carboncino

Post n°449 pubblicato il 02 Ottobre 2011 da kiaraart

carboncino

 
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Shattered

Post n°448 pubblicato il 02 Ottobre 2011 da kiaraart

 
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pensiero

Post n°447 pubblicato il 01 Ottobre 2011 da kiaraart

Quando soffia forte il vento alcuni si adoperano per alzare muri, altri costruiscono mulini a vento

 
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Pensiero

Post n°445 pubblicato il 01 Ottobre 2011 da kiaraart

Le dune si trasformano con il vento ma il deserto rimane sempre uguale.(Paulo Coelho)

 
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pensiero

Post n°444 pubblicato il 21 Aprile 2011 da kiaraart

Tutti i bambini sono artisti: Il problema è come rimanere un artista quando si cresce (Pablo  Picasso)

 
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Disegni esplosivi

Post n°442 pubblicato il 19 Aprile 2011 da kiaraart

L’autore è Alexandre Farto alias Vhils, che, da un po’ di tempo a questa parte si dedica ad una particolare forma di street art, quella scolpita sui muri.L’occasione per sperimentare ancora più a fondo nella sua tecnica gliel’ha data la band portoghese degli Orelha Negra, nella realizzazione dell’ultimo videoclip  insieme a M.I.R.I.A.M. Vhils, con la consulenza di Pirotec, si è dedicato alla creazione di tracce di esplosivo e ha scolpito due ritratti  facendoli letteralmente detonare

 
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pensiero

Post n°440 pubblicato il 19 Aprile 2011 da kiaraart

Il regalo più grande che tu puoi fare a qualcuno è il tuo tempo, perchè quando regali a qualcuno il tuo tempo, regali un pezzo della tua vita che non ti ritornerà mai indietro.

 
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Leggenda Indù

Post n°438 pubblicato il 07 Aprile 2011 da kiaraart
Foto di kiaraart

Una vecchia leggenda indù racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli uomini erano Dei. Essi però abusarono talmente della loro divinità, che Brahma - signore degli dei - decise di privarli del potere divino e di nasconderlo in un posto dove fosse impossibile trovarlo. Il grande problema fu quello di trovare un nascondiglio.
Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente: "seppelliamo la divinità dell'uomo nella Terra". Brahma tuttavia rispose: "No, non basta. Perché l'uomo scaverà e la ritroverà".... Gli dei, allora, replicarono: "In tal caso, gettiamo la divinità nel più profondo degli Oceani". E di nuovo Brahma rispose: "No, perché prima o poi l'uomo esplorerà le cavità di tutti gli Oceani, e sicuramente un giorno la ritroverà e la riporterà in superficie". Gli dei minori conclusero allora: "Non sappiamo dove nasconderla, perché non sembra esistere - sulla terra o in mare – luogo alcuno che l'uomo non possa una volta raggiungere". E fu così che Brahma disse: "Ecco ciò che faremo della divinità dell'uomo: la nasconderemo nel suo io più profondo e segreto, perché è il solo posto dove non gli verrà mai in mente di cercarla".
A partire da quel tempo, conclude la leggenda, l'uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne,scavato la terra e si è immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.”


 
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Oceano Mare - Alessandro Baricco

Post n°436 pubblicato il 07 Aprile 2011 da kiaraart
Foto di kiaraart

Si alza, prende dal suo baule una scatola di mogano, solleva il coperchio, ci lascia cadere dentro la lettera, aperta e senza indirizzo. Nella scatola ci sono centinaia di buste uguali. Aperte e senza indirizzo.

Ha 38 anni, Bartleboom. Lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare la cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi, se non a lei?

Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle "Ti aspettavo". Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni, i giorni, gli istanti, che quell'uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell'uomo "Tu sei matto".

 E per sempre lo amerà.

 
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AUGURI e un sorriso :)

Post n°434 pubblicato il 12 Dicembre 2010 da kiaraart

x ki ama il giappone come me ecco alcune date principali del mese di dicembre

OTTO DICEMBRE
Hari kuyo
Aghi vecchi o rotti vengono infilati nelle torte di tofu e di riso mochi che vengono poi portate ad un tempio o ad un santuario. Gli aghi, inutili perchè troppo utilizzati, vengono offerti in un rituale religioso nella speranza che chi li usa possa diventare un sarto sempre più abile

TUTTO IL MESE
Bonen-kai (feste di fine anno)
In questo periodo ci sono alcune delle occasioni più divertenti per molte persone: un momento nel quale l’alcol scorre liberamente, tutti mangiano pietanze bollite da una pentola messa in condivisione e i colleghi di lavoro riconoscono il valore gli uni degli altri. Anche gli amici si riuniscono per feste simili.

ESIBIZIONI DELLA NONA SINFONA DI BEETHOVEN
L’ "Inno alla gioia", il quarto tempo della Nona Sinfonia di Beethoven, ben si combina con lo spirito e le speranze della stagione; ogni anno a dicembre infatti la sinfonia viene suonata in molte città. Appena prima della fine della seconda guera mondiale gli studenti che dovevano smettere gli studi di musica per andare in guerra, organizzavano feste di addio durante le quali cantavano quest’Ode.
Quando la guerra finì, i sopravvissuti ritornarono in Giappone e si riunirono tutti insieme; in quell’occasione cantarono l’Ode un’altra volta, in memoria dei loro compagni caduti. Pare quindi che la tradizione sia nata proprio così.

DAL TREDICI A FINE DICEMBRE
Susu-harai (pulizia totale).
In molte case si fanno le pulizie di fondo intorno alla fine dell’ultimo mese dell’anno. Secondo l’antica tradizione, la casa viene pulita dalla polvere e la sporcizia accumulate durante l’anno e che si sono infilate nei posti più inaccessibili. In questo modo si prepara la casa per le feste dell’ultimo dell’anno e si tiene la sfortuna fuori dalla porta. Le pulizie iniziano intorno al 13 del mese

DAL DICIASSETTE AL DICIANNOVE DICEMBRE
Mercato Hago-ita, tempio Senso-ji, Taito-ku, Tokyo.
Hago-ita sono delle palette decorate che si usano in un gioco tradizionale.
Le fiere che le vendono si tengono in tutto il paese intorno a metà mese. Il mercato annuale al tempio Senso-ji a Tokyo è molto famoso e gente entusiasta arriva da ogni parte del paese per comprare gli Hago-ita delle più disparate varietà ma sopratuttto della più alta qualità.

VENTUNO DICEMBRE (approssimativamente)
Toji (solstizio d’inverno)
Secondo la tradizione, il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno dovrebbero essere festeggiate facendo un bagno caldo nell’yuzu (cedro) e mangiando zucca durante i pasti.

VENTITRE DICEMBRE
Il compleanno dell’Imperatore (Festa nazionale)

VENTIQUATTRO DICEMBRE
Vigilia di Natale.
La vigilia di Natale viene spesso presentata dai media come la giornata più romantica dell’anno, dopo San Valentino. Di solito le coppie la trascorrono insieme in qualche ristorante "in", al karaoke o in luoghi romantici. Spesso le ragazze approfittano di questo giorno per confessare i loro sentimenti. Ecco perché se inviterete a uscire con voi una giapponese la vigilia di Natale, vi saranno quasi sicuramente implicazioni romantiche

VENTICINQUE DICEMBRE
Natale.
Festa importata dall’occidente, un giorno da passare con la persona amata mangiando pollo o facendo spese nei quartieri commerciali. Il cibo più "tipico" di questa festa, comunque, è la Torta di Natale o Kurisumasu Keki, farcita con panna e decorata a tema. Questo è uno dei pochi alimenti natalizi entrati attualmente a far parte della tradizione: tutte le pasticcerie o i grandi magazzini preparano un gran numero di torte di Natale e sperano di venderle almeno entro il giorno dopo…
Il 25 dicembre, infatti, è l’ultimo giorno per i festeggiamenti dedicati al Natale, e anche gli addobbi, gli alberi e le decorazioni scompaiono in gran fretta, perché dal 26 cominciano i preparativi per la festa del nuovo anno

TRENTUNO DICEMBRE
O-misoka (Capodanno).
Il capodanno viene chiamato O-misoka o joya. Al rintocco della mezzanotte, le campane kane dei templi di tutto il paese suonano per 180 rintocchi. Questa tradizione viene chiamata joya no kane. Ma perchè si fanno 180 rintocchi? Per cancellare dal cuore di chi ascolta proprio 180 difetti che esistono secondo la tradizione religiosa, come i desideri, la possessività, la rabbia e l’invidia. Prima della mezzanotte le famiglie si riuniscono per mangiare il toshi-koshi soba (spaghetti di grano saraceno che rappresentano il desiderio per una lunga vita

Kohaku Uta Gassen.
I cantanti più famosi in Giappone, insieme ad altri ospiti, si riuniscono per uno spettacolo di canzoni in stile ‘extravaganza’. La squadra delle donne (le ‘rosse’) sfida la squadra degli uomini (i ‘bianchi’) per un festival che un tempo veniva seguito da più di metà del paese ogni anno, ma che negli ultimi anni tuttavia sta perdendo consensi.

 

 

 
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CIRANO - FRANCESCO GUCCINI

Post n°431 pubblicato il 23 Ottobre 2010 da kiaraart

Cyrano de Bergerac è una celebre opera teatrale pubblicata nel 1897 dal poeta drammatico francese Edmond Rostand (1868-1918) e ispirata alla figura storica di Savinien Cyrano De Bergerac, uno dei più estrosi scrittori del seicento francese, precursore della letteratura fantascientifica. Cyrano è uno dei personaggi più conosciuti e amati del teatro. La sua geniale temerarietà, la drammaticità della sua fiera esistenza, vissuta pericolosamente all'insegna del non piegarsi mai alla mediocrità e alle convenienze, costi quel che costi, ne fanno un autentico eroe romantico e al contempo un personaggio straordinariamente moderno.

Questo libro è stato quello che ho amato di più quando ero ragazza, e che ancora oggi rileggo ogni tanto ma sempre con lo stesso piacere...

 
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Tratta da: "C'è qualcuno lassù?" di Bruno Ferrero

Post n°429 pubblicato il 22 Ottobre 2010 da kiaraart

"Ebbi lo scompartimento del treno tutto per me. Poi salì una ragazza", raccontava un giovane indiano cieco. "L'uomo e la donna venuti ad accompagnarla dovevano essere i suoi genitori. Le fecero molte raccomandazioni. Dato che ero già cieco allora, non potevo sapere che aspetto avesse la ragazza, ma mi piaceva il suono della sua voce". "Va a Dehra Dun?", chiesi mentre il treno usciva dalla stazione. Mi chiedevo se sarei riuscito a impedirle di scoprire che non ci vedevo. Pensai: se resto seduto al mio posto, non dovrebbe essere troppo difficile. "Vado a Saharanpur", disse la ragazza. "Là viene a prendermi mia zia. E lei dove Va?". "A Dehra Dun, e poi a Mussoorie", risposi. "Oh, beato lei! Vorrei tanto andare a Mussoorie. Adoro la montagna. Specialmente in ottobre". "Si, è la stagione migliore", dissi, attingendo ai miei ricordi di quando potevo vedere. "Le colline sono cosparse di dalie selvatiche, il sole è delizioso, e di sera si può star seduti davanti al fuoco a sorseggiare un brandy. La maggior parte dei villeggianti se n'è andata, e le strade sono silenziose e quasi deserte". Lei taceva, e mi chiesi se le mie parole l'avessero colpita, o se mi considerasse solo un sentimentaloide. Poi feci un errore. "Com'è fuori?" chiesi. Lei però non sembrò trovare nulla di strano nella domanda. Si era già accorta che non ci vedevo? Ma le parole che disse subito dopo mi tolsero ogni dubbio. "Perchè non guarda dal finestrino?", mi chiese con la massima naturalezza. Scivolai lungo il sedile e cercai col tatto il finestrino. Era aperto, e io mi voltai da quella parte fingendo di studiare il panorama. Con gli occhi della fantasia, vedevo i pali telegrafici scorrere via veloci. "Ha notato", mi azzardai a dire "che sembra che gli alberi si muovano mentre noi stiamo fermi?". "Succede sempre cosi", fece lei. Mi girai verso la ragazza, e per un po' rimanemmo seduti in silenzio. "Lei ha un viso interessante", dissi poi. Lei rise piacevolmente, una risata chiara e squillante. "E' bello sentirselo dire", fece. "Sono talmente stufa di quelli che mi dicono che ho un bel visino!". "Dunque, ce l'hai davvero una bella faccia", pensai, e a voce alta proseguii: "Beh, un viso interessante può anche essere molto bello". "Lei è molto galante", disse. "Ma perchè è così serio?". "Fra poco lei sara arrivata", dissi in tono piuttosto brusco. "Grazie al cielo. Non sopporto i viaggi lunghi in treno". Io invece sarei stato disposto a rimaner seduto li all'infinito, solo per sentirla parlare. La sua voce aveva il trillo argentino di un torrente di montagna. Appena scesa dal treno, avrebbe dimenticato il nostro breve incontro; ma io avrei conservato il suo ricordo per il resto del viaggio e anche dopo. I1 treno entrò in stazione. Una voce chiamò la ragazza che se ne andò, lasciando dietro di sè solo il suo profumo. Un uomo entrò nello scompartimento, farfugliando qualcosa. I1 treno ripartì. Trovai a tentoni il finestrino e mi ci sedetti davanti, fissando la luce del giorno che per me era tenebra. Ancora una volta potevo rifare il giochetto con un nuovo compagno di viaggio. "Mi spiace di non essere un compagno attraente come quella che è appena uscita", mi disse lui, cercando di attaccar discorso. "Era una ragazza interessante", dissi io. "Potrebbe dirmi... aveva i capelli lunghi o corti?". "Non ricordo", rispose in tono perlesso. "Sono i suoi occhi che mi sono rimasti impressi, non i capelli. Aveva gli occhi cosi belli! Peccato che non le servissero affatto... era completamente cieca. Non se n'era accorto?"

Come due ciechi che fingono di vedere. Quanti incontri tra esseri umani sono così. Per paura di mettere allo scoperto ciò che si è. E cosi si perdono gli appuntamenti decisivi della vita.
Certi incontri accadono una volta sola.



I testi e i commenti sono di proprietà della casa editrice ElleDiCi.

 
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parkour

Post n°428 pubblicato il 22 Ottobre 2010 da kiaraart

Il Parkour nasce intorno alla fine degli anni ‘80 in un sobborgo di Parigi quando Davide Belle, il suo fondatore, inizia ad applicare in un ambiente urbano le tecniche apprese da bambino mentre giocava nei boschi: da allora questo movimento ha fatto proseliti in tutto il mondo, che ne portano avanti la pratica e la filosofia di vita. Il parkour è un “tracciatore di percorsi” . Il suo obiettivo è superare gli ostacoli che si frappongono fra un punto A e un punto B sulla sua strada in modo fluido ed efficace, usando il corpo: salti, arrampicate, corse. Immaginate tutto questo in un ambiente urbano: un albero, una panchina, le scale che facciamo ogni giorno, un muro, un cornicione, un tetto. Tutto diventa una superfice nuova, un nuovo punto d’appiglio, una nuova strada impensata da percorrere. La vita urbana è fatta di flussi regolati: immettersi nella metro, andare al supermercato, corsie, segnaletiche di ogni tipo, andare in ufficio… Ma i modi di arrivare da A a B sono potenzialmente infiniti e i percorsi continuamente da reinventare. Soli o in gruppo i parkour si muovono così nella giungla-metropoli in modo completamente inaspettato.Così come gli artisti della strada tracciano i loro segni sui muri, o gli skater surfano sulle superfici cementate delle periferie rendendole oceani, allo stesso modo i parkour si riappropriano della città con i loro corpi.

 
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Davvero e' cosi'... !!! ti auguro una buona...
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L'arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità (Pablo Picasso)

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