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Lotta di classe: quando i padroni ridono, in genere per lavoratrici e lavoratori non sono buone notizie

Post n°4900 pubblicato il 02 Luglio 2011 da cile54

Sull'intesa sindacati/Confidustria "reati d'opinione"?

 

I giornali quotidiani contribuiscono al formarsi delle opinioni (sono come la preghiera del mattino, diceva il filosofo); e a sinistra una particolare influenza la esercitano, come ovvio, Liberazione e il manifesto. Così, quando giovedì 30 giugno scorso abbiamo letto i titoli di testa dei due giornali, abbiamo appreso che non si trattava di una buona giornata. Sul fronte della politica interna, campeggiava la notizia dell’intesa sindacati/Confindustria, uno “strappo” che per Liberazione equivale ad un “catastrofico capitombolo della Cgil” e che, per il manifesto, sigla il cedimento al “dopo-Cristo di Marchionne”. Sul fronte esterno, veniva registrata l’approvazione da parte del parlamento di Atene di una maxi-manovra che sancisce un percorso di “lacrime e sangue” per le classi popolari greche (Liberazione) e un vero e proprio “ricatto all’Europa” (il manifesto).

Quanto alla prima delle due notizie, abbiamo poi letto dichiarazioni di segno diverso: a cominciare da quelle provenienti dalla stessa Cgil e dal Pd, molto meno pessimiste e molto più problematiche, qualcuna anche di esplicita soddisfazione. In tempi assai difficili e in regime di accordi separati, un compromesso (foss’anche con qualche scivolata) è pur sempre un passo in avanti. Chiediamo allora a noi stessi una pausa di riflessione: che i nostri due stimati giornali siano attraversati da una vena di inguaribile settarismo? Che abbiano ragione Bersani e Fassina a ricordarci che “i sindacati uniti fanno i lavoratori più forti”? Certo, l’unità è politicamente (e sindacalmente) preziosa: tuttavia, siamo assaliti dal pensiero che, per una stretta di mano tra Camusso , Marcegaglia, Bonanni e Angeletti, va ad aprirsi un aspro contenzioso tra Cgil e Fiom. E noi teniamo all’unità del più grande sindacato italiano come alle pupille degli occhi!

Il colpo di grazia ce lo dà infine il quotidiano padronale. La prima pagina gronda giubilo, come davanti a un insperato successo: “Non è uno scherzo, è successo davvero” (“ciò che conta è la sostanza: poter tornare a scambiare più produttività con più salario”). Arrivo a p.12, dove si dà conto del sì greco all’austerity. Titolo di spalla: “Borse ed euro brindano allo scampato pericolo”. Quale pericolo? Semplice: che non passassero le misure di “lacrime e sangue”. Sapevamo che, per i padroni del vapore, il mondo è un mondo capovolto: tornano alla mente i cedimenti dei titoli di Wall Street alla notizia di un incremento dell’occupazione. E allora viene da pensare che, anche per Bersani e Fassina, un supplemento di riflessione non guasterebbe, così da meditare su un altro antico adagio del movimento operaio: quando i padroni ridono, in genere per lavoratrici e lavoratori non sono buone notizie.

 

Bruno Steri

01/07/2011

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