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VECCHI SCRITTI, VECCHIE CASE, VECCHIE COSE

Post n°126 pubblicato il 15 Dicembre 2013 da fonderiaromana

E' stata venduta.

A pensarci bene ancora non mi sembra vero, non mi sembra possibile.

La casa del mare, la nostra casa del mare: una istituzione, e' li' e non si muove, e' solo nostra, con i nostri ricordi, le nostre immagini, i nostri odori, accessibile sempre dalla stessa strada. 

Eppure e' successo, l'abbiamo venduta, quell'angolo bianco su due piani, con quel suo giardinetto all'ingresso non e' piu' nostro.

Ci sono poche cose a cui sono affezionato, sono sempre riuscito a vivere di immagini, magari di parole o di foto piu' che di oggetti, sono sempre rimasto legato piu' alle sensazioni, ai ricordi, che ad una cosa materiale.

Ma la casa del mare….la casa del mare e' un' altra cosa: la casa del mare e' diversa…la casa del mare e' stato tutto, e' stata immagine, parola, ricordo, riparo, sguardo, foto…

Ci siamo cresciuti tutti dentro, ci siamo invecchiati, l'abbiamo amata, l'abbiamo odiata, l'abbiamo riverniciata e sporcata, l'abbiamo pulita e addobbata: l'abbiamo vissuta.

 

Ho ricordi pieni di sfumature, di ogni eta'.

 

Prima di tutto mi ricordo l'attesa di quel viaggio che da Roma mi sembrava interminabile, mi ricordo i miei piccoli punti di riferimento, lungo la strada, a scandire la distanza, a farmi pregustare l'arrivo.

Mi ricordo l'odore e il sapore dell'arrivo, all'apertura del cancello: era il sapore dolce della vacanza, il sapore dell'eccitazione di quei 2 mesi lontani dalla citta' e dalla scuola in un piccolo angolo di paradiso.

Mi ricordo mio nonno, collante di famiglia, con le sue abitudini lente: me lo ricordo a tavola, al suo posto, a raccogliere le briciole di pane nel suo piatto e a farne un boccone

Mi ricordo una buganvilla enorme che tingeva di viola il muro bianco e mi ricordo sempre lui mio nonno sulla scala a sistemarla, lo vedo ancora li, con la sua canottiera bianca ad "acconciarla" e ripulirla per farla senmbrare ogni anno piu' grande e bella. 

Mi ricordo il giardino, nascosto dalle siepi, me lo ricordo ogni anno sempre piu' rado. Mi rivedo con mio cugino a giocarci ad hockey improvvisato, con due racchette di plastica e un posacenere vintage a fare da porta.

Mi ricordo le mie feste di compleanno, una in particolare in cui avevo ricevuto un piccolo giradischi rosso (si lo so che sono nato negli anni 70) e avevo passato meta' della festa ad ascoltare i 45 giri che avevo (eccola la musica…sempre lei).

Mi ricordo mia zia a prendere il sole sulla sdraio in giardino, con dei buffissimi copriocchi verdi a forma di uovo, tutta unta ed oliata ad accogliere il sole delle 2, quello piu' sconsigliato, quello che fa piu' male.

Poi mi ricordo delle cene all'aperto su quel tavolo di legno tutto irregolare, mi sembrava il massimo della liberta', per me, ragazzo di citta', cenare con i grilli che cantano, ascoltando i bambini passare in bicicletta e pregustando le prime uscite per conto mio.

Mi ricordo della nostra vicina, con il suo accento incomprensibile, ci separava solo un muro a meta', noi sentivamo lei e lei sentiva noi, ma raramente ci siamo capiti; solo mia nonna, con la su versatilita' regionale capiva qualcosa e si prodigava a tradurci. Nei pranzi di famiglia a volte mimavamo di girare le pagine di un vocabolario immaginario o di metterci delle cuffie fingendo un tentativo di comprensione.

Mi ricordo le cene con gli amici in cui mia nonna cucinava di tutto. Arrivavamo dopo il calcetto o dopo il tennis ed eravamo solo noi e la mia nonna.

Una volta aveva cucinato per me ed i miei amici, aveva preparato una "vagonata" di suppli' fatti in casa…favolosi, ci aveva buttato un pomeriggio a riempirli con le sue mani profumate, poi li aveva passati sopra il muro a meta' alla vicina e ai suoi commensali dell'occasione, che nell'atto di prenderli dal vassoio li avevano fatti cadere tutti…

ecco il volto di mia nonna in quell'occasione difficilmente lo scordero'.

Mi ricordo le docce all'aperto, in mezzo alle piante, davanti a tutti con il sole che comincia a nascondersi all orizzonte.

Mi ricordo le giornate di pioggia, rare ma indimenticabili, in cui per la prima volta indossavi scarpe e felpe e tutto improvvisamente sembrava diverso…invernale: le pozze davanti la casa e lo straccio prima di entrare…e per la prima volta, si mangiava dentro.

Mi ricordo le voci delle soap opera e di mia nonna seduta a capotavola a passarci i pomeriggi.

E il gran premio…l'inizio della stagione di formula 1, si scattava davanti alla TV a fine pranzo a vedere la ferrari e quel noiosissimo spettacolo.

Mi ricordo mio zio, che da bravo intenditore, aveva la capacita' di restare sveglio sono nei momenti salienti: partenza, pit stop e arrivo: una volta nel bel mezzo del suo russare sussulto' al grido di: "E' uscito Senna!!!!"….ma Senna era uscito 20 giri prima….

Mi ricordo sonni interminabili sul dondolo in giardino…con il libro in mano, il sole tra i rami del pino e un succo di frutta, rigorosamente in bottiglia, rigorosamente con i tappi con le bandierine.

E mi ricordo i miei compiti per le vacanze, quei libri da completare mentre i miei amici, quelli che non hanno le mamme insegnanti, mangiavano al mare sotto l'ombrellone.

Mi ricordo mio nonna seduta sulla sua sedia, intenta a completare i suoi cruciverba facilitati e a fumarsi 5000 sigarette.

E l'acqua…l'acqua del rubinetto non era potabile, allora arrivava mio nonno o mio padre con le damigiane e i primi minuti dopo il loro arrivo passavano a travasare quest'acqua nelle bottiglie di vetro con l'imbuto.

Mi ricordo la casa piena, quando c'eravamo tutti, quando eravamo una famiglia unica e la occupavamo in tutti i suoi spazi: io e la mia famiglia nella camera al piano di sopra, il piu' sfortunato nella parte alta del letto a castello, li' dove nelle giornate piu' calde si faceva fatica a respirare. I miei zii al piano di sotto nel piu' scomodo e complicato dei divani letto…davanti al camino.

Mi ricordo di mio nonno intento a lavare la macchina e di mia nonna sempre in cucina a intenta a colmare la dispensa di cibi quasi in attesa di una imminente guerra atomica.

Mi ricordo di mio cugino, il sonno piu' pesante che abbia mai conosciuto, chiuso nel buio della cameretta al piano terra: il suo bunker inespugnabile, assolutamente impermeabile a qualsiasi suono o luce o colore.

Mi sembrava cosi' grande…ogni estate piu' grande…mio cugino, lo vedevo crescere e diventare adulto, mi sembrava un eroe, da imitare.

Lo vedevo uscire e sparire nel nostro residence con la sua comitiva di amici e tornare ad orari impossibili a rintanarsi nel suo bunker.

Una mattina mia nonna, al suo risveglio, lo trovo' sul tavolo da pranzo esterno, addormentato con una sigaretta spenta per inerzia nella sua mano.

Mi ricordo le biciclette, brutte e rovinate con il portapacchi avanti e dietro e le prime spese in bicicletta…"stai attento sulla mediana…"

E mi ricordo l'attesa del corriere dello sport estivo, quello pieno di cazzate, mi ricordo che mi mettevo a leggere tutto lo schema e gli schieramenti delle formazioni su quella favolosa pagina riepilogativa.

Poi l'arrivo di Viola, la mia cuginetta: mi ricordo il suo box in giardino, mi ricordo la gioia che provavo nel tornare a casa e trovarla li' che mi riconosceva mentre come mio solito mi tambureggiavo la pancia con le mani.

Poi mi ricordo i fine settimana fuori stagione, mi ricordo qualche fuga invernale, con il residence vuoto, riempito solo da qualche adultero in incognito e l'aria fresca.

La casa risuonava di silenzio in quelle giornate invernali, le porte erano piu' chiuse del solito, il tavolo e il dondolo erano incartati sotto la tettoia, al caldo di una enorme plastica, in attesa dei loro 2 mesi da grandi protagonisti.

Il mare d'inverno me lo ricordo bene: vuoto e ventoso, disordinato, triste e affascinante.

Mi ricordo anche i primi giri in bicicletta e le ginocchia perennemente sbucciate dalle cadute.

Mi ricordo i miei amici, le serate in giro per il lido, con tutti i lampioni pieni di zanzare e moscerini.

Mi ricordo che la sera arrivavano le bombe calde e ci si riuniva al bar o da piu' piccoli al parcheggio a giocare a guardie e ladri.

Mi ricordo le mattinate in spiaggia e i pomeriggi in piscina a far finta di giocare a pallanuoto.

Mi ricordo i primi baci, nascosti nelle sere d'estate, nascosti dagli occhi dei familiari.

 

 

e mi ricordo altro ancora….e non lo dimentichero' mai…

 
 
 
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