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Sono ancora vive nella memoria di tanti le immagini che un anno fa venivano trasmesse dal Golfo del Messico

Post n°4716 pubblicato il 20 Maggio 2011 da cile54
Foto di cile54

No al petrolio in Adriatico

"No al petrolio in Adriatico" è lo slogan che ha accompagnato la manifestazione a Termoli (Cb) lo scorso 7 maggio, che ha coinvolto le regioni Abruzzo, Molise e Puglia ed alla quale hanno aderito 280 associazioni. Tra i partiti si notavano solo le bandiere del Prc e di SeL, 17 i gonfaloni presenti davanti alle 3mila persone che si sono ritrovate nel piazzale del porto della cittadina molisana, a distanza di poco più di un mese dal parere positivo del ministero dell'Ambiente alla ricerca di petrolio in mare, a 40 km dalle coste molisane e abruzzesi e soli 26 km da quell'inestimabile patrimonio naturale che sono le Isole Tremiti.

A denunciare il rilascio delle concessioni era stata, agli inizi di aprile, la professoressa Maria Rita D'Orsogna: abruzzese, docente universitaria alla California State University e attenta attivista del movimento abruzzese che si batte da anni contro la "petrolizzazione" del territorio. Il 5 aprile parte la denuncia dal suo blog: «In data 29 marzo 2011, il ministero dell'Ambiente ha rilasciato parere positivo per la ricerca di petrolio in mare da parte della società irlandese Petroceltic». Parte così il tam tam che porta alla manifestazione di Termoli. E le rassicurazioni, che il ministro Prestigiacomo ha tentato di fornire nel corso di un incontro (tardivo ed inutile) con rappresentanti politici ed istituzionali abruzzesi, molisani e pugliesi, non hanno fatto rinunciare a quella che Maria Rita D'Orsogna definisce «una bellissima giornata di democrazia in cui abbiamo manifestato la nostra contrarietà alla trasformazione della nostra penisola in un campo di petrolio, in terra e in mare».

D'altronde sono ancora vive nella memoria di tanti le immagini che un anno fa venivano trasmesse dal Golfo del Messico, dove una piattaforma petrolifera esplose ed affondò, causando il rilascio in mare di milioni di barili di petrolio. Quelle immagini hanno impressionato le menti anche in Italia, visto che spesso basta osservare il mare dalle spiagge adriatiche per scorgere la sagoma di qualche piattaforma petrolifera. Tanto che il ministro Prestigiacomo si era affrettato ad emanare, all'indomani di quel disastro, un decreto per vietare la concessione di permessi di ricerca e coltivazione di petrolio in mare a meno di 5 miglia dalla costa (12 per le aree protette). Un provvedimento apparso subito di facciata, visto che quei limiti sono ovviamente insufficienti a tutelare l'ecosistema marino dalle attività petrolifere, che anche nel corso delle loro normali attività rilasciano in mare sostanze inquinanti in quantità significative per gli impatti ambientali che provocano, tanto più in un mare chiuso e poco profondo come l'Adriatico.

Ma già nella fase di ricerca del petrolio le conseguenze per la vita sottomarina sono considerevoli. La tecnica utilizzata dalle compagnie petrolifere per acquisire dati sulla presenza di petrolio in mare, è quella della sismica a riflessione. Un metodo che prevede di creare artificialmente onde sismiche che vengono misurate da geofoni per rilevare la presenza di petrolio. E' ormai accertato quanto questa tecnica sia dannosa per diverse specie marine e per i cetacei in particolare (spesso avvistati in Adriatico: l'ultimo avvistamento è di poche settimane fa al largo delle coste di Vasto) che comunicano attraverso il suono.

Di fronte a pericoli di questa portata la regione Abruzzo è praticamente latitante, tanto che - fa sapere la professoressa D'Orsogna - la stessa commissione Via (Valutazione Impatto Ambientale) afferma che sulle concessioni petrolifere «non sono pervenuti atti da parte della regione Abruzzo» e tanto che nessun rappresentante regionale era presente alla manifestazione di Termoli. La stessa regione Molise non si è praticamente espressa prima della mattinata della manifestazione. Quasi scontati quindi i fischi rivolti all'assessore all'Ambiente molisano, Salvatore Mucilli, quando prende parola sul palco.

Applausi invece per Lucio Dalla. Ha mantenuto la promessa della vigilia di portare il suo sostegno alla lotta contro l'avanzata dei petrolieri in Adriatico, che aveva già definito «demenziale». Al suo arrivo in gommone al porto di Termoli nella tarda mattinata è partita la sua celebre "Com'è profondo il mare". Da 40 anni abitante delle Isole Tremiti, il cantautore afferma che non avrebbe «mai pensato di trovarmi di fronte a gente che preferisce trivellare piuttosto che salvaguardare questo straordinario paesaggio». Mostra la maglietta con la scritta "No al petrolio in Adriatico" e dice che «per procedere in questa maniera c'è bisogno di una coscienza etica che evidentemente non c'è».

Con Lucio Dalla l'appuntamento è per il prossimo 30 maggio, quando insieme a De Gregori si esibirà in concerto nelle isole diomedee a sostegno della causa contro le trivelle in Adriatico. Intanto dai cittadini è arrivato il nuovo, ennesimo segnale al ministro Prestigiacomo ed agli amministratori locali compiacenti: non ci imporrete una vita all'ombra dei petrolieri.

Carmine Tomeo

19 maggio 2011

 
 
 
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