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Libri & Conflitti. Guida di sopravvivenza per trentenni, di Silvia Lombardo miraggi edizioni

Post n°6002 pubblicato il 20 Febbraio 2012 da cile54

Estratto da LA BALLATA DEI PRECARI

Cosa succede quando il percorso di un trentenne qualsiasi diventa il prototipo di un’intera generazione che fatica – a volte, ormai, si dice inutilmente - a trovare un lavoro remunerato secondo la prestazione eseguita e legato a contratti che possano permettere di guardare al presente e pensare al futuro con una tranquillità oggi lontana dai nostri orizzonti?

La ballata dei precari – Guida di sopravvivenza per trentenni, di Silvia Lombardo (miraggi edizioni) non è altro che il ritratto della generazione dei trentenni di oggi ma anche il percorso di una giovane che, dall’età adolescenziale, arriva a quella fatidica del mondo del lavoro.

Estratto dal libro. Mercoledì 22 sarà online la recensione.

Un sogno chiamato lavoro

Sì, lo so.

Avviandosi verso i trenta un lavoro dovresti averlo trovato, no?

Sì, e la sai quella dell’italiano, il tedesco, il francese e l’inglese?

Buona anche quella, eh? Ma non altrettanto.

Ci si ritrova spesso, quasi trentenni, a fare uno stage. Nel tentativo di ottenere un posto di lavoro che ci piaccia, che ci soddisfi, che sia in linea con la laurea e quei sette o otto corsi di specializzazione che abbiamo fatto al colmo di un eccesso di ottimismo.

Ci si ritrova spesso a dire a mezza bocca ad amici e conoscentiquale sia la nostra attuale occupazione.

«Be’… e adesso cosa stai facendo?» domanda curioso l’ennesimo zio.

«… Uno… tge» rispondete, mangiandovi di proposito le parole.

«Che?» replica l’aguzzino.

«Uno… stg…» dite sorseggiando un drink per mandare giù le vocali.

«Scusa, puoi ripetere che non ho capito?»

A questo punto siete alle strette.

«Uno STAGE!» ammettete finalmente, innervositi, quasi urlando.

Il tempo si ferma. Siete al centro dell’attenzione. Vi hanno sentito tutti da qui a Timbuctu.

Lavorate gratis e avete quasi trent’anni.

E ora lo sanno anche le popolazioni dell’Himalaya.

Sportello stRage

Ho un sogno che mi tormenta da anni.

Fellini tramutava in film i sogni che faceva. Siccome io non sono megalomane e penso in piccolo, del mio sogno volevo fare un cortometraggio. Magari uno sputazzo di spot.

Da quando ho assistito alla nascita del sito “sportello stage”, la prima cosa che si è insinuata fra me e la visione di cotanta scritta è stata una enorme “lettera scarlatta”.

No, non la A di adultera come nel romanzo. Ma la “R”.

Fra la “t” e la “a”.

E così ho pensato “prima o poi scriverò un corto dal titolo “Sportello Strage”.

Una cosa molto pulp.

Tipo Un giorno di ordinaria follia con Michael Douglas.

Immagino questo tizio che fa il giro delle agenzie di collocamento dove gli propongono solo stage, stage, stage o un impiego malamente retribuito in un call center. Alla fine il soggetto, divenuto sociopatico e schizoide, fa fuori mezza Adecco con un fucile a canne mozze.

Dello stage esistono diverse varianti, come dell’aviaria.

Di base sarebbe anche un “sano” modo di approcciare il mondo del lavoro. Ma, ahimè, si è scisso in varianti patologiche a volte poco curabili.

È come per i vaccini.

Tu prendi un virus, un elemento dannoso, un agente patogeno, e lo isoli. Poi lo rendi innocuo, anzi lo trasformi in antidoto e lo inoculi nella gente per preservarla dalla tal malattia.

Al contrario, nello stage, prendi una pratica potenzialmente molto utile, la isoli, la studi, ne scopri le parti più vantaggiose e proficue per le aziende e ci articoli sopra uno “stage”. E poi lo somministri a una generazione di speranzosi, ingenui laureati per fare una strage, appunto.

Isabella Borghese

19/02/2012

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La ballata dei precari. Guida di sopravvivenza per trentenni,

di Silvia Lombardo - collana golem - miraggi edizioni  - pagine 123 -euro 12,00

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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