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3 WORDS,8LETTERS: SAI IT & I'M YOURS

 

 

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Scegli me,tra i tanti scegli me...

Post n°120 pubblicato il 23 Novembre 2012 da MissLaw

Scegliete una persona che denigra l'amore, non chi continua ad esaltarlo.Scegliete una persona che ha ancora il fantasma di un ex negli occhi e fa fatica a parlarne, non quelli che dopo due giorni vanno in giro a dire che era un coglione. Scegliete chi evita il vostro sguardo per dirvi che gli piacete, non chi ve lo scrive ogni giorno su una bacheca di un social network. Scegliete loro. Ve lo assi

curo. Vi ameranno. Vi ameranno anche dopo che li lasciate, vi ameranno anche quando non li penserete. Se poi scrivono, suonano, dipingono, state sicuri che sarete i loro amori maledetti. Vi ameranno non perché sono patiti dell'amore, non perché hanno bisogno di qualcuno o si sentono soli, loro anche senza di voi vanno avanti egregiamente. Non ameranno mai l'amore, ma voi.

- Deborah Simeone

 
 
 

Lui è lontano, non tornerà mai più, e tutto è stato inutile.

Post n°119 pubblicato il 27 Settembre 2012 da MissLaw

.Ora che lui è partito, e non si farà vivo più, scomparso, cancellato via dal quadrante della vita esattamente come se fosse morto, a lei, Irene, non resta che armarsi di tutto il coraggio che una donna può chiedere a Dio e sradicare tutti i rami per cui quello sfortunato amore si è attaccato alle sue viscere. E' sempre stata una ragazza forte, Irene, questa volta non sarà da meno.

E' fatto! Meno tremendo di quanto lei pensasse; e meno lungo. Non sono passati neanche quattro mesi, ed eccola completamente liberata. Un poco più magra, più pallida, più diafana, però leggera, col languore soave della convalescenza dentro cui già palpitano vaghe illusioni nuove. Oh è stata brava, eroica è stata, ha saputo essere crudele con se stessa, ha respinto con accanimento tutte le lusinghe dei ricordi, ai quali sarebbe stato pur dolce abbandonarsi. Distruggere tutto ciò che di lui restava nelle sue mani, fosse pure uno spillo, bruciare le lettere e le foto, buttar via i vestiti indossati quando c'era lui, sui quali forse gli sguardi suoi avevano lasciato una traccia impalpabile, sbarazzarsi dei libri che anch'egli aveva letto e la comune conoscenza stabiliva una complicità segreta, vendere il cane che ormai aveva imparato a riconoscerlo e gli correva incontro al cancello del giardino, abbandonare le amicizie che erano appartenute a entrambi, cambiare perfino casa perché a quel camino lui una sera si era appoggiato con un gomito, perché un mattino quella porta si era aperta, e dietro era apparso lui, perché il campanello della porta continuava a dare lo stesso suono di quando lui veniva, e in ogni stanza le sembrava così di riconoscere una misteriosa impronta. Ancora: abituarsi a pensare ad altre cose, gettarsi in un lavoro massacrante per cui di sera, quando il pericolo si ridestava più insidioso, un sonno di pietra la atterrasse, conoscere nuove persone, frequentare nuovi ambienti, cambiare anche il colore dei capelli.

Tutto questo lei è riuscita a fare, con impegno disperato, non lasciando sguarnito un angolo, una fessura, da cui il ricordo potesse farsi strada. L'ha fatto. Ed è stata guarita. Ora è mattino, con un bel vestito azzurro che la sarta le ha appena mandato, Irene sta per uscire di casa. Fuori c'è il sole. Lei si sente sana, giovane, tutta lavata dentro, fresca come quando aveva sedici anni. Felice addirittura? Quasi.

Ma da una casa vicina viene una breve onda di suono. Qualcuno ha la radio accesa o fa andare il grammofono, e una finestra è stata aperta. Aperta e poi subito chiusa.

E' bastato. Sei o sette note, non di più, la sigla di un vecchio motivo, la sua canzone. Su, coraggiosa Irene, non perderti per così poco, corri al lavoro, non fermarti, ridi! Ma un vuoto orrendo le si è già formato entro nel petto, ha già scavato una voragine. Per mesi e mesi l'amore, questa strana condanna, aveva finto di dormire, lasciando che Irene s'illudesse. Ora una inezia è stata sufficiente a scatenarlo.

Fuori passano le macchine, la gente vive, nessuno sa di una donna che, abbandonata sul pavimento a ridosso della porta di casa come una bambina castigata, sciupandosi il bel vestito nuovo, perdutamente piange. Lui è lontano, non tornerà mai più, e tutto è stato inutile.

 
 
 

:)

Post n°118 pubblicato il 18 Maggio 2012 da MissLaw

Impara a volerti bene, a prenderti cura di te stesso e principalmente a volere bene a chi ti vuole bene. Il segreto non è prendersi cura delle farfalle, ma prendersi cura del giardino, affinché le farfalle vengano a te. Alla fine troverai non chi stavi cercando, ma chi stava cercando te. (Mario Quintana)

 
 
 

per te.. V.

Post n°117 pubblicato il 31 Gennaio 2012 da MissLaw

 
 
 

It is longing that I feel / To be missed for, to be real [*]

Post n°116 pubblicato il 24 Novembre 2011 da MissLaw

Questa è una lettera di niente, perché niente è tutto quello che ho.
Dicono che il niente non esiste, e non posso dimostrarti il contrario perché anche se adesso cercassi di mostrartelo non lo vedresti – è incolore, inodore, insapore, non è fatto di nessun materiale, non può essere toccato, leccato, ascoltato, non è come una conchiglia che ti porti all’orecchio e senti il mare anche se è vuota, non è come niente, è niente.
Avevo un sacco di cose che portavo sempre con me, e altre ne raccoglievo lungo il cammino, e in qualsiasi momento potevo tirare fuori ago e filo e cucirmi una coperta di ricordi, e in qualsiasi momento potevo tirare fuori carta e penna e scrivermi una lettera che avrei ricevuto da grande, a ricordarmi che tutto finisce e tutto comincia. Niente è tutto quello che ho adesso.
Ho usato tutto per costruirci una casa che non abbiamo mai abitato.
Con la tenerezza ho imbottito un materasso e dei cuscini che accogliessero i nostri corpi stanchi, pronti, ammalati, risanati nell’unione.
Con la tenacia ho costruito armadi e scaffalature che reggessero i nostri anni andati, che celassero i nostri scheletri che, una volta rinchiusi e vicini, sarebbero diventati decorazioni macabre e buffe.
Con le parole ho inventato un futuro che non sarà, mentre raccontavo un presente che – ora mi chiedo – forse non è mai stato.
Ho usato pezzi di me per decorarla, perché non fosse spoglia, perché alzando lo sguardo potessi vedere che c’ero, sempre al tuo fianco.
Ti ho messo il cuore sul comodino a ticchettare il passare delle ore, a svegliarti cantando, ad addormentarti cullandoti; dell’osso che dovrebbe proteggerlo ne ho fatta una chiave, te l’ho appesa al collo perché la usassi ogni volta per ritrovarmi, per ritrovarci: non l’hai mai fatto – l’avresti fatto se questa fosse una favola, ma questa è una lettera di niente, del niente che mi rimane, del niente che resta dopo avere dato tutto.

 
 
 
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Un blog di: MissLaw
Data di creazione: 22/05/2010
 

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grazie a te per essere passata :)
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bellissimo. Grazie!
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il 24/05/2011 alle 13:33
 
xkè la ruota...gira...
Inviato da: MissLaw
il 14/01/2011 alle 12:18
 
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il 12/01/2011 alle 18:51
 
cafò!
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il 23/12/2010 alle 19:01
 
 

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