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Caporalato, tra angurie e pomodori centinaia di "invisibili" sfruttati in provincia di Lecce. Civiltà calpestata

Post n°6616 pubblicato il 06 Luglio 2012 da cile54

SCHIAVISMO ITALIANO

Arrivano da Senegal, Costa D'Avorio, Ciad, Sudan, Burkina Faso, Egitto, Tunisia, Libia, Marocco.

Nei mesi estivi raccolgono nelle campagne di Nardò, in Puglia, e nell'intera provincia di Lecce, i pomodori e le angurie che arrivano sulle tavole di tutta Italia.

Questi sono i centinaia di immigrati extracomunitari, che lavorano in nero, sotto caporale e sfruttamento, secondo i dati diffusi oggi dalla Cgil e dalla Flai Cgil, aggiornati all'estate 2011.

Nelle campagne di Nardò, Galatina, Seclì, Copertino, Leverano, Veglie e Porto Cesareo, secondo i dati del sindacato, a dispetto di 460 lavoratori migranti stanziali impiegati come braccianti agricoli in modo regolare, nel periodo luglio-agosto- settembre, per le grandi raccolte ortofrutticole, si registra un incremento della presenza di lavoratori pari almeno a 800 unità che vanno a sommarsi ai lavoratori presenti tutto l'anno. Ma, secondo il sindacato, pur essendo le attività di raccolta nel periodo estivo svolte quasi esclusivamente da manodopera immigrata, le assunzioni per questa attività risultano addirittura in diminuzione, nel periodo estivo, rispetto alla media annua. Solo il 5% della manodopera extracomunitaria ha un regolare contratto di lavoro, la quasi totalità ha una tariffa non sindacale (presenza di sottosalario, nella migliore delle ipotesi il 60% della paga sindacale prevista).

Il 95% di questi lavoratori non ha un regolare contratto di lavoro e riceve una paga giornaliera senza regola salariale. Il 95,6% di questi lavoratori, per poter lavorare, deve inoltre sottostare all'intermediazione illecita di manodopera da parte dei caporali.

I dati messi a disposizione del sindacato, dichiarano che per almeno 2/3  delle aziende agricole inserite negli 'elenchi nominativi  trimestrali', pur effettuando produzione di angurie/pomodori e nonostante la certezza che i raccolti vengano eseguiti da centinaia di lavoratori migranti, non figurano ufficialmente comunicazioni di  assunzione, presso il centro per l'impiego, di manodopera extracomunitaria".

E, sempre sulla base dei dati della Cgil, "i  titolari di aziende agricole incrociano questa tipologia di lavoratori solo ed esclusivamente attraverso i caporali, essi stessi  extracomunitari, i quali, invece, risultano regolarmente assunti  (poche decine in tutto) dalle stesse aziende agricole". 

05/07/2012 www.controlacrisi.org

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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