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Post N° 193
Post n°193 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da languageisavirus001
All’inizio non ci davo particolare peso. Pensavo di aver raggiunto un diverso grado di sensibilità e conoscenza forse dovuto all’esperienza, all’età che avanza portando con sé una maturità tutta nuova, o a chissà cosa, ma mi sbagliavo. Con il passare dei giorni mi sono persuaso che quel notare cose invisibili ai più, capirne il linguaggio segreto, percepire fatti, cause e conseguenze prima incomprensibili non è da tutti. Una inimmaginabile violenza sopita cova negli oggetti che ci circondano. La pistola, che teniamo nel cassetto vicino al letto per ogni evenienza, è pronta ad esploderci in faccia inavvertitamente; la Bibbia con le sue pagine ingiallite così sottili e delicate da sembrare carta velina, conosce ogni nostro difetto e per questo ci giudica con disprezzo. Per anni abbiamo creduto che la felicità fosse accumulare cose intorno a noi che potessero alleviare il nostro senso di vuoto, quel continuo porsi domande senza riuscire a dare risposte adeguate. Abbiamo pensato che possedere fosse l’unico modo possibile per assicurarci un futuro degno e non fatto solamente di oblio. Abbiamo faticato, lottato e ci siamo inimicati tra di noi, ma non avevamo idea di quello che realmente accadeva. In ospedale mi tagliavo i capelli da solo, in bagno con le forbici. Le ciocche che cadevano per terra su quel pavimento di piastrelle bianche mi facevano uno strano effetto, come se la vita scivolasse via senza controllo alcuno. I dottori, quando mi trovavano con le forbici in mano, volevano sempre sapere dove le avevo prese. Non rispondevo mai. Mai ho detto loro ciò che sapevo e vedevo. Non potevo risvegliarli dal loro torpore, da quell’illusione di conoscenza che ritenevano di rappresentare. Fanno parte di un sistema che un giorno inesorabilmente li schiaccerà. Quando sono uscito, ho guardato per un’ultima volta l’ospedale nello specchietto retrovisore del taxi che è venuto a prendermi. Lingue rosse di fuoco lo avvolgevano nel tetro grigiore del pomeriggio invernale.
Immagine: Yves Klein “Empreinte par l’eau et le feu” 1961
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il 20/02/2012 alle 01:18
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il 15/01/2009 alle 12:39
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