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Vergognoso atto che infanga la Costituzione. L'Esercito, che dovrebbe difenderla, boicotta la cerimonia del 25 aprile

Post n°4636 pubblicato il 27 Aprile 2011 da cile54

Aosta, parla l'Anpi, gli alpini si ritirano

  

I soldati, ad Aosta, lasciano la piazza mentre parla il rappresentante dell’Anpi. Commemorare la Liberazione, per gli alpini di Aosta, sarebbe una manifestazione politica. Dunque, il 25 aprile, quando ha preso la parola Andrea Lamberti, le truppe hanno rumoreggiato, poi hanno girato i tacchi abbandonando la cerimonia. Il comando del Centro addestramento alpino di Aosta, con una nota, prova a far credere che «i militari obbediscono al dettato della Costituzione, prestano giuramento alla Repubblica e alle leggi italiane, ed è a loro vietato prendere parte a manifestazioni politiche, soprattutto quando vestono l’uniforme». A infastidire i “missionari umanitari” con le penne nere sono state le parole del più giovane iscritto all’Anpi regionale, Andrea Lamberti, 19 anni, scelto per l’intervento rituale dopo la lettura dei primi undici articoli della Costituzione da parte di una studentessa di origine marocchina seguita dalle parole del sindaco Giordano. «Il 25 aprile è bellissimo, nessuno potrà rovinarcelo - ha detto dal palco Lamberti - questo esempio non si può cancellare, un mondo migliore, dove libertà a giustizia vincano, è possibile, basta impegnarsi». Il giovane ha ricordato i tentativi di cancellare la memoria della Resistenza a Roma, in Lombardia, in Parlamento «dove qualcuno propone di cancellare la norma costituzionale che vieta la ricostituzione del partito fascista. Il 25 aprile è una scelta di campo, bisogna scegliere quali sono i nostri valori di riferimento e da che parte stare, antifascisti o fascisti. L’identità si sceglie». Con ogni evidenza chi ha girato i tacchi ha fatto la sua scelta guastando una cerimonia già sottotono (in città e in Regione gli autonomisti sono alleati con le destre), che era iniziata senza nemmeno aspettare la delegazione dei partigiani, ormai novantenni. La banda non ha neppure suonato Bella ciao, durante la cerimonia, obbedendo a un dictat ormai storico dei militari che riuscirebbero a sopportare, senza girare i tacchi, solo l’Inno di Mameli e la guerrafondaia Leggenda del Piave. «Rilanceremo la proposta di un dibattito, fra tutte le forze democratiche, su cosa significhi antifascismo oggi - commenta Francesco Lucat, segretario locale di Rifondazione comunista - perchè questi atteggiamenti arroganti dell’ Esercito sono davvero preoccupanti e sarebbe da capire se dietro non vi sia una regia precisa del ministero della Guerra». Solidarietà all’Anpi giunge anche dai radicali aostani: «Piaccia o non piaccia i valori del 25 aprile sono quelli dell’antifascismo, base della libertà e della nostra democrazia, e il ribadire in modo non retorico e di circostanza questa attualità non può essere mistificato bollandolo come una presa di posizione politica».

 

26/04/2011

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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