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« Intervista a Don Renato ...Precarietà. Il racconto ... »

Di fronte a una tragedia simile č inaccettabile il comportamento tanto del governo quanto dell’ambasciata tunisina

Post n°6015 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da cile54

Imed Soltani, Noureddine Mbarki e Meherzia Rouafi, sono ormai in Italia da 3 settimane. Sono arrivati come delegazione di familiari di ragazzi tunisini che si sono imbarcati per l’Italia e che dallo scorso marzo non danno più notizie.

258, che sono saliti in 3 diverse imbarcazioni, una di queste, con 22 persone a bordo è giunta a Linosa, le altre 2 a Lampedusa. Era il periodo di massima degli arrivi e spesso a chi era portato nei centri lampedusani non venivano prese neanche le impronte. I trasferimenti avvenivano, in base alle esigenze politico mediatiche, verso le tendopoli e le caserme messe in piedi in maniera in forme, in molti si sono dati alla macchia prima di essere segnalati. «Ma è possibile che nessuno si sia ancora fatto sentire?». Insistono i parenti venuti alla loro ricerca in Italia. In molti portano con se foto e video in cui dimostrano di aver riconosciuto propri cari e le imbarcazioni in cui erano saliti, foto e video scattati in Italia eppure sembrano scomparsi tutti nel nulla. Ieri la delegazione, insieme a rappresentanti di alcune associazioni “Ass. Giuseppe Verdi, Le Venticinqueundici”, e forze politiche come il Prc, è stata ricevuta da funzionari del ministero dell’Interno. Un ora e mezzo di colloquio, a tratti teso da cui è emersa una sola amara verità. Per individuare anche uno degli scomparsi occorrono le impronte digitali. Il governo tunisino fino ad ora si è limitato ad inviare liste di nomi di persone e solo da pochissimo sembra aver manifestato disponibilità a inviare le impronte. Per il governo italiano le stesse andrebbero inviate anche presso gli omologhi ministeri del resto d’Europa, in parecchi infatti sono fuggiti anche dall’Italia. Bisogna attendere dicono, ma è difficile per centinaia di madri e padri che ancora non sanno se debbono piangere un lutto o continuare a cercare. Inaccettabile il comportamento tanto del governo quanto dell’ambasciata tunisina: versioni diverse e discordanti se non contraddittorie, un pessimo scaricabarile che è divenuto ancora più miserabile quando una delegazione, evidentemente scomoda è giunta in Italia. Ambasciata e consolato si sono chiusi a riccio rifiutandosi anche di dialogare con le persone che cercavano protezione presso le autorità all’estero del proprio paese, la delegazione sta avendo sostegno logistico e morale solo grazie all’impegno di soggetti privati e di realtà di movimento. Dopo l’incontro al ministero ieri si è tenuta una conferenza stampa per denunciare la situazione, presenti numerosi esponenti dell’associazionismo antirazzista. Si sta cercando di creare un coordinamento per sostenere la delegazione e gli obbiettivi che persegue. Il visto ai parenti scade fra pochi giorni e si è chiesto di poterlo rinnovare in attesa di depositare una denuncia di scomparsa di persone. Bisognerà seguire la vicenda giorno dopo giorno, non far sparire dai riflettori questa storia oscura in cui sembra che nessuno si voglia assumere delle responsabilità. Ed è grottesco rendersi conto di come i tanti proclami di controllo alle frontiere con il corollario di informatizzazione dei servizi, accordi bilaterali e di partenariato, funzionali alla “caccia al clandestino”, si stiano rivelando totalmente fallimentari quando si tratta di risolvere il dramma di persone in carne e ossa. In Tunisia questo tema è sentito molto dalla popolazione, si manifesta  in continuazione per avere notizie e ogni tanto una madre preferisce il suicidio all’incertezza, il numero complessivo delle persone di cui non si ha più notizia da un anno supera le mille unità. Controlacrisi seguirà ancora con costanza l’ennesima dimostrazione del fallimento della Fortezza Europa e del carico di dolore che questa provoca!

Stefano Galieni

22/2/2012

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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