Creato da PerUnaNotteDiPiacere il 28/12/2005

la moscacieca

In quest'epoca di repentini cambiamenti vivere è come andare un pò alla cieca. Gli interrogativi si mescolano alle emozioni cercando nel pensiero le direzioni da seguire. Un Blog per delineare e fotografare le rotte collettive.

 

 

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Post n°253 pubblicato il 06 Luglio 2007 da PerUnaNotteDiPiacere
 

PIOGGIA DI FISCHI PER VISCO CHE EVADE ANCHE LE DOMANDE

La sede dell'incontro non poteva che essere quella: il «viceministro delle tasse», Vincenzo Visco, ieri è arrivato a Genova nella sede dell'Agenzia delle Entrate di via Fiume per festeggiare i dieci anni dell'agenzia. E lì è giunto scortassimo, intorno alle 10.30.

La sua capacità di appeal nell'elettorato, compreso quello del centrosinistra, lo aveva tenuto lontano dalla Lanterna durante la recente campagna elettorale. E al suo arrivo, anche ieri, non sono mancate le contestazioni. Mica quelle dei commercianti o dei piccoli medi imprenditori, «vittime» predilette dello storico ministro delle Finanze del primo governo Prodi, oggi al lavoro all'ombra di Padoa Schioppa. Non c'erano neppure gli operai, che hanno conosciuto «la cura Visco» nelle busta paga 2007. A contestarlo invece, si sono presentati i «suoi uomini»: gli impiegati del pubblico impiego, i lavoratori dell'agenzia delle entrate. Una cinquantina di persone che lo hanno fischiato e salutato con cartelloni tutt'altro che di benvenuto: «Dite a tutti che ci rendete schiavi del signoraggio»,  «Sciopero generale: salari europei, contratti di lavoro veri», «Non tagliare le pensioni ma recuperare le evasioni», «Tasse: pagare meno, pagare tutti».
E a spiegare il senso della protesta ci ha pensato Pietro Andriani, lavoratore nell'esecutivo regionale del pubblico impiego: «Raccontano che vogliono puntare sulla lotta all'evasione fiscale, ma come è possibile se non ci pagano le indennità in modo adeguato, se non assumono nuove persone, e se ci vengono concesse pochissime ore di straordinario retribuite? A parole, in politica, è facile dire una cosa, ma senza il nostro lavoro pratico è impossibile stanare gli evasori». Simonetta Peruzzi rilancia: «Non vogliamo più promesse e pacche sulle spalle, vogliamo che si investa sul nostro futuro». E ancora: «Chiediamo a Visco e al direttore dell'Agenzia delle Entrate di aprire un tavolo di confronto ampio tra governo, parti sociali e organizzazioni sindacali sulla materia fisco».
Il viceministro però schizza dentro la sede dell'agenzia, noncurante dei contestatori così come delle domande dei giornalisti. Eh già, perché «l'uomo delle tasse» ha pensato di rispondere solo alle domande gradite e poi voltar le spalle a tutti gli altri. Al Giornale ha risposto con l'arma del maggior disprezzo: il silenzio. Ai cronisti del Secolo XIX ha invece dovuto spiegare come deve funzionare il tollerante apparato informativo di sinistra: «Con voi non ci parlo, non mi siete simpatici». Perché se il Giornale è reo di non aver perdonato nulla a Visco, di aver criticato la sua politica fiscale lacrime e sangue, di aver parlato degli intrecci Ds-Unipol per la scalata Bnl, di aver documentato le sue pressioni al generale Speciale, notizie che hanno portato a un dibattito parlamentare e a un'appena avviata inchiesta della magistratura, del quotidiano genovese non sono piaciute le indagini sulle slot machine e su altri giochi d'affari. Così gli uomini della scorta hanno dovuto «proteggerlo» dalle domande e allontanarlo dai giornalisti. Anche se, per far questo, hanno dovuto spingere giù dalle scale un operatore Mediaset, che per miracolo è riuscito a non cadere, evitando danni a lui e ai colleghi. Ma anche questo fa parte della democrazia e del prezzo da pagare per vivere davvero con libertà e pluralismo informativo. Proprio come sinistra comanda. Comanda, eh già.

tratto da: il Giornale 
 

 
 
 
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"... un mercante, una volta, mandò il figlio ad apprendere il segreto della felicità dal più saggio di tutti gli uomini. Il ragazzo vagò per quaranta giorni nel deserto, finché giunse a un meraviglioso castello in cima a una montagna. Là viveva il Saggio che il ragazzo cercava. Invece di trovare un sant'uomo, però, il nostro eroe entrò in una sala dove regnava un'attività frenetica: mercanti che entravano e uscivano, ovunque gruppetti che parlavano, una orchestrina che suonava dolci melodie. E c'era una tavola imbandita con i più deliziosi piatti di quella regione del mondo. Il Saggio parlava con tutti, e il ragazzo dovette attendere due ore prima che arrivasse il suo turno per essere ricevuto. Il Saggio ascoltò attentamente il motivo della visita, ma disse al ragazzo che in quel momento non aveva tempo per spiegargli il segreto della felicità. Gli suggerì di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore. Nel frattempo, voglio chiederti un favore, concluse il Saggio, consegnandogli un cucchiaino da tè su cui versò due gocce d'olio. Mentre cammini, porta questo cucchiaino senza versare l'olio. Il ragazzo cominciò a salire e scendere le scalinate del palazzo, sempre tenendo gli occhi fissi sul cucchiaino. In capo a due ore, ritornò al cospetto del Saggio.
Allora, gli domandò questi, hai visto gli arazzi della Persia che si trovano nella mia sala da pranzo? Hai visto i giardini che il Maestro dei Giardinieri ha impiegato dieci anni a creare? Hai notato le belle pergamene della mia biblioteca?'
Il ragazzo, vergognandosi, confessò di non avere visto niente. La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d'olio che il Saggio gli aveva affidato. Ebbene, allora torna indietro e guarda le meraviglie del mio mondo, disse il Saggio. Non puoi fidarti di un uomo se non conosci la sua casa.
Tranquillizzato, il ragazzo prese il cucchiaino e di nuovo si mise a passeggiare per il palazzo, questa volta osservando tutte le opere d'arte appese al soffitto e alle pareti. Notò i giardini, le montagne circostanti, la delicatezza dei fiori, la raffinatezza con cui ogni opera d'arte disposta al proprio posto. Di ritorno al cospetto del Saggio, riferì particolareggiatamente su tutto quello che aveva visto.
Ma dove sono le due gocce d'olio che ti ho affidato? domandò il Saggio.
Guardando il cucchiaino, il ragazzo si accorse di averle versate.
Ebbene, questo è l'unico consiglio che ho da darti, concluse il più Saggio dei saggi. Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza dimenticare le due gocce d'olio nel cucchiaino."

tratto dall'Alchimista:
di Paulo Coelho

 
 
 

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