Creato da ChiisaiKitsune il 01/12/2008

Kitsune no Nikki

Il diario della piccola volpe

 

 

I conbini!!

Post n°23 pubblicato il 16 Giugno 2009 da ChiisaiKitsune
 
Tag: vita

Oggi vorrei parlare dei combini (contrazione di convenience store) un tipo di negozio che qui in Giappone è molto diffuso. Sono micro supermercati aperti 24 ore su 24, che vendono merci di prima necessità. Ma dal momento che sono molto pigra, guardate prima questo video, e poi vi spiego il resto.

Che servizi offre un qualsiasi conbini:

 - sandwitch, onigiri, sushi e altri cibi da mangiare subito

 - piatti pronti da scaldare al microonde e microonde per scaldare i suddetti piatti

 - ramen istantaneo e bollitore elettrico per prepararlo

 - una vasta gamma di prodotti alimentari, dai pacchi di riso alle merendine

 - cose utili, tipo cerotti, piatti di carta, cartoleria varia, assorbenti ecc...

 - riviste e manga

 - fotocopie

 - bancomat (ma dei circuiti a noi utili prendono solo la mastercard)

 - ci si può pagare le bollette

 - e sì, c'è anche un bagno U.U

Ma ovviamente vendono anche molto altro, dagli ombrelli ai gelati XD

 

 

Chiedo scusa per il post cazzone, ma è la stagione delle piogge e sono molto svogliata U.U

 
 
 

Ueno e i terremoti

Post n°22 pubblicato il 06 Giugno 2009 da ChiisaiKitsune
 

Ieri siamo andate a Ueno. In realtà non era un giro esplorativo, dovevo solo fare una commissione, ma visto che ho avuto la fortuna di andarci con un'amica che conosceva la città, ci ha portate anche al parco. E ne è valsa davvero la pena. Questo sarà più che altro un post di foto, perchè descrivere a parole la bellezza di questo parco è difficile, e anche stupido, considerando la mole industriale di fotografie che ho scattato. Sono anche abbastanza felice perchè pioveva, e amo molto gli scenari sotto la pioggia. Se voi non li amate rassegnatevi, ormai la stagione delle piogge è iniziata e per un bel po' non vedrete foto di bel tempo ^^'''

Intanto all'ingresso del parco c'era questa adorabile fontana di una rana che sputa. Non la trovate anche voi adorabile? Tra l'altro è un motivo ricorrente, quindi penso che sia qualcosa di tradizionale, come da noi i putti che fanno pipì. Per quanto mi riguarda trovo molto più graziosa la rana che sputa.

Ma quello di cui realmente parlerò è lo stagno del parco di Ueno. Perchè è uno stagno enorme, la più grande attrattiva del parco (o almeno, della parte di parco che abbiamo visto).
Proprio nel centro dello stagno c'è un tempio, che lo divide in quattro parti. La metà anteriore (quella davanti alla facciata del tempio) è ricoperta di ninfee enormi.




La strada principale per arrivare al tempio è molto suggestiva perchè passa proprio in mezzo a tutte queste ninfee. Tra l'altro pare che fioriscano proprio in questo periodo, quindi penso proprio che torneremo a controllare.

Inoltre nello stagno delle ninfee nuotano libere anche un sacco di carpe. Chiamarle carpe in realtà mi sembra poco, direi che il termine adeguato è piccoli squali, dal momento che sono lunghe almeno quanto un mio braccio e larghe almeno quanto una mia coscia ^^''

E infatti di fronte al tempio c'è un monumento apposta per loro con sopra una carpona gigantesca! ^O^

Ma si capisce che questo tempio è bello strano, di fronte al momumento per la carpa ce n'è uno per gli occhiali.Ora, io non so se è davvero per gli occhiali o in memoria di un tizio famoso per i suoi occhiali (farebbe ridere comunque penso ^^'') so solo che è incredibilmente carino pieno di pioggia che sebra stia piangendo.



Infine sembra doverosa una foto del tempio visto di fronte:









Se la metà davanti dello stagno è molto bella, la metà di dietro è invece molto utile. Questo lato di stagno non ha nè ninfee nè carpe (anche se ha dei pedalò a forma di cigno). Perchè, vi chiederete? No, non è bonificato perchè ci possano andare i pedalò. Se guardate attentamente la foto, noterete degli strani cerchi sull'acqua.
Sono i collegamenti con la cisterna sotterranea.
Comincio dall'inizio: dal momento che è un sacco che non c'è un grande terremoto disastroso, i Giapponesi lo stanno aspettando. Statisticamente sarebbe il momento in cui ce n'è un'altro di quelli potenti. Ma sono Giapponesi, non è che aspettano senza far niente, hanno inventato misure antisismiche geniali. Una di queste misure sono i parchi. Quando hanno rinnovato Tokyo hanno fatto in modo di distribuire questi parchi per tutta la città. Ogni parco ha ampi spazi dove la gente può radunarsi in caso di terremoto e, nel caso, piantare anche le tende. Ogni parco ha un laghetto, con delle cisterne sotterranee per la raccolta dell'acqua. Perchè l'acqua del laghetto, quella della metà di dietro del laghetto di Ueno, ma anche quella dei laghetti degli altri parchi, è, in caso di bisogno, potabile. Non siete sconvolti? Io, quando l'ho scoperto, lo ero.

 
 
 

L'izakaya e la gerarchia delle scarpe.

Post n°21 pubblicato il 02 Giugno 2009 da ChiisaiKitsune
 

Immagino che molti di voi sappiano che per entrare in una casa giapponese, bisogna togliersi le scarpe, riporle nella scarpiera all'ingresso e mettersi le ciabatte. All'ingresso c'è infatti un gradino, al di sotto del quale si va con le scarpe, e al di sopra del quale si usano solo le ciabatte. Come metodo è da un lato comodo per pulire, dall'altro molto usato anche da noi, ad esempio in Norvegia la nostra casa aveva un ingresso simile.
Ma ovviamente i Giapponesi, essendo Giapponesi, non si accontentano di tanta semplicità, e complicano la cosa. Ad esempio, se poi hai un giardino, anche lì deve esserci un gradino, perchè per entrare nel giardino devi mettere le scarpe (di solito lasciano anche sotto al gradino degli zoccoli da esterno per chi deve uscire). Oppure, c'è il bagno. Cioè, tu vuoi entrare nel posto dove ti fai la doccia, con le stesse ciabatte di quando vai in giro normalmente? No! C'è un ulteriore gradino e un'ulteriore scarpiera dove mettere le ciabatte per procedere a piedi nudi o con le ciabatte del bagno. E così via...

Perchè vi parlo di questo? Dovete sapere che venerdì scorso, dopo essere stati al karaoke, siamo andati a cenare in un'izakaya. Le izakaya (o gli izakaya, è una parola neutra, ma visto che finisce per a...) sono locali in cui si mangia, si beve e si fuma (in Giappone è ancora legale fumare nei locali pubblici, purchè il proprietario non si opponga...). Sono in stile giapponese, per cui spesso, e comunque in quella in cui siamo andati era così, bisogna togliersi le scarpe. E' stata un'esperienza molto suggestiva, mi sono abbuffata di yakitori e non li ho pagati neanche tanto.
Piccola curiosità: nel bagno di questo locale si è manifestata ancora la gerarchia delle scarpe in tutta la sua stranezza. Perchè insomma, andare con le calze in un bagno pubblico, che schifo. E infatti la parte comune del bagno era da calze, ma i singoli gabinetti avevano il loro gradino in discesa e i loro zoccoletti, un paio per gabinetto, perchè erano un luogo più basso nella gerarchia. E' stato molto divertente.

Ultimo appunto alla cultura giapponese: in questa izakaya ho dimenticato la macchina fotografica, sempre venerdì. Oggi, visto che non la trovavo più, sono andata a chiedere se per caso era lì... e ovviamente l'avevano trovata, conservata e me l'hanno ridata. Non vorreste abitare in un paese così?

E per la serie la foto curiosa del giorno... il cartellone pubblicitario del prossimo Kingdom Hearts

 
 
 

Il karaoke

Post n°20 pubblicato il 30 Maggio 2009 da ChiisaiKitsune
 

Ieri sera siamo uscite con i nostri compagni di classe e siamo andate ad un karaoke. Era la mia prima volta al karaoke giapponese, e colgo l'occasione per parlarvene.

Se pensate che il karaoke alla giapponese sia come quello occidentale, vi sbagliate di grosso. Il solo tipo di locali di karaoke che c'è in Italia è quello all'americana, un bar dove c'è una sola postazione per cantare e chi canta deve farlo davanti a tutti i clienti. Invece i Giapponesi, che già da tempo si sono distinti per la loro attenzione alla privacy, hanno un sistema di locali molto migliore.
Intanto non è un bar, non si pagano le consumazioni, si paga un tot a persona a seconda di quanto si sta. Non so se è sempre così, ma nel nostro le bevande erano incluse nel prezzo, e quindi non si pagava nient'altro.
Ma la cosa più importante è che non si canta davanti a degli sconosciuti, perchè il locale è diviso in salette private insonorizzate, una per ogni gruppo di amici, e se si canta è solo davanti a loro.
Ogni saletta è dotata di tavolo, divanetti, un paio di microfoni, ovviamente la macchina del karaoke con telecomando touch screen, e un paio di libri da cui scegliere le canzoni spessi come elenchi del telefono.

Per il resto il karaoke a cui siamo andati è molto conveniente, si paga poco più di 200 yen l'ora a persona che non è niente, considerando le bibite gratuite.
La compagnia era molto divertente, perchè siamo andati con i nostri compagni del corso di giapponese, provenienti da tutta l'asia, e si è dimostrata una bella indagine sui gusti musicali dei singoli paesi. Abbiamo scoperto infatti che i Cinesi prediligono canzoni d'amore tristi e lente, oddio, la prima che hanno fatto andare mi è anche piaciuta, ma alla decima che suonava sempre uguale non ne potevo più. Le tailandesi invece cantavano benissimo sia in inglese sia in giapponese, mi hanno davvero colpita. Ma la mia simpatia va a San, che oltre ad essere il più giovane della classe è anche l'unico coreano, che oltretutto non parla una parola d'inglese, e che ha cantato un sacco di canzoni coreane tutto da solo, ma con il sostegno morale di tutta la classe. E le canzoni coreane sono proprio fighe. XD

 
 
 

I negozianti

Post n°19 pubblicato il 28 Maggio 2009 da ChiisaiKitsune
 

In Giappone la vita del negoziante è molto dura. Ho già accennato a questo argomento, ma oggi voglio trattarlo più approfonditamente.

Per prima cosa dovete sapere che in giapponese ci sono tre diversi livelli di formalità. Il primo è la forma piana, che è un po' come dare del tu. Il secondo è la forma cortese (teineigo, 丁寧語) che è un po' come dare del lei. Il terzo è l'onorifico (keigo, 敬語) che è ancora più formale.


Caratteristica fondamentale dei negozianti giapponesi sono, come già anticipato, le urla. Il Giappone  è normalmente  un posto molto silenzioso, tranne per quanto concerne i negozi. I negozianti infatti, per qualche assurdo motivo, sentono che più urlano più i clienti andranno da loro. La nostra prima esperienza al riguardo è stata la rosticceria vicino al dormitorio, la cui padrona intorno all'ora di pranzo attaccava con la cantilena: Hai, konnicchiwa! Hai irasshaimase! (Hei, buongiorno! Hei, benvenuti!). E andava avanti per tutta la pausa pranzo. In seguito, quando siamo andate al tutto a 100 yen (100 yen= dai 75 agli 80 centesimi di euro) siamo rimaste molto colpite dai commessi, che urlavano (ma urlavano proprio!) Irasshaimase! Douzo, goran kudasaimase!!! (qualcosa tipo Benvenuti! Prego, guardate pure, solo che in keigo e strascicato suonava più che altro: IRASSHAIMASEEEEEEEE! DOUZO, GORAN KUDASAIMASEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!) ogni volta che vedevano un cliente o che il suddetto cliente si muoveva. Deve essere davvero dura lavorare in quel posto.

Questo ovviamente avviene anche per strada, e spesso si dotano anche di megafono, quindi potete ben immaginare quanto rumorosi siano i quartieri commerciali di Tokyo, soprattutto rispetto a quelli residenziali, dove non si sente nemmeno il rumore delle macchine.

Inoltre le usanze dei negozi sono molto sbilanciate nei confronti dei negozianti, soprattutto rispetto all'Italia. In Giappone quando si entra in un negozio il commesso dice sempre Irassahaimase! (che come avrete capito vuol dire benvenuti anche se si dice solo nei negozi, è più che altro un cosa posso fare per voi?. Poi serve il cliente parlando sempre in keigo, e alla fine dice Doumo arigatou gozaimashita! Mada okoshi kudasai! (Grazie mille! Torni ancora da noi! Ovviamente in keigo). Il cliente di solito non dice niente. Se in Italia è cortesia rispondere a quello che i negozianti dicono in Giappone la norma è andarsene dai negozi senza nemmeno salutare. Noi le prime volte non sapevamo cosa rispondere, e quindi abbiamo più volte spiato cosa facevano gli altri clienti. E se ne vanno senza dire niente. Non ringraziano mai nemmeno quando i negozianti porgono il resto o la merce. Io non riesco ad essere così scortese e ogni tanto ringrazio, e in effetti strappo qualche sorriso XD.

C'è anche da dire che questo avviene soprattutto nei negozi moderni, come i conbini (abbreviazione di convenience store, sono come dei piccoli supermercati aperti 24 ore su ventiquattro dove si vende più o meno di tutto) o i fast food, dove i commessi sono giovani che lavorano part time. Invece nei negozi privati, dove il commesso è anche il proprietario, come la rosticceria di cui ho parlato prima o il fruttivendolo con cui abbiamo ormai fatto amicizia, il rapporto negoziante-cliente è molto più paritario, e si risponde in genere al saluto. Poi, soprattutto con il fruttivendolo, abbiamo ormai fatto amicizia, e ci parla addirittura usando la forma piana.

 
 
 
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