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Quotidianamente...

Vita di ufficio... ma quella è un'altra storia...

 

 

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Post N° 294

Post n°294 pubblicato il 02 Novembre 2006 da quotidiana_mente
 

La mia famiglia. Già. Una bella famiglia, indubbiamente, numerosa e rumorosa. Una famiglia presente, una famiglia distante. E la distanza ha il suo peso nella mia vita. Già. Perché a leggere così, sembra che tutto sia perfetto e lo è. Lo è ma non lo è sempre stato.
A diciotto anni e qualche briciola di mese, andai a vivere per conto mio, in un minuscolo appartamento. I miei genitori, ovviamente, erano contrari. Semplicemente perché non si faceva, semplicemente perché non stava bene. Punto e non c’era possibilità di discutere. Non si faceva nel loro, nel mio, paese natale; si faceva, invece, in Francia. Era del tutto logico, almeno all’epoca, studiare, lavorare e mantenersi. Era tutto nell’ordine naturale delle cose, almeno in quegli anni. Però, io ero figlia di un altre paese, figlia di altre tradizioni e i miei genitori non si volevano adeguare alle tradizioni del paese ospitante. Punto e a capo, secondo loro. Invece no, invece non potevo accettare un punto e a capo. Dopo lunghe e ininterrotte discussioni a spiegare il mio punto di vista, decisi che avrei fatto di testa mia. Ormai ero adulta e non aveva più senso fare tanto percorso in treno per arrivare da casa al luogo di lavoro. Era semplicemente un fatto di comodità. Sostenevo. Una mattina di novembre, ricordo ancora benissimo il giorno, me ne andai. Così senza nemmeno stare tanto a spiegare. Fu un trauma per i miei genitori. Ma speravo nel loro buon senso. Non ci fu per un po’ di tempo. Si scordarono di avere una figlia. Niente telefonate, niente di niente. Il nulla. Però, avevo i miei fratelli. Con loro ho sempre avuto un ottimo rapporto, mi venivano a trovare nel mio minuscolo appartamento, ci telefonavamo, la vita proseguiva anche se con qualche chilometro di distanza. Lavoravo per mantenermi viva, e non sempre era facile. Il minuscolo appartamento si portava via gran parte dello stipendio e il resto veniva speso in libri. Già. Appena veniva accreditato lo stipendio in banca, mi precipitavo in libreria, arrivavo in ufficio con un borsone enorme e i miei colleghi iniziavano la presa in giro: va bene, il 20 del mese ti invito io a cena. Il 25 puoi passare da noi. Ero la più giovane e, ammetto, avevano uno sguardo da fratelli maggiori nei miei confronti. E’ stato un periodo divertente. Ma mi sto allontanando.
Ancora un po’ di tempo e come se fosse la cosa più naturale del mondo, tornai a trovare i miei genitori. Suonai, entrai, cenai. Il giorno dopo ripartii come se niente fosse. Non una parola di biasimo, non una parola di soddisfazione da parte loro. Niente. E questo niente fu molto più doloroso di tutte le parole possibili.
Il fine di settimana successivo feci la stessa cosa. E così e ancora così. Il niente era lenito dai miei fratelli, i quali continuavano i giochi, le conversazioni di sempre. Un giorno, il niente si frantumò e diventò parole. Niente biasimo, niente soddisfazione ma solo una presa d’atto, un dato di fatto. Iniziarono, in fondo, giorni più tranquilli, forse quasi sereni. Né mio padre, né mia madre mi chiesero mai dove abitavo, se bastavo a me stessa, niente, ma c’era una parvenza di normalità e, in fondo, andava anche bene così.
Sull’orlo dei venti anni, annunciai ai miei genitori che mi sarei trasferita in Italia. Niente. Non dissero assolutamente nulla. Tornai nel mio minuscolo appartamento e non cambiai idea. Mio padre mi chiamò, in ufficio, per raccontarmi la sua visione dell’Italia. Passò in rassegna tutti i luoghi comuni che vigevano in quegli anni. Riagganciò il telefono con il suo solito anatema: “poi, fai come ti pare”. Queste parole, per lui, erano, e sono ancora, il suo modo di lavarsi le mani, il suo punto di non ritorno.
Mia madre mi accompagnò alla stazione. Ci siamo abbracciate. E il nulla. Per giorni, per settimane, per mesi. Niente. Telefonate di circostanza. Mai nessuna domanda: stai bene, cosa fai, come ti trovi, come te la cavi. Niente. Avevo, in fondo, fatto come mi pareva.
I miei fratelli si facevano sentire, scrivevano, ogni tanto uno di loro veniva a trovarmi. Il rapporto diventava sempre più saldo. I miei genitori sono venuti qualche volta, molto di rado, ma sono venuti. Non criticavano più l’Italia, avevano finito per accettare che il paese non era come veniva descritto in televisione, era un’altra cosa, una miscela di tante cose. Come stai? Come ti trovi? Complimenti, hai imparato la lingua italiana. Niente, queste domande o questi piccoli fatti non venivano chiesti o pronunciati. Niente. Il nulla.
Gli anni passano, si cresce, almeno si prova, e, ci si rende conto che non ha senso, che una guerra contro i propri genitori non potrà mai essere vinta. E’ inutile. E’ tempo sprecato, troppe energie bruciate. Non aveva più senso, per me, macerare nei sensi di colpa, non più.
Un anno, fine anno, andai a trovare la mia famiglia. Qualche fratello era già sposato, i primi nipotini stavano per nascere. Sono la maggiore di una tribù fatta di maschi. Sono la maggiore e solo nove anni separano me dall’ultimo, dal “piccolo”. Qualche rimprovero volò da uno dei miei fratelli verso i miei genitori e vice-versa. Decisi, quel giorno, che non avrei più litigato con loro, per nessun motivo, che era ora di seppellire l’ascia di guerra e non volevo nemmeno sapere chi era in credito e chi era in debito. Per me, era suonata l’ora della pace. Così, ad oltranza. Non mi interessava più calcolare i torti subiti. Chi aveva avuto e chi aveva dato non aveva più importanza, non per me. Mi avvicinai ai miei genitori, dissi semplicemente che volevo bene a loro, proprio a loro, così come erano e che per me, loro erano perfetti. Mia madre rispose che forse perfetti non erano stati con me. Ho precisato che, invece, andava benissimo, che per me erano perfetti. Ci siamo abbracciati. I miei fratelli rimasero stupiti, la ribelle poneva a terra le armi.
Ad un certo punto, si deve fare pace. Per se stessi prima di tutto. Sì, ho fatto pace con i miei genitori per egoismo, lo ammetto. Perché non voglio essere soprafatta dai sensi di colpa che già sono tanti anche per via della distanza. E’ stata una delle mie decisioni più importanti, di quelle che non ho mai rimpianto. Così come non ho mai rimpianto quella mattina di novembre, in cui ho deciso di andare a vivere in un minuscolo appartamento.



I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
>> Il ciliegio su A Room of One's Own
Ricevuto in data 08/11/06 @ 18:03
“Sorridendo come sempre, le spalle mi voltò e la vidi in mezzo al prato verso l'albero guardare: ...

 
Commenti al Post:
d_dap
d_dap il 02/11/06 alle 12:45 via WEB
un bacio... tiè... e tu sai perchè!!!
 
aurora492005
aurora492005 il 02/11/06 alle 13:23 via WEB
io non ho mai fatto pace, ed ora non ci sono più....e ancora mi fa male, e ancora non riesco non dico a perdonare, ma a volte a capire... L'unica consolazione è che ho costruito un rapporto diverso con i miei figli. e se si discute alla fine si dialoga e non rimangono porte chiuse. Troppo dolore alle spalle per accettarlo anche nel futuro...ciao Eli
 
betulla64
betulla64 il 02/11/06 alle 13:45 via WEB
Tutta di un fiato e poi ancora e ancora. Penso che ti rileggerò per giorni. E chissà, magari un giorno ti racconterò come gli stessi silenzi, le stesse domande mai fatte, lo stesso dolore sordo possano esistere stando distanti un solo piano di scale. Anche io ho seppellito l'ascia...forse :)
 
sharie
sharie il 02/11/06 alle 14:37 via WEB
Mi sorprende sempre leggere episodi della tua vita, che sembrano estrapolati da romanzi (dovresti raccoglierli questi scritti, Quoti, sono magnifici). Mi sembrano buffe delle similitudini che noto con la mia di famiglia, non il nucleo ristretto, quello ampio dei pranzi di natale e di pasqua. Mi ricordano tante dinamiche le cose che dici. E soprattutto mi riempiono. Grazie. Un grande abbraccio.
 
strangeskin
strangeskin il 02/11/06 alle 15:50 via WEB
E io che non li ho mai mollati, me ne sono comunque andata in un giorno di novembre, a modo mio, non con il corpo. Ti abbraccio forte col poco tempo che mi ritrovo. Il 17 sarò a Roma. E' certo. Sei bella, sai?
 
stranieronellanotte
stranieronellanotte il 02/11/06 alle 16:18 via WEB
"ci si rende conto che non ha senso, che una guerra contro i propri genitori non potrà mai essere vinta." brava, hai ragione, queste sono parole vere, reali, esatte. ti abbraccio per questa bella verità, e per tutto quello che hai scritto in questo tuo raccontare. C.
 
Champagne_e_Polpette
Champagne_e_Polpette il 02/11/06 alle 16:55 via WEB
Magari non sempre, ma spesso, quello che hanno fatto i nostri genitori per noi nei nostri primi 15 anni di vita non potrà mai essere ripagato. E nel loro amore, che da noi non potrà mai essere ricambiato in quantità paritaria, ci son stati errori e azioni talvolta riprovevoli ma raramente giudicabili. Potremo giudicarli, forse, solo dopo essere stati noi stessi genitori di qualcun'altro. Complimenti, hai saputo cogliere l'intimo sentimento di una serena volontà di amare un genitore per quello che è e non per quello che fa. E hai le palle per ammetterlo.
 
registrami2
registrami2 il 02/11/06 alle 17:23 via WEB
Ti abbraccio e taccio dolce quoti. Splendida serata:)
 
arimatec
arimatec il 02/11/06 alle 18:09 via WEB
Credo che tu abbia faccia la scelta giusta mettendo da parte i rancori e credo che che scrivere sia anche una buona terapia contro rabbia e rancori. Boa tarde :)
 
lunamattana
lunamattana il 02/11/06 alle 18:35 via WEB
sei grande... non lo dico per circostanza, ma perchè ci credo veramente! Ti abbraccio. e... GRAZIE
 
animedeserte
animedeserte il 02/11/06 alle 21:26 via WEB
cara posso chiamarti così, ho letto il tuo racconto tutto di un fiato e ti posso assicurare che era molto che non lo facevo anche se sono un accanita lettrice ,ma quello che hai scritto mi ha provocato tante emozioni la tua capacità e la volontà di vivere la vita che ti eri scelta con sacrificio ma sicurezza che era quello che desideravi,il comprendere anche se con dolore l'opinione dei tuoi e alla fine capire che il perdono se si può chiamare così..ma non è perdono è maturita stima e consapevolezza di se,era la strada giusta un saluto caro anna
 
sax2002
sax2002 il 03/11/06 alle 09:55 via WEB
Anch'io ho conosciuto con i miei quella mancanza di telefonate per giorni e quando chiamavo io una freddezza e domande di circostanza che ti lasciano un po' di freddo dentro. Solo di una cosa sono SICURO....con i miei figli sarò un genitore molto diverso dai miei....
 
ghita4
ghita4 il 03/11/06 alle 10:04 via WEB
10 anni in cui le sole telefonate di mia madre erano per informarmi dei suoi guai. e dieci anni in cui siamo state in due, in famiglia: io e mia figlia.Mia madre non è come i tuoi genitori, ma non so scegliere qale sia il guaio peggiore, non so.Sei forte! Si lo so...che non è vero... che se si parla dei genitori...siamo tutti fragili.. ma fa bene dirselo, perchè sei coerente con te stessa.E in questo è la tua forza.
 
elnaza
elnaza il 03/11/06 alle 10:47 via WEB
devo ancora arrivare a questa parte di perdono verso i miei genitori.. ma spero davvero di riuscirci un giorno e, soprattutto, spero di avere quella sensazione meravigliosa nel cuore.. quella di non avere rimpianti per le mie scelte!! grazie del regalo Quoti
 
Filottete3
Filottete3 il 03/11/06 alle 12:16 via WEB
mi fai commuovere.La famiglia è una entità importantissima per me.
 
ciclosalita
ciclosalita il 03/11/06 alle 13:46 via WEB
..e pensare che io mi sento in colpa per i miei 500 km di distanza dai miei. .. ti capisco e sono d'accordo sul fatto di rinunciare egoisticamente alla discussione..una guerra persa che ci allontana solo da cio' che di bello ci puo' ancora essere.. Ciao!
 
ciclosalita
ciclosalita il 03/11/06 alle 13:48 via WEB
...dimenticavo...! Mi dici che pensava tu padre dell'Italia?..mi incuriosisce tanto!.....:-) Non aver paura di essere offensiva, tanto e' quello che pensa tuo padre :-)
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 04/11/06 alle 10:58 via WEB
Credo che sia facilissimo indovinare, ma se non ci riesci, ti aiuto. Parola di coccinella ;)
 
hermesgemini
hermesgemini il 03/11/06 alle 15:17 via WEB
ora che i miei non ci sono più capisco che dopotutto adoravano la loro figlia guerriera e ribelle un bacio e grazie ...
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 03/11/06 alle 22:39 via WEB
il tuo è un racconto bellissimo, e senza rinnegare nulla delle tue scelte, hai fatto pace per un senso di libertà, di generosità, di ricchezza che tu possiedi. Ho fatto anch'io delle scelte e penso di essere meno brava di te) Un abbraccio carissima, di stima e di affetto:)
 
alexisdg10
alexisdg10 il 04/11/06 alle 00:59 via WEB
che bello! in fondo dobbiamo crescere, hai ragione. E seppellire ogni ascia di ogni guerra. Hai ragione. abbraccio
 
animedeserte
animedeserte il 04/11/06 alle 08:17 via WEB
buon giorno anna
 
piandeloa
piandeloa il 04/11/06 alle 08:45 via WEB
a volte penso che, quando mia madre non ci sarà più, mi pentirò di non averle mai detto una volta "ti voglio bene, mamma". ma poi mi dico che comunque la mamma capisce sempre, e conosce bene i miei sentimenti nei suoi confronti. E poi, a pensarci bene, mia madre a 73 anni ha più energia di me, quindi probabilmente mi seppellirà, e questo davvero mi fa male, sarà un duro colpo per lei. Spero per lei che non vada così, spero che se ne vada prima lei, e fra molti anni.
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 04/11/06 alle 10:57 via WEB
Mi è stato difficile rendere pubblico un fatto così personale della mia vita. Lo so che non c’è nulla di particolare ma rimane sempre un momento difficile perché è stato come tagliare in modo radicale il cordone ombelicale con la mia famiglia. Certo il cordone rimane e sarebbe rimasto anche se i miei avessero deciso di intraprendere la via del rancore o del non perdono. Non è così scontato, credo, il perdono da parte dei genitori e, forse, nemmeno da parte dei figli. So con certezza che è difficile non volere il benestare da parte dei propri genitori, poi se ne fa a meno, certo ma sarebbe tutto diverso con il loro consenso. Vi ringrazio tutti per i commenti, per i frammenti delle vostre esperienze che aiutano a capire meglio, anche a capirsi meglio, a guardarsi dentro. Il mio è stato, secondo me, un fatto normale. Ho anche cercato, più di una volta e col passare del tempo, di capire i miei genitori e del perché del loro rifiuto. Sono convinta che dentro, da qualche parte in loro, avrebbero desiderato di fare lo stesso ma visto che nel nostro paese d’origine era, per l’epoca, inconcepibile, soprattutto per quello che avrebbero pensato gli altri, non l’hanno mai fatto o meglio hanno lasciato le case dei propri genitori per sposarsi. L’integrazione in un paese diverso seppure con molte similitudini non è facile. Partendo da questo fatto, ho cercato di capire i miei, perché ero una ragazza, sarebbe stato tutto diverso se a prendere tale decisione fosse stato uno dei miei fratelli, che invece andarono via ma solo per convivere o per sposarsi. Ecco anche sulla convivenza potrei scrivere perché fu comunque un momento di rottura anche da parte dei miei genitori nei confronti dei miei fratelli, rottura rientrata quasi subito e anche lì solo perché “non sta bene”. Per la precisazione va anche aggiunto che il mio paese natale si è molto evoluto e ora le ragazze vanno persino all’estero per “fare” un Erasmus o avere esperienze lavorative diverse. Ed è normale, è nell’ordine naturale delle cose, sono i miei genitori (soprattutto mio padre) che nega e si nega un’evoluzione che non gli è congeniale. Ma forse anche questo è normale. E nemmeno posso dare colpa alla sua età perché è ancora giovane.
Di sicuro dovevo andare via, dovevo spiccare il volo, non avevo più voglia di restare al rimorchio dei miei, volevo essere indipendente, sbagliare o fare bene per conto mio. Che poi l’indipendenza era solo nel non avere più la cena pronta. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto capire che rimango la persona più importante per me stessa, perché ho imparato a contare solo sulle mie capacità (o incapacità). Poi sì, si fa pace perché deve essere così almeno per me doveva e deve essere così, questo non significa che i momenti di attriti non ci siano e non ci saranno, ma.. ma cerco di non dare troppo peso, cerco di andare oltre, pensando anche a quanto hanno fatto per me e.. e basta. Che poi, non fosse che per l’infanzia che ho avuto, credo che potrei perdonare tutto ai miei genitori perché è stata un’infanzia bellissima seppure con mille difficoltà.
 
 
georgeorwell1984
georgeorwell1984 il 05/11/06 alle 20:00 via WEB
Ho provato a risponderti, ma come ormai mi capita spesso, libero non mi ha preso il messaggio. Buon per te, si trattava di una risposta piuttosto lunga e ti saresti annoiata. A questo punto provo a sintetizzarti il mio pensiero. Ritengo che tutti i genitori anche quelli “giovani” ed in particolar modo i padri, siano gelosi delle proprie figlie e accettino mal volentieri l’eventualità che le loro predilette abbandonino il “nido” per farsi una vita propria. Capita sempre così. Tu comunque hai fatto bene ad intraprendere la tua strada, altrimenti oggi avresti più di un rimpianto. Il fatto poi che sia stata proprio tu a fare il primo passo per riavvicinarti, ti fa onore e testimonia di quanto tu sia loro affezionata. E’ difficile infatti, che i genitori ammettano di aver sbagliato nei confronti dei propri figli per orgoglio. Nelle discussioni con mio padre non ricordo una sola volta che lui abbia riconosciuto di non aver ragione, ma non per questo sono venuti meno l’affetto e la stima da parte mia nei suoi confronti. Probabilmente un giorno anche noi se diverremo genitori ci comporteremo allo stesso modo con i figli per motivi di orgoglio o di rispetto. Speriamo di no…altrimenti non avremmo imparato nulla. Con affetto e stima ti abbraccio PG
 
   
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 06/11/06 alle 12:07 via WEB
Grazie per il tuo commento. Ho lo stesso problema con Libero ultimamente: scrivo e non salva, scrivo e l'invio non funziona, scrivo e tutte le impostazioni vengono modificate, ci vuole pazienza ormai. Ma soprattutto sappi che non mi annoi mai quando commenti, mai.
 
     
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/06 alle 13:21 via WEB
con libero ormai tutti hanno questo problema: io ho notato che dipende da quanto tempo impiego a scrivere il commento:cioé non dipende dalla lunghezza del testo, ma dal tempo che rimane aperta la finestra di acquisizione, come se ci fosse un tot di tempo massimo per scrivere... quando mi accorgo che ho impiegato un po' troppo tempo, di solito prima di inviare faccio un ìcopia', così se si cancella basta fare incolla e non si deve stare a riscrivere :-)
 
     
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 06/11/06 alle 15:46 via WEB
Grazie, non avevo pensato al tempo. Che noia, però, sbrigarsi, sbrigarsi e ancora sbrigarsi. Come se ci fosse una scadenza a tutto persino ai pensieri. Passerò al "copia e incolla" ;)
 
donnasportiva
donnasportiva il 04/11/06 alle 11:47 via WEB
Credo che il fatto di deporre le armi sia stato positivo.. io ho sempre messo un muro con mia mamma anche se le volevo bene... negli ultimi momenti della sua vita ha capito che io la amavo più della mia vita e questo mi ha liberata da 1000 rimorsi... bellissimo racconto.. passerò più spesso da qui...
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 06/11/06 alle 12:08 via WEB
Già i rimorsi, proprio quelli voglio evitare anche perché ci saranno sempre. Grazie.
 
registrami2
registrami2 il 04/11/06 alle 12:10 via WEB
Allora che splendida giornata sia:) un abbraccio quoti.
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 06/11/06 alle 12:11 via WEB
E che sia uno splendido inizio di settimana. Un abbraccio a te :)
 
   
registrami2
registrami2 il 06/11/06 alle 13:55 via WEB
Caspiterina, a dir la verità era iniziato così, così ma ora che ho mangiato, tutto è MERAVIGLIA e sei meravigliosa anche tu! Che sia una settimana superlativa:) e giu ad abbracciarci per tutta la settimana;) -Ops... mi hai messo una mano sulla natica- -Scusa- -no, no rimettila pure;)- Splendida giornata quoti:)
 
newsinedicola
newsinedicola il 04/11/06 alle 12:17 via WEB
non basta il legame di sangue per intendersi ed amarsi...bisogna essere in sintonia e sentire di essere amati ed accettati così come siamo....anch'io per un periodo ho preso distanza dai miei genitori...poi ho capito di amarli ed all'improvviso non ero interessata più ad alcuna polemica.tu sei stata molto coraggiosa...probabilmente amavi la libertà più di ogni altra cosa...non so, ho avuto questa impressione, forse azzardata..non conosco gli eventi e non ti conosco... buona domenica...francesca
 
ulissezen
ulissezen il 04/11/06 alle 13:34 via WEB
ho letto metà del racconto poi ho dovuto cedere la postazione a mio figlio. la prima metà mi piace.al più presto leggerò la seconda. ciao :)
 
Isotta02
Isotta02 il 04/11/06 alle 18:29 via WEB
Non credo si chiami egoismo, ma tolleranza e accettazione vera delle altrui diversità, non condividere non vuol dire non capire l'altro. Facile tollerare ed accettare un estraneo, ben più complicato con chi si ama, credo tu abbia trovato, senza cercarlo, il segreto dell'amore vero e puro.
 
arimatec
arimatec il 04/11/06 alle 18:52 via WEB
Um saludo carinhoso.
 
pippop3
pippop3 il 04/11/06 alle 19:23 via WEB
Ammiro il coraggio che spinge al distacco, coraggio che io non ho avuto e la scelta della mia vita ne è stata influenzata per tutti questi lunghi anni.
 
marsina
marsina il 06/11/06 alle 09:49 via WEB
buongiorno cara sono d corsa ma volevo lasciarti il buongiorno passo dopo con + calma un bacione grande bella..
 
elnaza
elnaza il 06/11/06 alle 11:24 via WEB
buongiorno Quoti!! un abbraccio forte, sincero e allegro!!
 
vega257
vega257 il 06/11/06 alle 11:55 via WEB
Va sempre bene eliminare rancori, sono inutili e tengono legati a fatti di un passato che non permette di progredire nella nostra evoluzione. Un forte abbraccio. Giò
 
donnasportiva
donnasportiva il 06/11/06 alle 12:13 via WEB
Buongiorno e buon inizio di settimana ^____^
 
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/06 alle 13:26 via WEB
tagliare il cordone ombelicale con la famiglia, più di una volta ho pensato di farlo, ma ogni volta ho rinunciato...non per mancanza di fiducia in me stessa, ma perché avrei messo in difficoltà chi restava a casa, e non ne sono stata capace...
 
iofumodasolo
iofumodasolo il 07/11/06 alle 11:05 via WEB
Ho letto tutto di un fiato... l'egoismo dei genitori a volte é così profondo e cieco da far male... Quella mattina di novembre hai deciso di crescere e loro non lo hanno accettato, ti volevano con loro perché eri la più piccina, perché ti vogliono infinitamente bene e per questo avevano paura di "perderti"... il mestiere più difficile del mondo, sicuramente, quello dei genitori, ma spesso sono ciechi e non capiscono che la felicità dei propri figli, la loro realizzazione deve venir prima del loro egoismo... mi dispiace che per anni sono stati "freddi" e distanti, per marcare la loro non approvazione... posso dirti cha hai avuto un gran coraggio e che hai fatto bene, la tua vita era in germoglio, la loro già matura... Un abbraccio
 
magdalene57
magdalene57 il 08/11/06 alle 19:06 via WEB
prima di 4 maschi ed una femmina. diciamo che ho sfondato porte a calci e gli altri, quelli dietro, son passati su un tappeto sempre pulito. ma, come è successo per te, ci son sempre stati, anche se a volte sembrano invisibili, sordi e muti. siamo fatti così, figli di genitori che nel lavoro hanno trovato la ragione del vivere, la necessità pure. ma che si sono privati e ci hanno privato di qualcosa che è difficile trovare oggi, un senso di famiglia forte. non a caso siamo in sei , ma l'unica che resiste sposata è mia sorella, e suo marito viaggia per otto mesi all'anno... sarà un caso?
 
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