Creato da SSSuami il 02/09/2008

l'ennesimo blog

perché apro un blog???

 

 

fraintendimenti (?)

Post n°53 pubblicato il 30 Luglio 2010 da SSSuami

Metti che hai avuto una brutta giornata a lavoro.
In serata, arriva a casa tua la persona con la quale passi quasi tutto il tuo tempo disponibile; lei sa che hai avuto momenti non felici a lavoro e ha deciso di portarti un regalino, una cazzata, tanto per vederti fare un sorriso.

Tu che fai?

a) sorridi, le dài un bacino e ringrazi;

b) stendi un tappeto rosso, metti su un disco della Piaf e fate l'amore tutta la notte mentre le prometti mari e monti, Adriatico e Majella;

c) le dici che tu non avresti mai comprato quella cosa, ne vuoi un'altra.

 
 
 

Scafa - Marina di Camerota

Post n°52 pubblicato il 29 Luglio 2010 da SSSuami

Macinare metri, che poi diventano kilometri, che poi diventano bestemmie per via delle strade strette e dei tornanti, che poi si trasformano nuovamente e diventano sempre bestemmie ma di stupore per la bellezza del paesaggio.

E poi condividere con Gina e Piccolè tutto, dalle mozzarelle di bufala alla pizza un po' cruda. Tutto ma non la MIA Ceres ovviamente.

"Miiii siete proprio delle fantastiche compagne di viaggio e mica lo dico a tutti, io..."

"Ahò, ma io c'ho ancora fame... ma li morté..."

"Scifregat ma quess 'nce ved co ssù bbus..."

Eccoci qui, una siciliana, un'abruzzese e una de Roma.
Così ci presenta sempre Piccolè, sia che stiamo conversando con il barista di Cetara o che stiamo prepotentemente prendendo possesso della barchetta a Palinuro.
E i fondali meravigliosi, ma tutte senza maschera; le allucinazioni da medusa; la legge 180 più e più volte incrociata nel nostro cammino; la ricerca di stabilità di Gina e, non ultimi... i Paccheri di Santa Croce.

Abbronzata ma non ustionata, felice, stanca, sudata e appicicaticcia, il lungo viaggio di ritorno e gli arrosticini conclusivi.

Che meraviglia. 

 
 
 

eppur si muove

Post n°51 pubblicato il 03 Maggio 2010 da SSSuami

"Non ti puoi sbagliare" mi aveva detto Paolo. "Sempre dritta e ci sei"

E invece mi sono sbagliata eccome. Allungando la strada di almeno 20 km. Ma fa nulla, c'è il sole e il traffico non è così terribile. Mario corre fluido, sguscia fra le macchine incolonnate e sfugge agli sguardi d'invidia dei faticanti dei giorni di festa, rinchiusi per ore nelle loro arie condizionate (ma a casa utilizzano il detersivo biologico approvato da Greenpeace).

E' la musica reggae che già sento in lontananza a fare arrestare la mia solitaria passeggiata su due ruote. Un angolo di spiaggia tutto per me. Beh, tutto si fa per dire visto che arrivano a frotte giovani rasta, giovani punk e giovani ragazzotte in cerca di giovani rasta e giovani punk.

Ecco. Giovani. Cosa che io non sono. Tant'e' che mi addormento quasi immediatamente (la sera prima i mohito dell'Angelo Mai avevano decisamente fatto il loro dovere), con Todo Modo inesorabilmente fermo a pagina 37.

Nel pomeriggio stessa solfa. Ancora giovani intorno a me. Ma ormai sono ubriachi, nell'attesa di Roy Paci probabilmente, qualcuno forse anche di Vinicio Capossela. Io e la mia età restiamo ferme al banchetto, a vendere maglie che non indosseremmo mai. Ci muoviamo solo quando odiamo in lontananza la soave voce della Divina, ma ecco rimaterializzarsi i corpi appicicaticci maleodoranti e sudati dei giovani. Ciao Carmen, mi dispiace ma questa volta non riesco a urlarti il mio amore, sono troppo distante e troppe voci coprono la mia, impegnata nella fallimentare impresa di raggiungerti.

E così,frustrata dalla consapevolezza dell'età oramai raggiunta, ma appagata dal primo sole che mi ha resa rossiccia, torno a casa, defluendo a piedi.

 
 
 

legittimo incazzamento

Post n°50 pubblicato il 13 Aprile 2010 da SSSuami

Molti psicologi e psichiatri hanno dimostrato che non c'è nessun collegamento fra celibato e pedofilia, ma molti altri hanno dimostrato che c'è una relazione fra omosessualità e pedofilia. Questa patologia è tale da toccare tutte le categorie di persone , e i preti vengono toccati in percentuale minore rispetto agli altri.

Permane comunque il fatto che l'aborto è ben più grave della pedofilia.

 
 
 

carnevalone a poggio mirteto

Post n°49 pubblicato il 22 Febbraio 2010 da SSSuami

La macchinona di Simone è stipata all'inverosimile. I più comodi siamo noi davanti, io, Simone che guida, un ragazzo dal nome svanito nella mia mente devastata dall'alcool e Lola, un cagnone di soli 27 kg completamente spalmati sulle mie gambe.
Dietro è un po' peggio, vedo sbucare almeno 6 teste tra le quali quella di Gina, svettante fra le tante tette ben coperte a causa del clima non propriamente giamaicano.
La zona migliore è però l'ultima fila. Solo all'arrivo capisco in quanti sono ammucchiati lì dietro. Non parlano, hanno paura di consumare quel po' di ossigeno che resta loro.
La tratta dei carnevaioli.

Simone ci confessa di sentirsi un po' marcio ad aver fatto questo accordo con le guardie, per portarci a destinazione. Questo è il secondo viaggio che fa, già ne ha portati su altre, povere anime in cerca di redenzione, come la mia. E, dantesco Caronte, dopo averci traghettati tornerà giù, a prenderne altre e altre.
Non vuole mangiare i nostri corpi ammuffiti, cerca solo un po' di riconoscenza. Del sesso, magari.

Rischiamo di morire -per la seconda volta- almeno due volte. Autobus troppo ingombranti per le stradine infernali, macchine che mollano il colpo e decidono di tornare sulla terra, guardie ambientali con i loro giacchetti fluorescenti. Tutti ci guardano, osservano specialmente ma e Lola: io impegnata ad evitare il suicido cagnesco e lei a esporsi il più possibile dal finestrino.

All'arrivo sembra ci siamo moltiplicati, dallo sportello posteriore escono almeno 10 disperati, io sono ormai bianca, a causa dei peli di Lola, le mie Camel sono diventate poltiglia. Eppure mi avevano detto che ne avrei avuto bisogno, lassù. e già, perché ci hanno abituati a considerare l'inferno a sud, nel profondo della terra. Si sbagliano di grosso: è in cima a una tortuosissima strada di campagna, che sale sale sale e sale.

Caronte ci lascia, ha ancora diversi viaggi da fare. Noi ci incamminiamo insieme alle tante altre anime verso un qualche punto imprecisato.

Quasi tutti hanno addosso i segni visibili dei loro peccati terreni, c'è chi ha votato PD che ne porta addosso il monumento funebre, chi ha peccato di lussuria s'è trasformato in uno spermatozoo ambulante, e c'è chi, malgrado le intenzioni, rimane Bocca di Rosa anche nella nuova vita. Io sono la signora con l'accendino, caratterizzazione che avevo da un po' anche nella vita materiale.

Nel primo girone incontriamo gli affamati: povere anime perennemente in fila per un panino con la porchetta, una pizza fritta, un bicchiere di vino, una ceres. La loro pena consiste nel prendere un numero e accorgersi solo dopo che quello che hanno preso è già stato chiamato. Ovviamente nel primo girone incontriamo i coniugi Architetti, amanti da sempre del buon cibo e del pessimo vino.
Nel secondo girone sono stipati i pogatori. La loro pena consiste nel rimanere schiacciati nella massa che balla forsennatamente sulle note di gloriosi pezzi del passato quali Occhi di gatto, Pollon e Ufo Robot. Io e Gina rimaniamo intrappolate a lungo nel secondo girone, trattenute da tutte quelle anime che non ci consentono di venirne fuori.
Il terzo girone è delle anime divelte. Giovani corpi che hanno vissuto sulla loro pelle molto più dei venti o venticinque anni biologici. Gente che ne ha viste, ne ha bevute, e soprattutto, ne ha calate. Scontano la loro pena essendo con mille altre persone e non accorgendosene, credendo di essere soli e smarriti. Questo girone non ci appartiene, non ancora almeno. Forse ripasseremo di qui dopo altri tre o quattro giri fra gli affamati.

L'ultimo girone che visitiamo è quello che preferisco: gli invasati.
Ballano tutti attorno a un grande falò, rischiando continuamente di cadervi dentro, al ritmo ossessivo dei bonghi e dei tamburelli. La scena è illuminata da fuochi d'artificio che poco più in là un demonio è intento a far scoppiare. Rimango ammaliata a guardarli per diverso tempo e solo allora capisco che è finita. E' ora di farsi traghettare indietro.

 
 
 
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