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Interstellar

Post n°345 pubblicato il 30 Novembre 2014 da Taniello
 

Interstellar

Se uno ama il cinema tanto da volerne seguire anche l'evoluzione deve talvolta vedere cose che così, di primo acchito (se "acchito" o "acchitto" fatevi le pippe sul sito della Crusca), non vedrebbe.

Nolan è uno di quelli che ha osato e osa, bisogna dargliene atto.

Che poi solo i potenti mezzi USA (ma pure loro hanno scoperto la convenienza di farsi fare gli FX in est Europa) permettano di osare di più è un fatto che va avanti da un paio di secoli, così è.

E parliamo pure un poco del film va'.
Ormai quando vedo Matthew McComeCazzSiChiamy, devo ammettere, un poco divento triste: so che mi toccherà pathos come non mai, descritto con profluvii di parole mono tono (e non ti dico se è doppiato a cazzo...) ma questi sono gli anni suoi e se devi fare la grossa produzione così funziona.
In questo caso il pathos è declinato nella formula "vado a vedere se nell'iperspazio ci sono altri mondi da colonizzare dato che la Terra ci sta mandando finalmente a fanculo. Vero è che sono solo un ex pilota NASA che si è dedicato all'agricoltura ma qualcosa di ignoto mi ha riportato di nuovo alla NASA e pur di garantire un futuro ai MIEI FIGLI devo andare!"

E così finalmente Nolan si decide a portarci in giro tra stelle e buchi neri nonostante le grida disperate degli scienziati di turno.
Questi sarebbero quegli scienziati che sono andati appositamente al cinema per poi poter scrivere sui loro blog scientifici che nel film è tutto sbagliato. In realtà sono le stesse persone che se non avessero studiato da scienziati avrebbero criticato su FB i lavori di rifacimento dell'asfalto sotto casa, dimentichi del fatto (secondario) che si tratta solo di un film, ma così è anche in questo caso.

Il viaggio è letteralmente fantastico: nuovi e inospitali mondi, Matt Damon che spunta all'improvviso, poi di nuovo stelle, Saturni e buchi neri a iosa.

E ancora: mondi a quattro o cinque dimensioni, relatività, frasi di circostanza di cui voglio segnalare l'immensa  "è tutto nero!" (mentre si viaggia in un buco nero). Ad un certo punto ho temuto che cominciasse Gravity (altro gran film) ma non è così. 

E poi c'è il finale, il che non è poco. 

Il film è assolutamente da vedere, bisogna fargli la tara da un sacco di cose ma ancora una volta lo spettatore ha viaggiato ( dal divano o dalla sala, fate voi) come poche volte nella sua vita da povero cinefilo. Ha visto cose, ha riconosciuto citazioni, si è anche un po' commosso, ha letteralmente viaggiato, quasi un capolavoro. Quasi.

 
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