Creato da Taniello il 06/01/2007

La Sdraio

Diario saltuario di cinema e recensioni...

 

Messaggi di Novembre 2016

Jason Bourne

Post n°368 pubblicato il 28 Novembre 2016 da Taniello
 
Foto di Taniello

Vittima forse di qualche senso di colpa verso attori e registi italiani ho deciso di sfottere un sano esempio della maggior potenza produttrice mondiale. Si tratta dell'ultimo capitolo di quel giramondo di Jason Bourne e di quei mattacchioni della CIA (capeggiata da Tommy Lee Jones, questa volta hanno buone possibilità).
Qui abbiamo Matt Damon che si guadagna da vivere combattendo in incontri di boxe clandestina nei Balcani. La sua ex collega della Cia va a un raduno hacker a Reykjavik dove "buca" la CIA. La CIA se ne accorge e mette una cimice software sulla hacker per farsi portare da Bourne. L'incontro avviene a piazza Syntagma ad Atene durante gli scontri (di piazza). La CIA grazie al sw di riconoscimento facciale trova tra milioni di persone sia la hacker sia Matt Damon (perché è famoso). Il killer della CIA (Vincent Cassel) li insegue ma loro scappano in moto (sempre mentre in piazza sono in corso gli scontri polizia-manifestanti). La hacker muore, Bourne va a Berlino per farsi decriptare da Snowden una cosa ma anche lì sfugge per un soffio alla CIA. Va poi un attimo a Londra a chiedere un fatto a uno ma pure qua Vincent Cassel sbaglia (perché evidentemente è francese). Tutti insieme si danno poi appuntamento a Las Vegas dove Bourne, essendo in realtà Matt Damon, passa i controlli in aeroporto fischiettando. Al convegno a Las Vegas tra Zuckerberg, CIA e Bourne succede l'apocalisse ma Bourne sopravvive e se ne va come faceva il protagonista de L'incredibile Hulk (la serie), cioè ripreso di spalle che si allontana con una musica triste. 
Questi, almeno, scherzano.

 
 
 

Hell or High Water

Post n°367 pubblicato il 24 Novembre 2016 da Taniello
 

Ok, sarò ripetitivo ma si capisce molto meglio ciò che bofonchia, ciò che farfuglia il vecchio Jeff Bridges in texano originale rispetto a ciò che strascica e bisbiglia il 90% del "recente" cinema italiano. A parte questo, Hell or High Water è un classicissimo western contemporaneo (cioè con i pick up invece dei cavalli, che bisogna spiegare tutto qua sopra ). Ci sono i bank robber, i texas ranger, i paesini minuscoli dove la pistola te la regalano al battesimo, l'ipoteca sul ranch, il sudore, la famiglia, i casinò. 
Meraviglioso. Benedetto sia Netflix che lo ha anche prodotto. 

 
 
 

La pazza gioia

Post n°366 pubblicato il 23 Novembre 2016 da Taniello
 

Ci sono due possibili modalità per mettersi di fronte a questo film:
1) Conosci Virzì e sei tuo malgrado costretto a riconoscere che tutto sommato ha fatto anche cose simpatiche, quindi modalità "speranzosa".
2) Sei ormai prevenuto verso la patetica deriva del cinema italiano, controlli il cast, la trama e dici "ho paura".

Aggiungi poi che il tema è di quelli delicati (il disturbo mentale) e capisci quindi che o te ne esci con la sensibilità (come in La prima cosa bella)  o fai una gigantesca puttanata, non ci sono terze vie.

Veniamo al dunque: il buon Virzì funge sempre da ufficio di collocamento per tutta una serie di attori e attrici che in un articolo serioso di Repubblica potrebbero essere definiti attori "feticcio", qui invece si chiamano moglie e amici. Fin qui tutto bene e nulla di nuovo. 

Lo stile, poi: vorrebbe essere agile e scanzonato per donare leggerezza alla gravosità di ciò che viene raccontato ma non funziona molto bene, spesso ciò che si vede non è realistico, si va ben oltre la licenza poetica, cioè non è possibile, mi stai facendo vedere cose che non esistono. 

Le protagoniste: Sì ok, nelle buone intenzioni si volevano forse rappresentare volubilità, depressione e bipolarismo ma il filo logico ne risente e l'effetto comico è in agguato. Io poi continuo a non sentire bene ciò che dicono (mi capita solo con i film italiani, non è il mio udito o la qualità audio di casa). Quando poi chi interpreta la depressa biascica in toscano il fatto si fa veramente tragico.

Poi la componente politica (una delle due vorrebbe essere un prodotto del ventennio berlusconiano) non ho capito a cosa serve, cosa voleva dire, è fuori luogo, vaffanculo.

Quando a un certo punto le due si infiltrano tra le comparse di un set, si fregano una spider d'epoca e diventano per qualche minuto Thelma & Louise si raggiunge l'apice del ridicolo. Mi piace pensare che sia il momento in cui lo stesso regista ammette di aver fatto una cazzata.

Ah, poi c'è sempre l'ipotesi che l'estensore di questa nota sia un sessista esterofilo, eh, ma ci credo poco.


 
 
 

Youth

Post n°365 pubblicato il 12 Novembre 2016 da Taniello
 
Tag: Youth

Al IV tentativo è andata in porto. I primi tre erano finiti miseramente in abbiocchi feroci quasi sempre nei primi venti minuti o giù di lì. Questa volta invece, complici castagne-vino e una giornata nervosa si è potuto fare. Attimi di cedimento ci sono stati verso la fine (a causa del vino?) ma il riavvolgimento del nastro è vivo e lotta insieme a noi.
Che dire. Sempre bellissime immagini e involontaria comicità,  senza offesa, eh. Il fatto è che quel bravo uomo di gusto ha travalicato (con La grande bellezza) quel momento in cui diventa possibile (e forse un po' inevitabile) la presa per il culo, il ghigno dovuto alla parodia di sé stessi (dei suoi film). Nessuno per esempio può negare che Michael Caine interpreti Toni Servillo prima ancora che il direttore d'orchestra in pensione. La differenza è che qua si doveva dare il respiro internazionale vista la copiosità della collaborazione alla produzione. I segni tipici sorrentini (non ancora sorrentiniani, forse più in là) si palesano con monologhi travestiti da dialoghi dove si fanno affermazioni definitive. Oppure in dialoghi abbastanza telefonati dove puoi scommettere sulle battute che stanno per arrivare. E in ogni virgola del film, giustamente.
Il passo è costante e solenne, ogni sequenza è degna di essere vista perché le immagini, i quadri, sono sempre belli. Come bella è la fotografia, belli i movimenti nei posti e delle persone. Molto studio e molta cura come sempre ma c'è un ghigno costante che non abbandona i baffi di chi guarda. Non che sia male, oh. La musica lascia un buonissimo segno come anche il suono (nessuno bisbiglia, tutto è ben articolato! In lingua originale, almeno). Insomma, anche se non sembra, mi è piaciuto. Il guaio è che il sottoscritto non può togliersi dalla testa quella bellezza de Le conseguenze dell'amore: acerbo e fatto con pochi soldi, porca puttana.

 
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Novembre 2016 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30        
 
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963