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La maltrattata sanità piemontese. Solo nei 5 anni di gestione comunista della sanità non ci sono stati scandali

Post n°4770 pubblicato il 01 Giugno 2011 da cile54
Foto di cile54

Da Forza Italia alla Lega, senza soluzione di continuità

 

E’ paradossale ma pensandoci bene è la logica conseguenza dell'accentramento di poteri in poche mani che esautora ogni forma di controllo e consente ai furbi di fare i loro porci comodi molestando la sanità pubblica, considerata un bell'oggetto da stuprare, da saccheggiare, da rendere impotente nella sua funzione primaria, quella di garantire la salute a tutti indistintamente. Solo una mente depressa e un corpo deperito potranno assicurare agli stupratori spazi incontrollati di saccheggio.

 

Questa è oggi, dopo trent'anni di boicottaggio della Riforma Sanitaria del 1978, la sanità pubblica nelle mani della destra nei governi locali. Certo, non solo "merito" loro, anche il centrosinistra ha fatto il proprio "dovere" non applicando pienamente i diritti inalienabili dei cittadini malati e degli operatori (seppur alcune categorie, vedi i medici, hanno avuto meno problemi di altre), anzi, hanno preparato il terreno a questo saccheggio con l'aziendalizzazione privatistica delle asl; con l'esternalizzazione dei servizi e conseguente riduzione di occupati; con gli appalti al costo più basso; con l'introduzione dell'attività medica privata negli ospedali; tanto per citare alcuni acidi che oggi corrodono il sistema pubblica e offrono ampie possibilità di malgoverno alla destra.

 

In Piemonte, dopo un solo anno di governo della destra leghista e berlusconiana, è successo quello che è naturale che succedesse; è successo quello che con la gestione della sanità nelle mani di Rifondazione Comunista, con gli assessori Valpreda e Artesio, non poteva succedere essendo noi comunisti inibiti, culturalmente e politicamente, agli affari sulla pelle dei malati e dei lavoratori. E appunto non è successo a fronte di un fare politica pulita, funzionale all'appropriatezza della cura e all'ottimizzazione dell'organizzazione del sistema sanitario regionale, per permettere una trasparenza negli atti gestionali.

Si tenga conto che questa gestione pulita della sanità non ha avuto terreno facile nell'alleanza guidata da Bresso, troppi compromessi con le esigenze derivanti da quanto accennavo prima sui "doveri" del centrosinistra e distratta attenzione da parte dei grossi media, anch'essi molto attenti a silenziare il lavoro dei due assessori comunisti per non disturbare i vari potentati politici ed economici piemontesi con le mani in pasta nella sanità pubblica e privata.

Questo silenziatore ha fatto sì che neanche gli operatori si accorgessero del tentativo di dare loro una maggiore organizzazione di lavoro e gratificazione professionale.

 

Quanto sta succedendo oggi con lo scandalo che ha coinvolto l'assessore Caterina Ferrero e soci in affari sfiora il tragicomico di una commedia napoletana (più Merola che De Filippo). Questi appena insediati si sono portati avanti col lavoro affaristico temendo un sano intervento della magistratura ordinaria, e costituzionale, atto a disconoscere la validità della loro striminzita vittoria elettorale determinata dalla truffa dei voti di un loro alleato. A oggi questo elementare atto di pulizia non c'è stato e ci troviamo a essere governati da politici senza reale mandato.

Quello che sorprende di più è l'ipocrisia di tanti commentatori e giornalisti nel supportare la naturale autodifesa di Cota " sono mele marce, la mia giunta è pulita".

 

Ora, ritenendo questa posizione poco credibile in quanto se ciò è potuto succedere a pochi mesi dal suo insediamento è indubbio che abbia trovato terreno fertile per lo meno a causa dell'assenza di collegiale controllo politico e gestionale sui suoi assessori e funzionari e, quindi, risulta elementare mettere in dubbio quanto il Presidente afferma.

Mentre a noi, memori dei dieci anni di governo Forza Italia-Lega a guida Ghigo, risulta piuttosto naturale che l'affarismo è insito nella cultura della destra e quando Cota mette avanti le mani giurando sull'onestà di altri suoi collaboratori, affermazione da prendere sul serio, dovrebbe anche convenire che il sistema piemontese che lo vede a capo non è il sistema della Lombardia; i suoi amici lombardi hanno creato da oltre vent'anni, mutuando il vecchio sistema craxiano e democristiano, un regime ferreo di gestione privatistica e clericale della sanità; nel confronto con loro in Piemonte gli allievi sono dei neofiti provincialotti.

 

Mi dispiace per lui ma forse non avrà più tempo di copiare quel sistema, a Milano ha vinto Pisapia, un sindaco di sinistra, e da Milano, come da Napoli con De Magistris, può ricominciare un cammino per condurre una vita sana di politica pulita e di cambiamento concreto per la civiltà di questo paese, massacrato, abbruttito e violentato da oltre vent'anni di follia berlusconiana. Ovviamente non converrà.

 

franco cilenti

Editoriale di Lavoro e Salute cartaceo

numero 3 di giugno

 
 
 
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Roma, 12 maggio 1977

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