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« “Con la cannabis sto ben...SOMMARIO SETTIMANALE 17/... »

Sentenza di straordinaria importanza, apre letteralmente un secondo fronte nella battaglia sull'Acqua pubblica

Post n°5884 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da cile54

Arsenico nell’acqua, il TAR condanna i ministeri

 

Apprendiamo dal sito del Codacons che il TAR del Lazio ha emesso una importantissima sentenza che condanna i ministeri dell’Ambiente e della Salute a risarcire gli utenti dell'acqua di varie regioni (Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Umbria) che apre la strada ad ulteriori sviluppi, affermando che fornire servizi difettosi o inquinati determina la responsabilità della pubblica amministrazione per danno alla vita di relazione, stress, rischio di danno alla salute.

Si potrà agire - come indica lo stesso TAR nella clamorosa sentenza - anche contro gli ATO di appartenenza per chiedere un ribasso immediato delle tariffe e la restituzione di quelle versate per avere in cambio acqua avvelenata, come previsto peraltro nell’affidamento di ATO 5 ad ASA.

Il TAR ha riaffermato che l'acqua fornita ai cittadini deve essere salubre e la tariffa legata proprio alla qualità di essa, da cui l'indicazione di agire contro gli ATO che non potevano non tenere conto della qualità nel determinare la tariffa.

Ma non solo. Il TAR ha anche affermato l'importantissimo principio, che sussiste un preciso

"fatto illecito costituito dall'esposizione degli utenti del servizio idrico ad un fattore di rischio (l'arsenico disciolto in acqua oltre i limiti consentiti in deroga dall'Unione Europea), almeno in parte riconducibile alla violazione delle regole di buona amministrazione, determina un danno non patrimoniale complessivamente risarcibile, a titolo di danno biologico, morale ed esistenziale, per l'aumento di probabilità di contrarre gravi infermità” . E ancora, sempre secondo il TAR, è certa la "pericolosità per la salute umana derivante da un'esposizione prolungata all'arsenico presente nell'acqua potabile, anche in quantità piccolissime”, consistente nel contrarre tumori al fegato, alla cistifellea e alla pelle e malattie cardiovascolari.

Alla luce di questa importante sentenza, occorre che anche a livello locale (aree geotermiche e costa da Cecina a Piombino ed Elba) i cittadini, con le associazioni consumeristiche e di difesa della salute, richiedano risarcimenti, ribasso delle bollette e soprattutto bonifiche, per la cessazione della presenza di arsenico, boro, trialometani e cloriti nell’acqua potabile, in deroga ai limiti di legge ormai da quasi 10 anni.

 

23.1.12

Maurizio Marchi

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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