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Secondo l'ultimo rapporto Eures soltanto nel 2011 sono stati 362 i suicidi dei disoccupati. Altro record italiano in Europa

Post n°6322 pubblicato il 04 Maggio 2012 da cile54

Crisi economica: tra disoccupati e imprenditori sono circa cinquanta i suicidi da inizio anno

 

L’ultimo suicidio per motivi legati alla crisi economica a Catania, oggi, dove un uomo di 35 anni si è buttato dal suo appartamento, al quinto piano: si sentiva inutile perché non lavorava. A Caserta, sempre oggi, un muratore senza lavoro da sei mesi e per questo in preda a crisi depressive si è ucciso. Dopo anni senza lavoro un 51enne residente a Migliarina, frazione di Carpi (Modena), si è ucciso nella propria abitazione, in una palazzina popolare. A Treviso, infine, ieri un imprenditore oberato dai debiti si è impiccato nella cabina del suo camion.

 

Secondo l'ultimo rapporto Eures soltanto nel 2010 sono stati 362 i suicidi dei disoccupati. E secondo la Cgia dall'inizio dell'anno a causa della crisi economica ci sono stati in Italia 32 suicidi solo tra gli imprenditori. Se a questi aggiungiamo i disoccupati arriviamo oltre i cinquanta casi. La Regione più colpita da questo dramma è il Veneto: in questi primi 4 mesi del 2012, infatti, ben 10 piccoli imprenditori hanno deciso di togliersi la vita a seguito delle difficoltà economiche incontrate in questi ultimi anni di grave crisi economica. "Le cause di queste tragedie? Difficile dare una risposta esaustiva - sottolinea la Cgia di Mestre - tuttavia, la mancanza di liquidità è il denominatore comune che si riscontra in quasi tutti questi drammi: senza contare che molti imprenditori, a seguito del mancato pagamento da parte dei committenti, sono sprofondati nella crisi più profonda senza riuscire a risollevarsi". La Cgia chiede quindi, così come è già stato fatto qualche settimana fa dalla Regione Veneto, di istituire a livello nazionale un fondo di solidarietà per l'erogazione di mutui in favore di piccoli e medi imprenditori in chiara situazione di difficoltà economica e finanziaria e privi di accesso al credito bancario o ai quali sono stati revocati affidamenti da parte di banche o intermediari creditizi.

 

Pochi giorni fa aveva ceduto alla disperazione un portiere di Napoli: l'uomo, 55 anni, si era ucciso impiccandosi nella sua abitazione dopo aver ricevuto una lettera di licenziamento e la notizia che avrebbe dovuto lasciare la casa dove viveva. Nel nuorese un imprenditore, costretto a licenziare i suoi due figli, si è ucciso con un colpo di pistola.

 

Il 13 aprile si è suicidato gettandosi sotto un treno nei pressi della stazione, a Sesto Fiorentino, un 42enne che aveva perso il lavoro da alcuni mesi. Il 10 aprile si è impiccata a un'altalena, in provincia di Vicenza, una donna di 51 anni probabilmente anche a causa delle difficoltà economiche della ditta del marito. Il 4 aprile è toccato al titolare, di 59 anni, di un'azienda romana specializzata in costruzioni in alluminio in fallimento, a un trentino 39/enne, e a un uomo di 51 anni che aveva perso il lavoro a Milano. Andando a ritroso, il 3 aprile a Gela un'anziana 78/enne si è uccisa lanciandosi dal terrazzo di casa: l'Inps le aveva ulteriormente ridotto la pensione di 200 euro (da 800 a 600) e tre giorni prima un artigiano di 57 anni si è impiccato all'interno della sua bottega di cornici a Roma a causa di guai economici. Anche a marzo bollettino di morte: il 27 un imbianchino di Trani, Giuseppe Pignataro, a causa delle difficoltà nel trovare un'occupazione stabile, si è ucciso dopo essersi lanciato dal balcone della sua abitazione; il 23 marzo un imprenditore quarantaquattrenne di Cepagatti (Pescara) si è impiccato nella sua azienda, non ha retto alla vergogna di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti; il 21 marzo un uomo di 47 anni che gestiva un'attività commerciale ma da due anni era senza lavoro si è ucciso con un colpo di pistola nella sua automobile nel cosentino; sempre il 21 un imprenditore edile, di 53 anni, in crisi da tempo per i crediti che non riusciva a riscuotere e che vantava nei confronti di pubbliche amministrazione e di privati, si è tolto la vita impiccandosi in una baracca dietro casa nel bellunese; il 20 marzo un giovane artigiano di 29 anni, disoccupato, si è impiccato a Scorano (Lecce); il 9 marzo Vincenzo Di Tinco, titolare 60/enne di un negozio di abbigliamento di è impiccato a un albero a Ginosa Marina (Taranto): in pochi giorni si era visto addebitare, forse per errore, 4.500 euro di commissioni bancarie e rifiutare un prestito di poco più di mille euro.

 

 

 

 

Fabrizio Salvatori

03/05/2012 www.controlacrisi.org

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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