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Al di là del dibattito teorico, un piccolo esempio pratico sui (grandi) danni della deregulation indiscriminata

Post n°5976 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da cile54

Liberalizzazioni, se le conosci le eviti

A proposito di liberalizzazioni. La storia che segue (se ne omettono per riservatezza solo i nomi dei protagonisti, pronti a “esibirli” a richiesta), dimostra, al di là delle discussioni “teoriche”, i danni cui possono condurre le dissennate politiche di liberalizzazione, totem indiscutibile dei tempi moderni.

Il “luogo” è un palazzo antico, nel cuore di Roma, a due passi da Piazza Campo de Fiori, dove un appartamento al secondo piano, dopo la scomparsa dell’inquilino, viene trasformato da residenza familiare a “bed and breakfast”. Nello spazio di 110 metri quadri vengono realizzate sei camere con altrettanti bagni (è il massimo(!) che la legge della Regione Lazio ammette per questo tipo di strutture) e un corridoio di collegamento. Sei camere e altrettanti bagni vogliono dire almeno una decina di nuovi muri divisori, sei nuovi pavimenti, sei nuove tubazioni per termosifoni, sei nuovi scarichi dai water, sei dai lavandini, sei dalle docce, tutti destinati a confluire nell’unica vecchia tubazione centrale. Insomma una trasformazione strutturale e funzionale imponente (lo spazio prima occupato da una sola persona ora lo è, frequentemente, da una dozzina di persone) che grava su una struttura, muraria, idrica e fognaria, vecchia di secoli e già provata, oltre che dallo scorrere del tempo, da altri interventi, forse solo meno aggressivi, di ristrutturazione.

Il bello è che questa trasformazione avviene senza permessi (basta la presentazione della famosa “dia”, denuncia di inizio attività) e con nessun controllo né precedente, né successivo, anche se risulta obiettivamente difficile considerarla “privata”, riguardando un vasto pubblico, quello dei clienti e degli altri inquilini.

E’ l’effetto liberalizzazioni. E diventa motivo di gloria e di vanto per chi lo consente (una delle famose “lenzuolate” di Bersani ministro) e per chi la realizza (l’impresa): quello che è praticamente un albergo (sebbene in scala leggermente ridotta) si fa in quattro e quattrotto, finalmente senza burocrazia e inutili perdite di tempo!: poca spesa e grandi guadagni!

Ma, guadagni per chi?! Perché la storia non finisce qui e, come sempre, la realtà si prende (questa volta è il caso di dire: “purtroppo!”) la rivincita sull’ideologia. A distanza di pochi mesi infatti in un settore del soffitto dell’appartamento al piano inferiore, si verifica una curvatura discendente. Qualche tempo prima si erano aperte crepe sui muri perimetrali, che avevano consigliato l’inserimento di tiranti di sostegno e controllo. Quest’ultima “gobba” rende necessario un nuovo intervento di carattere strutturale sul pavimento del “bed and breakfast”, con l’inserimento di un tirante d’acciaio orizzontale ancorato alla parete, per metterlo “in sicurezza”. Ultimamente, lungo le anguste scale di pietra, percorse da pesi inusitati di persone e valige, si sono aperte crepe e fessure di vario genere che vanno ben valutate, mentre una serie di altri “piccoli” inconvenienti (caduta di calcinacci e guasti) riguardano gli appartamenti vicini e l’impianto idrico. In seguito a questi eventi il condominio ha deciso di sottoporre ad una nuova perizia statica e strutturale (dopo una prima risalente a qualche mese fa) l’intero edificio. Il Palazzo rischia il crollo? Probabilmente no, ma probabilmente non è in grado di reggere la densità abitativa del “bad”. E, allora, non era meglio pensarci prima?

Ora, prima delle liberalizzazioni, l’apertura di quell’esercizio sarebbe stata subordinata a controlli e verifiche preventivi e a posteriori, le tanto vituperate “licenze”, che il legislatore, coscienzioso, di un tempo aveva stabilito non per manie persecutorie, ma in nome della sicurezza del cittadino e della tutela dei beni. Oggi la furia del “businnes” sovrasta ogni altra cosa.

Ma è una furia che (immaginando questa vicenda esemplificativa di realtà ben più grandi) rischia di avere conseguenze disastrose per tutti.

Leonardo Caponi

13 febbraio 2012

 
 
 
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