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I MISTERI DEI TEMPLARI

Post n°388 pubblicato il 13 Maggio 2007 da io_deifobe

Prima di rinviare alle considerazioni che svolgerò più innanzi, mi corre l’obbligo di far osservare che, qualunque ne fosse l’oggetto e comunque ne fossero entrati in possesso, l’Ordine cercò di custodire i presunti segreti evitando ripercussioni e sconvolgimenti nella Chiesa.
Se le cose fossero andate veramente così - e francamente ne dubito - i Cavalieri del Tempio avrebbero pagato un prezzo altissimo per mantenere un segreto che forse non lo meritava.
Certa è soltanto una inclinazione misterica o misteriosofica delle supreme gerarchie dell’ordine e la loro propensione per gli aspetti esoterici e misteriosofici diffusi in un certo tipo di cristianesimo delle origini con cui i Templari vennero in contatto prima e dopo il loro insediamento a Gerusalemme; senza sottovalutare i risvolti politici della acquisita posizione soprattutto dopo i disastri di Hattin di Damietta, ma in nome di una concreta commistione tra potere e ricchezza dopo il rientro in Europa.
In ogni caso credo che:

  • Il "nucleo segreto" dei Templari conservò e perpetuò incomunicabili conoscenze di cui erano venuti in possesso e ne diffuse lungo l’Europa.
  • Il papato continuò a scontrarsi duramente con i regni laici.
  • I Templari seguirono una strada tutta loro, fondata sull’acquisizione di castelli, villaggi e città, indifferenti alle ragioni dell’una e dell’altra parte.
In sostanza erano divenuti una autentica minaccia sotto due aspetti: uno economico ed uno spirituale; inutile dire che quest'ultimo era il più pericoloso, come ben sapevano coloro che vollero la fine dei Templari.
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I TEMPLARI E L'ERESIA CATARA
Il 13 ottobre 1307, un venerdì, Filippo il Bello, ordina l’arresto dei Templari e dispone il sequestro di tutti i beni. Inizia così la fine dell’Ordine.
Seguiranno anni di processi, torture ed uccisioni che culmineranno il 18 marzo 1314 con l’arresto e la morte sul rogo del gran Maestro De Molay.
Si chiudeva in tal modo, brutalmente, una vicenda storica durata breve arco di tempo tra il 1119 ed il 1307.
I Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone, erano passati da Hugh de Payns a De Molay quali attori principali della vita militare, politica ed economica del mondo cattolico.
Erano passati dal fervore e dalla gloria conquistata sul campo, alla ignominiosa morte sul rogo propria degli eretici.
Si dice spesso che la cosiddetta congiura di Filippo IV (del Nogaret e di Clemente V) aveva trovato origine in una eresia templare.
È un argomento che va trattato con attenzione perché da un lato le accuse mosse ai Templari sono tipiche dello stile inquisitorio e, pertanto, spesso false, faziose o estorte con torture, prive di ogni valore giuridico e storico.
Tuttavia a, mio avviso, questo non basta a smentire o a confermare la bontà di una tesi, soprattutto quando non sia dimostrato o dimostrabile il contrario. In proposito i fatti certi da tenere presenti sono due:
  • I Templari non riscuotevano molto credito nelle gerarchie politico-religiose e fu facile per il re avvalersene. Infatti il re si avvalse di un'Inquisizione chiaramente manovrata dal potere centrale in presenza di un Papa imbelle.
  • É difficile considerare i Templari come verginelle innocenti a causa dei loro trascorsi non proprio limpidi.
Infatti circa un secolo prima erano stati molto chiacchierati per un possibile collegamento alla eresia Catara (25). E nulla ci impedisce di pensare che la cosiddetta "eresia templare" fosse, in realtà una "eresia catara".
Questa conclusione, se non altro, avrebbe il pregio di spiegarci il perché della necessità di un preventivo isolamento dei Templari!
Stando così le cose sarebbero in tal modo legittime e naturali le accuse di eresia, di stregoneria, di turpitudini, ecc.
È chiaro che questa conclusione potrebbe avere una sua validità nel merito.
Altri aspetti, come la storia del Baphomet, avrebbero una loro validità sul piano formale (tipica dello stile inquisitorio). Verrebbe così perfettamente naturale parlare di torture, sangue e falsità che erano effetti tipici della procedura codificata da Nicolas Eymerich 
(26).
A queste valutazioni di fondo aggiungiamo quella dell’oro accoppiata alla sconfinata umana avidità degli uomini ed alla loro arroganza.
Possiamo così comprendere come tutto si possa ricondurre ad un problema di ordine politico al quale verranno sacrificate vita e dignità di uomini che una volta si erano votati a ideali cavallereschi di virtù e di fede.
Qualche storico ha contestato questa ipotesi asserendo che Filippo IV fece sì confiscare i beni dei Templari, ma non se ne impadronì come sarebbe stato logico. Stranamente, si osserva, avrebbe assegnato una parte dei beni agli Ospitalieri e ad alcuni nobili francesi che furono, in definitiva, gli unici beneficiari della strage.
Non mi sembra una buona argomentazione.
Storicamente unica prova sarebbe stata che Ospitalieri e nobiltà francese non se ne lamentarono come sarebbe stato logico. Ma non mi sembra che il re avrebbe avuto difficoltà, vista l’antifona a convincere gli uni e gli altri a farsi i fatti loro!?
Quello che potrebbe destare meraviglia, ad onor del vero, è un altro fatto: i Templari, bruciati in virtù di un arbitrio giudiziario furono solo quelli di Francia. La persecuzione non poté colpire i cavalieri della Spagna, del Portogallo, quelli dell'Europa del Settentrionale (come i Cavalieri di Cristo) o quelli dell’Italia e dell’Inghilterra. Perché avrebbero taciuto anche costoro?
Mi sembra facile osservare, che non tutti potevano essere a conoscenza degli affari centrali. Anzi il complesso di indizi mi inducono a ritenere che fosse vero proprio il contrario.
La fiducia dell’ordine nel suo complesso, potrebbe aver aperto - come è stato rilevato - "…un Tempio fatto non di pietra e roccia il cui peso, però, ad un certo punto li avrebbe schiacciati" 
(27).
A ben considerare i fatti ritengo che dobbiamo essere molto prudenti nell’usare il termine di "misteri" a proposito dei Templari.
Io sono portato a ritenere che spesso si abusa del termine mentre sarebbe logico distinguere fra tre tipi di misteri:
  • Il primo comprendeva atti formali come la "Regola" (ormai non più tali: si tratta di aspetti superati dalla realtà storica).
  • Il secondo comprende misteri in senso esoterico (tipo Baphomet), cioè fatti che teoricamente non dovrebbero rientrare in quella categoria essendo dipendenti da circostanze a noi ignote o per i quali non è stata possibile raccogliere un’idonea documentazione storica (tipo il Vecchio della Montagna, la ricostruzione del Tempio di Salomone, il Graal, la Maledizione, i Templari in America e così via) ma teoricamente spiegabilissimi.
  • Il Terzo tipo comprende misteri veri e propri o tali in senso tecnico. Tra questi possiamo catalogare, a mio avviso, solo due vicende: la presunta eresia Templare ed il Tesoro dei Templari.
C’è poi una storia occulta del Templarismo sulla quale è necessario porre comunque l’attenzione.
In effetti al di là della ritrovata regola noi non sappiamo quale fosse il vero intento nella costituzione dell’Ordine.
È stato facile così parlare di un ordine di carattere iniziatico, sul modello dei Templari di Agharti o dei Templeisen custodi del Graal; essi probabilmente sarebbero andati in Terrasanta perché fra’ Bernardo aveva detto che bisognava colà cercare qualcosa. Ma cosa?
Entriamo però, per tale via, nel campo delle pure ipotesi senza avere il sostegno del benché minimo fatto di valore storico.
Alcuni commentatori ritengono che scavando al di sotto del tempio della Roccia, essi avessero rinvenuto l'Arca dell'Alleanza, o i segreti delle cattedrali gotiche, ovvero mappe segrete che indicavano la rotta per le Americhe, ovvero ricevuto dagli Ashishin il San Graal, ovvero tutte queste cose insieme.
Alcuni studi 
(28) denunciano con chiarezza che dopo la disfatta di San Giovanni d’Acri del 1291, i Templari avevano perso la posizione di privilegio restando privi di prospettive concrete tipo quelle degli Ospitalieri che sopravvissero alla disfatta grazie ad una diversa politica.
Con la conquista di Rodi infatti scelsero di fare del loro ordine una potenza navale nel Mediterraneo.
Si è pure detto che la distruzione dei Templari fosse solo l’inizio di una vera e propria politica di Filippo il Bello nei confronti degli ordini militari. Ma la morte impedì a lui di procedere anche contro gli Ospitalieri, ed a noi di conoscerne le reali intenzioni.
Ma mi sembra molto improbabile che il nipote di Luigi IX, il re santo morto nel 1254 durante la settima crociata, si sentisse veramente in lotta col diavolo come "re cristiano" quale si definiva.
A ben pensare più si gira intorno all’argomento e più mi vedo costretto a tornare sui Catari o Albigesi che dir si voglia.
Forse non è un caso che delle sette accuse mosse ai Templari ben quattro avevano a che fare con la religione costituendo colpevoli di un reato (aggravato e reiterato) di eresia.
Li si accusava:
  • di rinnegare Cristo definito falso profeta (essi calpestavano e sputavano sul crocifisso)
  • di adorare gli idoli: gatti e teste a tre facce in sostituzione del Salvatore
  • di non credere ai sacramenti sicché i sacerdoti dell’ordine "dimenticavano" le formule nel rito della messa
  • di esercitare pratiche oscene e la sodomia
Per altri due capi di imputazione il riferimento all’eresia era indiretto anche se non meno grave. È il caso delle accuse di reciproca, compiacente assoluzione.
Sono evidenti - fondate o non che fossero le accuse - certe analogie con rituali albigesi che gli inquisitori dei Templari non avevano mancato di sottolineare (come, ad esempio, il fatto di non accettare la croce come strumento materiale del supplizio del Cristo).
Se le cose fossero andate proprio così sarebbe evidente che l’ordine intero era sprofondato in una eresia conosciuta, catalogata e già condannata. Il che li poneva automaticamente fuori dell’ortodossia senza possibilità di appello.
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LA QUESTIONE DEL TESORO DEI TEMPLARI
Il settimo capo di imputazione riguardava, anche se non in maniera diretta, il problema del "tesoro". L’accusa era di essere stati tenuti a contribuire, con qualsiasi mezzo, all’arricchimento dell’ordine.
Mi intratterrò sull’argomento molto brevemente in quanto l’ho già trattato nell'
articolo di Rennes-le-Chateau.
In effetti siamo in presenza della parte più sconcertante della vicenda. Tutti parlano del tesoro ma nessuno l’ha visto e soprattutto nessuno sa se sia mai esistito o che fine abbia fatto.
Con la scomparsa dei Templari dalla scena della storia, si aprì immediatamente il problema del loro tesoro.
Per quello che ne sappiamo non risultò devoluto agli Ospitalieri e non se ne era impadronito Filippo IV. Questa presunta montagna d’oro - che aveva acceso la concupiscenza di Nogaret - dove era finita?
Si parlò di carri che notte tempo avrebbero abbandonato le dimore templari per dirigersi a nord (verso l’Inghilterra? Verso l’oltremare?).
Nessuno è stato in grado riformulare un’ipotesi con una parvenza di plausibilità nonostante le ipotesi più disparate che vanno da nascondigli nelle Alpi meridionali francesi (ipotesi Wysen), ai dintorni di Rennes-le-Chateau, cioè in prossimità dei Pirenei (ipotesi De Sede), fino all’ipotesi Nazista di una improbabile cripta dimenticata (Roger Lhomoy).
Credo che sia perfettamente inutile soffermarmi su un problema che probabilmente, allo stato, non ha e non potrà avere possibilità concreta di soluzione.
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ULTIMI DUBBI E CONCLUSIONI
Chi ha avuto la pazienza di seguirmi si sarà resto conto che siamo usciti dal mito per rientrare nella storia.
Indubbiamente i Templari furono fanatici monaci-guerrieri, ultimi rappresentanti di una cavalleria già all’epoca in rapida dissoluzione.
Questi mitici cavalieri dal mantello bianco ebbero la ventura di svolgere un ruolo importante - non certo determinante - nelle Crociate ed hanno fornitoli destro per le conclusioni più disparate anche se apparentemente sensate.
Di volta in volta sono stati considerati modelli per gli altri crociati ovvero squallidi individui dediti ad intrighi e tipici una casta ultra segreta 
(29).
Delle stesse incertezze è intessuta la storiografia che li riguarda al punto che l’opinione popolare resta ancora la verità meno improbabile a disposizione degli indagatori.
Le opinione sui Templari si sono genericamente stratificati in due indirizzi.
  • Il primo è quello che definisco "Versione ortodossa". Risale a Guillaume de Tyre, primo cronista a scrivere dei Templari e del fondatore dell’ordine.
    De Tyre ci narra delle vicende comprese tra il 1118 (anno in cui Hugues de Payen si presentava a Baldovino II) ed il 1306 (anno in cui inizia la cosiddetta congiura di Filippo IV).
    Osserva il cronachista che i futuri Templari proponevano un volontariato molto nobile, non c’è dubbio; ma, come potevano nove semplici uomini garantire la sicurezza per le migliaia di pellegrini della città santa lungo alcune centinaia di chilometri di piste desertiche?
    E poi sapevano o prefiguravano i Templari che nel giro di pochi decenni avrebbero amministrato un potere immenso?
    O era proprio questo lo scopo cui erano destinati e che li rendeva sicuri quanto baldanzosi?
    Sta di fatto che l’ordine esplose ed il primo Gran Maestro potette tornare al cospetto del cistercense fra’ Bernardo solo nel 1128. Nel corso di tale visita, intascò la "regula", ma gettò le basi di quella che oggi chiameremmo "autonomia finanziaria" per l’Ordine.
    Vero è che la missione ottenne un successo inatteso 
    (30) ed i poveri "Cavalieri di Cristo" accumularono feudi in tutta Europa.
    Teoricamente l’ordine dei Cavalieri Templari era in grado di fronteggiare in proprio una guerra o di organizzarsi in autonomo esercito 
    (31).
  • Tuttavia è a questo punto che entra in gioco la "storiografia occulta". Infatti, a partire dal 1129 i Templari non esercitavano più le sole mansioni di tutela religiosa e politica sugli itinerari della fede; abbiamo visto che erano divenuti una vera propria istituzione operante anche nel campo della finanza interstatale.
    Nel 1291 accadde l’inevitabile. Il regno di Gerusalemme tornò definitivamente nella mani dei musulmani e gli ordini religioso-militari dovettero traslocare senza una ragione pratica di esistere. Il loro successivo ritorno in Europa equivalse ad un tentativo di rinascita sebbene per i Templari ostava un ineludibile paradosso. Essi avevano perso l’unico territorio che ne giustificasse l’esistenza e che consentisse di continuare a rafforzarsi in Europa. Per effetto di ciò sembra che intendessero costituire uno Stato proprio in Linguadoca, nella parte francese dei Pirenei.
    La circostanza non è provata ma, vera o falsa che fosse, la semplice ipotesi condusse la storiografia a doversi occupare dei Catari che avevano signoreggiato proprio in quelle terre e con i quali i Templari avevano mantenuto buoni rapporti.
    Arriviamo al fatale 1306, quando Filippo IV decise di sbarazzarsi una volta per tutte dei signori del Tempio.
Ho già detto di cosa accadde dopo e non intendo tornare sull’argomento. Devo però constatare il fallimento finale dell’operazione messa in scena da Filippo il Bello e dal socio Nogaret. È fuori dubbio che il piano era stato accuratamente realizzato in Francia ma non poteva essere realizzato e non lo fu fuori quei confini ove si concretizzò solo a metà.
L’ordine di Filippo non fu accettato né in Svezia, ma neppure in Spagna, in Italia ed in Inghilterra.
Questa versione è pacificamene accettata da tutti gli storici; tuttavia ancora qualcosa quadra. I Cavalieri Templari erano stati gli indiscussi protagonisti di un’ascesa vertiginosa in poco più di un secolo. Ma da dove proveniva l’indubbia auctoritas di cui godettero soprattutto in un momento di appannamento del potere papale cui facevano riferimento 
(32)?
E ancora: se esisteva un culto Templare su che cosa si basava?
Ci troviamo, a mio avviso, di fronte al nocciolo della questione del cosiddetto "Mistero" dei Templari. Con altrettanta probabilità dobbiamo abbandonare la pretesa di risolverlo alla luce di fatti e documenti storici per affidarci ai "si dice" della vox populi.
Per la verità il populus parlava (e parla) di un ordine non molto solare, anzi, dalla tinta piuttosto fosca. Sembra necessitato concludere che questo era il rovescio di una medaglia il cui verso era stato utilizzato per nascondere qualcosa che costituiva proprio la fonte del loro straordinario potere.
Stando così le cose dovremmo ritenere altrettanto valida l’ipotesi di un Ordine costruito intorno ad una organizzazione esoterica che aveva ripudiato l’autorità di Cristo e sputato proprio su quel simbolo!
Il che ci riporta, pari pari, all’eresia catara.
Abbiamo potuto notare che, nella vicenda templare assumono un valore altamente indiziario i loro rapporti con i Catari (o Albigesi). Lo confermerebbe la condotta nel corso della crociata di Innocenzo III dove si limitarono ad un ruolo di testimoni.
Atteggiamento per il quale non riusciamo a trovare una benché minima giustificazione.
Perché, comunque si formuli la domanda, mi sembra convincente una sola risposta e questa risiederebbe proprio in quelli che furono i rapporti con la popolazione di Albi!
Sembra logico pensare che i Templari avessero risolto, in senso politico, ed in maniera atraumatica un angoscioso problema di rapporti necessitati. Questo atteggiamene avrebbe consentito di conquistare simpatie da parte della comunità catara senza costringerli ad una guerra senza senso quindi inutile.
Il che confermerebbe la plausibilità dell’intento stabilirsi nella regione Pirenaica, l’ex roccaforte degli Albigesi.
Il vero problema allora sarebbe quello di verificare il livello di serietà dell’intento. Molti credettero che esistesse una tale opzione e che tra Catari e Templari corressero accordi segreti per una garanzia di mutua assistenza.
Naturalmente non abbiamo elementi per una tale verifica e, tutto sommato ci troviamo dei fronte all’ennesimo capitolo scuro della storia Templare in attesa di risposta.
Unica cosa che possiamo dire con assoluta certezza è che nel rapporto tra Templari ed Albigesi correvano delle strane somiglianze.
Questo vale, ad esempio per la straordinaria somiglianza tra assoluzione collettiva somministrata in prossimità della battaglia dal Gran Maestro dei Templari e "consolamentum", l’unico sacramento riconosciuto dai Catari, praticato una sola volta nella vita, di solito in prossimità della morte o della battaglia, in uno stato di esaltazione collettiva.
Questo altrimenti strano rapporto con gli Albigesi costituisce di per sé un enigma nell’enigma, una sorta di matrioska di misteri. Innanzi tutto perché proprio la propensione per i Catari francesi o Albigesi che dir si voglia?
Tanto per incominciare la comunità dei Catari era povera e non acculturata.
Qualche storico spiega che i catari sarebbero stati custodi di un segreto appartenente alla setta che ne era custode.
In effetti nella vicenda degli Albigesi esiste un grosso buco. Il Vaticano trattò la questione sempre con estrema cautela. E questo, sia nei confronti del Catarismo in generale, che nei confronti degli Albigesi in particolare 
(33).
Il che è assolutamente inspiegabile.
Perché tanta cautela verso una setta che, a torto o a ragione, era considerata il non plus ultra della ereticità (si vociferava che il diavolo in persona avesse preso personalmente dimora presso di loro per creare l’esercito delle tenebre)?
Questa cautela ovviamente si infrange nel momento della crociata, ma - tutto sommato - ne spiega la ferocia del Montfort, massacratore di vecchi, giovani, donne e bambini.
Ma non spiega tutto; se i Templari tenevano tanto agli Albigesi, perché non intervennero al loro fianco? E se non erano favorevoli agli eretici, perché non intervennero a fianco di Innocenzo III?
E infine, di quale segreto mai i Catari potevano essere custodi tanto importante da sedurre anche i Templari?
Sono state formulate varie ipotesi:
  • All’epoca si parlò della "Excalibur" la favolosa spada di Artù, che sarebbe stata custodita ad Albi, o nelle immediate vicinanze.
  • Altre voci hanno parlato dell’esistenza di un fantomatico tesoro che l’imperatore Tito, avrebbe sottratto e nascosto per sé nella campagna in Medio Oriente.
  • Altri hanno ritenuto valido il ritrovamento della tomba di Cristo o del santo Graal.
Già in passato queste due ultime ipotesi venero immediatamente scartate senza troppi tentennamenti. D’altra parte ritengo che quelle illazioni fossero troppo romanzesche e impossibili da sostenere.
Quanto a Excalibur i medioevo era pieno di spade magiche o presunte tali 
(34), ma probabilmente non erano molti quelli che vi credevano e, in ogni caso, non avrebbe suscitato un interessi internazionale. Né riesco ad immaginare come la spada, famosa quanto dal dubbio carattere magico, potesse fungere da strumento di potere nelle mani dei Templari che, comunque, dovevano esserne a conoscenza attraverso le sedi anglosassone.
Ma non esistono menzioni o allusioni di sorta al riguardo.
Resterebbe l’ipotesi della misteriosa "testa" 
(35). Ma il "Baphomet" cui comunemente si allude non poteva certo essere assunto come un’arma terrorizzante.
E, tutto sommato, mi suona come una teoria messa in piedi da qualcuno cui non bastavano i misteri che già avvolgono (e forse avvolgeranno per sempre) i Templari!
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I TEMPLARI SONO TRA NOI
Con il rogo di Parigi non si concluse la vicenda di lotta tra Filippo IV e Templari, bensì un sotterraneo braccio di ferro tra potere politico (Filippo e Nogaret) e potere ecclesiastico (Clemente V); la posta in gioco era stata la vita dei Templari da poco scampati alla scimitarra dell’Islam e dal Saladino.

Ma erano davvero finiti i Templari? Che cosa li rendeva temibili ad un potere politico assoluto?
Probabilmente saranno illazioni, ma è certo che oggi la figura dei Templari esercita su molti un innegabile fascino e ne è stato fatto spesso il simbolo di movimenti e gruppi di dubbia attendibilità.
Ma i Templari sarebbero sopravvissuti - e sono tuttora tra noi - alla soppressione dell'ordine voluta dal Concilio di Vienna: non si sarebbero dispersi, ma avrebbero continuato le proprie attività esoteriche ed economiche nel più assoluto segreto.
È questa l’ipotesi, questa volta letteraria, contenuta in un testo sensazionalistico di Gérad De Sède "Les Templiers sont parmi nous" edito nel 1962 
(36).
Per gli scrittori Michael Baigent e Richard Leigh, i Templari scampati all’Inquisizione sarebbero confluiti in società iniziatiche come la Massoneria, andando a costituire il cosiddetto "Governo Occulto".
Gli ultimi rappresentanti di questo fantomatico ordine dei "Nuovi Templari" conterebbero nomi famosi, tra cui l’ex-frate Jorg Lanz Von Liebenfall, e perfno Adolf Hitler. Di questo passo si arriva fino all'"Ordine Cavalleresco dei Templari" fondata in Italia intorno al 1980.
Purtroppo una ricerca storica in questa direzione sarebbe troppo dispersiva e, quindi, inutile.

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