Creato da hesse8 il 04/02/2007
Federazione della sinistra di Lentini
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: hesse8
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 62
Prov: SR
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 

Federaz.giovani comunisti italiani

 

Ultime visite al Blog

urlodifarfallaalterogalasso_raffaelezoppeangeloideaculturaleTomassiniPieroabagnalevincenzo1983alessandro.de.angeliunafatastregamax_6_66elomanlubopomesdiaiellovivianagreta.rossogeraniosilviomassari
 

Archivio messaggi

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Peacereporter

 
 

Un quadro

                                                                                                                                   

Stefano Lattanzio

Tel.095.7835328(Lentini)


Investimenti nell'arte

 

Non-violenza

L'immagine “http://nonviolenti.org/images/bandiera.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.
 

San Precario

San Precario



 
 

Tag

 

La piazzarossa-video




 
 
blog di spazioblog

Blog di libero
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Web tv interessante

Welcome to Arcoiris Web TV
 

rosso vivo

immagine
 

settimanale del pdci


 

Ultimi commenti

Contro la pena di morte nel mondo

Fdca federazione dei comunisti anarchici

 

 

« Finalmente un po' di gi...Stasera ad anno 0 si par... »

Joni Mitchell fa' a pezzi Bob Dylan

Post n°1129 pubblicato il 27 Aprile 2010 da hesse8

 

"Dylan? Un falso e un bluff" Joni Mitchell fa a fette Bob

di Roberto Brunellitutti gli articoli dell'autore

Potesse, gli darebbe pure un calcio nel sedere. Lei è Joni Mitchell, la lady of the canyon, grande signora del folk, quella delle accordature aperte e dell’avventurosa vocalità obliqua. Lui è Bob Dylan, leggenda vivente, song-and-dance-man (così preferisce dire lui), l’elettrificatore del folk ed eretico del rock nonché verseggiatore da Nobel (non a caso lo candidano ogni anno). Ebbene, Joni ha rilasciato un’intervista incendiaria al Los Angeles Times che ha fatto impazzire l’America, in cui fa letteralmente a pezzi il vecchio Bob. «Non c’è niente di autentico in lui. Niente. È un falso. È un plagiario, il suo nome e la sua voce sono falsi. Tutto ciò che ha a che fare con Bob Dylan è un inganno. Io e lui siamo come il giorno e la notte».

Niente male come lapide per uno dei grandi totem del ventesimo secolo (forse pure del ventunesimo). È vero che Joni se la prende anche con Madonna, paragonata a Nerone e indicata come la causa dell’instupidimento degli Stati Uniti dagli anni ‘80 in poi, mentre non va molto meglio alle sue colleghe dei bei tempi Janis Joplin e Grace Slick, che «andavano a letto con tutti i membri delle loro band per poi crollare ubriache». Ma a scatenare la sua furia è la domanda sul fatto che sia lei, l’ex signorina Roberta Joan Anderson, sia lui, nato Robert Zimmermann, avessero cambiato il nome agli inizi della carriera per costruirsi il proprio personaggio. Il fatto, così pare, è che Mrs Mitchell è stufa, da 40 e passa anni, di essere impropriamente definita «la Dylan in gonnella».

Ovviamente va benissimo se ogni tanto si picconano le leggende. E non è nuova nemmeno la storia dei plagi: per Modern Times,  del 2006, il vecchio Bob aveva rubato alcuni versi al poeta Henry Timrod mentre Love and Theft, del 2001, deve molto ad un oscuro scrittore giapponese, che però all’epoca si disse molto onorato del prestito inconsapevole offerto al vate di Duluth. Inutile stare qui a rivangare le teorie (da Picasso in giù) sul «furto nell’arte»: qui la storia si fa divertente andando a rileggere la assai turbolenta cronaca dei rapporti tra la signora Mitchell e il signor Dylan, che pure suonarono insieme alla mitica Rolling Thunder Revue del 1975, all’addio della Band immortalata in The Last Waltz nel 1976, al concertone in favore dell’Unesco nel 1994 e in un tour a tre insieme a Van Morrison nel 1998. Il dispetto più tremendo, bisogna dirlo, lo riservò il crudele Bob alla bionda collega nel ‘74, quando fu invitato al preascolto in studio di registrazione dell’album Court and Spark. Joni era presente. Dylan finse di addormentarsi e poi cominciò a russare rumorosamente. Chi era presente non ha dubbi: l’aveva fatto apposta.
Illuminante un’altra vecchia intervista di Joni in cui pure aveva paragonato Dylan a Shakespeare: «Ad un certo punto io ero una ‘anti-Dylan’, il che mi procurò molti nemici. Consideravo molta parte del suo lavoro ambigua, non scritta con onestà. È quello che pensavo anche di Shakespeare, che consideravo verboso e bizzarro, finché un giorno sono stata a Stratford dove ho visto recitare Shakespeare come una cosa del ventesimo secolo: perse tutta la pesantezza drammatica, mi fluì dentro e improvvisamente capii. La stessa cosa con Dylan: quelle che consideravo parole fini a se stesse ora hanno acquisito un senso».

Bella storia. Peccato che nel ‘94, raccontando del concertone per l’Unesco, l’autrice di capolavori come Blue, Hejira e Mingus, non parli di Dylan con la stessa delicatezza: «Arriva questo piccolo marmocchio, non si lava mai i denti, per cui il suo alito era ... proprio addosso alla mia faccia, praticamente mi ha spinto via dal microfono».

Sui giornali e soprattutto sui siti musicali americani si è scatenato un vero e proprio psicodramma: i fan di Joni contro quelli di Bob e viceversa, e poi ovviamente gli appassionati di ambedue, gravemente in ambasce. Beh, chiunque ha le proprie debolezze. Dylan è un ladro (di versi). E a Joni piace cantare i pezzi di Dylan. Per esempio Mr Tambourine Man, Girl of the North Country e It’s All Over Now, Baby Blue. In rete le trovate tutte.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963