Creato da kinderella.lilla il 05/02/2009

MONDO DI KINDERELLA

DI TUTTO UN PO', TRA IL SERIO ED IL FACETO,PIU' FACETO CHE SERIO

 

Messaggi del 07/08/2014

MARE DISPERATO - ULTIMO EPISODIO-

Post n°1835 pubblicato il 07 Agosto 2014 da kinderella.lilla

Quella mattina, Gianela e Paolo, si informarono presso la proprietaria dell'albergo, se in paese ci fossero appartamenti da affittare.
" Io ho un'appartamento di due locali, proprio quì accanto."
" Quando possiamo vederlo?"
" Anche subito se volete!"
Lo stabile non era granchè, l'appartamento era sito al primo piano ed era composto da due stanze più servizi e balcone. Si accordarono sull'affitto, sulle modalità di pagamento e l'accordo di averlo in consegna pulito ed imbiancato.
" Oggi stesso faccio venire mio cognato a cominciare. Mi fa piacere che Anjesa venga ad abitare quì vicino. A proposito: come lo volete? Bianco o colorato?"
" Più tardi, porteremo mamma e papà e decideranno loro, ma forse è meglio un po' di colore, rallegra ed è meno sporchevole." Gianela, lo disse pensando alle pareti scrostate ed ammuffite della baracca tra i boschi, ma entro una settimana, i genitori di Gianela avrebbero traslocato, anche se, c'era ben poco da traslocare, anzi: nulla! Avrebbero arredato loro, la nuova casa di Anjesa e Bejan, almeno per ora; lo stretto necessario.
Quando scesero dall'auto, Anjesa e Besjan, impacciati ed intimoriti, chiesero:
"Ma dove stiamo andando?"
"Nella vostra nuova casa, se vi piacerà! Sù, dài venite, è al primo piano."
I due, si strinsero l'una all'altro e diffidenti seguirono al primo piano la figlia ed il genero.
Loro, che avevano sempre vissuto ai margini del paese, che anche dopo sposati, avevano continuato a stare in quella stamberga che era stata del padre di Bejan, loro... andare a vivere addirittura in centro del paese? Ma nooooo..., si schernirono alla possibilità di quel cambiamento! Però; com'era bello quell'appartamento, c'era anche il "poggiolo", come lo chiamarono loro e c'era anche il riscaldamento!
"Pensa Anjesa; chissà come si starà bene d'inverno."
Per tutta risposta, la moglie gli diede uno spintone, non riusciva a proferire parola, aveva un groppo in gola che gliela serrava!
" Certo che prima di entrarci dentro, la puliranno ed imbiancheranno, come volete la tinteggiatura? Bianca o colorata? Mamma, come ti piacerebbe? Naturalmente, voi non dovrete preoccuparvi di nulla! Penseremo a tutto io e Paolo, voi dovrete solo stare tranquilli e godervi un po' di serenità in santa pace!"
Quando scesero, andarono a consegnare le chiavi alla padrona dell'albergo.
"Allora, Anjesa, che dici? Ti piacerebbe venire ad abitare quì? Saresti più comoda anche per venire ad aiutarmi!"
Ma Anjesa, aveva gli occhi lucidi e per lei parlarono Gianela e Paolo:
" Sì signora e se per lei va bene; domani stipuliamo il contratto ed entro questa settimana, verranno ad abitarci. Ah, per la pittura, Anjesa ha scelto il "rosa caldo"."
"Va bene! Domani mio cognato comincia ad imbiancare così quando venite, darete un'occhiata."
Paolo, visto l'irrisorio prezzo dell'appartamento, convinse la moglie; " anzichè pagare l'affitto, paghiamo un mutuo, così non avranno mai più problemi". 
Nei giorni successivi, andarono in cerca del mobilio ed alla fine della settimana era già tutto pronto, comprese due sedie a dondolo per il balcone.
" Così quando vorrete, vi riposate guardando giù la gente che passa, vedrete che vi ci abituerete presto."
Paolo, volle filmare il momento della consegna delle chiavi e l'entrata nell'appartamento di Anjesa e Besjan,
due cerbiatti dagli occhi incantati, alla scoperta di un nuovo mondo! Commozione e grande emozione, stagnavano nell'aria!
Gianela, che era una ragazza assennata e sensibile, riuscì a trovare una giustificazione ai genitori, per averla "venduta".
Per loro, non era stato così, bensì; erano convinti di essere riusciti a farla andare in Italia per il suo bene!
Infatti, eccola qua ben sistemata e felice con una splendida famiglia ed era ritornata, riconoscente, per ripagarli e loro erano orgogliosi di quella figlia che sembrava una regina.
Finalmente! Un'alito di vita nel vuoto! Nel volto dei suoi genitori, stava svanendo il timore e cominciarono a sorridere mostrando le gengive vuote come due infanti!
Dalla vecchia abitazione, hanno portato solo poche cose personali ed il giorno prima, Gianela ha portato la mamma dal parrucchiere. Fu uno spettacolo imperdibile vedere l'espressione di Anjesa, peccato non aver preso la cinepresa, ma la fotografò, non voleva scordare quell'attimo tutto suo e di sua madre.
" Ti voglio bene mamma.!
"Anch'io Angelo mio."
Negli anni a venire, avrebbero imparato a capirsi ed a creare un vero legame familiare e la prima volta che vennero in Italia, Gianela invitò anche la sua più intima amica: Suor Milena, che Anadela amava come una zia.
Milena si era attivata per cercare le sorelle ed il fratello di Gianela.
Con la sua tenacia e determinazione, ce l'avrebbe fatta a riunire tutta la famiglia! 
*Gilda*                                     
                                                              FINE
 
              

 
 
 

MARE DISPERATO ( PENULTIMO EPISODIO)

Post n°1834 pubblicato il 07 Agosto 2014 da kinderella.lilla

Qualcosa era cambiato, ma cosa? Gianela, quasi non riconosceva in quei due i suoi genitori, non per l'aspetto ma per il loro sobrio comportamento! Suo padre era più o meno come lo ricordava, ma in sua madre c'era qualcosa di nuovo che a lei sfuggiva. Era molto invecchiata fisicamente ed era rinsecchita, ma gli occhi..., gli occhi avevano una luce diversa che lei non ricordava di averle mai visto.  Osservava Gianela aprire i pacchetti che le aveva portato, c'erano anche dei cioccolatini e quando li vide; spalancò gli occhi come non ne avesse mai visti. Sembrava una bambina fuori da una vetrina di giocattoli che se ne stava in disparte ad ammirarli! 

A Gianela venne una stretta al cuore, la prese per un braccio e la fece sedere al tavolo, le mise davanti la scatola di cioccolatini e le disse:

"Sono per te, per voi due. Anadela, dai subito un cioccolatino alla nonna Anjesa e al nonno Besjan."

Paolo notò il disagio, quasi timido, dei suoi suoceri e provò un moto d'affetto per quelle creature, che sembravano fuori dal tempo, da ogni tempo!

Tra lui e Gianela intercorse uno sguardo d'intesa; qualsiasi cosa avessero fatto in passato, erano ormai, due creature distrutte ed indifese. Si alzò e si avvicinò al suocero, mettendogli in mano un pacchettino:

"Tieni Besjan, questo è per te."

Ora toccava anche a lui aprire il suo pacchettino e con mani tremanti ed incerte si accinse a farlo. Quando ne vide il contenuto, scosse la testa e spinse il pacchetto verso Paolo, che gentilmente glielo respinse con una scusa:

"Devi scusarmi Bejan, non sapendo cosa prenderti; preferisco sia tu a sceglere quello che più ti aggrada."

La giornata passò, s'era fatto pomeriggio tardi e dovevano tornare all'albergo a Tirana.

"Che dici amore; ci sarà pur un albergo quì in paese per stare più vicini e passare più tempo con la famiglia."

"Credo di sì..., ma non lo so. Papà, sai se c'è un albergo quì in paese?"

"Sì, c'è la pensione in piazza dove la mamma và ad aiutare per le pulizia. Vengo giù con voi e vediamo subito."

Salutarono la mamma Anjesa e scescero in paese, la pensione era decente e pulita, prenotarono la camera per l'indomani. Quella sera, quando Anadela si addormentò, Gianela e Paolo parlarono a lungo tra di loro e si trovarono d'accordo sul fatto che; Anjesa e Bejan, non potevano continuare a vivere in quella stamberga tra i boschi!

"Io guadagno abbastanza per provvedere alla nostra famiglia, tu col tuo lavoro, guadagni altrettanto bene per poter aiutare i tuoi a vivere decentemente in un appartamento. Non dovranno più andare ad elemosinare in giro e vivere decemente questi ultimi anni che restano loro."

Sopraffatta da una miriade di emozioni, Gianela abbracciò commossa suo marito.
"Amore, come potrei amarti di più? Ma come fai a comprendere sempre anche i miei più segreti desideri? Anche lo stare a Tirana, mi metteva a disagio per il timore d'incontrare qualcuno del mio passato, che, con tanta fatica ho sepolto e non faccio più quegli orribili incubi."
E finalmente, verso mattina riuscirono ad addormentarsi.
"Mamma, papà, siamo arrivati. Ora preparatevi che scendiamo tutti in piazza."
Non avvezzi a tutte quelle manifestazioni affettuose, gli anziani coniugi rimanevano impacciati ed intimiditi, ma col tempo; avrebbero imparato ad accettare e ricambiare gli abbracci e le effusioni, specie nei confronti della nipotina, che ritenevano una principessina.

To be continued.....STEL

 

 

 
 
 

MARE DISPERATO (39° EPISODIO)

Post n°1833 pubblicato il 07 Agosto 2014 da kinderella.lilla

L'indomani, dopo colazione, lasciarono l'albergo e si diressero verso Yzberisht, paese natale di Gianela, che si sentiva stanca ed agitata. Dopo tanti anni, si ritrovava a Tirana e le venne in mente il signorino Kokò, quasi se ne vergognò e distolse i confusi pensieri,  dirottandoli su ciò che avrebbe trovato ad Izberisht.

L'atmosfera era afosa e le strade sconnesse e polverose. Non era cambiato niente!erano ormai in prossimità del paesino e la tensione di Gianela, era palpabile.

Tentando di stemperare quella tensione, Paolo scherzò:

"Ti difenderò dagli orchi.... non permetterò a nessuno di mangiarti... gnammmmmmm..."

Gli rispose seria, guardando fuori:

"Non è questo! Mi vergogno a portarti in quella carapecchia."

Erano in prossimità della salita che conduceva alla casa nel bosco, ed inevitabilmente ripensò a 13 anni addietro; l'aveva percorsa a piedi scalzi sotto la pioggia, per non rovinare i sandaletti smessi dalla signorina Bona.

"A me non interessa, dove e come vivono i tuoi. E' giusto che tu li riveda, poi deciderai il da farsi; se e quando andartene, ma ti prego di tranquillizzarti o anche Anadela si agiterà."

"Eccola, ti prego caro, fèrmati un attimo, solo un attimo, prendo una boccata d'aria."

Sullo spiazzo antistante la casa, non c'era nessuno e nemmeno quando fermarono l'auto, si vide anima viva, allora Gianela, diede un colpo di clacson e da dietro la casa sbucò una donna con una gonna lunga ed un maglione di lana intrecciato, malgrado il caldo afoso.

Dalle labbra increspate, pendeva il mozzicone di una sigaretta, diede un colpo di tosse mentre si chiedeva: chi diavolo fossero quelli.

"Mamma? Sono io; Gianela."

"Gianela, la mia Gianela?"

Ma a Gianela, tremarono le gambe e non riusciva a correre ad abbracciare quella vecchia, che non aveva nulla di sua madre! Quando le fù vicina, si accorse che era sporca ed olezzava di vino, le mani, il viso ed il corpo, erano avvizziti come un ramo secco.

"Mio Dio! E questa è la "zingara dei boschi", come era soprannominata in paese?" Mentre pensava a questo, Gianela si rese conto che, in tutti quegli anni, aveva covato rancore nei confronti di sua madre e che ora, a quella vista, si stava sciogliendo come un fiocco di neve al sole.

In qualche modo, ci furono le presentazioni e quando la nonna fece per abbracciare la nipotina, Anadela scoppiò a piangere e corse a nascondersi dietro le gambe di papà.

Ci volle del tempo per farla calmare e farle capire che quella signora, era la mamma di sua mamma, cioè: l'altra sua nonna, ma Anadela, rimase diffidente nei confronti di quella strana donna.

"Papà, le mie sorelle ed il mio fratellino; dove sono?"

"Tuo padre è andato a prendere qualcosa da mangiare, gli altri boh, se ne sono andati tutti via senza nemmeno un saluto. Ingrati! Per fortuna, tu non ti sei scordata dei tuoi genitori." Poi, rivolgendosi a Paolo:

"Ah, sei fortunato tu, ad avere incontrato la mia Gianela."

Lui, non capì una parola e Gianela non glielo tradusse per pudore. Indugiava a far entrare in quella catapecchia suo marito e sua figlia, mentre un fischio la distolse dall'imbarazzo.

"Papà, ciao come stai?"

Lui l'abbracciò trattenendola forte al petto, poi si rivolse ad Anadela e Paolo, tendendo loro la mano e stranamente la piccina, gliela prese.

Gianela, notò che suo padre era sobrio, si era rasato, lavato e pettinato ed aveva una camicia linda con le maniche rimboccate. Sentì salirle al petto, un'antica ondata d'affetto verso quell'uomo tanto debole ma buono d'animo. Entrarono in casa e con sorpresa, la trovò linda e rassettata, suo padre appoggiò sul tavolo un bottiglione di vino, del pane ed un pacchetto di salumi mentre sua madre, sparì dietro la tenda-divisorio che nascondeva i letti, per riapparire cambiata e pettinata. Gianela, le fece un sorriso spontaneo e sincero, quei due erano i suoi genitori, gente povera che non è riuscita a riscattarsi con dignità, dalla povertà!

Commossa andò ad abbracciare prima la mamma poi il papà, mentre lacrime liberatorie le scendevano sul bellissimo viso. Presi alla sprovvista da quella manifestazione d'affetto, s'intimidorono e si ritrassero mentre alla donna scesero due lacrime, che subito nascose.

To be continued..... STEL

 
 
 

MARE DISPERATO (38° EPISODIO)

Post n°1832 pubblicato il 07 Agosto 2014 da kinderella.lilla

Alle 7,30, la nave traghetto stava entrando nel porto di Durazzo, sul ponte c'era una leggera e piacevole brezza.

Gianela, Paolo e la loro Anadela, avevano già fatto colazione e si preparavano a scendere nella pancia della nave e salire sulla loro auto per essere pronti allo sbarco.

Gianela, non aveva dormito, aveva ascoltato il tranquillo respiro di Anadela ed il leggero soffio di Paolo, aveva pensato molto a quell'incontro fortuito con Milena e l'essersi "riconosciute", l'avrebbe rivista molto volentieri, anche perchè: voleva saperne di più su quella donna, perchè istintivamente; le piaceva. Aveva notato il crocefisso che portava appeso al collo e volle immaginare qualcosa di bello e mentre sbarcavano, si guardò inutilmente intorno per vedere se riusciva a vederla.

Sbarcati, Paolo impostò il satellitare fino a Tirana ed iniziarono il viaggio in terra Albanese. Avvertiva però la tensione di sua moglie, chissà; quante e quali preoccupazioni assillavano, quella testolina che lui amava tanto. L'attrasse a sè e sorridendole come faceva sempre; le schioccò un bacio sul naso e la rassicurò, pur non volendo intromettersi e lasciarla elaborare tutte le possibilità di quell'incontro, che poteva avere risvolti imbarazzanti.

"Amore, andrà tutto bene, non preoccuparti, io sarò sempre accanto a te."

Le strade erano pessime e Paolo era impegnato nella guida, mentre Gianela si era assopita, sussultò quando la piccola si mise a strillare:

"Pipììììì....pipìììì...."

"Sì amore, tra un po' ci fermiamo, intanto: cantiamo la canzoncina che hai imparato, così papà non si addormenta ed arriviamo presto al primo paese che incontriamo." 

"E dov'è il paese?"

"Vicino amore, guarda: si vedono delle case... cerchiamo un bar subito, subito."

Tutti e tre, cominciarono a cantare la canzoncina, del cartone animato preferito da Anadela.

Finalmente si avvicinarono ad un paesino e trovarono un bar, entrati, Gianela chiese subito se ci fosse una toilette, le venne risposto che nò, non c'era una toilette pubblica, ma se proprio aveva bisogno per la bambina; le avrebbero offerto il bagno della loro abitazione, attigua al bar.

Gianela lo ringrazio tanto e seguì la donna nel retro ed entrarono nell'abitazione.

Con grande sorpresa, Gianela entrò in un bagno lindo, ne fù sollevata e ne approfittò per lei stessa. Forse pensava di trovare uno schifoso cesso, come quelli dei bar sulla Paullese? D'altra parte; lei non era mai entrata in un bar Albanese.

Riconoscente con la proprietaria, ordinò dei succhi di frutta, coca-cola, aranciate e fece fare dei panini, li avrebbe messi nella borsa-frigo, che avevano nel baule dell'auto. Avrebbero mangiato in auto, come fosse un gioco per la bimba. Salutarono e ripartirono.

Nel tardo meriggio, arrivarono a Tirana e cercarono l'hotel che Paolo aveva prenotato presso un'agenzia di viaggi. Non era granchè, ma era pulito e a Gianela: premeva la pulizia, del resto non le importava, perchè avrebbero alloggiato lì per il periodo che avrebbero ritenuto opportuno.

*Gi*

To be continued......STEL

 
 
 

MARE DISPERATO (37° EPISODIO)

Post n°1831 pubblicato il 07 Agosto 2014 da kinderella.lilla

 

 

 

Dopo la morte di Gianni, Milena ha continuato a vivere a casa della signora Adele, anche se il signor Mario e sua moglie signora Teresa; sarebbero stati ben felici di averla con loro.

Non ce l'avrebbe fatta a stare con loro, come non sarebbe mai più andata nell'appartamento, quasi pronto per le sue nozze. Doveva essere il nido d'amore per lei ed il suo Gianni, e senza di lui, non sarebbe più riuscita ad entrarci.

Dalle indagini in corso per l'incidente, risultò che il furgone investitore era stato rubato la notte precedente e dopo l'incidente; abbandonato nelle campagne adiacenti. All'interno del quale, furono trovati; mozziconi di sigarette, tracce di cocaina e cannabis, lattine di birra e bottiglie di vino vuote. Questo, fece pensare agli inquirenti di un vero e proprio appostamento, per còlpire proprio lui, Gianni, e vendicarsi delle denunce fatte da Milena.

Anche "madama" ed Ibra, furono arrestati nell'irruzione che fece della polizia, nello scantinato, dove vivevano. Fernando non c'era e non lo trovarono nemmeno nelle retate sulla Paullese.

Furono mesi terribili, sia per Milena che per il signor Mario. Oltre al dolore per la perdida di Gianni, anche le loro vite: furono passate al microscopio dagli inquirenti.

Sapevano bene, che l'agguato a Gianni, era la vendetta degli scampati all'arresto. Per loro fù gioco facile, individuare dove abitavano Gianni e Karina/Milena, dovevano dimostrare che chi "sgarrava", doveva pagare con la vita l'infamia della denuncia.

Ci furono altre retate ed altri arresti, tra questi ultimi, c'erano anche Fernando ed uno slavo, i quali: risultarono compatibili con il referto del DNA, prelevato dalle lattine di birra e dai mozziconi di sigarette.

Il processo durò circa un anno, ci furono alcune condanne "giuste", altre ridicole e parecchi fogli di via.

Milena, non voleva più saperne niente, lasciò fare tutto al signor Mario e dopo un lungo cammino di crescita spirituale, umana e professionale, ha potuto concretizzare il suo desiderio: diventare Suora Laica e andare a vivere nel convitto delle Suore di Nostra Signora Degli Apostoli.

Per parecchio tempo è andata alla mensa dei poveri a distribuire viveri e vestiario, col tempo e con altre consorelle, cominciò a viaggiare anche all'estero, era serena ed appagata.

Non c'era giorno però, che non pregasse per Gianni e gli chiedesse perdono e gli rimase per sempre fedele, col cuore e con l'anima. 

Ora, la nave stava entrando nel porto di Durazzo, era felice di avere incontrato quella ragazzina che nel tramestìo dei ricordi: rivide gli occhi intelligenti ma spenti. Era felice per come le erano andate bene le cose.

Al rientro a Milano, l'avrebbe certamente contattata. 

*Gi*

To be continued......STEL

 

 

 

 

 
 
 

MARE DISPERATO (36° EPISODIO)

Post n°1830 pubblicato il 07 Agosto 2014 da kinderella.lilla

 

 

Non attese l'ascensore, infilò le scale saltando i gradini due a due e quando entrò nel reparto, aveva il cuore in gola che le impediva di proferire parola. Anche il signor Mario salì per scale e suonò alla porta della grande vetrata, venne un'infermiera con mascherina e guanti.

Con un filo di voce che era una supplica, il signor Mario disse;

"Siamo i parenti di Gianni Seregni."

"Ah, il ragazzo dell'incidente in moto?"

"Sì! Vogliamo vederlo, come sta?"

"Dovete attendere qui, per ora non può entrare nessuno, tra un po' verrà un medico."

Due carabinieri si avvicinarono.

"Lei è il padre del giovane Seregni?"

"Lo zio, faccio le veci del padre che non c'è più. Siete voi che mi avete chiamato?"

"Sì! C'è stato un brutto incidente sulla tangenziale, un furgone l'ha investito ed è scappato. Stiamo aspettando anche noi di sapere come sta."

Dalla porta a vetri uscì un medico e chiese:

"Siete voi i parenti del signor Seregni?"

"Siiiiiiii... Ci dica come sta!"

Risposero all'unisono Milena e Mario.

Allargando le braccia a mò di sconfitta, il medico continuò;

"Purtroppo, ha subìto un terribile trauma facciale, lo schiacciamento toracico e fratture multiple."

"Voglio vederlo..... voglio vederlo prego..."

Con calma sovrumana, Milena implorava a mani giunte come una nenia; voglio vederlo.

"Solo una persona può entrare, lei chi è? La moglie?"

"Lo sarà tra poco, vi prego: fate entrare lei."

Mario, lo fece per amore di Gianni; lui avrebbe voluto così!

Anche i carabinieri, volevano entrare per interrogarlo, ma il dottore, disse loro che era impossibile; era sopravvenuta la morte cerebrale.

Un'infermiera, condusse Milena all'interno della vetrata, le fece indossare un camice, una mascherina ed un paio di guanti e soprascarpe verdi. La fece entrare in una stanza piena di macchinari, sul letto una persona che Milena non riconobbe.

"No è lui, non è il mio Gianni, c'è uno sbaglio."

"No signora è proprio lui!"

Quel povero viso tumefatto e devastato, non aveva un minimo dei lineamenti del suo Gianni, che gli somigliasse.

"No, non è lui."

L'infermiera, la prese per le spalle e con pazienza ripetè:

"Purtroppo, i traumi violenti, fanno deformare i lineamenti. Irriconoscibile ma è lui."

Il cuore le si frantumò quando la mente volle ammettere che era il suo Gianni! Riuscì a riconoscerlo attraverso attraverso un dolore irripetibile!

"Gianni.....Gianni... Gianni... mi senti?"

Gli accostò l'orecchio al petto coperto da un lenzuolo zuppo di sangue, non era un respiro quello che sentiva, ma un leggero rantolo che si affievoliva. Si spense così, anche la sua seconda vita.

Appoggiò la testa sul cuscino accanto al viso di lui e con dolcezza gli sussurrava:

"Solo Dio sà quanto ti amo e sarà per sempre. Te lo prometto amore mio. Sarò forte ed il pianto lascerà il posto ad un ricordo indelebile; sarò per sempre tua moglie."

*Gi*

To be continued......STEL

 
 
 

MARE DISPERATO (35)

Post n°1829 pubblicato il 07 Agosto 2014 da kinderella.lilla

Un tranquillo pomeriggio di giovedì, mancavano un paio di mesi alle sue nozze con Gianni, Milena e la signora Adele stavano lavorando. L'anziana signora con un vecchio registratore, stava incidendo su dei nastri, favole per bambini poveri ed extracomunitari, mentre Milena; dipanava ed avvolgeva in gomitoli, lana ricavata da vecchi maglioni e sciarpe, che le signore della parrocchia portavano loro. Con quella lana, le due donne avrebbero confezionato, con ferri ed uncinetti; indumenti per bimbi e pigotte, da mettere nei pacchi che le Dame di San Vincenzo, avrebbero distribuito alle famiglie povere.

Milena, stava vivendo il periodo più bello della sua vita, ma quel pomeriggio era inquieta, ansiosa, non ne capiva il perchè e lo disse alla signora Adele. Ah mia cara, è più che normale, si sta avvicinando il giorno più importante della tua vita. L'inizio di una nuova vita, la creazione della tua famiglia con il coronamento del tuo sogno. Sono certa che sarete una coppia felice."

Squillò il telefono e Milena andò a rispondere, era il signor Mario e con voce roca, le disse:

"Ciao Milena, chiedi alla signora Adele se posso venire lì, devo parlarti."

"Oh Dio! Cos'è successo zio Mario?" 

"Tranquilla, ho solo bisogno di parlarti, arrivo."

 Una decina di minuti dopo, erano l'una di fronte all'altro.

"Gianni è uscito a provare una moto, che stava riparando ed ha avuto un'incidente, ora io vado all'ospedale. Signora Adele, che dice? Milena può venire?"

"Ma certo, faccio venire mia figlia, voi correte e appena potete datemi notizie."

La signora Teresa, moglie del signor Mario, non sapeva ancora dell'incidente, aveva seri problemi col cuore e lui non voleva turbarla, magari: era un piccolo incidente! Arrivati al pronto soccorso, dissero che erano parenti di Gianni, un infermiere consegnò loro un sacco nero;

"Queste sono le sue cose."

"Vogliamo vederlo, come sta?"

"Si trova in rianimazione, al primo piano."

*Gi*

To be continued.....STEL

 

 
 
 

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Io ti verrò a cercare.

Lo sai che lo farò!

Ma la domanda è:

"Tu faresti lo stesso

con me?"

E' questo che devi capire.

Perchè un giorno la

smetterò di inseguirti.

Alda Merini

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   ^_^   SMILE ^_^

Sorridi, anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
illumini il tuo viso di tristezza
e nascondi ogni traccia di contentezza
ma anche se una lacrima sta per scendere
è quello il momento in cui devi
continuare a provare
sorridi, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
è il momento in cui devi continuare
a sorridere, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi.....

C. Chaplin

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