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« ESSERE AMICI DI GESU' N...NON SI PUO' PREGARE PER... »

CREDERE NON BASTA OCCORRE VEDERE A CHI SI CREDE E PERCHE'

Post n°923 pubblicato il 15 Maggio 2015 da sebregon

VII SETTIMANA DI PASQUA - SABATO

Gv 21,20-25



In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. 

 

E per parte nostra, stimolati da quest’ultima frase, possiamo dire che i vangeli hanno una ricchezza  inesauribile tanto sono ricchi di spunti, di luci e di suggerimenti per la nostra vita e di finestre aperte su Dio stesso. Inoltre nella lettura dei vangeli siamo presi da un’ulteriore ammirazione e cioè che  i vangeli, come ultimo capitolo di una storia che va indietro di qualche millennio, sono di una brevità, sinteticità e multiformità ( i vangeli sono quattro e cioè vi sono dietro quattro autori e quindi prospettive diverse per raccontare uno stesso fatto e cioè la vita di Gesù) che non troviamo in nessun libro di questo mondo.

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La fede cristiana non è un credere cieco ma ha dietro una storia e può parlare all’intelligenza dell’uomo di ogni tempo purchè questi sia disponibile e non si nasconda dietro alla frase :’ sono cose di Chiesa’ o ‘non mi interessano perché non si vedono e non si toccano’ ecc. Anche la morte quando arriva non si vede, né si tocca ed anche se appare agli occhi dell’uomo la cosa più irrazionale di questo mondo eppure arriva e morde e non c’è nulla da fare.

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La conclusione è che la vita ha tanti misteri e non la si può affrontare come un qualsiasi altro modo del nostro vivere quotidiano.  E così abbiamo tutti senza eccezione un denominatore comune che è quello di porsi delle domande per ottenere delle  risposte. E sì perché al limite il punto è questo: non è importante credere o non credere ma il porsi sinceramente delle domande sulla vita e sulla morte senza pretendere di avere delle risposte già preconfezionate.

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I veri  cercatori della verità sono quelli che il Signore ama ed a cui farà pervenire le sue risposte che sono sempre adatte al percorso della  vita del richiedente e soprattutto sorprendenti . Quanti non cristiani, o addirittura praticamente atei, proprio per questa loro attitudine di ricerca, sono più avanti di coloro che, a parole si dichiarano cristiani, ma che lo sono solo sociologicamente dal momento che non sentono il fuoco di quell’amore che brucia e fa rinascere come lo vediamo nella vita del nostro Signore Gesù.  

 .

La nostra vita e la Parola

Spirito Santo, donato all’umanità per comprendere la grandiosa figura di Gesù, dona ai cercatori della verità ciò a cui anela il loro spirito quando non si contentano solo di questo mondo.

Michele Sebregondio

 
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psicologiaforense
psicologiaforense il 15/05/15 alle 23:51 via WEB
«Pace, pace ai lontani e ai vicini»(Is 57,19), mentre vedranno diventare strumenti di benessere quelli che ieri riempirono di morte e di pianto la terra...
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