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Post n°580 pubblicato il 10 Aprile 2008 da hesse8

Bertinotti chiude a Roma: appello agli indecisi di sinistra

Fausto Bertinotti 220x la Presse
Nonostante
i tentativi di cancellare da questa campagna elettorale la sinistra,
noi vogliamo costruirne una aperta a tutti. È il presidente della
Camera, Fausto Bertinotti, candidato premier della Sinistra Arcobaleno,
che chiude a Roma la campagna elettorale per la Sinistra Arcobaleno. Il
presidente della Camera chiude la campagna elettorale a Roma, con una
manifestazione a piazza Navona. Non un tradizionale comizio, ma uno
spettacolo. Sul palco ad intervistarlo il comico Dario Vergassola, che
inizia subito con una battuta sulla “Sinistra al kashmir”: «Vi presento
quest’uomo, devo fare delle domande a Bertinotti che è una persona
molto seria ed elegantissima...». Bertinotti, però, capisce il
riferimento e sorridendo risponde con un insulto canzonatorio.
Vergassola ha subito la risposta pronta: «A Vespa non l’avresti mai
detto...». «Beh - sorride Bertinotti - te la sei proprio cercata».


Poi si entra nel vivo della discussione. Primo punto chiaro: l’appoggio
al governo Prodi è stato completo fino all'ultimo. «La sinistra semmai
è stata fin troppo responsabile ed ha provato a cambiare il governo e
il Paese anche dal governo», afferma il leader della Sinistra
Arcobaleno. Bertinotti si dice convinto che i partiti della sinistra
hanno «semmai ingoiati troppi bocconi amari». «All'inizio della
campagna elettorale sono stato criticato perché non attaccavo il Pd.
Noi non l'abbiamo criticato perché è voluto andare da solo, ma abbiamo
spostato il confronto sul terreno politico e cioè su chi possa dare una
risposta strategica alle destre e per noi non è il Pd. La sinistra
invece può rianimare il popolo a riprendere un cammino».

Il
voto utile «è una droga pesante immessa nella campagna elettorale con
cui si pensa di distorcene l'andamento mistificando la realtà », ha
detto Bertinotti. «La competizione - aggiunge Bertinotti - è in una
Repubblica parlamentare, in cui tutte le forze politiche che superano
le soglie previste entrano a pieno titolo in Parlamento». Per
Bertinotti «il duopolio non è né innocente né neutro. La presenza e il
successo della Sinistra l'Arcobaleno è la condizione preliminare per
impedire l'accordo» tra il Pd e il Pdl.

Poi l’appello agli
indecisi. «Mi rivolgo agli indecisi che hanno il cuore la sinistra e
che sono indecisi per delusione rispetto alla recente esperienza di
governo. A loro dico: guardate che la stessa delusione vive in noi, ma
bisogna ricominciare e trarre una lezione da questa delusione», dice il
leader della Sinistra.

Sul risultato di domenica, Bertinotti
si fa poche illusioni. A suo avviso, non ci sarà straordinarie
sorpresa. Ma l’incertezza rimane. E se è facile prevedere il vincitore
della campagna elettorale, «i rapporti» di forza tra i partiti «sono
imprevedibili: il quanto, le distanze». Una difficoltà di pronostico
che deriva dal fatto che «questa campagna è così diversa: tutti hanno
difficoltà a fare previsioni», anche i sondaggisti.


«Aspettiamo un'ora e poi chiediamo quale nome della lista del Pd viene
in mente: Boccuzzi o Calearo. Come mai si ricorda sempre il nome più
importante e non quello della gente comune che una politica di sinistra
deve rappresentare - dice Bertinotti -. Non si può mettere in una lista
il lupo con l'agnello». «Rispetto tutte le posizioni alla nostra
sinistra anche perché credo nel detto francese “pas nemis a gauche”
(non ci sono nemici a sinistra)», ha detto il candidato premier della
Sinistra arcobaleno, replicando a Dario Vergassola che gli chiedeva
della posizione di Ferrando, candidato premier del Partito comunista
dei lavoratori dopo essere uscito dal Prc. Bertinotti sottolinea che è
una posizione «legittima ma totalmente sbagliata e perdente»: perché la
sinistra «non può ridursi ad una riserva nella quale si dice solo
quello che i nostri avversari vogliono che diciamo», e perché «in quel
caso non abbiamo salvezza». «Noi - conclude Bertinotti - vogliamo
essere una grande sinistra in grado di incidere nel paese».

 
 
 
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