutti i partiti di vecchio stampo additato quale emblema del populismo nostrano, magari Grillo, Di Maio o Virginia Raggi; o da uno delk centro destra tipo Salvini o Giorgia Meloni.

C’è da supporre che un coro di unanime indignazione si sarebbe levato dal palazzo per condannare la demagogia racchiusa in quelle parole.

E invece nulla. Quella frase battuta e ripetuta fino alla noia dai media, rischia di alimentare nell’animo di chi la legge o l’ascolta, senza approfondirla, l’impressione che Renzi sia talmente democratico al punto da anteporre la giustizia agli affetti familiari.

Chi ieri sera  ha seguito  Otto e Mezzo avrà notato l’agitazione che animava Renzi, nonostante l’ex premier cercasse di apparire sicuro di sé. Eloquenti le ripetute inquadrature delle sue mani intrecciate che si tormentavano, le espressioni del viso tirate con sorrisi forzati, qualche battuta fuori luogo nel tentativo di stemperare la tensione.

Né all’attento telespettatore saranno sfuggite le frecciate a Bersani, tra i principali artefici  delle scissione del Pd – “Bersani ha perso le elezioni”;  al M5S, “un partito fondato da un pregiudicato” - Beppe Grillo ha una condanna in definitivo per omicidio colposo plurimo in conseguenza di un incidente stradale del 1981 in cui persero la vita tre suoi amici; al centrodestra Berlusconiano –  “in Italia per anni ha governato un partito azienda per cui si facevano leggi a personam”.

Peccato che né la Gruber né Cerno abbiano infierito chiedendogli perché, pur provando avversione per i pregiudicati, non s’è fatto scrupoli, da Segretario del Pd, di fare un patto con Berlusconi per modificare la legge elettorale, né da Premier di contare sull’appoggio esterno di Verdini per l’approvazione della riforma costituzionale.

È vero che, mai come ieri, Renzi era una “mitragliatrice” che ripeteva sempre il solito mantra che gli abbiamo sentito ripetere tante volte in campagna elettorale - "questo paese deve ripartire, dobbiamo rimetterlo in moto"_; dando l'impressione di voler sorvolare sulla vicenda Consip, per cui era difficile, se non impossibile, da parte della conduttrice e del gionalista interromperlo per porgli qualche domanda mirata sull'inchiesta.

Ma è pur vero che, da opportunista qual è, l’ex premier ha colto l'occasione per iniziare ufficialmente la campagna elettorale delle primarie alla Segreteria del Pd. Probabilmente perché è consapevole che la vicenda Consip rischia di mettere a rischi la propria rielezione.

È di poche ore fa la notizia che Cuperlo ha ufficialmente dichiarato il proprio appoggio alla candidatura di Orlando. Confermando quanto ipotizzammo poche settimane fa, ossia che tra Renzi  e Emiliano a godere possa essere il terzo litigante, Orlando!