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« Monti "italiani denunci...Ancora morti sul lavoro.... »

L'deologia tesa ad esaltare la collaborazione e ad esorcizzare il conflitto ha reso inerme il mondo del lavoro, schiavizzandolo

Post n°6324 pubblicato il 05 Maggio 2012 da cile54

LA SETTIMANA DOPO IL PRIMO MAGGIO

 

Abbiamo scelto una pausa di riflessione: la festa del primo maggio quest'anno è stata celebrata in un clima quaresimale. Le analisi sui dati negativi della crisi, la pressione incombente delle tasse da pagare e l'imminente ondata di tagli sui servizi pubblici hanno spento per molti il piacere del ritrovarsi e del  far festa.

Una pausa di riflessione è necessaria per sottrarsi alla manipolazione dei linguaggi.

 

E' paradossale che moltitudini di persone che vivono del proprio lavoro possano accettare l'idea che per dare vita materiale al diritto al lavoro si debbano accettare gravi mutilazioni del diritto del lavoro.

 

Eppure questa idea che propone come contributo sacrificale, da parte dei lavoratori, per la soluzione della crisi,  la rinuncia a diritti fondamentali propri del cittadino di un paese democratico quando si varcano i cancelli di un luogo di lavoro,  sta passando come un dato "oggettivo", ineludibile.

 

La richiesta ai lavoratori di una totale disponibilità alle esigenze dell'impresa con le rinunce ad un governo del proprio tempo, totale disponibilità alle richieste di prestazioni lavorative al limite del sopportabile ( vedi recente sciopero spontaneo a Mirafiori per i ritmi insostenibili...), omertà e "complicità" sulle condizioni di sicurezza trascurate in appalti e subappalti ( vedi la vicenda del RLS licenziato a Rimini ).

 

Questa è , verosimilmente, la  "flessibilità" e capacità di adattamento  dei lavoratori che la signora Ministro Fornero vorrebbe si trasformasse in un "valore". Per noi il significato della parola valore va attribuito in campo professionale alla competenza, alla diligenza, alla  precisione, alla capacità  e disponibilità a risolvere i problemi,  negoziando le condizioni di lavoro.

 

 L'adattamento a lavorare senza diritti, senza regole con la piena disponibilità alle esigenze dell'impresa non è un "valore" ma una condizione di subalternità umiliante la dignità delle persone. Le persone frustrate e umiliate non sono in grado di produrre qualità ...

 

Non è con questo modello di relazioni sindacali che si costruiscono imprese competitive.Solo il ritorno di una vera contrattazione a livello aziendale sulle condizioni di lavoro  può rimettere in moto un percorso serio di miglioramento di quelle organizzazioni aziendali che sono ammalate anche in ragione dell'assenza di stimoli da parte dei lavoratori.

E' prevalsa in questi anni una ideologia tesa ad esaltare la collaborazione e ad esorcizzare il conflitto: la “scomparsa” del conflitto in forma visibile non ha aiutato le imprese a selezionare gli stimoli provenienti dai lavoratori e a migliorare la propria qualità organizzativa.

 

La cultura neo liberista che considera i lavoratori "vuoti a perdere" va combattuta a fondo per evitare che produca altri disastri.

 

Gino Rubini

02 maggio 2012

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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