Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2nomadi50cile54m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0mvgallinemexirupigottobre5amorino11
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« The day after in Puglia....Abbiamo fatto una lunga ... »

Di fronte a noi Brunetta ha girato i tacchi definendoci "l'Italia peggiore", Lui invece non si vergogna?

Post n°4837 pubblicato il 17 Giugno 2011 da cile54

Precari da cancellare

"Si scrive innovazione, si legge precarietà". E' questo lo slogan con il quale, pochi giorni fa, ci siamo presentati davanti al ministro Renato Brunetta durante il "Convegno nazionale sull'innovazione" organizzato al Macro di Roma. Abbiamo chiesto la parola; ce l'hanno concessa, ma come abbiamo cominciato a porre la questione della precarietà all'interno della pubblica amministrazione, soprattutto in quegli enti che si dovrebbero occupare di lavoro e combattere la crisi occupazionale, Brunetta ha girato i tacchi definendoci "l'Italia peggiore". Siamo gli "in-dipendenti precari per la PA", e rappresentiamo le varie figure professionali precarizzate di alcuni enti parastatali come Italia Lavoro, Formez, Sviluppo Lazio. Non ci sentiamo per niente l'"Italia peggiore", anzi. Il titolare della Funzione pubblica dovrebbe riflettere bene sulle parole che ha usato. Di fatto, siamo noi che mandiamo avanti in molti luoghi di lavoro la "macchina dello Stato". Il caso di "Italia Lavoro" è emblematico: al 31 dicembre del 2010 su circa mille addetti ben 633 sono "collaboratori". E in molti casi occupano posti di responsabilità e svolgono un lavoro di direzione e di progettazione. Spesso le nostre relazioni e le nostre ricerche vengono firmate da altri. Siamo, insomma, dei professionisti.

Quelle in cui lavoriamo sono aziende che si muovono con un compito istituzionale strategico, ma con culture organizzative e di gestione delle risorse umane assolutamente privatistiche, consentendo assunzioni senza concorso, a chiamata diretta, un largo impiego di contratti atipici, un affidamento spregiudicato di consulenze esterne con procedure poco o affatto trasparenti.

Generano precarietà, instabilità, disoccupazione, disperdendo elevate competenze e professionalità proprie di lavoratori che con passione sono fidelizzati agli obiettivi dichiarati di sostegno ai diritti di cittadinanza sociale. Si tratta per questo di mission tradite, sia nella distanza tra obiettivi dichiarati ed interventi realizzati e perseguiti, sia nella non cura del destino di chi vi lavora.

L'arrivo del Collegato lavoro ha finito per far esplodere le contraddizioni. Molti precari hanno sottoscritto la famosa lettera con la quale reclamano i diritti. E cosa è accaduto? Semplice, è passata la più odiosa delle discriminazioni: niente rinnovi a chi ha leso la "maestà" della pubblica amministrazione.

Vi ricordate dei lavoratori/trici di Italia Lavoro licenziati con rescissione unilaterale del contratto in essere tramite raccomandata a casa e senza preavviso, ormai più di due mesi fa, per aver osato tutelare i propri diritti sul posto di lavoro, nel pieno utilizzo delle norme vigenti (art. 32 della L. 183/2010, Collegato lavoro)? Protestammo platealmente davanti al ministro Maurizio Sacconi e alcuni furono reintegrati, questa volta con un sms.

La consideriamo una vittoria significativa, frutto di una mobilitazione collettiva, condivisa passo dopo passo, con la paziente volontà di ricomporre le frammentate soggettività rimaste con un colpo di spugna senza reddito, luogo di lavoro, identità professionale, e con la passione e la rabbia di chi pensa che la dignità non può essere ricomposta così con la stessa tempestività, tramite sms.

Ma non possiamo fermarci. E pensiamo di estendere la nostra lotta anche ad altre aziende.

Noi precari al servizio della PA, consapevoli della specificità di ogni nodo della rete, siamo riusciti a costituirci come corpo collettivo, rompendo l'isolamento e la frammentazione tipica della nostra condizione di ‘liquide soggettività', costruendo spazi connettivi orizzontali e luoghi fisici di incontro ed elaborazione politica che oltre alla vertenzialità delle singole lotte siano in grado di coagulare nuove soggettività, di restituire loro la parola, di confliggere e cospirare.

Una ribellione sana, il cui obiettivo è far saltare la pratica di un "servizio pubblico" che in realtà sta diventando sempre di più una "cosa loro". Gruppi di potere, consorterie, filiere politico-affaristiche prive di scrupoli, apparati di tutti i generi, spacciano per interesse della collettività ciò che è solo il loro mero obiettivo privato. E il lavoro professionale ne viene completamente investito, in un clima di forti ricatti, colpi bassi, frammentazione dei singoli lavoratori, arrivismo sociale della peggior specie. In una parola, azzeramento dei diritti.

Quello che stiamo difendendo con la nostra lotta non è soltanto il posto di lavoro ma una precisa idea di servizio pubblico in cui le risorse, le intelligenze e le professionalità vengono messe a frutto perché sia tutta la società ad avvantaggiarsene. Spesso, invece, ciò a cui siamo costretti ad assistere è un impiego molto discutibile, se non addirittura uno sperpero della ricchezza pubblica. Spesso, la nostra professionalità potrebbe apportare valore aggiunto, ma di questo non sembra importare nulla a nessuno. La politica, e certi ranghi della pubblica amministrazione, preferiscono girare la testa dall'altra parte.

Queste pratiche ormai non sono più occultabili. La sete di potere ha finito per rendere il fenomeno del precariato abnorme. Al contrario di quello che sostiene lo stesso Brunetta, nella pubblica amministrazione ci sono situazioni in cui la percentuale di "atipici" sfiora il 50% degli organici. Si è mai chiesto il ministro come è possibile che i progetti vengano comunque portati in porto in una situazione così poco equilibrata. La risposta è perché noi siamo la parte "migliore dell'Italia".

16/06/2011

LOTTE, inserto di Liberazione

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963